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 Oggetto del messaggio: L'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 13:40 
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Leggete che CI fa bene ed è una riflessione che l'italia leghista e punitiva dell'ultimo biennio dovrebbe essere invitata a fare
Ma costa sempre più riflettere ed indagare un problema alla radice e ha un ritorno di immagine molto inferiore e nel lungo periodo rispetto ad un inasprimento della pena:

Italiani, l'imperativo categorico morale è uno, e uno soltanto: PUNIRE!

L’ipocrisia del proibizionismo
«Prima di togliere l’alcol da quei tavoli, bisognerebbe sapere con che cosa sostituirlo»

di Mauro Covacich da Corriere della Sera 19 giugno 2009 in risposta alla proposta del Comune di Milano di vietare la vendita dell'alcool e blindare la città affetta da "pandemia"

Quando mi capita di camminare per il centro di Padova o di Trieste o di Udi­ne in una bella mattina d’inverno e in­contro i classici crocchi di ragazzi che stanno marinando la scuola seduti sot­to le stufe a fungo dei dehors con pro­secchi e caraffe di spritz, non nego un certo disagio. Però, anche se non sono un sociologo, né un genitore, né tanto­meno un amministratore, mai ho pen­sato che il problema si potesse risolve­re togliendo gli spritz dai tavoli di quei ragazzi. Piuttosto qualche volta mi sono chie­sto: perché un sedicenne alle dieci di una mattina piena di sole preferisce ubriacarsi invece di godersi un giro in motorino, o dare due calci al pallone, o anche sì, al limite, andare a scuola? Per­ché la vita agli occhi di quei sedicenni è già diventata così logora e nota da po­ter essere affrontata solo con i sensi an­nebbiati?

La questione non è se bere fa male — tutti, anche quei ragazzi seduti attor­no alle caraffe, sanno che fa male —. La questione è che bere risolve un ma­lessere maggiore, bere fa stare meglio. Allora forse, prima di togliere l’alcol da quei tavoli, bisognerebbe sapere con che cosa sostituirlo. Temo che si tratti di un obbligo morale. Se avessi sedici anni oggi, anch’io mi ubriacherei alle dieci di mattina. Una società che sa so­lo pretendere alte prestazioni, numeri, primati possibilmente spettacolari, e non riesce a sparare neanche un trac­ciante in cielo per le generazioni più giovani, non può rifugiarsi nell’ipocri­sia del proibizionismo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 14:16 
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Applausi per Covacich. :clap:

PS: lo spritz è una cagata pazzesca. Ma si sa, nel Nord Est i giovani non capiscono molto di alcolici. :asd:

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Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 14:21 
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rischi di attirarti l'ira funesta :sisi:
Personalmente non lo gradisco ma tira da bestia anche se da noi, risentendo dell'eco suddico e nordico, abbiamo un po' di tutto e di più :P

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 14:32 
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Parole sante... :(
Ne parlavo giusto qualche tempo fa con mia madre, che è insegnante. Anche lei ha osservato un cinismo e una mancanza di entusiasmo per tutto anche nelle generazioni più giovani, che cercano in tutti i modi di provare qualche emozione forte con trasgressioni non sempre innocue.
E anch'io nella mia cerchia di amicizie ho osservato questo fenomeno, che mi mette una grande tristezza.

Sarebbe davvero bello se chi di dovere capisse che determinati comportamenti sono un effetto e non una causa. :?


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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 14:36 
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oh miss ma chi di dovere SA benone non viene da Marte: è solo che oggi la politica non è risolvere problemi magari anche con scelte impopolari o i cui effetti si vedranno nel tempo, è solo riuscire a non essere messi in nomination al prossimo televoto :)

Con un target point a brevissimo raggio (manco 5 anni se contate tra amministrative e quant'altro in mezzo) è impossibile avere un progetto organico che è l'unico a risolvere le cose, si parli di pizza, educazione o quel che sia

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 14:41 
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Detto ciò, mi chiedo quale sarebbe la causa?
Famiglia disattenta, amici scemi, noia? Politica, come suggerisce MM? O solo educazione carente (intendo anche come istruzione scolastica)?

Sicuramente qualcuno dirà che é colpa di internet, gdr con bevute in taverna, fumetti, videogiochi XD

Scherzi a parte, secondo me la noia può essere un fattore importante, in qualche modo certe persone crescono senza avere passioni. Magari anche un po' di scimmiottamento/tirarsela "da adulti", un po' come accade per il fumo quando si é ancora adolescenti.

