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 Oggetto del messaggio: "Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro..."
MessaggioInviato: mar apr 14, 2009 17:55 
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Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.


Giacomo Di Girolamo


Ho trovato questo scritto su Facebook, è una provocazione che mi è piaciuta moltissimo, così ho scelto di condividerla con voi.

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un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te
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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: mar apr 14, 2009 20:28 
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Ho spostato il topic di Pharaun Mizzrym all'interno di quello di più ampio respiro che tratta il terremoto in generale.
[/MOD]

Mi trova parzialmente d'accordo.
Gli errori ci sono, vanno denunciati, le responsabilità accertate, i colpevoli puniti. Ma è utopia, lo so.

Tuttavia non credo che decidere di non aiutare con uno sforzo extra le persone che hanno bisogno dia veramente lo stimolo alle persone o allo stato per cambiare le cose. Il problema non è l'atto di carità di per sè, ma il fatto che in Italia ci sia lo sport "aggira la legge piuttosto che rispettarla, tanto prima o poi arriva il condono": vale per tutto, dalla costruzione di edifici poco sicuri, allo scippo, all'evasione fiscale.

Abbiamo poco da girarci attorno, finchè vince la politica del condono, nessuno avrà lo stimolo di fare le cose meglio ma guadagnando meno.
E' molto più conveniente guadagnare oggi, e pagare (nel remoto caso che ti becchino in fallo) una somma irrisoria domani per metterti in regola. Vedasi abusi edilizi, fiore all'occhiello dell'Italia (la cui lotta ha fatto cadere Soru dalla presidenza della Regione Sardegna e messo al suo posto uno che la prima cosa che farà - parole sue - sarà cementificare le cose, su ordine di Berlusconi).

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: mer apr 15, 2009 18:21 
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ieri notte son tornato dall'Aquila.
Quel che si vede è poco. Case deserte, praticamente zero autovetture e zero mezzi pubblici in giro, gli unici a girare sono solo le Forze dell'Ordine, gli alpini e le protezioni civili.
Nelle tendopoli poi si trova di tutto da gente spaventata che ha perso poco e che resta in tenda solo per paura fino a bambini di pochi anni che hanno perso entrambi i genitori. Molti hanno avuto un lutto e qualcuno sta ritrovando il sorriso grazie all'attività di alcuni animatori (Clown) che organizzano spettacolini teatrali, Karaoke e giochi per i più piccoli.
è arrivata beneficenza di ogni tipo, da soldi a vestiti da arredamenti a furgoni pieni di pane.
La vita se così la si vuol chiamare sta tornando normale ed il sentimento che più affiora parlando è la rabbia d'aver visto crollare nuove costruzioni.
spero che questa tragedia dia lo spunto per una ricostruzione sensata con contributi statali/europei

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: mer apr 15, 2009 18:38 
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E quando un giornalista fa il suo lavoro e mette in luce ANCHE le inefficienze della macchina della prevenzione e dei soccorsi, allora tutti gridiamo allo scandalo e ci indigniamo per quei poveretti morti sotto le macerie.
E allora, cari italiani del menga, tenetevi i servizi lacrimosi e vomitevoli del TgX, tutti uguali, tutti in mano a giornalisti compiacenti che non vedevano l'ora di mostrare Berlusconi e altri politic(ant)i di maggioranza e opposizione andare in gita tra le macerie a distribuire abbracci e sorrisi davanti alle telecamente, utili quanto una mazzata sui denti.

L'Italia fa schifo? No, gli italiani fanno schifo. Sveglia gente.

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio apr 23, 2009 22:12 
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Io non mi sento schifosa perchè ci sono degli sciacalli che sono convinti di rappresentarmi. E come me ce ne sono tanti.
Il fatto che l'esistenza di individui ancora capaci di indignarsi passi in sordina è solo perchè, come accenna l'autore del messaggio postato da Pharaun, con tutto lo schiamazzo mediatico che si fa sempre su ogni cosa, non si sentono le voci di chi ha l'educazione e il buon senso di non strillare tanto in piazza e invece fa, agisce e senza perdere tempo in chiacchiere.

