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 Oggetto del messaggio: La scelta di Cheeza
MessaggioInviato: sab ott 11, 2008 19:42 
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Iscritto il: ven set 07, 2007 12:19
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Un lampo illuminò fulmineamente la stanza cupa, che tornò buia quasi immediatamente. Vi era un silenzio inquietante in aperto contrasto con il frastuono della tempesta che avvolgeva l'abitazione. L'andamento era scarno e vecchio, coperto di polvere e cera di candele ormai spente da generazioni. Una porta cigolò nell'immenso silenzio della stanza. Un passo felpato si
mosse con sicurezza tra la mobilia fino ad arrivare alla fnestra: la debole luce di un lampo passeggero illuminò un volto chiaro, fin troppo chiaro , dei capelli ramati che incorniciavano con scioltezza e grazia il volto e degli occhi rosso sangue, di tonalità scurissima, tonalità espansa oltre la pupilla e l'iride, fino a coprire tutto l'occhio. Poi la stanza ritornò di nuovo buia. La silouette alla finestra appariva alta e fiera, ma anche tesa ed agitata. Se non fosse stato per il respiro che si sentiva aleggiare nella stanza, si sarebbe potuto dire che fosse una statua.
Senza che si fosse sentito un rumore, un'atra silouette era apparsa nella stanza, poco dietro di lei.
<< Non ti avvicinare. Resta fermo dove sei, ti prego. Prima dovrei parlarti>>. << Perchè mi respingi? Se mi hai fatto venire qui è perchè vuoi mantenere fede alla nostra promessa...oppure ho capito male?>>.
Un sorriso beffardo attraversò il volto di lui.
<< Non farti beffe di me. Sono qui per sciogliere la promessa poichè non vi posso tener fede. Ciò purtroppo non è dato dalla mia volontà, quindi non potrai cambiare la situazione>>.
Un silenzio tombale s'interpose tra di loro.
<< Sciogliere la promessa? No, tu mi stai mentendo...>>. I suoi occhi addolorati all'improvviso si accesero di un sordo e cupo rancore: << Chi, chi ti sta portando via da me?!? Perchè lo stai seguendo?! TU SEI MIA!!>>. Le si avvicinò di scatto e la prese violentemente per le spalle e
tentò di farla girare verso di lui. Lei, con una velocità sorprendente riuscì a svincolarsi e a restare di spalle. La sua voce risuonò furibonda e temante per la furia sottile che stava - di nuovo - incominciando a pervederla. << Come osi insinuare una cosa del genere? La tua anima é ignobile dicendo ciò. Qualcuno mi ha portata via, contro la mia volontà, è vero: ma non mi porterà via con sé, l'abbandono è l'imperativo che lo comanda e lo condanna. Ma ora, sono costretta a mia volta a sottostare a questo imperativo, senza potermi ribellare. Ti prego di credere alle mie parole e di andartene immediatamente, prima che io debba vivere il resto della mia eternità priva di senso di colpa. Ascoltami e non avrai di che pentirti>>.
Una lacrima le solcò la guancia lentamente e cadde con grazie sul pavimento legnoso.
<< Niente ti porterà via da me, qualsiasi cosa o chiunque ti chieda obbedienza, lo sconfiggeremo insieme e fuggiremo da esso>>. Gli occhi imploranti di lui coprivano la sua sete di possesso che però non sfuggì alla forza demoniaca che la pervadeva: << No! Fuggi, fuggi e non cercarmi più! Non posso controllarmi, non posso...Ti scongiuro, vattene...vai...>>.
Improvvisamente lei si prese la testa tra le mani e cominciò a sibilare in una lingua imcomprensibile; lentamente il timbro della voce di lei cambiò, fino a divenire profondo ed allo stesso tempo cristallino, quasi avesse due voci. Dalle spalle improvvisamente cominciarono a spuntarle due ali, non piumate, ma tipiche dei pipistrelli e dei draghi. Erano robuste e continuavano a crescere senza controllo. Il volto di lui rispecchiava stupore, disgusto, ribrezzo e...terrore allo stato puro. L'impossibilità di capire che genere di demone si trovava davanti e la
