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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Amara sconfitta
MessaggioInviato: mer nov 05, 2008 13:36 
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Voglio postare qui la scena conclusiva della seconda parte della mia serie Una ragazza speciale, attualmente in produzione. L'ho sognata e spero di averla resa bene. Il combattimento è ancora in fase di stesura, ma qui c'è abbastanza sangue perchè voi vampiri affamati possiate nutrirvi! :D

Rose era sola nella grande sala circolare di gelida pietra, in ginocchio per terra, immersa nel buio della notte rischiarato solo da tremule torce. Le lacrime le rigavano il volto,mescolandosi al sangue che macchiava viso e petto.Accanto a lei, l' arco di suo nonno, l'arco gallese conquistato dopo mesi di atroce sofferenza giaceva spezzato, le schegge sparse sul mosaico del pavimento. La spada di Avalon, quella donatagli dalla Dama, aveva la lama d'argento elfico completamente smussata. Rose l'aveva ancora tra le mani, ne stringeva l'elaborata elsa ad una mano con intensità dolorosa, come se volesse autopunirsi per ciò che aveva fatto. Aveva fallito. Miseramente, dopo tutte le speranze riposte in lei, dopo le lunghe e amare veglie notturne per imparare a tendere l'arco e maneggiare la spada come una vera guerriera, dopo aver giurato ad elfi, nani ed umani il ritorno della pace e la fine della guerra. La guerra era appena cominciata. Lei avrebbe potuto evitarla, lei avrebbe potuto salvarli tutti, vampiri e licantropi. Lei avrebbe potuto salvere lui, il suo Nemesis, dal Mostro. Ma una cosa la sapeva per certo:lei non avrebbe mai potuto distruggerlo.Non lui, non l'uomo che aveva amato intensamente per mesi, colui che si era portato via con la sua partenza un pezzo della sua esistenza.E ora lei lo voleva indietro quel pezzo, voleva indietro quell'amore.Voleva indietro lui. Ma lui non esisteva più.Ora al suo posto c'era solo il Mostro, la creatura abominevole che aveva affrontato e contro cui aveva perso. Si guardò le braccia coperte di sangue e di lividi, ancora recanti i segni dello scontro con il Mostro.Profondi erano i solchi sulle sue braccia, profondi come quelli del suo animo, lunghi perchè non sarebbero mai scomparsi del tutto, e dolorosi perchè lei li amava. Si, il suo amare le aveva sempre e solo portato dolore. Ma c'era stato un tempo in cui aveva conosciuto la gioia, e il calore del sole sul viso, e le corse nei prati fioriti, e le risate degli amici, e il suono della sua dolcissima voce. Spostò lo sguardo davanti a se, nell'oscurità che aveva quasi vinto anche la fioca luce dell'ultima torcia, e fissò la finestra centrale scavata nella roccia viva. Trasportato dal vento, eco violento di morte, giungeva il suono dell'infuriare della guerra. Grida nella notte, grida disperate, grida di dolore, di odio, il metallico e stridente cozzare delle spade, il sibilo delle frecce che fendono l'aria, il vibrare delle lance, l'infrangersi degli scudi. L'odore acre del sangue, lo scalpitare dei cavalli, il tintinnare della pioggia sulle armature. Il rumore di corpi che rovinano a terra. E la colpa era sua. Si alzò da terra reggendosi alla spada e avanzò verso la finestra, sporgendosi alla ricerca delle carezze del vento, della luce lunare sulla pelle, dello scintillio delle stelle. La nebbia fitta fuori si stava diradando, tutta la profonda piana ai piedi dei Monti Ghiacciati era immersa nel gelo e sommersa dalla pioggia. Nè luna, nè stelle, solo il vento, freddo, sferzante, crudele. E le grida, e il sangue, e la morte. Li vedeva ora, li vedeva così nitidamente da desiderare la cecità.Migliaia di cadaveri sparsi lungo la piana, uomi e donne lupo, vampiri e vampire, avvolti e illuminati dalle fiamme dei dardi infuocati. Fulmini baluginavano nel cielo oscuro, oscuro come il Vuoto Eterno,squassavano l'aria e fendevano la terra. Rose gridò, un grido acuto e penetrante, un grido di angoscia. Una mano, elegante e sottile, le cinse le spalle. La Dama era in piedi accanto a lei, sorreggendola con un braccio esile. :"Ognuno ha un fato diverso.Accettalo" mormorò accarezzandole il capo ricciuto.Rose chiuse gli occhi, abbandonando la testa contro il petto morbido della dama.:"Ho fallito"rispose solo in un sussurro prima di crollare, esausta, a terra. E attorno a lei vi erano desolazione, distruzione, morte. E lei era impotente, impotente contro la guerra, impotente contro il male.

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Mariateresa Cermola


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