Il forum dei Drow, dei Vampiri e delle creature dell'oscurità
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 Oggetto del messaggio: Catena Alimentare...
MessaggioInviato: gio nov 11, 2004 04:04 
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Come scrissi in uno dei miei primi post, anche se sono un timido arcimago elfo, non mi dimentico certo dei miei "fratelli" cainiti...ed è per questo che vorrei farvi leggere, per chi non l'avesse già fatto, ovviamente, l'introduzione del clanbook dei signori delle tenebre...I NOSFERATU!
trovo questa storiella molto simpatica ed anche con un retrogusto amaro tipico della società moderna...
qui accludo solo la prima parte...ed aspetto vostri segni di...ehm...vita (?)...in modo da sapere se la storia vi è piaciuta e se volete che posti il resto... :vamp:

PS...DaDa ogni promessa è debito... :wink:  :wink:

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MessaggioInviato: gio nov 11, 2004 04:05 
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Catena Alimentare

La musica mi sembra tutta uguale, adesso. Sto seduta nello stesso locale affollato di tanti sabati sera, e non me ne frega un ca**o se mettono musica new wave, heavy metal, industriale o qualche merdoso remix tecno – roba che non potrei nemmeno riconoscere più. I soliti ritmi martellanti scuotono le finestre congelate della discoteca, i soliti giovani tirati a lucido si dimenano seguendo il tempo, e mi viene da sorseggiare ancora la mia birra annacquata, osservando la massa dei corpi sudati come qualcosa che ho già visto troppe volte.
Il nero è ancora di moda – e quando non lo sarà ? – e allora sto seduta in un angolo, con una fastidiosa minigonna di pelle nera che mi stringe i fianchi. Quando avevo l’età delle altre donne – ragazzine, direi – che ballano in pista, le gambe erano il mio punto di forza. Ora invece ho un…beh, ve lo potete immaginare…un grosso sedere capace solo di scaldare lo sgabello.
Muovo avanti e indietro il mio paio di tacchi a spillo della serie “sbattimi a terra e scopami” e mando giù un altro sorso di birra. Quando ero più giovane mi sembrava che una notte come questa fosse piena di possibilità. Ora che sto sfiorando i trenta, il gioco è diventato vecchio – come me, del resto. Il maledetto turno del mattino domenicale alla banca, a scambiare fottutissimi assegni, mi aspetta tra meno di sei ore. Sento come una bomba ad orologeria ticchettare dentro la testa.
È ora di darsi una mossa, baby. È ora di passare all’azione.
Sorrido a quel tipo che mi passa davanti…spero che si giri e torni indietro…anzi, spero che non lo faccia. Dov’è che sbaglio? Non fraintendetemi, trovare compagnia per qualche ora di piacere non è il problema principale. Quando si abbassano le pretese, niente è impossibile. Ma tutti quei sabati sera che pensavo di avere davanti quando avevo diciannove anni si sono consumati. Non conta più il genere di locale che decido di frequentare, perché ovunque vada sono fuori gioco a causa della mia età e del mio aspetto – a razzolare quel che posso negli strati più bassi della gerarchia sociale, sul fondo della catena alimentare. Non riesco a competere con le Barbie magre fino all’impossibile che mi stanno intorno.
Oh, curioso. Barbie e le sue amichette sono vestite tutte di nero stasera – abiti retrò che non indosso da quando avevo quattordici anni. Forse adesso sono tornati di moda e non me ne sono accorta. Mioddio, sono così vecchia? Faccio davvero questa figura? Certo che no, con tutta l’impalcatura che mi sono messa addosso. Il trucco è perfettamente sistemato – fondotinta bianco pallido e rossetto nero come la morte. I capelli sono pettinati alla maniera delle regine dark che i ragazzetti qui intorno non possono ricordare. Indosso persino il mio paio di mutandine portafortuna, anche se la loro fortuna è ormai sfumata da un bel pezzo. Non appena comincio a sudare per il caldo e l’energia emanata dalla pista, capisco che è il momento di fare il mio ingresso ufficiale e mettere sul mercato l’unica cosa che mi rimane da mostrare. Il mio corpo che balla.
