Qui porto un CopiaIncolla di una microricerca che feci per la tesi di maturità... chi ha già il manuale di Cthulhu riconoscerà alcune fonti della mia indagine...
per altre informazioni chiedete pure!
Nato a Providence nel Rodhe Island, Lovecraft, vi trascorse quasi tutta la sua vita, fatta eccezione per un periodo a New York durante il suo breve matrimonio.
La sua infanzia fu caratterizzata dalla malattia mentale del padre (morto quando lui era giovanissimo) e il morboso attaccamento della madre, talmente protettiva che non gli permetteva di uscire di casa.
Fortunatamente, però, accanto a Lovecraft, comparve presto anche la positiva figura del nonno materno, presso il quale si trasferì dopo la morte del padre. Lì ebbe a disposizione la sua immensa biblioteca, e imparò a leggere e scrivere prima dei sei anni. Vero e proprio bambino prodigio, Lovecraft iniziò prestissimo a comporre poesie e a scrivere racconti. S’interessava inoltre di astrologia e di chimica, tanto che nel granaio di casa aveva allestito un piccolo laboratorio.
Dopo la morte di tutti i suoi parenti e l’esaurimento del patrimonio familiare, Lovecraft si trovò costretto a pubblicare i suoi racconti ed a svolgere il lavoro di revisore, per conto di varie riviste che proponevano storie grottesche e raccapriccianti.
I suoi lavori non furono molto apprezzati e in vita non pubblicò mai nessun volume. Le sue opere, infatti, uscivano solo su riviste come Weird Tales, che però spesso gliele rifiutavano perché “troppo sofisticate”.
Inizialmente influenzato da autori come Poe o Dunsany, Lovecraft non tardò a raggiungere uno stile proprio ed originale, ricavato dai suoi sogni (era, infatti, solito scrivere di notte dopo essersi svegliato a causa d’inquietanti incubi ricorrenti), dalla sua cupa fantasia e dalla sua cultura. Nella biblioteca del suo avo, infatti aveva scoperto testi antichi e di Paesi diversi; lesse a soli sette anni Le Mille e una Notte.
Alcune voci, affermano che avesse ereditato dal padre alcuni libri cabalistici e massonici, dai quali Lovecraft prese ispirazione per la creazione del fantastico “Necronomicon”, uno pseudobiblia (termine latino che indica quei libri citati con il titolo, o con qualche estratto, in opere di saggistica o narrativa, ma che in realtà non esistono o che non sono ma esistiti), dalla sinistra fama. Descritto da Lovecraft come un testo di magia nera redatto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred, il Necronomicon è stato considerato più volte un libro maledetto. Questo libro ha avuto ciò nonostante, decine di migliaia di lettori attratti dal fascino del testo bizzarro e dagli infiniti rimandi tra storia e finzione; é stato, inoltre, supporto fondamentale per il ciclo de “I miti di Cthulhu”. In questa raccolta, intorno a demoni, quali Cthulhu, Azahtoth, Yog-Sothoth e altri dai nomi difficilmente pronunciabili, Lovecraft cumulò di racconto in racconto una serie di riferimenti omogenei, cementati proprio dall’invenzione del Necronomicon.
Egli immaginò che le arti magiche della terra fossero legate a segreti cosmici e che l’inferno, pia invenzione dei religiosi di quaggiù, non fosse che una pallida icona dell’universo stesso, vera sede dei demoni dell’Altrove.
Questi demoni, a volte anche chiamati Dei, sono creature colossali incommensurabilmente diverse da noi, ma in fondo non spirituali; forze che sono principi universali che hanno preso forma, concetti come caos e fertilità, in possesso di una propria personalità all’interno dell’ordine delle cose, ma inconsapevoli della propria esistenza. Benché fatte di sostanze ripugnanti e sconosciute, sono anch’esse materiali: probabilmente hanno il potere d’esistere su diversi piani dimensionali, perciò la loro realtà non ci sarà mai palesata del tutto; sono l’Ignoto nella sua accezione più terrificante.
Il complesso di conoscenze noto come “I miti di Cthulhu” è composto dai tentativi dell’uomo di dare un significato a questa realtà. La razza umana spesso interagisce con queste forze in maniera casuale e riesce a cogliere solo un’infinitesima parte della loro vera natura.
Più precisamente si possono distinguere Dei Esterni, Grandi Antichi e Razze minori.
Gli Dei Esterni sono i più elementari principi cosmici che si fanno tanto densi da assumere forma fisica e tracce d’identità.
Tra questi Azahtoth rappresenta il caos, il vuoto al centro della realtà. La sua proprietà è l’entropia: la tendenza a tutti i sistemi ordinati (galassie, pianeti, civiltà, vita e atomi) di degradarsi e distruggersi.
Shub-Niggurath rappresenta la vita, ciò che muove tutto il creato, l’origine di ogni cosa. Ma non è solo questo, è soprattutto la spinta alla vita, il principio della fertilità. E’ l’antitesi di Azahtoth, ma questo non la rende alleata dell’umanità. “Lui” e “Lei” sono complementari, l’insieme della vita e della morte.
Yog-Sothoth, terzo elemento della trinità, concede ai primi due ciò di cui hanno più bisogno: il tempo. Egli è il tempo stesso e garantisce la ciclicità delle cose e l’intesa tra vita e morte
I Grandi Antichi sono falsi dei; sono esseri alieni in possesso di un potere tremendo, al punto che molte razze e popolazioni li adorano e servono, come se fossero veri dei. Hanno obiettivi ben precisi, ma spesso incomprensibili ed hanno abitato la Terra, prima che l’uomo vi comparisse. Alcuni di loro sono tutt’ora svegli e attivi, mentre altri si trovano in una sorta di torpore, non morti, ma addormentati, in fondo agli oceani, in profonde caverne o su altri mondi.
Cthulhu, il più noto tra loro, riposa in una cripta sigillata su di un’isola sprofondata nel Pacifico. E’ il più minaccioso tra i Grandi Antichi; se si verificano le giuste condizioni, il suo sepolcro può emergere e Cthulhu svegliarsi, cominciando l’opera di distruzione di tutto il pianeta.
Hastur è un enigma avvolto in un enigma, rappresenta l’essenza della corruzione. Lovecraft prende quest’entità dal romanzo di Chambers Il Re in Giallo.
Le Razze Minori sono state portate sulla Terra dai Grandi Antichi.
Rimangono nascoste tra la gente, aspettando il momento in cui i Grandi Antichi, loro alleati, saranno di nuovo liberi. Mentre alcune di loro sono prese dal folklore di vari Paesi (i Ghoul sono i demoni necrofagi della mitologia araba, mentre gli Abitatori del Profondo sono gli uomini-pesce assiri), altre sono frutto degli incubi ricorrenti dell’artista.
Secondo lo scrittore di Providence, dietro la facciata delle cose, si nasconde un’orribile realtà; in questo senso egli fu l’inventore di un fantastico “mitico” in cui le credenze e le leggende dell’uomo hanno più importanza dell’uomo stesso.
La sua galleria di mostri è una versione emancipata delle demonologie medievali, ma lo spirito che le pervade è nuovo e moderno: l’inferno esiste, il paradiso probabilmente no.