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 Oggetto del messaggio: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: gio dic 02, 2010 12:12 
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Ciao a tutti ^^ Volevo sottoporvi questo romanzo che sto scrivendo a quattro mani assieme alla mia signora.Per ora posto solo il mio che corrisponde alla visione degli eventi dal punto di vista del mio pg (Zakandril). Il tutto è ambientato nei Forgotten Realms e narra le nostre avventure. Devo fare alcune precisazioni. Nel corso della lettura vi capiterà di leggere di un certo Shal Fatah che ogni tanto diventerà Bassahir, questo perchè è un nomignolo del cacchio che usa al posto del suo nome vero. Per chi avrà il coraggio di leggerlo, beh buona lettura ^^

Intro: "Zakandril Yanacae"
Di tutte le esistenze che gli dei potevano donarmi, sicuramente, scelsero la peggiore … Nacqui nella società più dura, più malvagia, più spietata che questo mondo abbia mai visto, la società drow. Incattiviti da secoli di odio covato nei confronti di qualunque altro essere vivente, perpetuano minacce e vendette di continuo, ogni giorno è una lotta all’ultimo sangue per sopravvivere. In tutto ciò, ebbi la sfortuna di nascere maschio. Il destino dei maschi drow è solamente quello di servire nel miglior modo possibile le donne del proprio casato e di fungere da bestia da riproduzione nulla più.
Nacqui originariamente nel casato Oblodra, secondogenito di Matrona Sinafay Oblodra, ma siccome ritenuti inutili io e mio fratello Rahab fummo spediti all’Accademia d’Armi di Menzoberranzan dove avremmo passato il resto dei nostri giorni visto che il casato Oblodra scomparve dopo un attacco da parte di un’altra famiglia. I primi anni della mia esistenza furono sicuramente i più duri: venivo costantemente picchiato e umiliato dalle donne Oblodra, mi venivano inculcati nella testa i principi e i dogmi della Regina Ragno Lolth, colei che tutto vede e tutto governa.
“ehi maschio” mi dicevano “fai questo, esegui quell’altro” senza sosta
“certo mie signore, come comandate” rispondevo
Ogni giorno sottoposto ad umiliazioni continue, a sfruttamento disumano e a violenza gratuita, ma era giusto così, questa era la legge di Menzoberranzan. Se non fosse stato per il mio amato fratello, credo che a quest’ora mi sarei gia tolto la vita, perché, in giovane età, non riuscivo a sopportare quella tremenda condizione di schiavitù:
“Perché fratello?Dimmi, perché dobbiamo subire tutto questo?” chiesi in lacrime ed in risposta ottenni un pugno sulla mascella che mi sbattè in terra con un sonoro tonfo
“taci idiota. Non capisci?Noi siamo stati scelti per proteggere le sacerdotesse, che sono le mani e le braccia della Regina Ragno. Tramite loro viene fatta la sua volontà. Tramite loro i nostri nemici vengono annientati. Dove credi che saremmo senza le donne a governarci?”
“ma … “ mi lamentai
“su, vieni qui” disse tendendomi una mano e aiutandomi a rialzarmi “vedrai che anche tu troverai il tuo posto nel nostro mondo” e da quel giorno, ogni volta che sentivo di non farcela, mi ripetevo quelle parole come un martello che picchia su un’incudine,e da li traevo la forza per andare avanti.

Appena divenni sufficientemente in grado di maneggiare una spada senza cadere fui spedito all’accademia militare. Lì mi furono insegnati la disciplina, il dovere nei confronti delle donne e il posto dei maschi drow nella nostra società, nonché ogni singolo precetto della Regina delle fosse delle ragnatele demoniache. Quando arrivai in accademia, la fama di mio fratello Rahab era già divenuta grande, tanto che era aveva già ricevuto molti incarichi di straordinaria importanza, nonché missioni in superficie. In quelle rare volte che ci incrociavamo nelle sale comuni o nei corridoi neanche mi guardava, eppure io lo adoravo, volevo divenire proprio come lui, un guerriero impareggiabile. Da subito mi distinsi nelle arti belliche che venivano insegnate in accademia, ero molto al di sopra degli altri maschi della mia età e ciò non passò inosservato. Infatti alcuni comandanti di stanza lì, notato il mio talento, iniziarono ad assoldarmi per alcune missioni nel sottosuolo, ora una missione di scorta, ora di sabotaggio, ora di spionaggio. Il mio nome lentamente iniziò a serpeggiare sulla bocca di tutti, anche se era sempre preceduto da quello di mio fratello … tutto ciò mi spronava solo a far meglio. Un giorno mi ritrovai a combattere con degli svirfneblin ribelli, dannati cani, erano più di un centinaio, tuttavia io e i miei soldati, che ammontavano a circa trenta unità, li mettemmo in fuga con poca difficoltà. Provavo una sordida gioia nell’uccidere quelle creature inferiori, a mozzare teste e stroncare vite, tutto, in nome della dea Lolth. Fatto sta che in pochi anni io e mio fratello eravamo i due migliori elementi dell’Accademia ,e a quanto sembra, qualcuno sembrò accorgersene. Un giorno infatti, appresi da alcuni miei commilitoni che mio fratello era stato convocato da una delle matrone più influenti di Menzoberranzan, Matrona Vilrath Yanacae per insegnare le arti belliche a sua figlia Kaila, ovviamente lui accettò. Capitava sempre più di rado all’Accademia, e ogni volta che tentavo di parlargli mi ignorava come fossi fatto d’ombra … c’era qualcosa di … strano in lui.

“Toc toc” bussarono
“si?” risposi
“comandante Zakandril perdonatemi, ho una missiva per voi”
“va bene, entra pure” dissi in tono secco, chi mai poteva essere?
Una volta che il soldato uscì, osservai bene la lettera, e subito il mio occhio cadde sul sigillo in ceralacca recante un simbolo inconfondibile: quello degli Yanacae.
 