E... a proposito di passerelle, immagine e fumo negli occhi... qualcuno ha idea di quale beneficio possa portare concretamente ad una popolazione sottoposta a stress estremo come quella abruzzese l'organizzazione del G8 proprio a L'Aquila? Ha una qualche ragione "valida" che io non riesco a vedere?


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio apr 23, 2009 22:36 
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Darkwing ha scritto:
Io non mi sento schifosa perchè ci sono degli sciacalli che sono convinti di rappresentarmi. E come me ce ne sono tanti.


Non ho detto TUTTI gli italiani eh :P

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio apr 23, 2009 23:00 
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Darkwing ha scritto:

E... a proposito di passerelle, immagine e fumo negli occhi... qualcuno ha idea di quale beneficio possa portare concretamente ad una popolazione sottoposta a stress estremo come quella abruzzese l'organizzazione del G8 proprio a L'Aquila? Ha una qualche ragione "valida" che io non riesco a vedere?

a parte l'ovvia pubblicità mediatica e l'attenzione del mondo intero ci sarebbero gli alberghi, i locali e le spese sostenute da tutte le autorità, le Forze dell'ordine, le scorte e tutto il restante codazzo; nulla di eclatante, ma in questi momenti anche se poco tutto fa brodo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio apr 23, 2009 23:39 
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Opere di manutenzione straordinaria su strade, infrastrutture ed edifici ospitanti, eseguiti a tempo di record. :sisi:
Diciamo che si avrebbe un risparmio dovuto al fatto che comunque quella manutenzione andava fatta comunque a spese dello stato.
Anche se così viene abbandonato tutto l'ambaradan alla Maddalena, con cantieri che non verranno mai chiusi, temo. Cappellacci - il servo - ci è rimasto maluccio. :asd:

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio apr 30, 2009 16:48 
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Località: Cagliari
Si siamo tutti pronti ad indignarci, chi più chi meno, a prendercela coi politici, coi costruttori, con le imprese edili, con chichessia, perfino con Dio, c'è anche chi se la prende con la protezione civile e col 118 che non sono, in tante troppe situazioni stati celeri e rapidi nell'intervento.

Però vorrei ricordare che al di là dell'indignazione c'è chi si spacca il culo AGGRATISE per gli altri e che chi lo fa non è nè dotato di buonismo ne di grandi, illuminati sentimenti, solo si ritrova con due braccia forti e sane in più da prestare.

Per cui non dimentichiamoci che anche dopo la tragedia c'è la voglia di ricostruire, la voglia di vivere e di aiutarsi, a volte rallentata da inutili polemiche che la maggior parte delle volte servono solo per scaricare un sistema nervoso messo troppo a dura prova.

La comprensione è per tutti, non solo per alcuni.

Grazie di cuore a chi legge e riflette,che sia d'accordo o meno.

P.S.: non dimentichiamoci.

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PER QUALSIASI RIMOSTRANZA SU TORTURE O AVVELENAMENTI O OMICIDI SIETE PREGATI DI NON SCASSARMI LE COSIDDETTE, MA DI RIVOLGERVI AL MIO AVVOCATO...ORE PASTI, CHE NEL RESTO DEL TEMPO LAVORA ALACREMENTE PER CONQUISTARE IL MONDO!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio apr 30, 2009 17:06 
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Località: Soncino (CR)
Mi mancava molto il tuo tono smaliziato.
Le polemiche sono spesso un modo per celare la propria ipocrisia.
Se ci si indigna, si ringhia e si punta il dito su qualcuno, ci si sente anche meno "sporchi" o colpevoli se non si fa nulla per aiutare.