maniera per poterlo combattere gli risultava disorientante; senza contare che doveva violentare se stesso per convincersi che...non era lei. Non poteva essere lei.
Dimmi che non é vero, non è lei, non può esserlo...
Lei intanto si era accucciata a terra, senza dare reali segni di vita, solo respirando affannosamente, come se avesse provato un dolore immenso. Lui la guardò, cominciò a sfilare la spada che teneva in vita e provò ad avvicinarsi: << Cheeza? Co...come stai?>>
La duplice voce lentamente rise beffarda: << Cerchi chi ormai non esiste più...Non troverai mai più Cheeza, non sperarlo. Ora lei è mia, e non potrai fare nulla per riprendertela. Sciocco umano...come pensi di sconfiggermi? Nulla puoi contro di me, nemmeno la Morte può nulla contro il suo stesso procreatore. Ma dimentico di presentarmi...Io sono Kleindrar>>.
Lei - o lui? - si alzò lentamente dal pavimento e alzò per la prima volta gli occhi verso di lui. Come si incontrarono gli sguardi, l'orrore negli occhi di lui si fece palese e quasi ridicolo. Il demone sogghignò nuovamente. Senza più pensare a nulla, a chi avesse realmente o meno davanti a sé, lui cerco di assestargli il primo fendente: volevo colpirlo, ferirlo, ucciderlo.
Ma la spada non aveva fatto in tempo a sfiorarlo che gli aveva resitutito il colpo: il colpo d'ala sulla spalla, lo fece sbandare e lo fece sbatere contro un grosso armadio poco dietro di lui.
Provò a tornare all'attacco, ma ognuno era vano, ogni sperato colpo era una sconfitta in più.
Il demone stava solo giocando, e si stava anche divertendo, a quanto pareva dalle sue frequenti risate. Il suo scopo palese era di poterlo sfinire per poi ucciderlo a sua volta.
Nonostante lo sapesse, e sapesse che sforzarsi non serviva a nulla, né a preservare la sua vita né a preservare quella di lei...continuò a combattere strenuamente.
Alla fine, arrivò ad un punto che la spada, fedele compagna di molteplici battaglie e vittorie, cadde. Un tonfo sordo e cupo rimbombò per la casa quando toccò il pavimento. Il suo suono era il suono della resa totale, della fine della battaglia, della sconfitta ultima.
Il demone scoppiò in una risata lunga e profonda, ma qualcosa attrasse l'attenzione di lui: sotto a quella risata aveva avvertito la voce di lei, candida come sempre, ma...implorante e disperata. Una lunga vibrazione aveva attraversato l'aria per arrivare alle sue orecchie: una vibrazione che sapeva di disperazione.
In quella impercettibile vibrazione, colse la sua esistenza sommersa e ritrovò il coraggio e la forza di combattere ancora.
Il demone ormai era arrivato a pochi centimetri da lui, pronto a colpirlo; fulmineamente si gettò disteso a terra cercando di recuperare la spada. Il demone finì contro il muro; lui nel frattempo era riuscito a riprendere la spada e ad impugnarla nuovamente. Tra i due passò uno sguardo, un
unico sguardo, ma che diceva tutto: nessuno dei due sarebbe sopravvissuto quella notte.
La tempesta continuava ad imperversare contro i vetri, i lampi illuminavano a sprazzi la lotta, i tuoni erano i timpani che scandivano i ritmi della battaglia.
I colpi non furono risparmiati, molti andarono a colpo, molti fallirono: un urlo demoniaco ed uno chiaramente umano si levarono dall'intreccio di forme sul pavimento.
<< Credi di essere riuscito ad uccidermi, stolto umano. Ma il sangue che esce da questa ferita...non è mio. L'urlo di dolore non mi appartiene. Le lacrime che ora ti benedicono non mi sono mai appartenute. Vivi, umano, vivi ora e per sempre con il rimpianto, la disperazione e l'abbandono>>.
