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 Oggetto del messaggio: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: sab giu 06, 2009 12:37 
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Siamo guerrieri in una valle di silenzio, fatta di troppe voci, di troppi suoni vani, vacui se non visti attraverso l’ombra dell’Eclisse, l’Eclisse dei tempi degli Eroi.
E’ l’eclisse, l’eclisse della mia stirpe, l’eclisse del suono del metallo contro il metallo, non si combatte più così, ma io così sempre continuerò non conosco altri sistemi per vincere.
La fine di ogni essenza, mescolata nel calderone del nulla, mescolato dalle mani sapienti di una vecchia megera, che conosce il passato ma predice il futuro, consapevole strumento nelle mani di Dio.
E quando berrà il veleno da essa stessa preparato, nascerà a nuova vita, nel momento stesso nel quale, morta, cadrà a terra.

Una fenice, è la Fenice che ci conduce ad un eterno combattere, ad un eterno camminare in questo mondo, un eterno immergersi nel sangue di caduti, deboli, di succubi, disprezzati, e continuiamo, spalle alla notte, a combattere, senza sosta, ad avanzare contro l’inesorabile discesa delle tenebre, dell’ignominia dell’angoscia del cadere senza nome, senza ricordo.

La fenice ci guida, ci conduce al pascolo come bestie da macello, la fenice ci culla, teneri infanti, nelle sue braccia gentili, amorose, misericordiose, che donano vita seminando morte, distribuisce gioia iniettando dolore, ambigua eppure così trasparente, tremenda e dolce, terribile e magnifica.

Guerrieri di un tempo che oramai è decaduto, ricordato solo da coloro che restano, visioni che distruggiamo, il passato è passato, e ci fa dolore ricordarlo, poiché esso non tornerà prima di molto tempo, il ciclo ancora non è chiuso.

Osserva la fenice, ci guida innanzi, sempre ci precede, non possiamo sottrarci al suo sguardo, perfida dolce creatura, dilania le carni ad ogni tramonto, ci cura l’anima ad ogni alba, della vita, lei la nostra dannazione, preda cacciatrice, e tu cacciatore abbassa la tua lama, non puoi ucciderla, essa è immortale, è il sospiro di Dio, combatti per lei o per lei perisci.

Guarda già il vento soffia nei nostri mantelli, un canto di guerra si alza, un nuovo giorno, in questa apocalisse silenziosa, incosciente depravazione, e noi spettri di essa o unici scogli di questo mare?
Il mare dell’ignoranza sbatte contro i nostri corpi, infrange le nostre costole, spezza le nostre ossa, ma in piedi, spada in pugno, siamo i guerrieri della Fenice nera, il ciclo senza fine, il decreto assoluto dell’universo, il settimo sigillo, il quarto fiume dell’Eden, la montagna del Paradiso.

Gli immortali di un solstizio che si ripete oramai da millenni, non siamo assopiti nella coscienza del presente, ma siamo vigili, incoscienti consapevoli, turbina il desiderio di battaglie antiche, di nuove battaglie, specchio nello specchio di petali dispersi nelle nebbie che ora sono già divenute pioggia.
Sorprendo il sole che sorge, ghignante della sua menzogna, di apparire eterno, irato della menzogna di essere mortale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: sab giu 06, 2009 12:55 
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Ho fatto una lettura veloce... Lo rileggo quando sono più sobrio ( :look: ) e quando mi sento più libero... =)

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: sab giu 06, 2009 12:58 
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Decisamente notevole!
mi trovo sempre in seria difficoltà a commentare, perché sono molteplici le sensazioni che si scatenano :sisi:
Ho sentito potente la forza delle emozioni, il che rende molto evocativo e pervasivo il racconto; lo stile inoltre è simil-ermetico ma nonostante ciò non è impenetrabile :nono:
Ottimo lavoro :d

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"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: sab giu 06, 2009 13:42 
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Iscritto il: mar mag 12, 2009 22:59
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Grazie Abraxas :* , mi lusinghi sempre e io gongolo =D, questo raccontino breve fa parte di una serie di "canti" di eroi e saggi scritti tempo fa per completare un'avventura Gdr mai conclusa.
Lieta di averli potuti mostrare qui.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: lun giu 08, 2009 15:59 
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In questo periodo la fenice è una creatura che si è presentata più volte per me...
Sono rimasto colpito dall'immagine della strega che beve il suo veleno per poter morire e rinascere ma poi è la guida forzata della fenice che ci sospinge giù nelle tenebre della notte agendo in un modo per ottenere che non riusciamo a capire, per ottenere dei risultati tanto chiari quanto incomprensibili che mi affascina davvero...
Complimenti davvero!