“Zakandril,
Da oggi e nei giorni a seguire prenderai il posto di tuo fratello nell’insegnare le arti militari a mia figlia Kaila destinata a prendere il mio posto come Matrona Madre. Mi aspetto che tu esegua di buon grado il compito che ti affido. Domani stesso ella verrà in Accademia a cercarti. Attento a quel che fai maschio, ti tengo d’occhio
Vilrath Yanacae”

Tra tutti gli onori che avrei potuto ricevere di certo quello era stato il più grande, quello di preparare nell’arte della guerra la figlia di una Matrona Madre, certo, un compito assai rischioso, in quanto ad un minimo errore avrei potuto perdere la vita, ma pur sempre un onore.
L’indomani, fui fatto chiamare verso l’ottavo ciclo di Narbondel da uno dei miei sottoposti:

“Comandante Zakandril, Signore, lady Kaila Yanacae è giunta in Accademia e chiede di voi”
“bene, l’aspettavo, fatela accomodare nella sala d’addestramento numero 2, e che nessuno disturbi il nostro allenamento”
“signorsi signore” e una volta congedato il mio soldato mi diressi verso la sala.
Appena messo piede nella sala dal pavimento sabbioso subito notai l’esile figura ad attendermi:
“Salve lady Yanacae, i miei più sentiti omaggi. E’ davvero un onore per me poter offrire i miei servigi a voi. Il mio nome è Zakandril e nelle prossime settimane vi insegnerò tutto ciò che c’è da sapere sull’arte della guerra” dissi inchinandomi ai suoi piedi a capo chino
“bene” rispose lei con sufficienza “allora cominciamo subito”
“come desiderate mia Signora” conclusi, tuttavia alzandomi, notai che la veste che indossava era poco pratica per il combattimento, ma, temendo di incappare nelle sue ire, rimasi in silenzio. Le spiegai per filo e per segno tutto quanto sapevo sull’arte della guerra, sulle strategie migliori da adottare di volta in volta e sui diversi stili di combattimento, ma ella sembrava poco propensa alla teoria, e giustamente, la guerra è un arte fisica, perciò decisi di tagliare corto ed iniziare subito con un po’ di pratica. Le diedi una spada di legno ed io ne presi una identica, ci disponemmo uno di fronte l’altra ed iniziammo a combattere.
Se non avessi saputo che era una novellina avrei detto che fosse nata con la spada in mano tanto maneggiava bene quell’arma, tuttavia i suoi movimenti erano ancora grezzi ed impacciati. Dopo qualche scambio, seppur non guardandola in volto, iniziai comunque ad avere la meglio, ma per non irritare troppo la Jalil anziché contraccare continuai a difendermi, fino a che non accadde una tragedia:ella tentò un affondo, ma io lo schivai, e così, inciampando sulla sua veste, cadde a terra rotolando nella sabbia e insozzandosi tutta:

“Per la Regina Ragno lady Yanacae state bene?” mi affrettai ad aiutarla “vi prego perdonatemi, non volevo farvi cadere è stato un incidente” mi difesi, ma vidi la collera nei suoi occhi e la vergogna dipinta sul suo viso, lei, proprio lei, una femmina drow che cade nella polvere davanti ad un maschio?Impossibile.Con uno schiaffo allontanò la mia mano e sibilò:
“non ho bisogno del vostro aiuto, so cavarmela benissimo da sola, ed ora riprendiamo”
“v-va bene milady” risposi incredulo. Sembrava come se anziché irritata, quella caduta l’avesse spronata ad impegnarsi di più e a cancellare l’onta appena subita.

Dalla spada al fioretto, dall’ascia alle balestra, dall’alabarda al morning star le insegnai tutto quanto sapevo su come combattere con ogni arma, perché in fin dei conti non si sa mai in che condizioni ci si potrebbe trovare a combattere. Ogni giorno faceva progressi sempre più grandi, riempiendomi di soddisfazione, perché tramite lei compiacevo anche Matrona Vilrath, inoltre, un giorno, mi soffermai a osservare la mia allieva durante uno dei suoi esercizi da me assegnatole, e notai quanto splendido e armonico fosse il suo corpo, nel fiore degli anni, semplicemente magnifico, tuttavia dovevo smetterla di fantasticare, lei era una donna e in quanto tale sarebbe toccato solo e solamente a lei decidere chi e quando sarebbe stato il suo compagno.
Oltre che le sue arti, di giorno in giorno, anche i rapporti tra noi miglioravano, infatti, se dapprima mi trattava come tutte le Jalil fanno con i maschi, dopo qualche settimana tra di noi c’era una sorta di stima e reverenza reciproca, molto di più del semplice rapporto tra maestro e allieva. Tutto proseguiva bene, se non che un giorno, la giovane lady Yanacae non mi informò che mio fratello era divenuto il nuovo compagno di Matrona Vilrath e che quindi ora era uno Yanacae anche lui … sapevo che non lo avrei più rivisto. Tuttavia la Regina Ragno aveva un progetto ben diverso.

Un giorno, lady Kaila non si presentò a lezione, ma anziché lei, giunse una missiva recante, ancora una volta, il simbolo del casato Yanacae:

“Bene Zakandril,
Il compito che hai svolto finora è veramente egregio, e seppur maschio devo complimentarmi con te, bravo. Siccome ti sei meritato il mio interesse e quello della mia prediletta, da oggi in poi diventerai il Maestro d’armi del casato Yanacae. Verranno dei soldati a prendere i tuoi miseri effetti, e da quest’oggi le lezioni con Kaila si svolgeranno qui nella nostra dimora, che diverrà anche la tua, fino alla fine dei tuoi giorni.
Vilrath Yanacae”