Chissà. Da astemio, ovviamente non riesco a capire. Giusto con un po' di astrazione pensando alla mia golosità di dolci, che però riesco a controllare un po' :goccia:

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"[...]vedete dei marinai che stanno scaricando delle tasse..."
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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 14:57 
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Ma soprattutto è difficile ubriacarsi con vinello annacquato, il giornalista dovrebbe informarsi meglio. :P
Probabilmente bevono roba molto più pesante dello spritz. :sisi:

MasterMind ha scritto:
rischi di attirarti l'ira funesta :sisi:
Personalmente non lo gradisco ma tira da bestia anche se da noi, risentendo dell'eco suddico e nordico, abbiamo un po' di tutto e di più :P


Lo so, per questo lo dico.
Se dicessi "la cacca fa schifo" nessuno si sdegnerebbe, tutti siamo d'accordo. Ma cercando di mettere in discussione la "religione dello spritz" che è venerato in Veneto e dintorni come se fosse ambrosia (solo perchè VA DI MODA e non perchè è effettivamente di qualità) allora si che faccio qualcosa di cui compiacermi.

Ho ricevuto insulti per questo da un tizio veneto che diceva di avere 3 case in Costa Smeralda e chissà quali altre ricchezze: per questo doveva avere sicuramente più ragione di me, a suo dire. Sguazzo nella mediocrità altrui, non riesco a farne a meno. :asd:

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 15:02 
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Magari sono giovinetti o reggono male l'alcol... Quasi sicuramente mescolano in ogni caso :sisi:

In ogni caso è comodo reprimere piuttosto che insegnare ed educare

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 15:09 
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Darkwing ha scritto:
Ne parlavo giusto qualche tempo fa con mia madre, che è insegnante. Anche lei ha osservato un cinismo e una mancanza di entusiasmo per tutto anche nelle generazioni più giovani, che cercano in tutti i modi di provare qualche emozione forte con trasgressioni non sempre innocue.
E anch'io nella mia cerchia di amicizie ho osservato questo fenomeno, che mi mette una grande tristezza.

Sarebbe davvero bello se chi di dovere capisse che determinati comportamenti sono un effetto e non una causa. :?


Personalmente trovo questo ragionamento ricorrente col passare delle generazioni.
I nostri nonni dicevano dei nostri genitori le stesse cose che loro dicono di noi. E che noi diremo ai nostri figli: "non avete più ideali, siete scapestrati, ai miei tempi c'era più rispetto..." etc etc. :d

Semplicemente cambia il modo di esternare un malessere, proprio di tutti gli adolescenti, e più pressante grazie al benessere sempre crescente al passare dei decenni.
Chi è povero o davvero disagiato, ha meno tempo per piangersi addosso, deprimersi o pensare alle proprie sfortune, riuscendo a cogliere le poche cose buone che riesce a conquistare duramente: lo dicono anche le statistiche. :)

Quindi penso che il discorso sia leggermente più complesso di così: non basta offrire tutto lo svago possibile ai giovani, tanto troveranno modo di esternare il proprio rifiuto per il mondo in ogni caso. E ogni età ha il suo modo: negli anni '80 c'era l'eroina, poi le pasticche degli anni '90, ora c'è la cocaina e l'alcool diffuso.

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 18:28 
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Darkwing ha scritto:
Parole sante... :(
Ne parlavo giusto qualche tempo fa con mia madre, che è insegnante. Anche lei ha osservato un cinismo e una mancanza di entusiasmo per tutto anche nelle generazioni più giovani, che cercano in tutti i modi di provare qualche emozione forte con trasgressioni non sempre innocue.
E anch'io nella mia cerchia di amicizie ho osservato questo fenomeno, che mi mette una grande tristezza.


Sessant'anni fa i giovani facevano il passo dell'oca e pestavano gli ebrei.
I giovani tedeschi invece li infornavano.

IMHO la situazione è migliorata alquanto.
C'era pure un poeta latino (non ricordo quale, dovrò cercare) che diceva che i giovani erano senza valori e blabla. Avesse avuto ragione ora non saremmo qui a scrivere su un forum, in un'Europa che per la prima volta vede 50 anni di pace (più o meno :asd:), ma a picchiarci con le clave mangiando carne umana.