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: mar giu 09, 2009 12:20 
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Aurora ed Alba..

E’ già l’alba, sorge il sole, rimane tristezza, ad accompagnarmi.
Tristezza che urla, perché tristezza... ma sono triste, e resto triste.
Gli uccelli salutano il giorno, ed anche io, nero corvo, saluto la sua lenta venuta, nel mondo dei non vivi, di coloro che vivono e non lo sanno, di coloro che soffiano sabbia negli occhi dei gentili.
Tornatene di là, ti griderei o sole, vattene via e non guardarci, lasciaci languire, lasciami languire, nella notte e nella mia malinconia, tu che sveli le maschere, tu che permetti alla gente di nascondersi dietro le tue ore luminose.

Ma io non voglio, e dormo, tu sorgi ed io eclisso.

Rabbia e tristezza, con un gesto ti accolgo e con un altro ti scaccio, quando domina la confusione, è perché non si riesce ad esprimersi, e ancora rabbia, ancora ira, nell’assurdo tentativo ossessivo, di trovar parole, a ciò che parole non vuole, a ciò che si ribella al vincolo della ragione.
Io sono piccola, sempre più piccola durante il tuo incedere, finché potrò solo lanciare un bacio alla mia notte, a colei che mi ama, perché a tradire sono gli uomini, mai la notte.

Tristezza sul mio viso, tristezza sulle mie mani, addolorato il mio cuore, per qualcosa di indefinito, cosa sarà quest’oggi?
L’unica domanda da porgersi, ma che appena è stata posta, solleva nuvole di confusione, che minacciano pioggia, ma pioggia non cade, scivola solo frustrazione.
Potrei scappare, o uccidere, ma forse non è di questa vita, e la coerenza nel soffrire, può essere un pregio, o il perseverare nella tristezza, troppo diabolico per la natura di cui sono permeata...

Sorriso amaro alla sventura, che non e’ sventura ma sorriso amaro, chi porta l’una chi porta l’altro?

E guardo il sole sorgere, ancora e’ basso, sotto l’orizzonte, ma il cielo e’ chiaro, l’aria fresca, di quella che una volta sarebbe stata una dolce alba...
Lo e’ ancora, ma solo per pochi, coloro che ricordano di essere stati o lo sentono, nell’aria …. O forse e’ l’eco solo della notte, e forse l’alba e’ altro, ma io anch’essa, verginea giovane, io amo.

Ma ad essa non confido paure e tremori, o forse lo fa il mio silenzio, essa forse non ha bisogno che lo dica, che gli narri della mia tristezza, ma tristezza …. Per cosa tristezza ….

Addio stelle, ora e’ chiaro, vi saluto con la mano, guardatemi, vi faccio un saluto ma voi non mi vedete, o forse io non vedo voi, e mi sbaglio, ma io non lo so, e mi affanno, e anche per voi sono triste, ogni momento che passa è passato.

E il passato è presente in me, ma è passato, è trascorso e non ricorso, non può ricorrere, e questo è triste, e sono triste, ma non infelice, tristezza ….infelicità, la differenza c’e’ e non mi confondo,
la prima è l’irrequietezza dall’uomo all’anima, la seconda dall’anima all’uomo, e ora l’anima è viva nell’uomo, più viva di quanto non lo e’ già molto viva sempre, ma essa è serena, perché sa cosa vuole, e non è confusa, è l’uomo confuso, perché debole guarda l’alba e si chiede quanto e’ magica, quanto è bella ….e l’uomo osanna Dio.
L’anima invece ringrazia, non osanna, è muta grata per sempre, e osserva l’alba, come sua sorella,
e vive l’attimo in ogni attimo, sempre.

E gli uccelli cinguettano felici, ma io sono triste, e non voglio, ma forse essi mi salvano, sì senza dubbio mi salvano, se non ci fossero loro, chi parlerebbe con la mia tristezza ….

Forse i ricordi.