Terminata la lettera, mi precipitai subito fuori dall’Accademia diretto al casato Yanacae, era impossibile, io, un semplice maschio bastardo e senza famiglia adottato da una delle Matrone più influenti come Maestro d’armi, ed inoltre avrei anche ritrovato mio fratello!
Giunsi a destinazione in poco tempo, una sontuosa reggia, dove avrei passato il resto dei miei giorni. Una volta arrivato, fui condotto immediatamente al cospetto di Matrona Vilrath, una splendida drow dai lunghi capelli bianchi e gli occhi scarlatti, al cui fianco sedeva mio fratello:
“Zakandril … finalmente sei giunto” disse la Jalil con voce suadente
“si Matrona” risposi prostrandomi d’innanzi a lei “ho fatto quanto più veloce potevo”
“immagino che tu capisca, quale onore ti sto concedendo prendendoti nel nostro casato così come ho fatto con il tuo bel fratellino” continuò carezzando il viso impassibile di Rahab
“certo Matrona, è un grande onore per me far parte della vostra famiglia e non vi deluderò”
“ah, ne sono certa, se ci tieni alla vita è meglio che non lo faccia. Ed ora va, vai a fare ciò per cui sei qui” mi congedò, così mi alzai e feci per andarmene, tuttavia, sentii uno schiocco e subito dopo un tremendo dolore lancinante alla schiena, mi voltai e vidi che la Matrona madre brandiva una terribile frusta che culminava in teste di serpente, ed era con siffatta arma che mi aveva colpito
“ti avverto scarafaggio … se provi a toccare Kaila anche solo con un dito ti estraggo l’anima dal corpo e la intrappolo in una gemma che poi getterò in un abisso”
“s-si … mia Signora … starò al mio posto”
“sarà meglio per te” concluse lasciandomi andare.
Trovai Kaila in una grande sala riccamente illuminata che era stata predisposta come zona per gli allenamenti. Quando la vidi sembrava molto molto più affascinante di quanto non ricordassi, con la sua lunga chioma argentea e i suoi occhi verdi, due gioielli di cosi rara bellezza, fui quasi rapito da quella visione, poi la sua voce mi riportò alla realtà:
“benvenuto maestro”
“oh no no milady, non maestro, Zakandril è più che sufficiente” risposi io massaggiandomi la schiena
“insisto, voi siete il mio maestro e voglio chiamarvi maestro”
“ma … almeno datemi del tu”
“va bene maestro, ti darò del tu. Ma, cos’hai fatto alla schiena?”
“oh nulla, sono stato ferito in missione”
“ah si?strano perché, da quanto ne so, in missione non ci vai da tempo visto che sei stato assunto da noi”
“è la verità milady”
“non mentire … lo so che è stata mia madre … uff, devo dirle di stare più attenta. Se mi uccide il maestro con chi mi alleno dopo”
“milady abbassate la voce!se vostra madre vi sente potrebbe infuriarsi e allora … “
“allora?allora cosa?sei il mio maestro e mi servi vivo e vegeto”
“grazie milady. Comunque, oggi, inizieremo i primi scambi, non più con armi di legno, ma con vere armi, e siccome ho notato che avete un talento particolare con la spada vi ho portato una lama che credo vi sarà congeniale”
“bene bene” disse lei allegramente “datemi la spada e cominciamo subito”.
Le diedi l’arma e cominciammo lo scambio. Stavolta era molto diverso rispetto alle volte scorse, sembrava quasi danzare con quella lama, e in più di un’occasione mi mise alle strette, così decisi di usare anche io delle armi vere, e precisamente, le due lame che mio fratello mi aveva donato: Anglachell e Katrill le katane gemelle.
Non appena le estrassi Kaila trasalì dallo stupore:
“maestro sono splendide”
“belle vero?sono Anglachell e Katrill. Mio fratello Rahab, il compagno di matrona Vilrath le ha fatte forgiare per me. Pensate che appena forgiate hanno tagliato le braccia al nano grigio che le ha forgiate … insomma … nate nel sangue” ghignai, ma bastò un attimo di distrazione che l’impertinente Kaila me le sfilò dalle mani
“ed ora sono mie”
“milady, vi prego, ridatemi le mie lame”
“solo se la smetti di darmi del voi.Oramai sei uno della famiglia”
“ma io …”
“te lo ordino!”
“va bene. Smetto di darti del voi, ora mi ridaresti le mie lame” chiesi in tono implorante e lei me le rese
“Zakandril, ti prego, insegnami a combattere con le katane proprio come te”
“il combattimento con le katane è un arte molto difficile persino per me”
“ti prego, ti prego, sono sicura che se sarai tu il mio maestro imparerò subito” mi pregò, e d’altronde, non potevo resisterle, ero totalmente perso di lei, così le insegnai a poco a poco il combattimento con la doppia katana, e come immaginavo, lo apprese in brevissimo tempo in maniera impeccabile.

Terminato il suo allenamento, Kaila intraprese subito il suo L’vos Clor e si recò in superficie. Già proprio in superficie andò, e da sola. Passai giorni angoscianti e lunghi come una vita di noi Illithiri, morivo dalla voglia di raggiungerla, ma Matrona Vilrath mi proibì di uscire da casa Yanacae, d’altronde era la SUA prova, quella che avrebbe dimostrato a tutti quanto valeva. Ogni giorno era uguale all’altro, i cicli di Narbondel trascorrevano lenti e nulla sembrava poter cambiare. Quando Kaila andò in superficie tentai di vedere Rahab, ma era costantemente chiuso nella sua stanza, oramai non lo si vedeva più neanche in compania della matrona. Strani suoni provenivano dalla sua stanza. Poi un giorno udii un tremendo frastuono in una delle sale della casa e mi precipitai li temendo un attacco da parte di un casato rivale. Invece, la scena che vidi fu ancor più sconvolgente: mio fratello, falciava una dopo l’altra tutte le guardie che incontrava, sembrava come fosse impazzito e volesse scappare:
“toglietevi di mezzo pazzi!!” gridava
“fratello fermati” dissi frapponendomi fra lui e una guardia
“e tu vattene o muori insieme a questi idioti. La Regina Ragno è nulla in confronto a lui!”
“fratello … non so cosa ti sia successo ma … NON POSSO TOLLERARE CHI OFFENDE LA REGINA RAGNO DAVANTI A ME!” tuonai, e mi avventai contro di lui con le katane. Iniziammo un feroce scontro, scintille, clangori e cozzare di lame riempirono la stanza. Stavo quasi per avere la meglio, quand’ecco che con un’abile schivata Rahab mi scaraventò a terra puntandomi la spada alla gola, aveva negli occhi uno strano furore, quasi bestiale:
“muori fratellino” ma mentre stava per vibrare il colpo, fu raggiunto da un fulmine nero che lo investi facendolo volare addosso ad una libreria che si ruppe sotto il suo peso, era Matrona Vilrath
“togliti di mezzo Zakandril, sei inutile qui” mi disse, ed ancora una volta, assaporai la sconfitta per mano di Rahab.
Il giorno stesso, mio fratello fu rinchiuso nelle segrete, torturato, interrogato, malmenato eppure continuava a farneticare strane cose su “Lui” che avrebbe riportato il mondo alla perfezione, così, la Matrona ideò una punizione adatta alla sua colpa:come lui era stato accecato dalla follia, così lei l’avrebbe privato dell’uso della vista, e sarei stato io, a compiere il gesto.

Incatenarono mio fratello su un altare d’dinnanzi ad una statua della dea Lolth dopodiché mi porsero due ampolle d’acido da versare una su ciascuno degli occhi del traditore. Provai una sorta di animalesco piacere nel sentire l’odore della carne bruciata dall’acido, e le grida del mio povero fratello riempire l’atrio. Una volta perpetrata la punizione definitiva matrona Vilrath confinò Rahab nelle prigioni della casa. Incredibilmente, non ero dispiaciuto per ciò che avevo fatto a mio fratello, anzi, ero compiaciuto, avevo compiuto solo il mio dovere per onorare la Regina.

