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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Heroes - Cronache Degli Eroi -
MessaggioInviato: ven ott 14, 2005 12:33 
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Introduzione

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In quella calda ed afosa mattinata estiva il paese di Devonia era in gande festa per l'arrivo di un grande personaggio, tale Ewan di Fortrose, un grande condottiero di cui ovunque si narravano le gesta della sua parte avuta nella battaglia di Fortrose appunto. Si menzionava che con un manipolo di contadini mal armati ed addestrati, avesse ribaltato le sorti della battaglia, respingendo le forze demoniache che stavano avendo il sopravvento sulla milizia dell'Imperatore in persona, soldati scelti senza alcun timore della morte. Sarebbe gia dovuto arrivare da qualche ora, ma la gente non sembrava nemmeno accorgersi della sua assenza, tanto erano presi dalla bellissima musica dei bardi e dai grandissimi festeggiamenti e banchetti. Si erano riunita tutta quanta la contea nel paese di Devonia, e lo stesso barone Edward aveva allestito il grandissimo banchetto in onore del condottiero. Era da diverse ore che i bardi suonavano inni e danze in onore di Ewan di Fortrose ed ormai non sapevano più che cosa inventarsi, visto che il loro repertorio musicale stava ormai volgendo al termine. Agli occhi di Garret tutti questi festeggiamenti erano sprecati, visto che il LORO grande condottiero, altro non era che un contadino senza nessun titolo o onoreficienza militare. Ma Garret era sempre stato un po scontroso con tutti, figurarsi se avrebbe accettato di buon gusto l'arrivo di un tale personaggio, se cosi poteva essere nominato. In disparte, seduto su di una sedia di lengo al lungo tavolo da banchetto, sorseggiava pian piano il bicchiere di sidro elfico attendendo l'arrivo di questo EROE. Una leggera brezza di terrà si alzò, scompigliando le pettinature delle nobil donne e gli abiti sgargianti dei benestanti che le accompagnavano. Il barone Edward stava colloquiando col volgo, seduto al suo posto d'onore su di un piccolo seggio, eretto nel comune del paese, sempre adeguatamente sorvegliato dalle sue fidate guardie d'onore. Qualcosa di fugace e misterioso attirò lo sguardo di Garret altrove, puntato sugli averi del barone fino a poco prima. La brezza di terra aveva cominciato a far svolazzare nel suo piccolo vortice delle foglie variopinte, creando cosi una specie di danza di colori. La musica stessa dei bardi sembrava dar vita alla magica danza delle foglie, che presero a vorticare intorno alla gente, con gran stupore di molti dei presenti. Nessuna delle foglie si allontanava mai dalle altre, formando cosi una massa compatta di colori, che a prima vista poteva apparire come un uccello dai mille colori. Garret intercettò lo sguardo divertito di uno dei bardi in particolare, un giovane dai lunghi capelli color terra, magro e vestito con dei comuni abiti da paesano ed un cappello con un piuma in cima. Non vi era ancora nessuna traccia di messer Ewan e, per la prima volta durante lo svolgersi della festa, ci fu qualcuno che comincio ad innervosirsi. La musica continuò fin quando uno scalpitio di zoccoli non richiamo' l'attenzione dei presenti in direzione del cancello principale del paese, da cui sarebbe dovuto entrare il condottiero con le sue truppe. Subito il barone fece zittire la musica ed alzare il coro dei corni in onore di Ewan di Fortrose. Sotto ordine del barone Edward, un manipolo di guardie paesane si avviarono verso il portone. Qualcosa negli occhi del giovane bardo attirò la curiosità di Garret verso il portone. All'esterno delle mura vi erano cinque viandanti abbigliati con dei comuni mantelli da viaggio, i cui cappucci erano alzati come per mascherare i loro volti. Il barone si diresse personalmente verso l'entrata del paese per meglio accogliere l'arrivo del loro eroe. Uno strano luccichio, cui soltanto l'occhio sempre vigile di Garret notò, riflesse su qualcosa di metallico sotto il cappuccio del primo della fila. Grazie al suo innato senzo del pericolo Garret fu pronto a scattare in piedi e dirigersi verso il portone.