Ossessione dei ricordi, la rabbia di non poterli rivivere, ma perché non si può rivivere un Ricordo?
Eppure io lo voglio, ed è pesante guardare al futuro, a questa nuova alba, pensando ciò, temendo che i ricordi svaniscano, come son svanite le stelle…

La realtà è che essa muta, la realtà che muta è la realtà, e forse ci cambia, ma io non credo, ed è per questo che si soffre, perché quel momento non c’è più ed è difficile assaporarlo di nuovo, e lo si proietta sul futuro, così quest’alba è una vecchia alba, e intanto questa mi sfugge ….lontano ….

Ma non posso farne a meno, e forse non voglio, perché perderò pur l’alba, ma non perdo l’agrodolce, il dolcissimo divino dono, dell’essere poetessa, dell’essere diversa e ben desta, così da assistere, a innumerevoli albe, delle quali dopo mille inverni, godrò appieno quelle delle mille estati.

Mi affaccerò di nuovo, ora anima parla, e chiede riposo alla tristezza, perché l’uomo capisca che non è stolto ma ingenuo, che è bello osservare l’alba, e gli dice, e gli sussurra, perditi nell’alba, chiudi gli occhi, e sopisciti, non pensare a nulla che non sia la serena alba, risveglio anche nell’assopimento, lasciati cogliere, dormi, rimani sveglio, ma sei di nuovo, il tu sereno...

È giunta l’alba.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: mar giu 09, 2009 12:35 
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Molto triste e toccante. Catartica!

Ti ringrazio di averlo scritto!

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: mar giu 09, 2009 13:00 
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Iscritto il: ven set 07, 2007 12:19
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Decisamente toccante :sisi:
Magari oggi non era la giornata giusta per leggerla...ma l'hai scritta veramente bene ^__^

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: mar giu 09, 2009 17:57 
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non ho... parole per questo
wow, mi limiterò insoddisfacentemente a sussurare colpito

complimenti, si sente che viene dall'anima

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What if I say I’m not just another one of your plays
You’re the pretender
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: sab giu 13, 2009 10:52 
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Località: TERNI!
Mirshan ha scritto:
...a colei che mi ama, perché a tradire sono gli uomini, mai la notte.


paurosamente oniriche entrambe queste poesie in prosa articolata, che dire, spero tu possa postarne al più presto altre :)

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ebbbene si ho tolto la mia firma storica :sese:
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Affiliato alla frangia anti D&D4th

i dadi sono sempre utili a chi gioca a D&D e Vampire


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: gio giu 25, 2009 12:09 
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Un regalo per tutte le creature che fan della tenebra amante e compagna :) , lieta che vi sia piaciuta.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: dom lug 26, 2009 14:09 
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Notte...

E’ l’ora che precede l’alba, l’ora buia e tetra dove gli incubi prendon vita, il momento dove le stelle brillano più intense che mai, schiudendo i loro occhi di agata sul Mondo assopito.
Le vedo lì, dalla mia finestra, carezzate da quella brezza notturna che ha un profumo così soave, una freschezza che stringe il cuore in una morsa di ricordi, che io ho obliato, ma che trattengo nella fitta rete dei cimeli oramai andati tra polvere e ragnatele di un passato oramai trascorso...

E’ la prima notte, dopo il lungo inverno ed io ritorno ad affacciarmi su di Lei, su quel buio così rasserenante, così materno e così mio, un buio che amo, è la notte che segue ad ogni giorno, ed è una notte buona, notte che è essenza di milioni di altre eclissi...
Notte succo di una, cento, mille vite, e per questo al suo richiamo io torno, ogni qualvolta ho qualcosa da dire a me stessa, spesso, sempre, ricorro a quel paesaggio muto pieno di frusciare di fronde, e richiami di uccelli notturni.

Torno a guardare l'inoltrato crepuscolo, ad assaporare la notte, a dormirle da desta in seno, a sospirare sul suo cuore, a guardare in me.
E’ tenero e dolce questo buio, questa tenebra stellata, forte, eppure così fragile, che al primo raggio di sole non è più oscurità, non è più tramonto, ma già aurora.

Basta così poco per vedere svanire la notte, così tanto per ritrovarla ed adularla... sedurla... Ella affascina e concupisce... la mia notte, la mia dolce notte….

