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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: mer apr 23, 2008 17:34 
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Sua figlia è un'alunna intelligentissima.
Ma è un po per i fatti suoi

Sua figlia è spenta, ma dorme la notte? sembra che abbia altro per la testa.












non aggiungo altro.

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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: mar apr 29, 2008 18:57 
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La conoscenza


La conoscenza, è mera imitazione altrui oppure esaltazione dell’animo umano?
Tutti noi possiamo constatare che si può insegnare ad un cane a saltare a comando, o a riportare un bastone, ma questi sono semplici addestramenti, ripetizioni di azioni già viste dall’animale.
Forse solo alcune specie di pappagalli africani riescono, seppur rozzamente, ad astrarre un concetto. Una ricerca americana ha dimostrato la straordinaria capacità di parlare, che qualsiasi pappagallo di questa specie può sviluppare. La cosa davvero innovativa scoperta durante gli studi è che oltre ad apprendere il linguaggio umano, sono state anche create parole dagli stessi animali.
Uno dei pappagalli ha rinominato le mele in “cinane” poiché a suo parere queste ultime hanno il colore delle ciliegie e il sapore delle banane. Questo semplice fatto che può sembrare banale, è in realtà dimostrazione di una straordinaria capacità intellettiva che si pensava tipica solo degli uomini e dei primati più evoluti.
Ma queste inventive animalesche sono comunque stimolate dall’esterno.
L’unico animale conosciuto in questo mondo che è stato in grado di sviluppare queste capacità d’astrazione, presumibilmente da solo, è l’uomo. Non sono però mancati molteplici eccezioni di mancato spirito di ragionamento soprattutto nei giorni odierni.
Perché però, solo noi siamo stati in grado di farlo? Intervento divino? Un monolito nero dallo spazio? Questo interrogativo ha attanagliato milioni di persone che definirei Filosofi.
E’ effimera la differenza fra cultura e conoscenza ma sostanziale.
La cultura almeno secondo le mie conclusioni, è l’insieme delle conoscenze altrui, tramandate a noi attraverso il tempo.
La conoscenza invece è figlia dell’intelletto del singolo, è la “seconda navigazione” platonica.
Quei pochi eletti aventi entrambe le virtù sono destinati a compiere grandi opere, sempre che sappiano applicarsi ovviamente.
Sé, il sé è d’obbligo secondo il ragionevole scetticismo, la teoria dell’evoluzione è corretta, allora possiamo affermare che l’essere umano si è elevato grazie a degli individui straordinari con grandi conoscenze che hanno iniziato a modificare l’ambiente circostante per migliorare la propria condizione.
L’interrogativo però resta. Non possiamo affermare con certezza l’esistenza di un creatore o ordinatore o di qualsiasi altro input, dare per certo questo riguarda un altro aspetto dell’animo umano, la fede, uno dei pochi marchi d’autore che noi tutti possediamo rispetto agl’animali, ma non è il momento ne il luogo adatto per parlarne, poiché le mie conoscenze sono troppo scarse e forse mai saranno abbastanza ampie per affrontarlo.
Lo scetticismo ci impone di mettere in dubbio tutto, la nostra stessa esistenza in primo luogo.
Questa corrente filosofica accennata da Socrate e coltivata in età ellenistica, è la base di tutto, fondamento incerto ma al contempo solido di ogni società.
Difatti solo mettendo in dubbio noi stessi si può andare avanti e migliorarsi.
C’è però un paradosso storico. Proprio quando, sul finire del periodo ellenico, lo scetticismo raggiungeva il suo apice, ecco spuntare all’orizzonte una nuova corrente, il cristianesimo, che ne minava le traballanti basi.
Da una parte il dubbio, dall’altra la certezza nella fede; il paradosso sta proprio nel fatto che la massa scelse la certezza rispetto all’incertezza, una mossa scontata quanto deleteria.
Nuovi dilemmi giungono inesorabili.
Perché dunque, non tutti abbiamo il dono/ condanna dell’incertezza? Un po’ come la legge della natura: Il forte vince sul debole, una gran cosa per il forte ma un vero schifo per il debole.
Solo che nel nostro caso è il forte ad essere afflitto nel vedere che i suoi “simili” gettano potenzialità al vento limitandosi, senza far progredire la propria mente, lasciandosi trascinare dalla corrente stoicamente, per paura dell’ignoto.
Questi fifoni acculturati e non andrebbero definiti “dormienti” mentre solo chi affronta l’avverso e lo sconosciuto si dovrebbe definire Uomo, e quindi Filosofo.
Onestamente non so cosa decida chi sarà filosofo e chi dormiente, non so se un dormiente possa svegliarsi o se ci sia una predisposizione d’animo, so solo che forse, far progredire la conoscenza è uno dei pochi veri obbiettivi del genere umano.