"NON APRITE QUEL MALEDETTO PORTONE!, gridò nel vano tantativo di farmare la guardie che gia stavano girando l'argano metallico.
Ma vano fu il suo tantativo visto che ormai il portone era sollevato quel tanto che bastava per consentire ai cinque di entrare. Col rumore delle trombe nessuno si accorse della sua voce. Il barone prese sottobraccio sua moglie e si diresse verso il primo dei cinque, sicuramente sir Ewan.
"Siamo assai felici di accogliervi in questo giorno di festa nel paese di Devonia grande eroe Ewan di Fortrose", disse fissando la figura che si reggeva alle briglie del suo destriero e scendeva di sella.
Garret fissò l'intera scena sperando in cuor suo che per la prima volta il suo sesto senso avesse errato. Stupito, si accorse che anche il giovane bardo era alquanto inquieto con la fronte imperlata dal sudore. Ewan scese da cavallo e si avvicinò al barone, piegandosi al suo cospetto. Il barone si voltò verso la moglie sorridendo per poi riportare lo sguardo su qualcosa che gli sortiva dalla spalla. Un grido di terrore si alzò prima dalla moglie del barone, poi da tutto il volgo, quando si accorsero che una lama di ossidiana ricurva aveva aperto una squarcio dall'inguine fino alla spalla dell'uomo, dividendo il suo corpo in due parti. Un fiotto di sangue sporcò le raffinate vesti di seta della nobil donna e le vesti da viaggio di Ewan. Le poche guardie non fecero neanche in tempo ad intervenire visto che vennero assalite dai restanti quattro, che si gettarono nella mischia sfoderando le medesime lame di ossidiana. Le grida si levarono alte dalla folla, che prese a fuggire in tutte le direzioni, mentre le guardie d'onore del barone facevano da scudo al corpo del loro signore ed a quello della moglie. Garret prese l'arco da caccia che portava a spalla e vi incoccò una freccia prendendo di mira uno dei cinque assalitori. Notò subito che mentre gli altri bardi stavano fuggendo, quello più giovane rimase immobile sul palco con la sua arpa in mano, per puro terrore e per chissa quale altro motivo. Ewan uccise la guardia che lo aveva attaccato, trapassandolo da parte a parte con la sua spada all'altezza del torace. Libero dalla battaglia si guardò intorno alla ricerca di qualcosa, che si focalizzò sulla moglie del barone. Subito le sei guardie d'onore di disposero a cuneo sulla loro signora, che era piegata a terra sul corpo morente del marito. Garret era in piedi nel mezzo della folla il delirio, nella speranza di trovare il momento adatto per scoccare la sua freccia. Ewan attese che i suoi compagni si fossero liberati, poichè da solo non avrebbe mai potuto penetrare quello scudo umano. Tutti e cinque si gettarono contro le guardie onorarie, ingaggiando duello. Il primo assalitore rimase trafitto dalla lancia di una guardia alla gola. Si gettò per terra portandosi tutte e due le mani sulla ferita che zampillava sangue e bava. Con un ringhio di rabbia Ewan deviò con la sua arma l'affondo del suo sfidante, roteò di lato ed affondò la spada nella schiena di quest'ultimo.
"ORA", una voce squillante si alzò dal delirio della folla ed attirò l'attenzione di Garret.
