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 Oggetto del messaggio: Il Giorno Dei Morti
MessaggioInviato: ven nov 11, 2005 19:56 
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LE ORIGINI DELLA TRADIZIONE CATTOLICA

Visto che la chiesa cattolica non riusciva a sradicare gli antichi culti pagani, legati soprattutto alla tradizione celtica, escogitò un tentativo per far perdere il profondo significato di alcuni riti.
Infatti, nel 835 Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 Maggio al 1° Novembre, pensando così di dare un nuovo significato ai culti pagani. Tuttavia l'influenza nefasta del culto di "Samhain" non fu sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, una nuova festa: il 2 Novembre il Giorno dei Morti in memoria delle anime degli scomparsi che venivano festeggiati dai loro cari, che mascherandosi da santi, angeli e diavoli accendevano dei falò. L'antico rito celtico del Fuoco Sacro sopravvive ancora in Inghilterra, dove il 5 Novembre si festeggia il Guy Fawkes Day.
Più tardi, nel 998, Odilo abate di Cluny aggiungeva la celebrazione, nel giorno seguente, della festa di tutte le anime a soddisfare l 'aspirazione generale per un giorno di commemorazione dei morti.

Ma se la Chiesa accosta le due celebrazioni, l'una tutta osannante e l'altra tutta dolorante, la tradizione popolare ne fa addirittura una sola festa, forse in ciò rispecchiando, ormai inconsciamente, idee e concezioni di una mentalità primitiva.

L'anno celtico conosceva soltanto due stagioni l'inverno e l'estate. L'inverno cominciava il 1° novembre, e serviva anche come grande festa d'inizio d'anno: l'estate si inaugurava col calendimaggio.

Nel folklore europeo troviamo, quindi, alla data del 1° novembre, molte di quelle usanze e credenze che sono tipiche del Capodanno: i falò, le questue e le strenne, e persino le previsioni per il futuro, del tipo di quelle a cui tuttora ricorrono le ragazze in attesa di un fidanzato, la mattina del 1° gennaio.

Ma un motivo ricorrente nelle antiche feste d'inizio di un ciclo annuale o stagionale è la credenza che in quel giorno fatidico, i morti ritornino sulla terra, e si comportino verso i vivi con l'aspetto ambivalente che assume il sacro presso i primitivi, benevolo o tremendo.


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IL RISTORO DEI DEFUNTI

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Le anime dei trapassati devono, perciò, in quel giorno, venir confortate e placate, perché siano propizie allo svolgersi dell'anno che ricomincia. Ora, con l'azione esercitata dal Cristianesimo, il culto popolare si muove sopra un piano più alto, di preghiera e di suffragio. Ma riflessi delle antiche concezioni rimangono in alcune usanze tuttora vive presso i nostri volghi e non solo presso le classi umili.



Uno dei più commossi ricordi della mia fanciullezza è appunto quello della mattina dei 2 novembre, quando mia madre, appena fatto giorno, veniva in camera a svegliare me e i miei fratelli, con un'esortazione che era un ordine:

"Alto, so, burdéll, che bsogna lassé e lét ai murt"
(Via, su, ragazzi che bisogna lasciare il letto ai morti.)

E noi ancora insonnoliti e intirizziti, nella fredda nebbia novembrina, ci si avviava con lei alla prima messa. I morti dunque, in quella notte, tornano alle loro case e, per dirla con le parole di una delle più toccanti liriche del Pascoli, "ognuno è tanto mai stanco". Occorre dunque che essi trovino il letto rifatto e si riposino. A questo principio s'ispirano altre costumanze e credenze diffuse ancora in quelle regioni dove la vita meglio è rimasta fedele alla tradizione.

"Si imbandisce la cena in alcune case del Bormiese (Bormio); e in altre località ci si accontenta di porre un vaso d'acqua buona e fresca perché i morti si possano dissetare. Ma anche nel Vigevanasco (Vigevano) e in Lomellina (Lombardia) si suole mettere in cucina un secchio (l'acqua fresca, una zucca di vino, piena, e sotto il camino il fuoco acceso e le sedie attorno al focolare"(1).