Bastano pochi movimenti a dissipare tutti i miei dubbi. Me ne frego se è pretendere troppo continuare a ballare ogni settimana in questo e altri terribili locali come se nulla fosse. Non faccio caso alle torme vorticose di scolaretti angosciati che mi stanno intorno.
La musica che mi martella nel cervello ha sonorità vagamente industriali, ma non mi fermo per cercare di riconoscerla. Spero solo che chiunque abbia intenzione di abbordarmi e portarmi via da questo inferno lo faccia al più presto possibile. So già come va a finire quando ballare non funziona: barcollo a casa dai mie gatti, leggo qualche riga di un romanzetto erotico e vaneggio di togliermi la vita. Prego che qualcuno metta fine a tutto questo.
Con la coda dell’occhio vedo che i miei movimenti hanno richiamato l’interesse di qualcuno. Capelli scuri, pantaloni sportivi neri, t-shirt di un gruppo che non riesco a riconoscere, stivali belli da morire. Sta passando attraverso la pista e punta dritto verso di me. Si muove a ritmo per sembrare in sintonia con l’ambiente, ma il piccolo Ankh di cattivo gusto che gli ciondola al collo rivela il contrario. Da quanto tempo non va di moda quel gingillo? E per giunta indossa occhiali da sole al chiuso. Un perdente.
Proprio come me.
Lui passa di fianco a un giovane magrolino molto atteggiato, poi mi gira le spalle per dare a quello stronzetto un bello spavento. Il giovane sobbalza, lasciando il suo drink mentre si precipita verso la porta. Oh, conosco questa mossa a effetto. Si è messo in testa di essere il “Bel Tenebroso”, ma credo che questa recita di gusto gotico sia un tantino eccessiva. Perdente o meno, comunque, devo ammettere che ha un aspetto davvero carino.
Qualche altra Barbie prova a catturare la sua attenzione, ma lui si muove come se sapesse che lo sto osservando. Ti va di scopare? Me lo fai questo favore? No, ferma. Sta venendo di qua. Continuo a ballare disperatamente, e nemmeno ascolto più la musica che mandano – ma chi se ne frega, poi? Santo cielo, mi accorgo solo adesso che fanno passare ancora “Tin Omen”, deve proprio essere serata revival. Lui si piazza davanti a me e sfodera le sue battute d’apertura. Non riesco a sentirlo, mi limito a ridere e ballare. E carino abbastanza da tenermi inchiodata qui fino a quando dovrò aprire la serratura di casa. La casa di chi? Non importa più. Sono intossicata dall’alcool e dalla presenza di questo “Bel Tenebroso” davanti a me. Dietro di me. Abbracciato a me. Gli rendo le cose troppo facili. Lo so, è un errore madornale, eppure desidero che succeda.
Dopo neanche un attimo ci caviamo dalla pista da ballo. Due drink, qualche musichetta revival e già accetto il suo invito ad uscire fuori. Qualsiasi cosa pur di andarmene. Quel genere di passioni che sentivo dieci anni fa ricominciano a venire a galla, ma la cosa non mi sorprende. Ho passato notti di questo tipo talmente tante volte, compiendo gli stessi precisi movimenti, che ora ho tutta l’intenzione di lasciarmi accompagnare alla sua macchina senza fare resistenza. Oh, una macchina sportiva! Questo sì che mi sorprende.
Incespico sui tacchi a spillo e faccio una risata con tempismo calcolato mentre mi accuccio sul sedile ribaltabile. Mi allaccio la cintura di sicurezza e sistemo la mini nera per ottenere il massimo effetto. Lui si è seduto al posto di guida in un baleno – sto decisamente lasciando che le cose succedano troppo in fretta. Ohhh, niente cintura di sicurezza…la usa per legarmi stretta e … una botta d’adrenalina quando si china per baciarmi sul collo e bloccarmi contro lo schienale in pelle. Mi tiene ferma in modo così sensuale…
E’ un sogno. Subito seguito da un incubo. Sanguino...

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MessaggioInviato: gio nov 11, 2004 15:28 
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Continua Judas...


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Se fosse una bella e delicata principessa elfica mi nutrirei di te Judas Zyrustafer!

Grandioso il racconto migliore (a mio parere ) di tutti i clanbook, d'altronde narra di uno del migliore clan mai concepito!!

Nosferatu rulez!!!