Quel grido era provenuto dall'unico bardo rimasto sul palco. Garret prese un lungo respiro e scagliò la sua freccia contro il fianco di uno degli uomini di Ewan. La freccia trapassò l'armatura di cuoio che aveva, penetrandogli nelle carni fino a forargli il fegato. La figura si girò nella direzione da cui era provenuta la freccia, abbassando cosi la difesa. Il suo sfidante ne approfittò per frantumargli la testa con il suo martello da guera. Garret si lasciò sfuggire un sorriso mentre ricercava l'attenzione del bardo per ringraziarlo. Ma con sua sorpresa si accorse che anche quest'ultimo era scomparso. Adesso rimanevano quattro guardie d'onore e tre assalitori, compreso il condottiero Ewan. Queste cominciarono a respingere il nemico verso la porta principale con le loro lance. Furente, Ewan tentò di farsi avanti per attaccare ma venne trafitto alla spalla destra, superficialmente, da una delle lance. Cacciò un grido di dolore e di odio e proprio in quel preciso istante qualcosa esplose sul petto della guardia che lo aveva ferito, mandandolo a gambe all'aria. Gli altri, abbassando lo sguardo su di lui, scoprirono che aveva la cotta di maglia bucata all'altezza dello stomaco e del fumo stava uscendo dal suo interno, misto all'odore nauseabondo di carne bruciata. Prima che si rendessero conto di quel che stava succedendo un secondo attacco di quel tipo colpì un altro di loro alla testa, riducendolo ad un ammasso di poltiglia sanguinolenta. I tre ne approfittarono per lanciarsi nella battaglia e finire la restanti guardie. Soltanto uno di loro ne usci ferito ad una gamba. Garret alzando lo sguardo verso i bastioni del paese notò che vi era una figura abbigliata con un lungo mantello azzurro e dalla lunga barba grigia, che stava osservando la scena con le mani conserte sul petto. Quando vide un fulmine partire dalle sue mani, capì che era stato costui ad uccidere le due guardie con l'ausilio della magia. Puntò la sua freccia contro il mago, un momento prima di accorgersi che Ewan lo stava osservando. I loro sguardi si incontrarono all'unisono sotto la maschera di ferro del condottiero sfuggi un lieve sorriso. Per chissà quale strano motivo Garret non trovò la forza necessaria a scagliare il suo micidiale dardo. Qualcosa dentro di lui lo stava comandando di non farlo.
"Verrà il tuo tempo, non preoccuparti!", disse la voce.
Garret abbassò lo sguardo su Ewan che si stava avvicinando verso la moglie del barone, che era sempre chinata sul marito ormai defunto. Egli pulì la sua lama lorda di sangue sulle vesti della donna. Voltandosi verso i compagni gli fece cenno di salire sui destrieri. Quello ferito strappò un lembo del mantello di una della guardie per fermare il sangue che usciva a fiotti dalla sua gamba. Ewan alzò la sua lama al cielo pronto ad abbassarla sulla testa della donna. Ancora una volta riportò la sua attenzione su Garret, che se ne stava immobile, come congelato.
"Tutto questo non ti interessa.... lascia perdere..... non è ancora venuto il tuo momento!"
Rimise la freccia nella faretra che portava a schiena e se ne andò per la srada principale del paese. A diversi decine di metri di distanza potè sentire il grido di dolore della donna, mentre la sua vita le veniva portata via in chissa quale barbare maniera. Alzò lo sguardo al cielo ed ancora una volta interrogò il fato, chiedendosi se quella voce che aveva udito dentro di se era vera o meno, forse soltanto il suo buon istintinto di sopravvivenza. La gente era fuggita chissa dove e stranamente nessuno era stato attaccato ed ucciso all'infuori del barone e delle sue guardie. Adesso lo sapeva, adesso ne era certo, il condottiero Ewan, sempre che fosse lui, cominciava davvero ad essere un eroe per lui!"


Note: questo è il primo racconto che ho scritto in vita mia e risale a ben 4 anni fa.
Questa è soltanto l'introduzione al racconto, che comprende ben più di 120 pagine.
Se interessati a continuarne la lettura fatemelo sapere.
Si accettano commenti e critiche ma ricordo a tutti che nel caso fosse scritto un po male, è stato il mio PRIMO esperimento come scrittore.


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