Il tempo passava, ma di Kaila ancora nessuna traccia, ma in cuor mio, sapevo che sarebbe tornata, e per quando sarebbe successo, le avrei fatto trovare un dono molto speciale. Chiesi alla Matrona di farmi avere degli attrezzi da fabbro e dei materiali per forgiare due spade magiche, due katane da donare alla mia Kaila. Lavorai instancabilmente per interi cicli di Narbondel eppure non ero mai soddisfatto del risultato, fino a che, non ebbi l’idea … una spada per avvelenare chi la ostacola e una che corroda come l’invidia delle altre matrone … una spada per avvelenare chi la ostacola e una che corroda come l’invidia delle altre matrone … una spada per avvelenare chi la ostacola e una che corroda come l’invidia della altre matrone!Con queste due certezze nella testa mi rimisi al lavoro e infine, diedi la vita alle due lame gemelle:Dathrir la spada per avvelenare chi ostacola Kaila e Elemmiire la spada che corrodeva come l’invidia delle matrone drow. Qualche giorno dopo Kaila tornò vittoriosa, recando con se un grande bottino, una testa di grifone, due elfe silvane e infine la testa di un drago bianco. Nessuna si era mai spinta fin lì eppure lei c’era riuscita dissipando ogni dubbio sul fatto che lei sarebbe stata grande, tremendamente grande.
Al suo ritorno Kaila ricevette i complimenti di tutti, e quando le celebrazioni furono finite ecco che la avvicinai:
“Kaila, sono fiero di te”
“grazie maestro, ma se sono sopravvissuta lo devo in minima parte anche a te”
“oh no, non attribuirmi meriti che non ho. Piuttosto dimmi, ti piacciono molto le mie katane vero?”
“ma maestro, che c’entra ora?”
“rispondi Kaila prego”
“si certo che mi piacciono e allora?”
“beh vedi, mentre tu eri via, mi sono … preso la briga di forgiare due katane per te, Dathrir ed Elemmiire” e gli porsi le due lame gemelle
“maestro ma … io non … GRAZIE” disse con occhi colmi di gratitudine
“ nulla nulla. Te le meriti Kaila piuttosto dimmi …” ed ecco che fummo interrotti da una guardia
“Zakandril, lady Kaila, Rahab è fuggito dalla prigione!!”
“come?non è possibile?!”
“Rahab?fuggito dalla prigione?Zakandril che succede?” chiese Kaila
“mio fratello ha pronunciato blasfemie contro Lolth, e matrona Vilrath dopo averlo catturato mi ha ordinato di accecarlo con dell’acido per la sua colpa”
“dannato!presto dobbiamo trovarlo!” e insieme partimmo nei cunicoli che portavano fuori Menzoberranzan per cercare il fuggitivo, tuttavia, dopo giorni e giorni di ricerche senza risultati decidemmo di abbandonare l’impresa.
“Matrona Vilrath”
“parla”
“perdonatemi ma … non sono riuscito a trovare mio fratello”
“tsk … l’ho sempre saputo che voi uomini siete buoni a nulla. Ti meriteresti di essere ucciso per questo, ma … tuttavia voglio essere buona con te, e ti darò un’altra possibilità. Vai in superficie e trova tuo fratello, si trova li!”
“ma Matrona … come fate a sapere che si trova in superficie” di tutta risposta ricevetti una frustata sulla schiena
“idiota … me l’ha detto la Regina Ragno, ed ora va, e trova tuo fratello, uccidilo e portami la sua testa!”
“come ordinate Matrona” e congedandomi partii con una dozzina di uomini alla ricerca del fuggitivo.
Prima di partire però, mi fermai da Kaila a spiegarle la situazione:
“va bene Zakandril” disse a fine spiegazione “va, e uccidi quel cane”
“sarà fatto mia signora” risposi e dopo averle baciato la mano mi allontanai, scomparendo nelle caverne diretto in superficie …

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 Oggetto del messaggio: Re: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: lun dic 06, 2010 02:23 
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C'entra anche il gusto personale, ma non mi piacciono i tempi di narrazione: specialmente nella parte iniziale gli eventi si svolgono in maniera chiarissima, ma troppo sintetica.
Non c'è mai uno spazio lasciato alla descrizione ambientale (di pro invece è ben illustrata la cultura drow), e magari avrebbe giovato allo spessore della trama il raccontare più diffusamente le giornate che il protagonista trascorre in un determinato luogo.
Non farebbe male introdurre qualche personaggio secondario e altri elementi che messi assieme potrebbero donare più completezza all'intera vicenda.
Come romanzo mi sembra troppo incentrato su una cronologia di eventi che si muove in unica linea retta senza l'ombra di una sfumatura, visto che ti limiti sempre a raccontare lo stretto indispensabile e niente di più.

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 Oggetto del messaggio: Re: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: lun dic 06, 2010 12:13 
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Prima di introdurre gli altri personaggi (che ci sono, ma non nel primo capitolo) mi sembrava più che giusto incentrarmi a descrivere il personaggio principale.Per gli altri difetti presi in discussione, mi sono stati sottoposti anche da altre persone che l'hanno letto e lavorandoci li ho migliorati. Grazie per aver letto e commentato comunque

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 Oggetto del messaggio: Re: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: mer dic 08, 2010 22:50 
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grande rock, appena posso leggo tutto ;)

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 Oggetto del messaggio: Re: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: ven dic 10, 2010 16:42 
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Illusoria ha scritto:
C'entra anche il gusto personale, ma non mi piacciono i tempi di narrazione: specialmente nella parte iniziale gli eventi si svolgono in maniera chiarissima, ma troppo sintetica.
Non c'è mai uno spazio lasciato alla descrizione ambientale (di pro invece è ben illustrata la cultura drow), e magari avrebbe giovato allo spessore della trama il raccontare più diffusamente le giornate che il protagonista trascorre in un determinato luogo.
Non farebbe male introdurre qualche personaggio secondario e altri elementi che messi assieme potrebbero donare più completezza all'intera vicenda.
Come romanzo mi sembra troppo incentrato su una cronologia di eventi che si muove in unica linea retta senza l'ombra di una sfumatura, visto che ti limiti sempre a raccontare lo stretto indispensabile e niente di più.


condivido in parte la visione di Illu, ci sono poche descrizioni per i miei gusti, e anche il fatto che la cultura drow venga liquidata nelle prime 7 righe non mi garba gran che, secondo me sarebbe meglio far sorgere da solo al lettore il quadro generale della società.
Da ex correttore di Background di giochi di ruolo, questo racconto è più simile ad un BG che ad un romanzo. Qui narri brevemente la storia di un uomo, un romanzo dovrebbe far vivere un ambiente grazie al soggetto della narrazione.
per quanto riguarda lo stile però secondo me sei molto migliorato e ti sprono a continuare con questa storia che ha delle buone potenzialità.

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 Oggetto del messaggio: Re: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: dom dic 12, 2010 21:56 
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Infatti devo dire che questo inizialmente nacque come BG poi, spinto dalla voglia di scrivere ho buttato giù altri capitoli. Questo che ho postato è solo il prologo, forse ho sbagliato a non mettere capitolo 1 :sisi:

Comunque vi posterò al più presto il primo capitolo.

P.S:Il fatto delle descrizioni ambientali mi è stato fatto notare anche dalla mia signora, e andando avanti l'ho migliorato (almeno spero).

Grazie ancora per la pazienza

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 Oggetto del messaggio: Re: Due anime un destino (Zakandril & Kaila)
MessaggioInviato: dom dic 12, 2010 23:12 
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Capitolo 1:"Superficie"

Era trascorsa oramai una settimana da quando mi ero lasciato alle spalle Menzoberranzan, quindi a breve, sarei giunto in superficie. Per un occhio inesperto i cunicoli del Sottosuolo sono uno uguale all’altro, ma non per un esploratore drow abituato ai viaggi in superficie.
Alla testa di una dozzina di soldati scelti ero sulle tracce di colui che un tempo chiamavo Dalharuk, e che ora chiamavo invece Og’elend.

