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 Oggetto del messaggio: Alphorn
MessaggioInviato: mar apr 01, 2008 02:09 
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Iscritto il: mar gen 15, 2008 02:20
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Alphorn

Nei tempi remoti, le Montagne erano riservate a dimora degli dei, erano irraggiungibili per gli uomini, la Natura aveva disposto insormontabili barriere per impedire il cammino. Solo agli animali potevano dimorare a loro piacimento, prosperare, sicuri che nessuno umano li minacciasse. La Natura ha disposto un lungo periodo di assoluto isolamento. In Inverno, neve, ghiaccio ed slavine erano temibili tranelli per bracconieri, predatori, che si azzardassero ad avventurarsi in luoghi a loro sconosciuti e proibiti. In Primavera, la Natura, in pieno sviluppo di vita e di colori: difficilmente concedeva agli uomini di avvicinarsi ad eccezione dei due mesi caldi d'Estate. Coloro che abitavano ai margini dei monti, era concesso la raccolta, dei frutti della Terra e portare i loro armenti al pascolo. Ebbe così inizio la transumanza, dalle Valli lunghe e lente carovane di uomini e di animali, salivano i sentieri verso le cime dei monti. Thannos, controllava che gli alpigiani avessero tutto il necessario per trascorre i due mesi fino alle calende di Settembre. Tutte le Schiveres, le remote versione degli zaini moderni, fatti di giunchi intrecciati e portati sulle spalle, i robusti lunghi bastoni con la punta di ferro, i grandi paioli di rame. Le calde di lana colorata con l'ocra e dei lunghissimi strani tubi ricavati dal legno d'Abete Bianco, lunghi fino a 4 metri, con una imboccatura chiamata cugiaarin (cucchiaino) con l'altra estremità a padiglione dal caratteristico suono cupo sono gli ti Alphorn (Il corno delle Alpi) sono usati ancora oggi, in passato si usavano per i riti serali del Betruf, o saluto al Sole che tramontava, ma anche per comunicare da Alpe ad Alpe, inoltre alle Vacche apprezzavano questa melodia (ranz des vaches), ma servivano soprattutto per dare l'allarme, come fece Thannos qualora le sentinelle o le Warda avvistassero l'arrivo dei predatori di cristalli, la materia preferita dagli Dei, dove riponevano la loro conoscenza.
Al ritiro delle nevi , la Montagna sacra era vulnerabile. Dentro le sue viscere più profonde, celava il Fiore della Vita. Odino l'ha riposto nel profondo della grande lingua di ghiaccio del dio Aletsch in un scrigno di almandino, un cristallo rosso più impenetrabile del granito, forgiato nella grande fucina del globo. Attorno allo scrigno enormi blocchi di granito rosa, e di basalto, facevano da sarcofago al Fiore magico della Vita, di cui i suoi raggi dispensatori, creavano le novanta variazioni della materia. Odino sapeva che un giorno: gli uomini si sarebbero impadroniti del segreto della Natura, arrivando a compromettere tutto quello che è stato creato.
Quell'Estate, Thannos salì con molto più bestiame degli altri anni, si unirono tanti giovani, anche dei villaggi vicini, avevano con sé, nuovissime armi per colpire a distanza, non erano i soliti propulsori. Alti quanto un uomo, avevano un budello essiccato che li tendeva alle due estremità, ricavati dal legno di frassino, scagliavano dei lunghi dardi con una punta di ferro, erano precisi, potevano colpire una mela a cento passi: ll' Archg ed era silenzioso, facile impugnare nella corsa. L'addestramento venne fatto direttamente sul posto, una volta giunti alle falde del Monte Sacro. Thannos era stato informato dai suoi agenti, infiltrati fra i Nani della Pianura, che stavano per prendere la via dei Monti, erano armati e numerosi, a quelli della Bassa si erano uniti gente senza scrupoli provenienti da lontano da un isola misteriosa, allo scopo di impadronirsi del Fiore magico della Vita. Erano numerosi e li comandava un certo Bossly. Thannos volle che alla spedizione alpina, parteciparono anche le ragazze, Thannos sapeva che il pericolo non era da sottovalutare, poi le donne (Ithe le guerriere) hanno il passo svelto e la vista acuta come le aquile, sono più veloci degli uomini a correre per i pendii. Anche le ragazze avevano una specie di Arco, più piccolo posto orizzontalmente su una lunga impugnatura da tenere contro l'ascelle lanciava dei corti punteruoli. Per prima volta, i due sessi dovettero unirsi e fare ricorso a delle macchine per difendere l'Ambiente dalla crudeltà di altri uomini.
La vegetazione era abbondante nelle alte praterie, il lavoro si svolgeva, anche se il sole d'agosto faceva sudare, le cicale contendevano il rumore ai fischi delle marmotte, e ai campanacci dei bovini, le capre e le pecore, seguivano il loro disegno sui verdi pendii, tutto era calma e quiete. I corni delle Alpi diedero l'allarme al di là della Grave. Il momento che Thannos tanto temeva era giunto. La sua lucente spada di comando indicava le varie postazioni, arcieri corsero alle bocche dei passi. Le Ithe erano già in marcia al di là della Valle in direzione dal cupo suono dei corni. Un quadrato di Asi, si mise davanti all'entrata della voragine, celata dal ghiaccio. Thannos raggiunse la cima della Montagna Sacra, per ricevere informazioni dall'Aquila mandata da Odino. Mille occhi erano in attesa di vedere apparire le scure orde dei Nani. La battaglia fu breve ma inesorabile, Nessuno seguace di Bossly, riuscì ad avvicinarsi all'entrata, chi non cadde colpito dalle frecce degli Asi e delle Ithe, era spinto nei burroni dagli arieti sbuffanti ed inferociti, in effetti i caproni erano adiratissimi con gli intrusi che gli stavano calpestando il tenero pranzo di succosa erba alpina. Gli zoccoli dei bovini facevano poltiglia delle masserizie del nemico. Bossly, scivolato su una torta di mucca, chiamata bùulacha sbraitava di avanzare lo stesso, ma molti di loro, disertavano e si arrendevano a Thannos implorandolo di concedere salva la vita. Verso sera, i generali della legione ro-nana o ro-mana, scusate la controversia linguistica: stipularono un patto che non avrebbero mai più preteso il Fiore magico della Vita, accettando le condizioni e la volontà di Odino, vivendo in pace in armonia con la Natura, facendo giuramento che avrebbero in futuro lavorato la Terra, coltivandola, ed allevando animali, così che i Nani, da cacciatori spietati, divennero sedentari agricoltori ed allevatori, senza inquinare, ne distruggere, ne danneggiare l'Ambiente in cui vivevano...?

_________________
Il destino è nelle nostre mani, ora tocca a noi scegliere...
Il Male è in noi, noi siamo il Male
Quando la Morte verrà a prendermi, non vorrei essere qui


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