_________________
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Miss Maglietta Birrata 2008 :clap:


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio mag 07, 2009 09:40 
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Località: Valm Neira
Pensateci bene, la prossima volta che acclamate Berlusconi come salvatore di Napoli, L'Aquila, casa vostra (o cosa nostra?).

IL RETROSCENA. Il contributo statale effettivo per ogni famiglia non sarà di 150 mila euro, ma di un terzo
Fondi "virtuali" e stanziamenti basati su previsioni di incassi crescenti delle lotterie

I trucchi del "decreto abracadabra"
ricostruzione diluita in 23 anni


http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... dabra.html

Come al solito, una notizia governativa di facciata e una realtà ben più triste. Che tristezza questa Italia. :?

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio mag 07, 2009 20:56 
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non esiste limite al fondo di questo barile chiamato Italia

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: gio mag 07, 2009 21:33 
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Skaan Natsaclanee ha scritto:
non esiste limite al fondo di questo barile chiamato Italia


Eh si... non ci sono più le metafore di una volta :asd:

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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: dom mag 10, 2009 22:20 
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Iscritto il: sab mag 02, 2009 16:11
Messaggi: 230
23 anni, appena che finiscono viene un altro terremoto e le devono rifare......


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 Oggetto del messaggio: Re: Terremoto in Abruzzo
MessaggioInviato: lun giu 01, 2009 18:23 
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"Porterò gli sfollati in crociera"

Repubblica — 30 maggio 2009 pagina 14 sezione: CRONACA
L' AQUILA - La tredicesima visita alle zone terremotate del premier Silvio Berlusconi è stata forse la più difficile. Edè iniziata con una disdetta. Il presidente del consiglio all' ultimo momento ha deciso di non partecipare alla cerimonia di consegna delle lauree alla memoria degli studenti di Ingegneria morti la notte del sisma. Una manifestazione forse considerata a rischio contestazione in quanto criticata da alcuni familiari delle vittime polemici con Università e Governo. «Inderogabili impegni a Roma» l' ufficiale motivazione dell' assenza. La giornata aquilana del Cavaliere così è iniziata con un' altra cerimonia, la riapertura di una piccola parte dell' ospedale San Salvatore (trasformato in tendopoli dal giorno del sisma). E qui ad attenderlo non c' erano solo il viceministro alla Sanità, Ferruccio Fazio e diversi assessori regionali e comunali, ma anche qualche contestatore. Come Bruno, cinquantenne che vive in tendopoli: «Silvio fatti processare, non contestare i magistrati; e rispondi alle domande». Un' isolata protesta che però ha avuto la forza di far sparire due aste con relativi microfoni sistemate all' ingresso dell' ala appena inaugurata. Una volta dentro i reparti, il Premier decide sì di parlare, ma solo ai microfoni delle tv: «Questo ospedale, riaperto dopo 47 giorni dal terremoto, è quasi un record. Non ci sono più malati nelle tende da campo e avremo presto 247 posti letto». Mentre lo ascolta, il primario di Medicina interna, Vittorio Festuccia, scuote la testa. È stato lui, in tre ore, a trasferire tutti i malati al nuovo padiglione. «Certo, è stato fatto tutto troppo in fretta - racconta - ma non voglio pensare che ci sia una relazione tra l' inaugurazione e la scadenza elettorale. Per il momento, sono contento per i miei pazienti. Però, per favore, non raccontate che oggi abbiamo inaugurato l' ospedale, che invece è ancora disastrato». Alla tendopoli di Sant' Elia Berlusconi è accolto dagli applausi. «Entro la fine di novembre non ci saranno più tende». E garantisce: «Per l' estate stiamo organizzando una serie di vacanze al mare e delle crociere sul Mediterraneo». Poi il pranzo con una famiglia di sfollati. A metà pomeriggio l' incontro con gli amministratori dell' area del cratere, e due annunci: «Risarcimento totale anche a i proprietari non residenti della zona del centro storico»; «rimborso per le mancate entrate fiscali di Comuni e Provincia». - GIUSEPPE CAPORALE