:rockrulez:   :alien:   :rockrulez:

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MessaggioInviato: ven nov 12, 2004 00:51 
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Nosferacchia ha scritto:
Se fosse una bella e delicata principessa elfica mi nutrirei di te Judas Zyrustafer!

Grandioso il racconto migliore (a mio parere ) di tutti i clanbook, d'altronde narra di uno del migliore clan mai concepito!!

Nosferatu rulez!!!

:rockrulez:   :alien:   :rockrulez:


AAAHHHHH!!! TRADIMENTO!!!!!  :devilf:  :devilf:

Signor Cantamessa, le ricordo che ora le sue radici sono piantate altrove!!!!

:devil:  :devil:  :devil:

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Anémia Persiani
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MessaggioInviato: ven nov 12, 2004 04:28 
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Ancora questa notte...come la precedente...l'arcimago Judas, nel buio inquietante del suo studio, si avvicinò all' imponente libreria in legno di quercia, estrasse nuovamente il grosso libro impolverato, dopodiché si avvicinò alle imposte della grande vetrata che dava sull'esterno della sua torre e con un secco gesto delle mani spalancò le due ante...il gelido ed umido vento autunnale non impiegò molto a far il suo ingresso nella sala.
A quel punto l'elfo accese una singola candela, si avvicinò al camino in mattoni ed intonò alcune parole nell'antico idioma arcano...improvvisamente...un vivace ma piccolissimo fuoco prese a bruciare dal camino.
Si accomodò sulla sua comoda poltrona di pelle che era appena sul lato destro del focolare ed appoggiò la candela su una piccola mensola lì vicino.
per lunghissimi istanti il mago attese, accarezzò con amorevole dolcezza la copertina del grosso tomo, il tutto in un silenzio irreale. Solo le improvvise folate di vento rompevano la magia di quella quiete.
improvvisamente, Judas si voltò verso l'enorme finestrone aperto, un piccolo sorriso apparve sui suoi delicati tratti elfici ed in un sussurrò esclamò: "Accomodatevi fratelli miei...siete, come sempre, puntualissimi...immagino vogliate ascoltare il resto della storia? Come darvi torto daltronde...prego mettetevi tutti intorno a me".
Quasi come ad accettare l'invito del mago...un numero non precisato di ombre salì dal balcone.
erano per lo più tutte ammantate e si muovevano con movimenti lenti e seducenti ed in ognuna di loro erano ben visibili i canini estremamente pronunciati.
Tutti i vampiri si accoccolarono intorno alla poltrona del mago e con trepidante desiderio attesero.
A quel punto, Judas con un rapido gesto delle sue sottili dita aprì il tomo esattamente nel punto dove una piccola piuma fungeva da segnalibro...ed incominciò a leggere con un sussuro che però fu ben udibile da tutti i suoi ospiti...


PS.Piccola introduzione per rendere ancor più interessante la seconda parte della nostra storia... :devil:  :devil:

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MessaggioInviato: ven nov 12, 2004 04:30 
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...Onestamente, non  mi ricordo di preciso cosa sia successo. Suppongo che i minuti seguenti siano stati carichi di velato erotismo, oppure che abbia avvertito un intensa paura e mi sia arresa totalmente a quella forza travolgente…forse è stato doloroso. No, ero solo inebetita. E meno male. Ho la terribile impressione che ci sia stato un profluvio di sangue. Tanto, tantissimo sangue che scivolava sul volto del mio amante, sulle sue labbra…e sulle mie? Non lo so. Deve  essere successo qualcosa di tremendo, perché a un certo punto ho alzato lo sguardo sulla sua faccia e non era più attraente come prima.
Forse è la mia mente che se lo raffigura così orribile. Quando siamo usciti dalla discoteca mi era sembrato che il suo profumo fosse diventato meno piacevole, che quasi non si riuscisse a sopportarlo. E appena sono cominciate le cose, il “Bel Tenebroso” era scomparso nel nulla e rimaneva solo un “Tenebroso” che stava chino sul mio corpo inanimato. La mia mente lo ha associato a uno di quei mostri dei film muti. Pelle grigia, denti affilati, lunghe mani artigliate. E quel fetore insopportabile. Puzzava di cosa morta, un freddo e decomposto cadavere. O forse ero io?
O forse sono io? Adesso, dico. Tengo gli occhi chiusi, e il pavimento sotto di me sembra piuttosto duro. E freddo molto freddo. Ho la sensazione di essere come avvizzita, la pelle mi prude in modo tremendo, e ho la gola secca…assetata. Intorno ci sono delle luci intense. E allora faccio il più grosso errore della mia vita, peggio ancora di essere salita su quell’auto sportiva. Apro gli occhi.
Dovete sapere che quando avevo quattordici anni sognavo che Lestat venisse da me e mi portasse via. Il mio abbigliamento di ieri notte la dice lunga sulle fantasie che ho sempre nutrito per i vampiri, come pure l’attrazione che ho provato per il “Bel Tenebroso”. Non mi sorprende che le sue azioni mi risultassero così familiari. Tuttavia accidenti, non ho mai immaginato che le cose potessero andare in questo modo.
Davanti a me c’è un magnifico specchio largo sei metri. I fianchi abbondanti sono l’ultimo dei miei problemi, adesso. I capelli corvini, su cui mai ho avuto da ridire, sono una sudicia matassa arruffata e separata in flosce ciocche. I denti candidi e perfetti, che ho sempre lavato con cura maniacale almeno quattro volte al giorno, sembrano sul punto di cadere da un momento all’altro. Sono ricoperta da strati di pelle flaccida e grinzosa che ricorda quella di un rettile. Quante volte mi sono specchiata per correggere piccoli foruncoli o macchie appena visibili? Piuttosto inutile farlo adesso. La stupida camicetta di seta che ho messo - quanto tempo fa? - è  avvolta intorno a un petto scavato, le gambe rinsecchiscono nella minigonna, gli occhi sprofondano nelle orbite, e tutto questo è davvero troppo.
Poi mi accorgo che non sto respirando. La faccia che ero abituata a guardare ogni mattina, pomeriggio e sera, la faccia che con le sue imperfezioni contribuiva a darmi un senso di identità, ora non c’è più. Le piccole dimensioni del mio naso o il labbro troppo pronunciato o tutti quei pietosi accorgimenti quando mi truccavo per conservare la freschezza della gioventù sono diventati dei fatti irrilevanti.
Improvvisamente sento di essere stata sciocca per aver sprecato tanto tempo per piacere agli altri…a prescindere da quanto apparissi bruttina quando mi svegliavo, non è niente al confronto della figura scavata, squamosa, con gli occhi a spillo e la mandibola cadente che vedo ora nello specchio davanti a me.
Non sono più la stessa persona. Non posso essere la stessa persona. Devo essermi trasformata in qualcosa di diverso. Se non è così, presto sarò completamente matta.
Il “Tenebroso” che stava chino sul mio corpo… non era una mia fantasia. Era reale. E posso vedere nello specchio che si sta avvicinando dietro di me. Sono troppo debole per girarmi. Vorrei dimostrargli il mio odio, sputargli in faccia, prenderlo a pugni, ma la prima ondata di dolore mi raggiunge, e l’incubo ricomincia...

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MessaggioInviato: ven nov 12, 2004 04:58 
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...All'improvviso Judas con un rapidissimo gesto delle mani richiuse il grosso tomo e si voltò verso i suoi ospiti con un sorriso dolce quale mai era solito mostrare con alcuno..."Adorati fratelli miei, vorrei tantissimo continuare con la lettura...ma ahimé l'alba è quasi giunta...e voi dovete andare a riposarvi, ma non temete...domani notte vi delizierò ancora con questo interessantissimo racconto. Sù ora ritornate alle vostre dimore...un lungo viaggio vi attende e dovrete essere a casa prima che i raggi del sole bacino la vostra candida pelle".
tutti i vampiri, come destati da un sogno incantato, si precipitarono con velocità disarmante fuori dal grande balcone e svanirono rapidamente dalla vista dell'elfo per perdersi nelle ultime ore della notte.
Judas si alzò, ripose il libro esattammente dove l'aveva preso, chiuse le imposte e tirò giu anche la pesante tenda nera, quindi con un delicato soffio spense la candela, dopodiché con passo leggerissimo uscì dalla porta del suo studio...salvo per rientrarvi dopo un brevissimo istante...pronunciò una singola parola arcana, ed il fuoco nel camino si affievolì fino a spegnersi.
Richiuse nuovamente la pesante porta alle sue spalle lasciando il suo studio nel buio più pesto...