Anche in Friuli - a quanto informa l'Osterimann - "i contadini lasciano un lume acceso, un secchio d'acqua e un po' di pane sul desco". E' il motivo che ispira la già ricordata poesia del Pascoli "La tovaglia", dove la sensazione della presenza dei morti nella casa, nel silenzio della notte, è resa in maniera oltremodo commovente e suggestiva:

"Entrano, ansimano muti:
ognuno è tanto mai stanco!
e si fermano seduti
la notte, intorno a quel bianco.

Stanno li sino a domani
col capo tra le mani,
senza che nulla si senta
sotto la lampada spenta."

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LE FAVE

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Cibo di rito per la ricorrenza dei morti sono le fave.
"Secondo gli antichi - dice il Pitrè - le fave contenevano le anime dei loro trapassati: erano sacre ai morti. Presso i Romani avevano il primo posto nei conviti funebri".

Anche quest'uso fu dalla pietà cristiana portato sopra un piano più alto e riempito di un nuovo significato: poiché le fave, o anche i ceci lessi, in capaci bigonci venivano posti agli angoli delle strade e ciascuno vi poteva attingere a volontà. S'intende che più vi attingevano i poveri. Ancora oggi in Capitanata (Puglia) "molte famiglie cuociono in grosse caldaie notevoli quantità di ceci o di grano, che condiscono col succo degli acini di melograno, e ne offrono dei piatti ai poveri in suffragio delle anime dei defunti". Ora le fave dei morti sono, di regola, sostituite con dolci di egual nome, e di foggia più o meno simile.

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LA QUESTUA

Diffusa è anche l'usanza della questua fatta da schiere di ragazzi o di contadini e artigiani che vanno di casa in casa cantando un'appropriata canzone.

A Pettorano sul Gizio (Abruzzo) essa suona così:

"Ogge è lla feste de tutte li sande:
Facete bbene a st'aneme penande…
Se vvu bbene de core me le facete,
nell'altre monne le retruverete."

Questa costumanza in Puglia si chiama senz'altro cercare "l'aneme de muerte" e si apre con questa specie di breve serenata rivolta alla massaia:

"Chemmare Tizie te venghe a cantà
L'aneme de le muerte mò m'a da dà.
Ah ueullà ali uellì
Mittete la cammise e vien ad aprì."

"La persona a cui è rivolta la canzone di questua si alza, fa entrare in casa la brigata ed offre vino, castagne, taralli ed altro".


LE STRENNE


E accanto alle questue, le strenne.

In Sicilia non è la befana, ma sono le anime dei morti che, il 2 novembre, recano i doni ai bimbi, doni che vengono appunto chiamati "cose dei morti".

Per ottenerli, i bimbi recitano questa preghiera:

"Armi santi, armi santi (= anime sante)
Io sugnu unu e vuatri siti tanti: ( = io sono uno e Voi siete tante)
Mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai
Cosi di morti mittiminni assai"

cose dei morti, cioè regali, mettetemene assai; s'intende nella scarpetta o nel cestello che i bimbi lasciano la sera appesa alla finestra o a capo del letto.
E i morti scendono a schiere bianche e spettrali, entrano in chiesa, assistono alla prima messa, poi si dirigono alle loro case a ritrovare i loro cari. L'ingenua fantasia del popolo li vede.

"In Cianciana (Sicilia) escono dal Convento di S. Autonio de' Riformati; attraversano la piazza e arrivano al Calvario: quivi, fatta una loro preghiera al Crocefisso, scendono per la via del Carmelo.
E' nel passaggio appunto che lasciano i loro regali ai fanciulli buoni.
Nel viaggio seguono questo ordine: vanno prima coloro che morirono di morte naturale, poi i giustiziati, poi i disgraziati, cioè i morti per disgrazia loro incolta, i morti "di subito", cioè repentinamente, e via di questo passo.

In Casteltermini (Sicilia) il viaggio è ogni sette anni, e i morti lo fanno attorno al paese, lungo le vie che devonO percorrere le processioni solenni"(2).

Non si creda che sia soltanto l'accesa fantasia dei Siciliani a vedere queste lunghe teorie dei trapassati.