Giunti in superficie ci mettemmo subito alla ricerca del fuggitivo,delle cui tracce restavano solo dei blandi residui … non dovevo commettere l’errore di sottovalutarlo. Infatti, Rahab, prima di essere un traditore era anche un formidabile guerriero, nonché esperto conoscitore tanto del Sottosuolo quanto della Superficie.

“Senger Zakandril, abbiamo trovato delle tracce che si allontanano nel bosco” mi avvertì Masoj, uno degli elementi migliori della squadra
“mostramele Masoj” e così dicendo venni condotto dal mio sottoposto nel luogo ove aveva rinvenuto le tracce, ed infatti aveva detto il vero:una serie di orme non troppo vecchie si addentravano nel folto del bosco
“in marcia uomini. Il traditore non si permette riposo, e non ce lo permetteremo neanche noi”.

Trascorremmo la giornata a seguire le orme, anche se alle volte, venivamo ingannati dai depistaggi accuratamente organizzati dalla mente fine del mio avversario … evidentemente si aspettava di essere inseguito, ma ciò non costituiva affatto un problema, anzi, serviva solo a rendere la caccia più interessante. Il bottino del primo giorno di inseguimento era alquanto misero: delle orme e nulla più. Il morale della squadra tuttavia restava alto, più che per ottimismo, per il fatto che anche se uno di loro avesse fatto un commento negativo gli sarebbe stata staccata una mano, era questo il mio codice, queste le mie regole, questo il mio inseguimento.

Riprendemmo la marcia non appena iniziò ad albeggiare, continuando a seguire le orme rinvenute il giorno prima, fino a che, verso mezzodì non giungemmo nei pressi di una casupola che andava in fiamme, assediata da un gruppo di ogre, una cosa di sì scarsa importanza non ci avrebbe fermato. Stavamo per rimetterci in viaggio quand’ecco che dalla macchia uscirono quattro combattenti che ingaggiarono battaglia con i mostruosi umanoidi :

“mio signore che cosa facciamo?”
“stiamo a guardare ovviamente. Che ci interessa di due umani, uno gnomo e una … tsk bastarda mezzosangue”

Il male assortito gruppo sulle prime, contando anche sull’effetto sorpresa sembrò avere la meglio sugli ogre, ma alla lunga, l’evidente superiorità numerica iniziò a farsi schiacciante. A quel punto pensai che forse avrei avuto più informazioni dagli umani piuttosto che da quei stupidi giganti senza cervello:

“sapete cosa fare” tagliai secco scattando in avanti ed evocando immantinente un globo di tenebre che lanciai dritto sulla casa, seguito poi dai miei soldati, in pochi istanti la casa era avvolta dall’oscurità. Il lavoro fu davvero facile, i mostri, disorientati correvano qui e li senza sapere dove andare, ma l’unica cosa che trovarono fu la lama delle nostre spade ad attenderli. Poco prima che le tenebre si diradassero diedi l’ordine di tornare al riparo nella macchia, e lì osservammo attentamente le azioni dei sopravvissuti, che, un po’ increduli e un po’ sollevati, si guardavano intorno cercando di capire cosa fosse successo. Cercavano chissà cosa, forse qualche ninnolo da depredare, fino a quando, sembrò che avessero trovato qualcosa sul pavimento, proprio accanto ad un letto, li osservai allora più attentamente e … per la Regina Ragno, iniziarono a scendere in una botola situata sul pavimento!

“Muoviamoci. Forse abbiamo trovato qualcosa di interessante” e quando anche l’ultimo membro del gruppo scomparve alla nostra vista avanzammo lentamente verso la casa, scivolando poi all’interno e con passo felpato, scendemmo a nostra volta giù per la scalinata che si trovava sotto il letto. Guardandomi intorno notai con mia grande sorpresa che sul pavimento era riverso una specie di coperchio sulla quale erano incisi dei simboli pulsanti, quando posai gli occhi su un simbolo in particolare, il sangue mi si gelò nelle vene … Uno di quei simboli era quello del casato Yanacae! Non sapevo come, ma quel coperchio era la prima traccia concreta del tradimento di Rahab, e qualunque cosa fosse, l’avrebbe pagata molto, molto cara. Tuttavia ero più che sicuro che quel gruppo di sprovveduti mi sarebbe tornato utile, cosi li seguimmo giù nella botola fino a giungere in una sala scavata nella roccia con una polla d’acqua all’interno, lì, i miei nuovi bersagli si guardavano intorno ignari del pericolo che stava per piombare su di loro.

“Ehi voi, che ci fate qui?” chiesi
“mmm?scusate ma voi chi siete?” domandò uno
“siete stati voi ad uccidere gli ogre?” replicò un altro
“SILENZIO!Qui sono io a fare le domande.Come siete arrivati qui sotto?”
“abbiamo versato del sangue su alcuni simboli e questa botola si è aperta” rispose la mezzelfa
“che ne sapete di quei simboli EH?!!!Rispondete!”
“non ne sappiamo niente” fece timoroso uno degli umani, era spaventato a morte, ma non diceva il falso, cosi, continuando a tenerli sotto il tiro delle frecce li facemmo uscire dalla grotta.

Controllai per filo e per segno ogni palmo della grotta, ma non trovai nulla di rilevante, così risalimmo il corridoio e tornammo fuori dove c’erano ancora i quattro avventurieri che si interrogavano sul da farsi … Iniziavano a farsi davvero fastidiosi:

“perché siete ancora qui?non ci tenete alla vita?”
“si beh ma stavamo controllando una cosa”
“a proposito, ancora non mi avete detto cosa fate qui”
“vedete, stiamo cercando un uomo, Lord Bloodhawk, che ha rapito la Principessa di suzail e sembra essere collegato a qualcosa di strano” mi venne risposto. Non so perché ma il mio istinto mi diceva che se avessi trovato questo Bloodhawk avrei scoperto qualcosa su Rahab, tuttavia mandai via quei bambocci e perquisii la casa in cerca di altri indizi:niente di importante.

“Senger … Senger Zakandril”
“parla Masoj”
“ecco, ho trovato questi mocciosi che piangevano in una stanza. Che ne facciamo?”
Guardai quei bambini spaventati che frignavano e si lamentavano, si vedeva chiaramente il terrore nei loro occhi. Li osservai a lungo, poi estrassi il pugnale che portavo sempre con me e mi avvicinai alle creature … tagliai le corde che gli legavano i polsi:

“andate a morire come credete” gli dissi mettendo via il coltello “forza andiamo cerchiamo questo Bloodhawk” e ci rimettemmo in marcia.