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 Oggetto del messaggio: Re: Lì'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 18:45 
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Per la barba dei miei quindici bisnipoti! Parlate come se avessimo cento anni! :jollone:

Scherzi a parte, stiamo parlando di una generazione che non può ancora essere 'nostra' figlia, e anzi... si sovrappone a noi. Non è quindi un discorso: si stava meglio quando si stava peggio, ma è appunto più complesso e molto meno pulito.

Concordo con MM sul menefreghismo della classe dirigente che pensa a mantenere il budget in positivo soltanto per il proprio mandato (anche se alla fine sono sempre gli stessi sulle stesse poltrone a rotazione da decenni...), ma voglio rincarare la dose di cinismo. Secondo me è peggio di così, secondo me c'è un intento attivo da parte della dirigenza a voler plasmare persone il più possibile fragili e l'esempio degli indottrinamenti portato da KT ne spiega il motivo.

Nell'articolo si dice una cosa interessante sulle possibili modalità con cui si ottiene questo risultato: [...]Una società che sa so­lo pretendere alte prestazioni, numeri, primati possibilmente spettacolari[...]

Ci ho riflettuto e sono d'accordo con lui.
Apparentemente l'idea di offrire dei modelli molto elevati può sembrare costruttivo, ma bisogna vedere quanto il target sia avvicinabile.
Noi accendiamo la scatola magica, compriamo i giornali, le riviste, andiamo a scuola, all'umiversità, entriamo in un locale, ci presentiamo per un colloquio di lavoro, andiamo a fare la spesa e non siamo liberi. Siamo condizionati dalle apparenze.

Ora, si può dire che l'apparire è sempre stato importante, certo, il primo impatto conta sempre, ma io non fatico a chiamare la nostra generazione la prima veramente costruita interamente sul mondo dell'immagine. Sempre più gradualmente, da quando eravamo piccoli noi trentenni (o quasi) di oggi c'è stato un crescendo di importanza dell'immagine. L'immagine è diventata una necessità.

Partiamo dai bambini che non si sentono in grado di essere accettati dai compagni di scuola se non hanno la cartella o il diario e affini con l'immagine del loro eroe dei cartoni animati più in del momento.
Quando eravamo bambini noi era un fenomeno incipiente, oggi è esploso in tutta la sua vacuità.
Le ragazzine a dodici anni vogliono il vestitino firmato, i maschietti l'oggettino hi-tech più di tendenza e devono apparire perfetti, belli, sorridenti, come usciti dalla pubblicità del Mulino Bianco.
Che poi si faccia fatica ad arrivare alla fine del mese non importa, i genitori ritengono più importante mostrare una facciata di perfezione.

E sono sempre i padri e le madri che, nascondendosi dietro al desiderio di vedere il proprio figlio realizzato e felice, esibiscono il pupo come la loro macchina nuova ogni volta che prende voti eccelsi a scuola. E il voto diventa motivo di immagine al punto tale che mamme e papà sono disposti a battagliare infinitamente non tanto perchè al bambino o al ragazzo sia data un'istruzione dignitosa, ma perchè è brutto vedere quel numero scritto in rosso, perchè è brutto sentirsi dire che un compito è stato insufficiente. E allora giù maestri e insegnanti costretti a cercare ridicole ellissi verbali tipo "non ha raggiunto pienamente l'obiettivo" per non offendere la sensibilità di nessuno e non dire che un bambino tanto bello e perfetto è stato capace di creare una schifezza!

E poi vogliamo parlare di lavoro e studi superiori? Forse è meglio di no, perchè mi sento male nel vedere come già in dieci anni l'università sia stata demolita e di come i più giovani (parlo per esperienza direttissima!!!!) siano diventati arroganti e viziati, perchè tutto, ma proprio tutto tutto tutto è loro dovuto, pur di mantenere quest'aura di beata perfezione che è tanto cara a tutti.

Il risultato è che non c'è educazione alla frustrazione. Basta un no, basta un fallimento per mandare una persona alla disperazione.
I più giovani, ma anche tanti meno giovani, a volte si sentono schiacciati da ciò che pensano ci si aspetti da loro. Altre volte invece soddisfano pienamente i "requisiti" ma non sono i loro requisiti, sono artificiali, imposti... e così si sentono vuoti e impossibilitati, non solo a seguire la loro strada naturale, ma addirittura a riconoscerla!
Non parliamo poi delle prospettive per il futuro che in ogni caso vengono offerte. Nei giovani non c'è speranza. Ammettiamolo.

