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 Oggetto del messaggio: Sarcofagus - Envoy Of Death
MessaggioInviato: mar ott 13, 2009 02:27 
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Il nome del gruppo in questione ben si associa con la riesumazione che segue in questo topic.
Vi basti sapere che “Envoy Of Death” è un disco grezzo ed introvabile, reperto di un tempo in cui l'ascolto della musica metal non era ancora per buona parte un'occupazione saltuaria di ragazzini brufolosi. La difficoltà con cui si reperivano i dischi alternativi aumentava il piacere di goderseli in ripetuti ascolti. Certe canzoni ti entravano nell'anima e ti accompagnavano nelle intere giornate. Ma basta con questi discorsi nostalgici e passiamo al dunque:
Ringrazio metallized per la recensione nella quale mi sono permessa d’aggiungervi qualche nota chiarificatrice tra parentesi quadra.

Sarcofagus, un nome misterioso, che ho cercato per tanti anni dappertutto...avevo sentito parlare di questo misconosciuto gruppo finlandese, e sia il nome che la descrizione che ne veniva data ("gruppo doom"), mi avevano incuriosito molto. "Envoy Of Death" non e' il primo album della band, bensi' il secondo (il primo e' "Cycle of life"), ed e' sicuramente il migliore dei due. Un album che non e' propriamente doom metal, ma prende a piene mani dalla tradizione hard rock anni '70, per poi inserire abbondanti innesti di Black Sabbath (piu' per il sound della chitarra che altro, preso pari pari da quello del grande Tony Iommi) e di Pentagram (per la voce di Jukka Homi, molto simile a quella di Bobby Liebling, sia nello stile quasi "psichedelico", che proprio nella tonalita' [per chi non conoscesse i Pentagram, vi basti sapere che sono il gruppo doom metal più importante della storia, nonché pionieri e padri fondatori del genere grazie a dischi del calibro di “Relentless” e “Day of Reckoning” nd.illusoria]), a formare un album abbastanza particolare ed originale, lontano anni luce dalla concezione che si ha oggi della parola "doom", ma comunque con un atteggiamento malinconico e malato. Il mastermind Kusniemi prende su di se' il carico di tutto il songwriting/lyrics-writing (rispetto al debut, nel quale si divideva il lavoro con Hannu Leiden [non presente in "Envoy of death"], che era anche il cantante, con risultati a mio parere non eccelsi), sfornando un album decisamente una spanna superiore al pur discreto "Cycle of life", che riesce ad esprimere una concezione di heavy rock abbastanza particolare, che finalmente non guarda soltanto ai Black Sabbath (soprattutto quelli degli album "Volume 4" e "Sabotage" come unico fulcro del proto heavy metal, ma si ricorda dell'esistenza anche dei "cugini poveri" (come fama, ovviamente), ovvero appunto i Pentagram, che hanno per la prima volta instillato nella musica heavy un atteggiamento malato, "ubriaco", heavy non tanto nel sound (decisamente piu' leggero rispetto alla band di Ozzy Osbourne), quanto nelle atmosfere stranianti che riuscivano ad evocare nell'ascoltatore. Ecco, potremmo fare un parallelo con i Witchfinder General, altra band misconosciuta dei primissimi anni '80, che pero' erano quasi dei cloni del Sabba Nero, nonostante avessero comunque un atteggiamento piu' "goliardico", se cosi' possiamo dire : sia i W.G. che i Sarcofagus sono comunque band che sono riuscite, nella loro brevissima carriera (due soli album ufficiali), ad assimilare il primissimo sound del destino funesto, ognuno a modo suo, per continuare la tradizione, e spargere gli insegnamenti di chi si interessa agli aspetti piu' oscuri e misteriosi della vita; e infatti i Sarcofagus si chiedono cosa ci possa essere dopo la vita, e per rispondere prendono spunto dalle credenze degli antichi Egizi, per i quali, una volta conclusa l'esistenza terrena, l'anima si doveva presentare di fronte ad una corte, che l'avrebbe giudicata in base a quanto fatto in vita; ogni brano e' quindi la storia di un'anima, che racconta la sua vita al giudice, ovvero l'Inviato della Morte.
"Envoy of death" e' un disco particolare, assolutamente da avere per chiunque apprezzi Black Sabbath, Pentagram e hard rock settantiano, e piu' in generale per chi voglia ascoltare qualcosa di diverso rispetto ai soliti dischi che escono oggi: avrete l'occasione per ascoltare anche il brano che io considero il piu' AGGHIACCIANTE della storia del rock/metal, ovvero la mostruosa "Black Contract", quasi dieci minuti di terrore puro, un brano abbastanza differente rispetto agli altri (senza considerare le due bonus track cantate in finlandese, e tratte da "Motorbirds", album mai pubblicato e scaricabile gratuitamente dal sito http://www.sarcofagus.net [sito che non esiste più nd.illusoria], molto piu' influenzate dal rock'n'roll e dal punk, interessanti e che vi faranno battere il piede senza che ve ne accorgiate), ma che da solo rende i Sarcofagus una band da avere: se volete saperne di piu', non dovete fare altro che acquistare questo grande disco (purtroppo non sara' facile, a causa della sua scarsissima diffusione [Cercarlo nei negozi è un impresa disumana, per i possidenti di carta di credito è relativamente semplice, per chi vuole optare per metodi alternativi ai primi due deve avventurarsi in ricerche astrofisiche nd.illusoria]).


Aggiungo a quanto detto in recensione solo che la qualità di incisione del disco lascia a desiderare.


Il myspace del gruppo è abbastanza irrilevante, scarno e con delle tracce disponibili all’ascolto che non sono niente di che (se ci fosse stata disponibile black contract vi avrei consigliato di visitarlo, ma tantè), stesso discorso vale per il loro sito: http://www.sarcofagus.com


Immagine

Esiste un modo gratuito per poter ascoltare l’intero album, dovrebbe essere perfettamente legale, ma nel dubbio evito di parlarne.

_________________
Non siamo che polvere e ombra.
(Orazio)


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