La notte giunse rapida e fredda e nel cielo si stagliava la pallida falce di luna che illuminava con la sua luce lattiginosa la piana sotto di noi. Avevamo deciso di accamparci su un colle al di sopra del quale vi era un piccolo boschetto di modo che potevamo tenere d’occhio i movimenti degli sciocchi incontrati qualche ora prima.
Posammo l’attrezzatura, stendemmo i giacigli e ci dividemmo per andare a cercare della legna per accendere il fuoco … un errore che pagammo a caro prezzo. Una strana sensazione di minaccia metteva in allerta i miei sensi, come se fossimo al centro della tela di un ragno famelico che null’altro attendeva se non divorarci, tuttavia nulla dava segnali di pericolo. Dopo poco che ci separammo, il mio udito finissimo udì dei sibili in lontananza, lievi, eppure non potei fare a meno di esserne colpito;mi guardai intorno, e dopo aver analizzato l’area mi resi conto che non c’era nulla di naturale che potesse produrre un sibilo del genere, sembravano piuttosto delle frecce, silenziose frecce scagliate da un temibile cecchino. Tornai sui miei passi rapido e silenzioso come il vento notturno e giunto al campo trovai tre dei dodici soldati al mio seguito riversi a terra con una freccia conficcata al centro della fronte, le estrassi dai corpi e vidi ciò che temevo: la punta delle frecce era decorata con un ragno, e sulle nere piume che le terminavano dominava il temibile simbolo degli Yanacae.

“Dryss’ho!Dryss’ho!” gridai (Adunata!Adunata!), ma in risposta ottenni solo il clangore di alcune spade provenire poco distante dal campo, così estraendo le mie fide Anglachell e Katrill mi precipitai verso il punto che avevo identificato come l’origine del rumore e ivi trovai il resto della compagnia, o meglio, ciò che ne restava, due infatti, giacevano a terra con una freccia ciascuno conficcata nel petto, altri due corpi stavano più in là, decapitati. Gli unici sopravvissuti al massacro erano cinque soldati che combattevano contro il fuggitivo che sembrava non essere per nulla impensierito dall’evidente inferiorità numerica, non c’era dubbio, quello era il momento giusto per acciuffarlo e ricondurlo a Menzoberranzan, là dove avrebbe trovato null’altro che una morte orribile:

“Streea Og’Elend! (muori traditore!)” gridai gettandomi nella mischia furente, tentai subito un fendente dall’alto, che Rahab parò abilmente con Wahvenn, il suo enorme spadone che si dice abbia sottratto al demone Ghun’thereltar e con il quale aveva sostituito Anglachell e Katrill donate poi a me. Sembrava prendersi gioco di noi per il modo in cui combatteva, non attaccava, si limitava a difendersi, a parare ed a schivare i nostri colpi, e tutto ciò non faceva nient’altro che innervosirci, o meglio, innervosire i miei uomini, perché io, conoscendo le tecniche di quel traditore che una volta chiamavo fratello, ero ben attento a dosare le energie.

Qualche istante dopo, a seguito di una parata si gettò di scatto contro di me, fece roteare la spada sopra la testa e poi calò un possente colpo che se mi avesse raggiunto mi avrebbe sicuramente ucciso in maniera orribile, tuttavia, afferrai uno dei miei uomini per il mantello, il quale venne raggiunto dal fendente originariamente destinato a me, che lo tagliò in due parti. Il sangue zampillò copioso sul mio volto e su quello di Rahab che sorrise compiaciuto dell’empio gesto … era incredibile, nonostante fosse cieco ed in inferiorità numerica riusciva perfino ad esserci superiore.
Roteai con uno scatto cercando con lo sguardo il nostro avversario, intento ora a combattere contro i quattro sopravvissuti che combattevano per difendere me, il loro comandante. Ma la loro fu una resistenza vana, durarono non più di trenta secondi prima di essere brutalmente uccisi, così alla fine rimanemmo in due a fronteggiarci:

“finalmente soli fratellino …” disse ridacchiando Rahab
“Venorsh og’elend (silenzio traditore), naut natha dalharuk (non ho piu un fratello” risposi seccamente
“doerin Huila un’un (unisciti a me)”
“neanche morto” sibilai, e scattai rapidamente verso di lui, di sicuro non avrebbe fatto in tempo a parare entrambi i colpi delle mie katane con un’unica spada pesante come quella per giunta, ma non sempre le cose vanno come pensiamo. Infatti Rahab con un unico gesto elegante deviò una lama facendola volare via e incastrò l’altra tra il braccio e il corpo tirandomi a se, e sferrandomi una sonora testata mi fece perdere per un attimo la lucidità, attimo che mi fu letale. Mi ci vollero una manciata di secondi per riprendermi, ma quando fui di nuovo pronto per combattere ecco che incontrai il volto sfregiato e sorridente di Rahab, istintivamente abbassai lo sguardo, solo per vedere le sue mani poggiate all’altezza del mio addome che evocavano un’enorme sfera infuocata che in un attimo esplose scaraventandomi parecchie decine di metri più in la:

“aluvè dalharuk (arrivederci fratellino)” furono le ultime parole che udii prima di essere sbalzato via come un fuscello e rovinare poi a terra perdendo i sensi, ancora una volta avevo perso.

Mi svegliai dopo qualche ora, il bacino dolorante, la testa pesante e le membra stanche. Mi tolsi l’armatura e sotto di essa il mio addome era scottato in più punti … Argh, diamine se bruciava. Tentai comunque di rialzarmi, e, a fatica, dopo non pochi tentativi vi riuscii. Dopo aver raccolto le mie katane, sostenendomi con esse mi diressi verso il campo lasciato a metà, una volta giunto, frugai rapidamente nel mio zaino e ivi trovai una pozione ristoratrice, la bevvi e mi sentii subito meglio, anche se il mio spirito, e soprattutto il mio orgoglio non stavano bene per niente, anzi, erano quelli che avevano subito le ferite peggiori. Comunque di una cosa ero sicuro, non gli avrei fatto passare liscia l’errore di avermi lasciato in vita, e soprattutto di aver contravvenuto ad una delle regole fondamentali di un guerriero, “mai abbandonare il campo di battaglia se non si è certi di aver sconfitto i/il propri/o avversari/o”

Decisi di riposare per un altro paio d’ore, tanto mancava molto all’alba, e il gruppo di avventurieri che stavo seguendo per arrivare da Bloodhawk non si sarebbe mosso prima che il sole fosse sorto.
Al risveglio recuperai la mia attrezzatura, mangiai qualche galletta dolce, e mi appostai in attesa che il gruppo si muovesse.
A metà mattina, siccome il gruppo procedeva a rilento, tentai di intuire la direzione che avrebbero preso e dopo poco, in lontananza, scorsi la sagoma indistinta di un maniero:senza dubbio, il casato di questo Bloodhawk. Avanzai portandomi sempre più vicino, fino a che non giunsi sotto le imponenti mura che cingevano la residenza del consigliere del sovrintendente di Suzail, le costeggiai su ogni lato senza trovare tuttavia un’entrata secondaria … pazienza, sarei entrato dal portone principale.

