Inizio la serie di percorsi monografici con un gruppo che sarà sicuramente sconosciuto ai più e che ha fatto molto discutere:
ATARI TEENAGE RIOT (ATR)
da sinistra: Shizuo, Hanin Elias, Alec Empire, Carl Crack
Perché ho scelto di parlarvi di loro? Perché sono originali, provocatori, cattivi e sorprendenti. Ci sarà tempo a sufficienza per parlare di metal o di celtica… alla fine questi sono generi che si conoscono bene. Ciò che fanno gli ATR invece no… per chi li ascolta per la prima volta lo shock sarà inevitabile!
Vediamo… se vi piace il metal più grezzo e veloce, ma non disprezzate nemmeno sperimentazioni elettroniche; se ideologicamente siete degli anarcoidi inkazzosi; se preferite club saturi di aria irrespirabile ad un concerto allo stadio e se vi sorprendete spesso a sfogare la rabbia urlando a squarciagola… allora questo è il gruppo che fa per voi! Dirigetevi rapidamente verso il vostro spacciatore di cd preferito ed ordinate (ordinate… il loro materiale è difficile da reperire) un loro album, chiudetevi in casa e sparatelo a tutto volume! Meglio ancora in macchina mentre guidate di notte in città!
Da evitare accuratamente prima di un corteo o di una manifestazione… potreste trovarvi rapiti da un irrefrenabile ed incomprensibile raptus violento alla vista di un vigile urbano!
Ora, prima di sparare definizioni sul genere che fanno, diamo un occhio alla loro storia:
BIOGRAFIA
I dissidenti dell’hardcore berlinese Atari Teenage Riot fanno parte di una nuova generazione di artisti techno tedeschi (tra cui lo stesso Alec Empire degli ATR, EC80R, Speed Freak, DJ Bleed, ecc.) che cercano di riconnettere la musica con il radicalismo politico attraverso eccessi sempre maggiori, esperimenti ibridi e traendo ispirazione da tutti i generi musicali, dallo speed metal all’acid, dalla jungle al punk hardcore. Formati nel 1992 da Alec Empire, Hanin Elias e Carl Crack, il primo controverso singolo degli ATR,
Hunting for Nazis (
A caccia di nazisti [n.d.rose]), fu pubblicato dalla roccaforte della techno tedesca Force Inc. quello stesso anno (il proprietario della Force Inc., Achim Szepanski, è anche noto per la sua militanza nel radicalismo politico). Da allora il gruppo ha pubblicato una sere di singoli e di album, tutti istantaneamente riconoscibili per il loro mix di suoni chiassosi ed impetuosi, scambi da 200 ed oltre bpm (battute al minuto [n.d.rose]), riff di chitarra massicci ed un buon insieme di urla.
Simili nella motivazione agli Underground Resistance di Detroit o al gruppo industrial dance Consolidated, gli ATR hanno professato un coinvolgimento con una generale spinta conservatrice nel clima politico occidentale (particolarmente in Germania dopo il collasso del comunismo in Russia e nell’Est Europa), proponendo lo sviluppo di modelli di cultura giovanile nuovi ed apertamente politici come forma di reazione.
Sorprendentemente, i primi singoli del gruppo li portarono ad un accordo discografico con la major britannica Phonogram nel 1993, per la quale pubblicarono una serie di singoli prima di svincolarsi dal contratto (l’etichetta, a quanto si dice, voleva dal gruppo una techno più “lineare” e commerciale). Usando l’acconto che la Phonogram aveva loro versato per l’album che non hanno mai inciso, gli ATR formarono la Digital Hardcore Recordings (DHR) nel 1994, l’etichetta sotto la quale avrebbero pubblicato la maggior parte del loro materiale, inclusi gli album
Delete Yourself! e
The Future of War più una serie di singoli ed EP. La DHR si è ulteriormente espansa fino ad includere una serie di promettenti artisti tedeschi, tra cui EC80R e Shizuo, con idee politiche simili, e firmarono un contratto di licenza con la Grand Royal, l’etichetta dei Beastie Boys, nel 1996. In parte grazie a quel contratto ed in parte grazie alla crescente popolarità del membro degli ATR Alec Empire (che ha pubblicato una serie di album da solista e singoli per Force Inc., Chrome, Mille Plateaux e Riot Beats, come per la DHR), gli ATR sono diventati una delle prime band della nuova scuola della techno europea a raggiungere il successo in America grazie ad una radio alternativa e a MTV, che avevano trasmesso la band alla fine del 1996, e grazie alla pubblicazione all’inizio dell’anno seguente di una compilation americana che raccoglieva pezzi dai loro primi due album (
Burn Berlin Burn, 1997 [n.d.rose]). Il loro terzo album
60 Second Wipe Out apparve nel 1999 per la Elektra. Dopo quell’album, la band si concesse una pausa per permettere a Crack di sottoporsi ad una cura psichiatrica e di occuparsi della sua salute in declino a causa della dipendenza. Sfortunatamente la pausa non fu sufficiente e Crack fu trovato morto nel suo appartamento di Berlino il 6 settembre 2001. ~
Sean Cooper, All Music Guide
Traduzione di rose
Aggiungo come postilla all’articolo di Cooper che nel 2002 è stato pubblicato il
Live at Brixton Academy 1999.
DISCOGRAFIA ESSENZIALE
Delete Yourself!
(1996, DHR)
12 tracce che servono come perfetto biglietto da visita del gruppo tedesco. Una mistura di techno, metal, punk sguaiata e arrabbiata. Forse il disco più melodico degli ATR, non manca di presentare parti parlate e urla da comizio. Il titolo della prima traccia è già una dichiarazione di intenti, sia artistici che ideologici:
Start the Riot. Notevoli anche la più rockettara
Speed, la più morbida
Sex e la canzone-manifesto
Kids Are United, con un ritornello melodico dal sapore puramente punk.
The Future of War
(1997, DHR)
Probabilmente l’album più rabbioso e più ideologico, anche se è difficile assegnare una palma. Molto più “industriale” rispetto all’esordio, qui il sintetizzatore la fa da padrone, sputando basi veloci e martellanti. Per quanto riguarda la voce, oltre al solito cantato/urlato maschile, ora ne compare anche uno femminile, che la leggera distorsione rende tagliente e graffiante. Da notare la violentissima
Fuck All! e le provocatorie
Deutchland (Has Gotta Die!) e
Destroy 2000 Years of Culture. Un’ultima traccia che vorrei segnalare è
Death Star, una tra le poche canzoni non “tirate” della band, ma forse la più claustrofobica.
60 Second Wipe Out
(1999, DHR Elektra)
Album riassuntivo della band, segna il raggiungimento della maturità artistica ma nessun cambiamento sul piano ideologico. Lo si capisce subito dall’introduttiva
Revolution Action, dalla paranoica
U.S. Fade Out, dall’arrogante
Your Uniform (Does Not Impress Me!) e dalla conclusiva
Anarchy 999.
Ultima traccia che segnalo di questo album è
Digital Hardcore, che sembra proprio una dichiarazione di intenti in campo prettamente musicale, come per ribadire il nome del genere che propongono e di cui sono stati tra i primi fautori.
Una band estrema e provocatoria sotto tutti i punti di vista!