C'era una volta Coscienza.
Ella amava passeggiare tra le ombre del Giardino delle scelte, col suo vestito bianco e lo sguardo fiero.
Un giorno Coscienza decise che le sarebbero piaciute le rose. Iniziò così a coglierne un pò per adornare i suoi capelli e le sue vesti. Ma da dietro un cespuglio sbucò Sentimento, con il suo sguardo tenero e duro allo stesso tempo, in mano recava un mazzolino di bucaneve. Spostando lo sguardo più volte dal mazzolino a Coscienza e vedendo che ella ricambiava le disse "Li ho presi laggiù, me ne sono innamorato al primo istante!" poi, se ne andò. Ella riprese la sua raccolta quando alle sue spalle giunse Coerenza. Ella guardò le rose e le disse: "No, prendi quelle là, meglio si abbinano al tuo incarnato" . Coscienza decise che aveva ragione.
Così, la sua dimora si riempì di rose, ed ella soleva adornarsene ogni giorno durante le sue passeggiate al giardino. Era bella e ammirata, ed al suo passaggio altre rose sbocciavano quasi a volerle dire " dai, cogli me!". Ma un giorno Coscienza vide un delizioso bocciulolo che se ne stava tutto solo in un cantuccio.
Ella, che aveva il dono della chiarezza, capì che le piaceva, e lo colse.
Lo sistemò in un bel vaso d'oro, colmo di acqua fresca, e lo sistemò accanto alla finestra più luminosa, dopodichè si dedicò alla cura delle sue rose. I gioni poassarono ed il bocciuolo si schiuse rivelando tutto lo splendore di un' orchidea. Coscienza ne rimase abbagliata, la luce che emanava era talmente forte che dovette spostare il vaso onde evitare di bruciare le rose. "questo fiore è il più bello" disse, lo mise nei capelli ed uscì. Tutti si voltavano ad ammirare la sua luce, ed ella lo indossò ogni giorno per andare a cogliere le rose. Fino a quando, un pomeriggio, si accorse che la rosa che stava per cogliere gli scivolò di mano quasi mossa da un moto di disprezzo...e così, piano piano fecero tutte le altre. Al suo passaggio non si schiudevano più.
Ma ella oramai, amava la sua orchidea. La curava, la ammirava la portava con se. Mentre le rose sfiorivano dopo pochi giorni, l'orchidea restava sempre bella e luminosa.
Un giono Sentimento l'andò a trovare, e vedendo l'orchidea le disse " Trovare ciò che davvero riempie se stessi vale più di mille rose," e se ne andò. Ma Coscienza iniziò a sentire la mancanza delle rose, poichè elle non l'ammiravano più, così, a poco a poco sempre meno acqua e meno luce furono riservate all'orchidea, ma le rose in quanto fiori fragili, continuavano a sfiorire dopo pochi giorni mentre l'orchidea continuava a splendere. Coscienza allora decise di spostarla ancora più lontano poichè la sua luce oscurava le rose. Smise anche di indossarla tanto che, un giorno Coerenza le si avvicinò e le disse:" E l'orchidea?" ed ella rispose: " credo che non me ne occuperò più, a me piacciono le rose", " Brava!" le disse Coerenza e se ne andò.
I giorni passarono e così i mesi e gli anni ma orchidea era sempre bella e lucente, fino a quando Coscienza notò un petalo che stava avvizzendo. Ella ne fu intimamente dispiaciuta ma non se ne curò e continuò a no darle acqua. Il tempo passava inesorabile, mille e mille rose nascevano e morivano e l'orchidea aveva appena iniziato a morire...
Un pomeriggio al rientro dalla sua passeggiata, Coscienza aveva in mano un bel mazzo di rose fresche, era felice e tranquilla, ma quando entrò in casa vide l'orchidea lì in un angolo...le ricordò il primo giorno che l'aveva vista, ma ora era morta...
Coscienza si rese conto in un attimo di ciò che aveva fatto, ed il cuore le si riempi di dolore, non aveva mai versato nemmeno una lacrima per le rose, ma ora tutte erano per lei...
istintivamente strinse a se il mazzo che aveva in mano e sentì una moltitudine di spine entrarle nelle carni...il sangue colava, imbrattandogli il bell'abito bianco, in un attimo ella era lorda di sangue e si sentì sporca....
Andò così alla fonte per lavarsi, e mentre l'acqua le scivolava sulla pelle, ella piano piano si calmò, indossò una veste nuova di zecca, si spazzolò i capelli e poi, prese l'orchidea, la guardò e le disse:" E' colpa tua se sei morta, daltronde, eri libera di non sbocciare".

La fine mi ha un po' spiazzato...

Mi ricorda una strofa di una canzone degli Afterhours: "coi cuori sporchi e le mani lavate"...

infatti, spesso si compiono scelte solo in base alla convenienza, e non dettati dal cuore.
E poi, capiti gli errori, si cerca di trovare la giustificazione che ci faccia sentire "innocenti"

Quanti errori si possono compiere nella vita, e quanti ancora sperando di rimediare a quelli passati. La tua storia mi sembra una favola, una favola gotica con tanto amore e tanto dolore, come dici tu ognuno di noi ferisce il suo prossimo e poi cerca delle scuse per sentirsi tranquillo con se stesso. E' notevole come le rose prima sembrano vittime e poi colpevoli e come anche l'orchidea abbia questo ribaltamento di ruoli.

Aggiungo una nota correttiva, hai omesso una "s" nella parola "passeggiare" nella seconda riga, per il resto non mi sembra di aver trovato errori di alcun tipo

Complimenti vivissimi per la tua bellissima storia!

ops! ora la correggo!
diciamo che ad ispirarmi è stata una situazione che ho vissuto sulla mia pelle.

Bellissimo racconto, intriso di metafora che fa riflettere... e non poco
L'ho molto apprezzato, ha decisamente "quel" tocco che distingue i racconti cartacei dalle evocazioni che trasformano l'inchiostro in magia

Bravissima

grazie! in realtà io scrivo molto poco. lo faccio solo se ispirata veramente, e di solito non è mai niente di allegro eh!eh!

i miei complimentoni.. gran gran bello, mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi e come diceva il gatto anche il finale... complimenti

Ho avuto solo ora modo di leggere il tuo racconto...
Complimenti vivissimi, é veramente splendido e soprattutto racchiude in sé verità che spesso si decidono di ignorare
Complimenti veramente

Grazie a tutti, ragazzi

le premesse sono buono, ma non trovo un attimo per leggere -.-'

Mi è piaciuto molto, poichè credo ponga al lettore un interrogativo di saggezza orientale: "Cos'è più importante: correre dietro a mille desideri, o inseguirne uno solo?"

Eggià, proprio così!

Io corro dietro a un desiderio che ne racchiude milioni di altri.