In ogni istante a lei mi rivolgo, a lei svelo ciò che al dì ho tenuto nascosto, a lei rivelo la mia fragilità umana, ed il suo redimersi veloce in speranza, in gioia, in potenza.
Perché mi consola, allevia ogni tristezza cospargendola di frutti scintillanti con la propria aurea, delizioso tocco, quasi una stretta, un tenero abbraccio, che avviluppa in nere ali colei che nella notte ascolta.
Ed è allora che si chiudono gli occhi, e la notte sembra abbagliare, poiché chiusi gli occhi scende il buio della solitudine, ed il contrasto, soave e terribile, tra le due oscurità diviene tangibile e gelido, finché rasserenati dalla consapevoelzza di esser nella culla materna, si torna a guardare il cielo, con occhi nuovi, con sguardo puro.

Ogni fronda un sussurro, al vento una confessione d’amore, un rosario, una preghiera, un peccato assolto, un leggero lievitare dell’anima, che silenziosa non può trattenersi a lungo, e scivola via, ora è insieme alla notte ed io, che oramai ho scelto di trovarmi là, ancora per un po’, empatico essere vivente, creatura serena, nelle sue braccia, mi arrendo al canto di nera sirena.

Voglio che mi prenda con sè, che mi tenga al suo fianco, io lo voglio, ed il desidierio diviene una supplica dolce che scaturisce in un pianto dirotto, di chi tramuta improvvisamente incertezza in certezza, e fluisce cristallino, si sfoga come il grido di un bambino, scagliando lacrime liberatorie, lacrime agrodolci, perché lei mi ama...
Mi prende con sè e mi tiene stretta, mi lascerebbe fuggire se solo lo desiderassi, il suo abbraccio è senza forza, il nostro legame è senza catene... mi ha perchè così voglio...

Quasi pazza, io in lei rivedo tutto, sento tutto, Notte è la custode della reminiscenza, è la custode dei sentimenti che furono, ed io percepisco con i suoi occhi, che nulla svelano, al di là di me stessa, che riscoprono e nulla inventano ….

E’ lei che mi conduce per le spighe, per i boschi, mi riconduce in luoghi dimenticati dove io sono stata, e non potrò più essere, perché passato, è passato, per quanto dolce, per quanto amaro.
Ma dona forza quella visione che notte mi dona, ed io nulla vedo, nulla ricordo, all’infuori di ciò che sento -mia mentore, mia compagna dammi la forza, per restare ancora sospesa, un attimo solo, nella tua vertigine di nere note- ….
A lei confido tutto, non nascondo più niente, sono una donna, sono una scheggia di eternità, sono vittima e sono carnefice, sono io...
Il corpo vestito di sola anima, non devo coprirmi la sento vicino a me, mi stringe a sé e io stringo lei nel mio palmo aperto, mi bacia ed io l'assaggio, la mordo, la gusto nel mio rimirarla, nessuno me la potrà togliere, oltre l’infinito, oltre ogni tempo...

Io sono qui e altrove, nel presente e nel passato, in questo mondo e nell’altro, io sono colei che è ora e colei che è stata.

Sono fragile e potente, eterna, una tra molti e sono lì, in quel barlume simile alla cupa luminescenza di cristallo infranto; sono lì e qui, in questa notte, in quelle passate, eterna amante, eternamente amata...
Io l’amo lei mi regala il dono più grande, mi concede me stessa, ed io rifletto i suoi oscuri raggi, che sono l’eco di canzoni udite, di balli danzati, di risa, di eremitico silenzio, che è sempre accompagnato da quell’urlo...

Io Sono sempre e per sempre.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Canto della Fenice.
MessaggioInviato: lun lug 27, 2009 03:33 
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Iscritto il: gio mag 03, 2007 02:05
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Leggendolo di notte, si può sentire veramente ciò che scrivi... L'abbraccio della notte e lo stridore tra i differenti tipi d'oscurità, tra il buio della notte e quello degli occhi chiusi. Come una cessi di esserlo proprio in questo confronto e come in generale la Notte sia così eterea ed affascinante, pronta a sparire in un attimo, per poi ritornare inevitabilmente ed inesorabilmente...

Mi piace tantissimo il finale nel quale la Notte ti porta in dono la tua persona...
Complimenti davvero! =)

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