Subito due guardie mi si fecero contro, tsk, una cosa sin troppo facile da risolvere, schivai un fendente così impreciso che neppure un neonato drow avrebbe tirato, e piantai un coltello nella gola di una delle guardie, l’altra per contro, tentò un affondo che evitai compiendo un balzo e facendomi scudo con il cadavere del malcapitato compagno del mio aggressore, e la spada di questi, conficcandosi nel corpo rimase incastrata, così non feci fatica neppure a togliere di mezzo il secondo avversario troncandogli entrambe le braccia.
Sconfitti i primi due ostacoli proseguii entrando dal portone principale, mi guardai intorno e vidi d’innanzi a me una grande costruzione, probabilmente li dentro vi era colui che cercavo.Stavo per entrare quand’ecco che dalla mia destra sentii giungere delle grida e volgendomi il mio sguardo fu catturato dallo gnomo del gruppo di avventurieri che avevo seguito, rincorso da alcune guardie di Bloodhawk che correvano disordinatamente dietro al piccolo omuncolo.
Senza pensarci due volte presi l’arco, incoccai una freccia e la scagliai … poi un’altra … ed un’altra ancora, quando giunsero a me erano rimaste due di circa dieci guardie all’inseguimento, comunque il resto dell’opera fu compiuto da Anglachell e Katrill.

“Ehi spilungone potresti stare anche più attento con le tue frecce, stavi quasi per colpirmi” mi apostrofò lo gnomo
“non parlo con le creature inferiori”
“messere anche voi qui?” intervenne la mezzelfa
“così sembra. Ora lasciatemi in pace, ho una missione da compiere”
“beh, potreste unirvi a noi?” chiese quello che doveva essere un monaco
“unirmi a voi?muahahahahah” esplosi in una risata “non dite assurdità.Perché dovrei unirmi a voi?”
“mmmm … vediamo … forse queste vi farebbero cambiare idea?” disse lo gnomo estraendo circa un centinaio di monete d’oro
“beh, ora iniziamo a capirci.Cosa volete che faccia?”risposi prendendo le monete
“aiutarci in questa missione, messer …?”
“Zakandril … bene, basta che voi non intralciate la mia di missione, ed ora andiamo”.

Entrammo nella sontuosa tenuta Bloodhawk ed esplorammo sale e corridoi, cucine e sgabuzzini, magazzini e saloni trovando creature strane a far da guardia ad insoliti simboli e tesori. Il gruppo che mi aveva assoldato sembrava alquanto male assortito, non c’era per niente collaborazione, erano disuniti e discordi su ogni cosa, meglio così, sarebbero stati più malleabili. Ad un certo punto, in un salone rinvenimmo una stanza segreta nel quale erano custoditi dei documenti, in particolare una lettera che recitava:

“Tra quattro giorni riceverai le ghiande. Troverai il contadino alla taverna dello scanna-troll … lo troverai … se avrà fame”

E insieme a questa lettera vi era un documento in particolare sulla quale erano vergati dieci simboli, che non avevano alcun significato apparente, tutti, tranne uno … Uno che mai potrei confondere, il simbolo degli Yanacae. Lo sapevo. Sapevo che avrei trovato informazioni su Rahab tramite questo Bloodhawk. Venimmo a conoscenza anche di una specie di setta chiamata le zanne della bestia, che probabilmente era composta da coloro i quali erano rappresentati dai simboli su quel documento.

Qualche ora più tardi, ci imbattemmo in una porta chiusa, da dietro la quale provenivano dei profondi respiri, entrammo e vedemmo una scena inconsueta:tre draghi, uno blu e due bianchi in ceppi. Dopo una piccola discussione decidemmo di lasciarli li e proseguimmo, ma c’era uno di noi che non era d’accordo con la soluzione.

“Zakandril venite un attimo ho bisogno di voi” chiese Aira la danzatrice
“cosa volete mezzosangue?”
“ho bisogno del vostro aiuto”
“il mio aiuto ha un prezzo … e poi, che volete che faccia?”
“ho intenzione di andare a parlare con quei draghi di prima”
“e cosa c’entro io con questo?”
“dovete accompagnarmi”
“e perché non lo chiedete ai vostri compagni?”
“beh … non saprei … diciamo che sento che solo voi potete aiutarmi. Vi pagherò, e bene … duemilacinquecento monete d’oro vanno bene?”
“contate su di me”
“e mi raccomando non fatene parola con nessuno”
“non uscirà parola alcuna ve lo prometto” e così dicendo tornammo indietro, io e lei alla stanza dei draghi.
Entrammo di nuovo ma stavolta Aira, iniziò a parlare ad alta voce in una strana lingua, una lingua che tuttavia mi era nota, il draconico. Conoscevo quella lingua per averla studiata su alcuni tomi rinvenuti nella biblioteca di casa Yanacae, perciò compresi bene ciò che ella disse:

“Perché siete in catene?Chi vi ha fatto tutto ciò?” ma non ottenne risposta alcuna, così tentò di nuovo “Perché siete imprigionati fratelli miei?” anche stavolta non ottenne nulla più che un semplice ruggito contrariato
“non ti risponderanno, sono controllati telepaticamente, non lo vedi il simbolo sulla loro testa”risposi in draconico indicando uno strano simbolo che avevamo già incontrato altre volte nella casa, sulla fronte di ciascuno dei draghi.

La danzatrice rimase alquanto sorpresa del fatto che io conoscessi la lingua dei draghi:

“ma voi … conoscete il draconico?”
“certamente, e non solo quello. Comunque andiamocene, qui non troveremo nulla”
“aspettate, voglio fare un altro tentativo” e così dicendo, chiuse gli occhi e lentamente iniziò a cambiare forma. Crebbe di decine di centimetri, lacerando così le vesti, e la pelle al di sotto, da rosea divenne argentea e scintillante. I capelli si unirono fino a divenire due robuste corna e dalla schiena spuntarono due maestose ali e una cresta che correva lungo tutto il corpo … era divenuta anch’essa un drago. Devo ammettere che fra tutte le cose che avevo visto in tutta la mia vita, quella era sicuramente la più strana.

“ricordatevi Zakandril, neanche una parola, e soprattutto dovete proteggermi”
“s-si … senz’altro” balbettai.
Nei minuti successivi ella tentò ancora di far ragionare le belve in catene, ma in risposta ottenne solamente una granitica testardaggine, così alla fine dovette cedere, e dopo essere ritornata normale ci ricongiungemmo al gruppo.