PS.Scusatemi...ma non ho resistito all'uscita ad effetto!!! :oops:  :oops:

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MessaggioInviato: ven nov 12, 2004 22:22 
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Milady atterra silenziosa sull'erba umida oltre il balcone.
Le altre ombre si sono gia'  dileguate mentre lei esita alcuni attimi, voltandosi a guardare la sottile figura che chiude le finestre, quasi a proteggere quei segreti noti solo a pochi prescelti.
In lontananza un indisitinto rumore la scuote dai suoi pensieri e solo un lieve fruscio della lunga veste rivela il suo confondersi con le ombre della notte.
Fino alla prossima notte.


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MessaggioInviato: sab nov 13, 2004 04:31 
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...La luna era come un disco pallido in un infinità di buio...sembrava come se un unico glaciale occhio stesse osservando tutte le creature della notte con sguardo indagatore. Era gelida ma altresì talmente bella da mozzare il fiato, nemmeno le stelle avevano possibilità di  competere con il suo seducente magnetismo...questo almeno era quello di cui erano convinte le decine di ombre che con passo ovattato si apprestavano verso la spettrale torre...
giunte in prossimità delle mura, le creature, per alcuni istanti incrociarono i loro sguardi e si squadrarono vicendevolmente, alcune erano leggiadre ed all'apparenza delicate, altre erano più goffe ma decisamente più possenti, altre ancora sembravano deformi sotto le loro pesanti cappe...ma tutte condividevano lo stesso desiderio...ascoltare ancora il racconto del mago...in fondo...nessuno che non fosse un discendente di caino, sembrava nutrire il rispetto e l'amore che quella scarna figura riusciva a trasmettere quando parlava loro.
Poi, una dietro l'altra le creature iniziarono a scalare rapidamente le mura della torre, fin quando non arrivarono su un'ampia balconata con due grandi finestroni spalancati.
I vampiri entrarono con molta calma all'interno dello studio, e qui si trovarono di fronte la medesima situazione della notte precedente...senza la minima esitazione si adagiarono tutte intorno al mago che, nell'istante in cui l'ultimo dei cainiti si fu accomodato, iniziò con la solita voce soffusa a leggere...

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MessaggioInviato: sab nov 13, 2004 04:35 
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L’ultima settimana è una visione composita di sfocate memorie sensoriali e osceni flashback. Onde di violento dolore, attacchi persistenti di fame, muta rassegnazione alla mia metamorfosi corporea.
Ora darei qualsiasi cosa per superare i trent’anni. Invece, eccomi imprigionata in una sorta di non vita: le unghie appuntite sono sempre della stessa lunghezza, la massa cisposa dei capelli ha sempre quella sgradevole piega che la rende simile a una tana di topi, la faccia sembra essere stata fracassata sempre allo stesso modo a ogni risveglio. Per sempre.
Dopo una settimana trascorsa a contorcermi, strisciare e leccare sangue dal pavimento, dopo che per un’eternità non sono riuscita a allontanarmi da quell’orrore nello specchio,  mi sono finalmente risvegliata in un altro luogo: uno spazio sotterraneo, con liquidi in movimento e un forte odore di urina rancida.
Tutta tremante, mi rimetto in piedi mantenendo un precario equilibrio sui tacchi spezzati e avvolgo intorno alle spalle la coperta di lana che il “Tenebroso” mi ha lasciato. Lo ringrazio per questo inaspettato passo avanti. Indosso ancora la camicetta di seta e la minigonna, reminescenze di quello che ero un tempo, ma le curve che mi rendevano inequivocabilmente donna sono appassite. Non posso ancora dire cosa sono diventata. Lontano dal mio sguardo, per l’ennesima volta, avverto che il “Tenebroso” mi sta osservando di nascosto. E fa molto freddo, davvero molto freddo.
Un topo si accorge della mia presenza e sgambetta lontano – per un momento riesco a sentire l’energia viva e pulsante dentro di lui. Mentre i suoi nervi si contraggono e il cuore batte, in me sale nuovamente la fame. Non per la carne o il sangue, ma per la vita, per riuscire a tirare avanti con questo corpo avvizzito che mi ritrovo. Come per istinto, mi abbasso a terra e rilascio dal profondo del cuore un segnale di compassione e misericordia. La bestiolina interrompe la fuga, mi guarda, raggiunge in fretta la mia spalla e poi comincia a sfregare la pelliccia ruvida e coperta di piaghe contro di me.
Denti rapidi e acuminati, disgustosa bile nera che scende nella gola, un fremito della mandibola. Ributto quel che resta della carcassa nel torbido canale di liquami che mi scorre dietro. Da molto lontano, avverto l’approvazione del mio creatore. Ho appena superato la prima prova. La vita è una merda, penso di riflesso, ma ora sono morta...