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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: ven mag 02, 2008 00:04 
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Un anno.. ci pensi? un anno fa ho fatto la mia prima figuraccia con te.
Un anno fa, forse non ti conoscevo affatto. E non avrei sicuramente immaginato di ritrovarmi qui a scrivere questa cosa per te.
ma soprattutto un anno fa, cotta, forse ingenua, ho deciso di entrare a far parte della tua vita.. e ho messo da parte il mio orgoglio ostinato per farti entrare nel mio mondo... per fidarmi ciecamente di te, cosa che non ho mai voluto fare con nessuno.. ed è ancora così.
Mi hai vista crescere, come io ho visto crescere te. Siamo maturati insieme. Abbiamo discusso sotto il sole d'estate e fatto pace ascoltando la pioggia di dicembre. Abbiamo fatto le foto alla panchina dove ci siamo conosciuti,coperta di foglie rosse in autunno. E abbiamo ricordato tutto questo abbracciati sul prato verde, sotto il pallido sole di primavera.
E' bello pensare che abbiamo passato tutto questo insieme.. e che forse.. passeremo altri bellissimi momenti io e te. Ti amo

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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: dom mag 04, 2008 04:02 
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Le Illusioni dei limiti umani
Uno dei principali scopi è desideri dell'umanità, in particolare di chi gode degli agi e delle comodità a molti altri negate, consiste nel ricercare per poche, parecchie vie o nessuna in particolare, uno stato di appagamento e di armonia con se stesso. Spesso tale ricerca avviene nei luoghi più sbagliati, e nei vizi. Oppure nel campo del pensiero. Ma solitamente tutte queste prove lo deludono. La mancanza di sofferenze, la soddisfazione di ogni necessità e di conseguenza la scelta della propria foggia di vita, si prospettano agli occhi dell'uomo come la massima, più alta aspirazione, per il raggiungimento della felicità.
Ma in verità, soltanto attraverso il terrore della morte e le privazioni, si può apprezzare in pieno il piacere della soddisfazione delle proprie necessità. Chi meglio può apprezzare il cibo, un letto caldo, di coloro ai quali è stato a lungo negato?
Da ciò deduco che la felicità dell'uomo stà in lui stesso e nella soddisfazione dei naturali bisogni, tutta l'infelicità deriva non dalla penuria, ma dalla sovrabbondanza.
Al mondo non c'è nessuna situazione in cui l'uomo sia completamente felice o completamente libero, così come non c'è nessuna situazione in cui sia pienamente infelice e privo di libertà. Ogni cosa ha i suoi limiti, anche l'uomo in preda al dolore più atroce, termine per perdere conoscenza quando questo raggiunge la sua massima intensità.

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Non siamo che polvere e ombra.
(Orazio)


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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: gio lug 31, 2008 14:35 
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pareri.


Siamo tutti uguali se ci pensiamo bene.
Io ho due gambe, due braccia, una testa con dentro un cervello, come lo hanno un sacco di altre persone.

Pensate, sono un essere umano come il papa, come tanti grandi scrittori, come il presidente della repubblica, e potrei elencarne altri millemila.
tutti come me si svegliano a una certa ora, tutti come me vanno al cesso e hanno bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.

E allora?

tutto ciò non mi rappresenta nulla.
non esiste la fortuna, non esiste l'essere predisposti, sono tutte seghe mentali inutili che danno una giustificazione alla nostra pigrizia.
un poveraccio può governare il mondo intero se dotato di intelletto.
ogni uomo sulla terra potrebbe far girare il mondo come una trottola se solamente avesse voglia di non farsi fregare, di non farsi abbindolare da uno più furbo di lui.

Prendiamo la bibbia.
E ve lo dico da cristiana.

Sono forse una cattiva fedele se non vedo una chiesa da anni e anni? e perchè lo dovrei essere?
mi alzo la mattina e già è un ringraziamento perchè sono qua. Perchè, io, dovrei andare la domenica mattina in un edificio fatto con le stesse pareti di casa mia, con un simbolo religioso che porto egualmente al petto senza bisogno di chiedere fondi per comprarmene uno più vistoso, perchè, IO, dovrei sedermi e ascoltare un uomo che la mattina si è alzato, ha fatto colazione, è andato al cesso come me, che non ha niente di diverso da me, perchè IO dovrei ascoltare un'INTERPRETAZIONE, magari distorta, magari non corretta, di una cosa che posso benissimo leggere da sola.
Se l'uomo vuole sapere non ha che da prendere un libro e informarsi, testare, provare.
Domani potrei essere il prete più stimato della terra.
Chi sei tu, psicologo, per dire che quello che faccio io non è normale?
hai un camice bianco e hai studiato. e questo ti da l'autorizzazione a darmi del pazzo e sedarmi come un cavallo per le mie opinioni fuori dagli schemi?

questo accadeva nel medioevo, con la differenza che ti bruciavano al rogo, adesso ti drogano come un animale.

chi siete voi, più di me?

ogni uomo, ogni bambino, ogni vecchio. Potrebbero liberarsi dalla schiavitù e condurre una vitamolto più agiata se solo lo volessero.