Lui spalancò gli occhi e cercò di ritirare la spada, cercando di limitare il danno, ma era ormai troppo tardi.
Provò ad alzarsi, ma anche la sua ferita era troppo profonda e perdeva troppo sangue: sapeva che non c'era scampo per lui.
Guardò negli occhi di lei, ma non riuscì a provare altro che pena...per se stesso, per non riuscire a cogliere nulla in quegli occhi demoniaci che non aveva mai conosciuto.
Lei lo guardò a sua volta, e provò solamente odio e rancore, disprezzo e disgusto per quell'uomo che non solo non l'aveva mai amata, ma che oltretutto l'aveva pretesa per sé solo, e che per farlo le stava anche togliendo la vita, provando sentimenti che ormai era troppo tardi per poterli provare.
Tutti i suoi sentimenti anche adesso non riusciva a carpirli e a comprenderli...tutto ciò doveva finire, anche se ciò l'avrebbe condannata per sempre. Meglio divenire una regina dell'oscurità per sempre, piuttosto che ritornare alla precedente forma umana e subire tutto questo, che aveva sopportato per troppo tempo.
Nel momento in cui lui si chinò per tamponarle la ferita, da cui sgorgava un lago di sangue, lei scattò.
Vide gli occhi di lui spalancarsi per lo stupore e per il terrore quando si rese conto che lo stava volutamente attaccando di sua spontanea volontà: gli si gettò al collo e lo azzannò per sentire il sapore di quel sangue bugiardo e fallace, di quell'uomo che non meritava di portarsi via lei.
Lui provò a divincolarsi, ma lei era ben più forte di lui, il demone che la possedeva - anche in quel momento - le dava la forza di reggere ad ogni suo tentativo di fuga.
Continuò a bere il suo sangue finchè non vide che l'ultimo respiro lo aveva abbandonato da tempo. Solo allora si staccò e si accasciò al suolo, sfinita. Lentamente, una sensazione che non aveva mai provato cominciò ad invaderla, sempre più forte, fastidiosa e martellante, obbligandola a prendersi nuovamente la testa tra le mani, e a scaraventarsi contro ogni angolo della stanza, distruggendo tutto pur di non ammettere la vera connotazione di quella sensazione totalizzante.
Qualsiasi cosa pur di non ammettere che era...felice.
Il demone sogghignò nuovamente: << Vedo che sei pronta per seguirmi. O meglio...per allontanarti da tutti. Non avrai altro che abbandono con te, non avrai altro che distruzione intorno a te, non avrai altro che questa felicità indecente. Ma tutto questo ti basterà a vivere. E questo...dovrebbe bastarti. Non sai chi sono? Bene...con me tutto è cominciato, con me tutto finirà: io sono l'essenza stessa dell'universo, io sono l'uomo, sono la donna, sono lui, sono te: sono Abraxas>>.
Lei spalancò gli occhi e una consapevolezza cominciò ad invaderla, la consapevolezza di essere libera.
Allora le sue labbra si dischiusero in un sorriso che di felice, di terreno non aveva nulla: ma poco importava.
Abraxas l'aveva scelta e, oltre a salvarla - la ferita si era riemarginata - le stava anche mostrando la strada che aveva sempre cercato.
E questo...bastava.


L'ho scritto in un momento di fulminante ispirazione ^^
Spero possa piacervi ^^

_________________
"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: La scelta di Cheeza
MessaggioInviato: mar ott 14, 2008 14:02 
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Iscritto il: gio mag 03, 2007 02:05
Messaggi: 14507
Località: Manduria - Roma (molto poca)
Al più presto finirò di leggere i lavori di questi ultimi giorni, solo un po' di tempo è ciò di cui ho bisogno! =)

_________________
Amore è la legge, amore sotto la volontà

Ogni uomo ed ogni donna è una stella.


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