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MessaggioInviato: sab nov 13, 2004 05:04 
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"Morta"...queste ultime parole furono accentate dal mago con un tono della voce leggermente più alto!
tanto bastò ai cainiti per comprendere che anche per questa notte il racconto aveva esaurito i suoi capitoli...tutti, con un lieve cenno del capo, ringraziarono l'elfo, il quale si affrettò a ricambiare quel silente ma significativo gesto...in pochi istanti tutte quelle ombre che di solito non lasciano testimoni erano scomparse...allora judas si accinse a chiudere le imposte...ma si soffermò solo per alcuni istanti ad osservare quella che avrebbe potuto giurare essere la sagoma di un'esile figura ammantata in piedi esattamente sul terreno al di sotto del grande balcone...
il tutto durò solo un attimo...poi, scuotendo il capo judas richiuse il balcone e si allontano sorridendo mentre pensava: "Devo essere particolarmente affaticato stanotte, avrei giurato di aver visto uno di loro sotto il mio balcone...e potrei perfino asserire che mi stesse salutando...mah...cosa vado a pensare... non sono di certo già nelle loro grazie fino a questo punto..addirittura un tale cenno di affetto...heheh..meglio che vada a riposarmi"...
...E difatti, così fece...

PS....COMMENTI PLEASE!! vi prego ne ho bisogno...sembro un pazzo a scrivere simili bischerate a quest'ora di notte.. :oops:  :oops:

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Data l'ora la mia voglia di postare qualunque cosa minimamente in ruolo e' pari a -1 pero' mi piace molto il racconto ed il modo di raccontarlo, trovo che serva ad evitare di fare una semplice trascrizione da un libro ed aggiunga un 'tocco peronale' del copista :)


Se poi sembri un pazzo Judas...almeno ti faccio compagnia   :buffone:


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Nosferatu rulez!!!

:rockrulez:   :alien:   :rockrulez:


AAAHHHHH!!! TRADIMENTO!!!!!  :devilf:  :devilf:

Signor Cantamessa, le ricordo che ora le sue radici sono piantate altrove!!!!

:devil:  :devil:  :devil:



certo è ovvio mi signora, le mie radici sono ben fisse al suo seggio peccato lei non se ne sia accorta

Muahahahahahahahah

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MessaggioInviato: dom nov 14, 2004 05:48 
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La notte era particolarmente fredda e desolata...fuori un roboante temporale sfogava tutta la sua rabbia e la pioggia scrosciava inesorabile da almeno cinque ore. Judas attendeva, per la quarta notte consecutiva, i suoi ospiti con un nervosismo che non gli apparteneva, la strana ombra della notte prima l'aveva indubbiamente turbato...non avrebbe saputo spiegarne il motivo...ma c'era qualcosa che non tornava...
un improvviso movimento delle pesanti tende nere fece destare il mago dai suoi pensieri e gli annunciò che i suoi ospiti, puntuali come sempre, erano giunti...
ripetendo movimenti ormai collaudati, tutti i vampiri si accoccolarono intorno al mago...tranne un'esile figura che indossava una pesante cappa nera che ne ricopriva interamente il corpo. Solo il bianco pallidissimo delle guance ed il rosso scarlatto delle labra trapelavano dal cappuccio. la creatura rimase in piedi a non più di tre metri da judas. L'elfo perse diversi istanti ad osservare questa enigmatica e solitaria figura, dopodichè scosse lievemente il capo come a scrollarsi di dosso le ultime perplessità ed iniziò la lettura...

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