andiamo, non piangiamoci addosso
nessuno è più di noi come noi non siamo più di nessuno, scendiamo da questi stupidi piedistalli immaginari e maturiamo un pochino. E' troppo facile piangersi addosso e dar la colpa alle cose astratte pur di non muovere un dito e avere la carità di qualcuno. Alzate il culo.




forse arriverà il giorno in cui ogni uomo si stuferà di morire col muso e inizierà a mettere in moto l'intelletto.
per ora siamo solo al medioevo

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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: mer set 24, 2008 22:02 
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M'è dolce pensare al fausto momento, ma solo rimane solcato dal tempo, senza capo ne coda.
e invece, fra lievi note d'accompagno, m'accorgo che il vero momento è questo, libero da ogni emozione se non la consapevolezza di se stessi, reso vivo dal pigiare dei tasti sulle dita, via di fuga del mio subconscio ormai vano. Poco m'importa in questo stato, senza capo ne coda.
Come l'abbraccio delle coperte in una mattina d'inverno, ora mi sento avvolto dalla volontà dell'attimo, inerme difronte alla sua grandezza ed effimera esistenza che ora volge all'inesistente.
una sola parola mi riecheggia in mente:
Pulse


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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: mer set 24, 2008 22:14 
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"...and this week an idle theme,
no more yelling, but a dream;
gentles, do not reprehend;
if you pardon,
we will mend.
"

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Every day meditate for ten minutes. If you have no time, meditate for an hour.


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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: sab giu 13, 2009 11:05 
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un piccolo aforisma uscitomi dalle dita questa mattina, poichè come vuole il suo nome, non può esser pronunciato:

Nulla, una parola che mai riuscirà a esprimere appieno il suo significato.


(chiudo la pagina prima che mi vengano i lucciconi leggendo la dispersa Illu ç_ç)

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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: gio lug 23, 2009 02:38 
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Lokunos ha scritto:
(chiudo la pagina prima che mi vengano i lucciconi leggendo la dispersa Illu ç_ç)

Oh, perche non riesci a commuovermi? Mi fai sentire insensibile.
Visto che nessuno medita da queste parti, posto qualche considerazione che mi viene sul momento.
Contro il femminismo
Le assurdità del femminismo nascono dal desiderio della donna di immedesimarsi nel proprio sesso di appartenenza. Le femministe dei giorni nostri, hanno trasformato in una malattia psicologica quella che nelle generazioni precedenti era stata una lotta per una parità di diritti sociali (che nei paesi comunisti era avvenuta automaticamente senza alcun movimento femminista, almeno per quanto io sappia). Facciamo un ritratto di queste donne che sono per il 90% frigide, prive di grazia nei gesti e nel parlare, prive di delicatezza, falsamente calme e che nutrono un folle disprezzo per gli uomini! Insomma, non hanno una sola delle qualità del sesso femminile. Sbandierano a destra e sinistra la loro femminilità che è proprio quello che gli manca nel modo più assoluto! Ah e tra l’altro, cosa fondamentale, non ho mai visto, sentito o conosciuto, nessuna femminista dei giorni nostri che abbia un minimo di sale in zucca. Queste creature indubbiamente appartengono alla vasta schiera di aberrazioni che ha prodotto il ventunesimo secolo. Io l’ho conosciuta di persona un agguerrita femminista, e devo dire che il loro modo di comportarsi è paradossale: protestano con ferocia per il fatto di non essere trattate alla pari degli uomini, dell’essere sfruttate dal maschio che ha nei loro confronti ancora dei primitivi istinti di dominio, del non sentirsi alla pari dell’uomo nella società perché l’uomo è ancora troppo privilegiato.
Lasciando perdere se queste cose siano vere o meno e partiamo dal problema di fondo. Cioè: loro vogliono essere considerate in tutto e per tutto identiche all’uomo, ma allo stesso tempo nei discorsi che fanno, parlano delle donne come se fossero una razza completamente a parte.


Le nature umane sono molteplici, ognuna con esigenze ben diverse nella misura in cui dalla vita non vogliamo affatto le stesse cose, e la bellezza risiede spesso in ciò che essendo più unico che raro, affascina maggiormente. L’unicità non risiede nel proprio sesso di appartenenza, ma nelle vie del proprio cuore che non hanno nulla a che vedere con l’essere uomini oppure donne.
Dove inizia il sociale finisce l'uomo.

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 Oggetto del messaggio: Re: De Meditatio Collationis
MessaggioInviato: gio lug 23, 2009 13:35 
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Iscritto il: gio mag 03, 2007 02:05
Messaggi: 14507
Località: Manduria - Roma (molto poca)
Ieri notte con un mio amico abbiamo toccato di sfuggita questo argomento con le medesime conclusioni.
È paradossale che determinate donne per sentirsi tali debbano diventare uomini

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Amore è la legge, amore sotto la volontà

Ogni uomo ed ogni donna è una stella.


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