In Friuli, come del resto nelle vallate delle Alpi lombarde, si crede che i morti vadano in pellegrinaggio a certi santuari, a certe chiese lontane dall'abitato, e chi vi entrasse in quella notte le vedrebbe affollate da mia moltitudine di gente che non vive più e che scomparirà al canto del gallo o al levar della "bella stella".

A queste credenze s'ispira uno dei più significativi racconti di Caterina Percoto, la ben nota scrittrice friulana, che tanti motivi trasse dal folklore della sua terra.

Questa presenza dei morti, avvertita con un'intensità che raggiunge la potenza di una visione, è però sempre associata, nella mentalità popolare, all'azione benefica e alla speranza nella beatitudine eterna.

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Informazioni tratte da:
Paolo Toschi, "Invito al folklore italiano", Studium, Roma
e da
http://www.thanatos.it

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MessaggioInviato: ven nov 11, 2005 20:07 
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Non so a quanti interesserà miei Oscuri Amici, ma io non sto qui per postare ciò che il pubblico chiede, se non ciò che la Necroplis impone, in quanto suo Eterno Custode

Oscuri Saluti
:mastermind:

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MessaggioInviato: ven nov 25, 2005 17:13 
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mmm.....io nn sono proprio convinta....cmq vorrei dire ke da me il giorno dei morti è un'occasione x far sembrare un vivaio il cimitero ke si riempie di fiori e persone ke spettegolano poi nei giorni successivi i fiori muoiono e nessuno torna a pulire o cambiarli....ke vergogna! se la gente pensasse tutto l'anno ai propri parenti forse avrebbe senso e nn solo questo giorno ke è ormai una sfida tra fioristi e vivai x vendere di più.....scusate lo sfogo personale ma io da mio nonno e mia figlia ci vado tutti i giorni....nn mi costa nulla stare là 10 min a parlarci.....

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MessaggioInviato: ven nov 25, 2005 18:14 
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Concordo in parte con Jhaelrnya, anche se l'excursus di MasterMind non era legato così strettamente alla tradizione cristiana. :wink:
Personalmente reputo inutile, se non per sollievo alla vista del visitatore, portare fiori ad una tomba.
Ovviamente, il mio rispetto a chi lo fa, ma ci si specula troppo sopra, con ovvie operazioni commerciali nei giorni di Tuttisanti e Tuttimorti. ;)

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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MessaggioInviato: ven nov 25, 2005 18:53 
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non concordo appieno col muze... prendendo le distanze da ogni parte, ritengo che in genere non c'è nulla di male nel portare fiori nelle tombe dei defunti.
anche io punto il dito contro la speculazione.
ma mi sento di salvare lo spirito dell'azione: chi porta fiori nelle tombe dei cari estinti e lo fa solo perchè così vanno le cose sono deprecabili, a mio avviso.
ma chi porta un fiore al cimitero, manda un pensiero al defunto che è stato importante nella sua vita, per ricordarlo, per tenere vivo ciò che ha imparato da lui e pre mostrare simbolicamente che egli è ancora nel suocuore... beh, che male c'è?

scusate l'italiano scandaloso, ma dopo 5 ore di equazioni differenziali la mente non risponde al massimo :d


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MessaggioInviato: ven nov 25, 2005 19:52 
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rose, mi hai tolto il post dalla tastiera.
Sono d'accordo, anche se non credo che Muzedon dicendo "inutile" volesse indicare che ci fosse qualcosa di male e comunque c'è da dire che c'è gente che porta i fiori al cimitero "per sport".
Però se si parla di un fiore per un ricordo di una persona cara sono pienamente d'accordo e vorrei che ci fosse più gente che lo faccia per un ricordo e non per altro.


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MessaggioInviato: ven nov 25, 2005 21:09 
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Si, mi sono espresso male. :d
Con inutile non intendevo sbagliato.
Personalmente non amo andare nei cimiteri, anche se ho persone molto care che purtroppo riposano in una tomba.
Porto il ricordo di quando erano vivi con me dentro il cuore, non mi piace legare il ricordo di una persona ad una fredda lastra di marmo. Vederla mi fa star male ogni volta.

Quello che di sbagliato, o comunque sbagliato per me, è il bussiness che c'è dietro al giorno dei morti, con le persone che devono dimostrare una volta all'anno di aver voluto bene ai propri cari spendendo cifre enormi per addobbare una tomba (che magari resta spoglia tutto l'anno).