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"Quali crociere, soldi per le nostre case"

Trentino — 31 maggio 2009 pagina 05 sezione: ATTUALITÀ
L’AQUILA. Continua lo sciame sismico, e ancora la terra trema e fa paura nell’aquilano martorizzato dal terremoto del 6 aprile. Altre sette scosse, di magnitudo da 2 a 3.5, si sono succedute dalle ore 3.46 alle ore 5.35 dell’altra notte. Quella di maggiore intensità è stata registrata alle 4.55. Le scosse hanno provocato disagio tra la popolazione, rientrata a dormire nelle case agibili, e sono state nettamente avvertite anche nelle tendopoli. E ieri, armati di striscioni, megafoni, fischietti e caschi protettivi rossi e gialli, centinaia di aquilani sono entrati per la prima volta dentro la «zona rossa» del centro storico della città. Si erano dati appuntamento la mattina sotto la Fontana Luminosa, all’ingresso nord del corso principale per chiedere che vengano scritte nero su bianco le modifiche al «decreto Abruzzo» proposte dalle comunità che abitano nell’area del cratere. Dalla Fontana Luminosa in corteo avrebbero dovuto raggiungere via Strinella, senza percorrere le strade del centro, ma da subito tutti i manifestanti sono stati determinati nel voler violare la «zona rossa» che delimita l’area più danneggiata della città e interdetta. Ci ha provato il sindaco Massimo Cialente a calmare gli animi spiegando che, viste anche le continue scosse della notte precedente, circolare in centro sarebbe stato un rischio. Per scongiurare ulteriori momenti di tensione, le forze dell’ordine, insieme al sindaco, alla presidente della Provincia, Stefania Pezzopane e esponenti della Fiom-Cgil, hanno organizzato cordoni di sicurezza per permettere ai manifestanti di percorrere in fila indiana un centinaio di metri di corso Vittorio Emanuele per poi ripiegare verso il forte spagnolo, facendo un piccolo tratto di via Garibaldi. I manifestanti si sono quindi radunati al parco del Castello per un sit-in. «Con i fondi del decreto non ci facciamo nulla - ha esordito il sindaco Cialente - allo stato abbiamo meno di 70 milioni per l’intero patrimonio del centro, quando i Beni culturali stavano facendo saltare il progetto della metropolitana di superficie, che aveva già impegnato 20 milioni di euro, per salvaguardare due palazzi in via Roma». Il primo cittadino è stato determinato nel ribadire che «non vogliamo un centro storico ricostruito a ‘groviera’ né che vada nelle mani della Fintecna». Alle sue parole ha fatto eco la presidente della Provincia dell’Aquila, Pezzopane. «Quello di oggi - ha commentato - è stato un segnale forte che ha dato l’idea della determinazione dei cittadini a ricostruire presto e bene. Non c’è nessun dubbio sulla necessità di cambiare il decreto e di riprenderci la città». La richiesta dei comitati cittadini, tra cui il «3e32» ai politici locali è quella di appoggiare una manifestazione a Roma prima che il decreto passi allo studio della Camera. Ironico il commento dei cittadini sull’ultima promessa del premier. «Ma quali crociere! - ha detto la presidentessa dell’associazione a tutela del centro storico, Luisa Leopardi - Sarebbe meglio spendere quei soldi nella ricostruzione delle nostre case».


A questo proposito mi ritorna in mente la famosa citazione attribuita talvolta a Maria Antonietta, talvolta ad altri potenti che, a proposito del popolo affamato, che non aveva neppure il pane recitava: "se non hanno pane, che mangino brioche!"
A quanto pare, tra i famosi a cui tra qualche secolo potrà venire attribuita, vi sarà anche il Silvio nazionale. :roll:


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