Proseguimmo nell’esplorazione della dimora, e dopo qualche ora incappammo in un ostacolo che non poteva essere evitato o aggirato … ma solo abbattuto. Infatti c’erano delle scale che scendevano ai piani inferiori presiedute da un giovane esemplare di drago d’argento, anch’esso posseduto da Bloodhawk, ma anche stavolta, il tentativo della danzatrice di parlarci non diede risultati, così, io, lo gnomo e i due umani ci gettammo contro il nostro imponente avversario.

Finora avevo affrontato molte battaglie contro mostri di ogni genere: mind flyer, orchi, gorgoni, idre ma affrontare un drago ancora mi mancava. Nel Sottosuolo infatti, non era usuale trovare una di queste creature, ma ora finalmente avevo l’occasione di combattere questo temibile avversario. Seppur giovane, l’esemplare che fronteggiavamo non era da prendere alla leggera, dovevamo pur sempre ricordarci che i draghi sono le creature più potenti che esistano … per lo meno dopo i drow.

Ignoravo completamente gli attacchi dei miei “compagni”, nella mia testa c’eravamo solo io, ed il drago, l’uno contro l’altro. Nel frattempo, mentre lo gnomo tentava di distrarre il gigante argenteo e i due umani lo colpivano ferocemente in più punti, io ne approfittai e mi lanciai contro il nostro avversario, schivando una possente artigliata e una spazzata di coda, portandomi sotto di lui.
Una volta sotto, piantai anglachell, senza attivare il suo gelido potere, nel ventre del drago che ululò di dolore, e, prendendomi alla sprovvista mi colpì con una possente zampata alla spalla sinistra che mi fece volare di qualche metro. Rotolai immantinente su un fianco e mi voltai appena in tempo per schivare un morso, dopodiché mi rialzai e scattai contro la creatura che iniziava ad essere stanca per via delle profonde ferite che le solcavano il corpo … allora non erano del tutto inutili quei tre. Continuando a parare e schivare, armato solo di katrill, la mia spada fiammeggiante, cercai di trovare un qualche punto debole nella spessa corazza del drago, fino a che non notai una scaglia leggermente più chiara alla base del collo, così, scattai fulmineo verso il mio nuovo obiettivo e poco prima di venir morso, piantai la lama proprio li dove c’era quella scaglia, e l’argenteo mostro arretrò ruggendo così forte che dovetti tapparmi le orecchie, poi, si accasciò su un fianco e morì.

Mi avvicinai lentamente alla carcassa del mio nemico, temendo che potesse rialzarsi da un momento all’altro, e sarebbe stato un grosso problema visto che katrill giaceva nel collo del mostro e anglachell nel suo ventre. Sinceratomi che il drago fosse morto estrassi le spade e presi del sangue che sgorgava copioso dal cadavere e sollevando le mani al cielo gridai:

“Per te o possente e grande Lolth!”.

Prima di proseguire staccai una delle zanne alla creatura e la portai con me come trofeo di guerra.

Scendendo più in basso incontrammo infine questo Bloodhawk, il quale, da inutile umano qual’era, morì dopo pochi minuti di battaglia trafitto dalla balestra della danzatrice Aira, tuttavia, da quanto appresi, la missione non era finita, dovevano infatti anche trovare una principessa e riportarla nel suo dannato paese, perciò proseguimmo. Tornando indietro tuttavia accadde un evento insolito:infatti, durante un combattimento contro alcuni orchi, Imaner, uno dei due umani che da come avevo compreso usava i poteri della mente, iniziò a trasformarsi in una strana creatura umanoide, dalle fattezze di tigre e assetata di sangue, che in un batter d’occhio sistemò gli orchi voltandosi poi contro di noi:

“ehi, che diamine ha fatto?” chiesi agli altri
“non saprei …” disse Xanros, il monaco,l’altro uomo
“forse … ci sono” continuò Shal Fatah “è diventato una tigre mannara a seguito del morso di prima, vi ricordate quelle strane tigri umanoidi?”
“già … hai ragione. Tsk, ora ci toccherà ammazzarlo per farlo tornare normale” tagliai corto
“no aspettate Zakandril, forse se gli facessimo perdere conoscenza?” intervenne Aira che, invocando un incantesimo fermò la furia del licantropo, rendendolo docile e mansueto, dopodiché lo fece addormentare e pian piano riprese le sue sembianze umane … Ci mancava anche questa ora. Al suo risveglio non ricordava nulla di quanto accaduto, e nonostante noi gli raccontammo gli avvenimenti lui, sembrò come se non ci fosse stato.

Tornammo al piano terra e prendemmo delle scale che salivano ai piani superiori, anche qui trovammo creature mostruose a fare da guardie, che tuttavia ebbero vita molto breve.
Quando infine arrivammo in cima, trovammo di nuovo quel Bloodhawk che tuttavia, era stato vampirizzato, accompagnato da una vampira dall’aspetto bello e spaventoso allo stesso tempo. Non fu facile per niente il combattimento. I vampiri, si sa, sono avversari temibili, e per quanto noi li ferissimo continuavano a rigenerarsi fino a che non riuscii, con un colpo ben assestato a mozzare la testa dell’uomo e poi piantare nel suo petto un pezzo di legno staccatosi da un mobile distrutto in precedenza.
Stavamo per avere la meglio anche sulla vampira quand’ecco che, la meretrice, utilizzò un altro dei suoi temibili poteri, la suggestione. Bastò infatti, una sola occhiata per piegare la mia mente al suo volere, come mi odio per essere stato cosi debole!
“Uccidili guerriero … uccidili tutti … fallo per la tua signora … fallo!” mi ordinò, ed io, incapace di controllarmi mi lanciai come una furia contro la compagnia, che si difese come poté, fino a quando non ricevetti nuovi ordini:
“uccidi la principessa …” e un istante dopo le mie katane, presero la vita di colei che doveva essere salvata.
Tuttavia, la vampira, in quel momento, data l’euforia per la sua imminente vittoria, allentò la presa sulla mia mente, e così ne approfittai per liberarmi dal suo giogo e avventarmi contro di lei. Bastò un solo colpo e la testa venne via, testa che poi riempimmo di ostie e incendiammo. Una volta presi i resti della principessa, il gruppo mi disse che loro sarebbero dovuti tornare a Suzail, dove avrebbero riportato in vita la loro signora. Decisi di accompagnarli fino alla città, ed una volta fuori le mura, mi accampai in un boschetto a qualche miglio di distanza, in attesa che gli allocchi tornassero per portarmi la mia ricompensa.

Non comprendevo bene come Rahab fosse legato a Bloodhawk o a queste Zanne della bestia, ma sapevo che trovando loro avrei trovato lui e tanto bastava!

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RIDE,Destino;KNIGHT,Mi arrendo, al tuo dominio del tempo!!!

Born in a time of darkness and evil, under the sign of God, glory is my mother, fire is my brother, sword my only law!!!


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