Scusate ma il venerdì mi è difficile scrivere cose sensate. :roll:

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MessaggioInviato: sab nov 26, 2005 10:46 
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Ora si che ci capiamo. :sisi:
Adesso sono d'accordo al 100%. :D


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MessaggioInviato: sab nov 26, 2005 12:32 
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:wink:

eh, lo so muze, ma se ti inkazzi ogni volta che c'è businness, ti devi trasferire sotto casa del signor bonomelli per calmarti

chi ha detto che sono comunista!?!?!??! chi?!?!?!?!? :lol:


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MessaggioInviato: sab nov 26, 2005 14:15 
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praticamente direi ke ciò ke avete detto si racchiude perfettamente nel mio post....leggete e troverete gli stessi concetti....cmq è veramente orrido sapere ke la gente alla domenica si lamenta xkè nn sà dove andare quando c'è l'opportunità di visitare una volta al mese un caro ke nn c'è più...è uno schifo ke la gente trovi tempo solo una volta all'anno (quando x di più i fiori costano molto...io e mia madre li comperiamo durante to l'anno....quasi una volta a settimana e nn spendiamo molto....) cmq rimane una vergogna!

sarebbe bello se quando vai una sola volta all'anno la voce del parente ti dicesse: grazie ma ki sei? xkè sai io nn ti riconosco e cmq sto bene anke da solo grazie!)

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MessaggioInviato: sab nov 26, 2005 15:47 
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Iscritto il: mar feb 08, 2005 15:22
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è sempre stato così...non aggiungiamo nulla di nuovo..il fatto di tuttisanti è basato sulla speculazione, è ovvio. Io fiorista (vi faccio un esempio) se voglio vendere di più in quel giorno metterò a disposizione più fiori adatti alla situazione. magari terrò aperto tutto il giorno. Poi c'è il classico ritrovo di parenti di cui non sai nemmeno l'esistenza o che avresti potuto fare a meno di vedere. sembra di andare al bar, personalmente eviti proprio quel giorno per andare a trovare i miei defunti..mi spiace ma vado al cimitero non al bar per sentire le ultime notizie dal mondo..quindi posso benissimo trovare un altro giorno per andarci, che, lo so che è brutta da dire, la dentro nessuno ha fretta....e preferisco ricordare i miei tutti i giorni a casa mia e andarli a trovare nei giorni normali. Che poi trovo il parente. "ma ciao chi cerchi?cosa fai qui?"...oppure "allora come va?come stai?e il lavoro?" no no no no...
voglio silenzio dopotutto è un luogo sacro il cimitero...
e aggiungo..concordo pienamente in ciò che ho capito che vuole intendere Muze..anche a me non piace tanto frequentare i cimi, per i motivi soprariportati e perchè, come hai detto tu, preferisco ricordare come erano non sopporto di vederli li...sembra un carciere..invece immagino che siano liberi in alto...preferisco sempre ricordare le persone per le emozioni che mi hanno trasmesso da vivi..e soprattutto le cose buone che ho imparato da loro, c'è sempre da imparare anche quando sei accanto ad una persona che ancora non sa parlare...
bon ho esaurito il mio post..come al solito sarà illeggibile...

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La mia vita su Ultima Online:
Kairelas, Custode del Sacrificio, Sunrise Knights [Supremacy: Rise of the Dark Queen Shard]
Kairelas, Custode del Sacrificio, Sunrise Knights [Heaven Shard]
Jendam Goldsteel, Grand Master, Silver Wolves [UoDreams Shard]


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MessaggioInviato: dom nov 27, 2005 13:08 
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già già.... :x ben detto! cmq è come quando vai ai funerali e ti trovi tutti ke dietro spettegolano a proposito del giardino di qllo e della moglie di qll'altro.....al funerale di mia figlia la madre di mio padre (xkè x me qlli nn sono più nonni e nn ho nemmeno più uno zio) sbuffava e si kiedeva a voce bassa (percepibile da tutti) se nn fosse ankora finita la messa....l'avrei presa a calci in bocca!......scusate il brutto esempio.....

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