Svagarsi quindi diventa sinonimo di distacco dalla realtà, una realtà che non piace sotto molti aspetti, una realtà che è una trappola. Molti non dicono 'esco con gli amici', ma 'vado a bere con gli amici'! Suona un po' tipo: mal comune mezzo gaudio! E lo fanno per "sballarsi"! Con consapevolezza!!!!

Giuro di aver ricevuto questa spiegazione da un diciottenne di quelli proprio al di sopra di ogni sospetto, il classico 'bravo ragazzo' che porta a casa la sua media dell'8, mezzo ritienuto utile a far tacere i genitori insoddisfatti e che - lui spera - gli servirà per guadagnarsi stima e apprezzamento. Come se fosse implicita l'equazione: siccome sono bravo e perfetto, sono amabile.

E' aberrante, se ci pensiamo. I ragazzi cercano soltanto affetto e accettazione e pensano che si possano comprare, come tutto il resto. Non passa nemmeno per la testa il fatto che non si ama qualcuno per cosa sa fare e per cosa possiede, ma per che cosa è. Confondono l'affetto con la stima e l'ammirazione.
Io ho provato molte volte a spiegare la differenza a diversi ragazzini. Non la capiscono! :?

Il diciottenne che ho portato ad esempio è un'anima fragile? Sì, senza dubbio, ma l'osservazione dà questo fenomeno di costume in crescita ed io lo confermo.
Ribadisco che è un fattore educativo non riconducibile ad un'unica fonte (sarebbe meravigliosamente semplice eliminare il problema, se fosse così!), ma che gioca a vantaggio della classe politica, ben felice di avere un popolo facilmente controllabbile e ricattabile nei desideri.

Questo significa che sono loro, i politici, che dovrebbero occuparsi della questione, visto che ne sono i principali beneficiari, ma è proprio per questo motivo che non possono e non vogliono farlo. :(


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 19:23 
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Si entra nel campo del benessere = malessere come dicevo poco fa. E non è qualcosa di recentissimo. :nono:
In Giappone, il tasso di suicidi per "fallimento personale" è altissimo: sia che si tratti di studenti, sia di professionisti. Come fuggano dalla realtà i Giapponesi è noto, e non è molto differente dal nostro modo di agire.

Sinceramente non trovo il bere o la droga un buon modo per fuggire dalla realtà. Personalmente non sono l'eroe romantico in lotta contro il mondo crudele, ma il freddo razionalista che sa come funziona il mondo e accetta le mazzate che la vita prima o poi ti riserva.
Stordirmi non cambia nulla, domani mattina il mondo farà nuovamente schifo, e avrò il mal di testa. E a 40 anni avrò fegato o altri organi spappolati. XD
Ovviamente qualche sbornia in allegria ci può stare, ma senza che diventi la prassi, se no sai che noia. :D

Comunque è bene non generalizzare troppo: in ogni età ci sono state persone bisognose di "evadere" proprio perchè incapaci di accettare se stessi e il mondo circostante.
Baudelaire non ci dice nulla? Potrebbe essere uno di quei ragazzetti dissoluti, che passa le sere a bere e i pomeriggi a scarabocchiare poesie sul forum di Valm Neira, sfogando il suo dolore. ;)

Come ben dici, l'immagine ora conta molto di più, ma semplicemente si tratta di traslare il concetto di "vincente". Nell'era delle immagini digitali condivisibili istantaneamente probabilmente la bellezza acquista valore, ma è solo uno dei tanti status symbol della nostra società. Vengono sempre prima i soldi, a mio avviso, poi tutto il resto. :P

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: ven giu 19, 2009 19:53 
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Iscritto il: gio apr 19, 2007 09:13
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Sono d'accordo. E non penso che in questa epoca e in questo luogo le cose vadano peggio di come siano andate in passato o di come si manifestano in altri paesi.
Certo, credo che il problema vada riconosciuto e ammortizzato. Se nessuno se ne preoccupa mai non si risale nemmeno mai e non si verificano i momenti di crisi che periodicamente compaiono nella storia umana.

Anch'io vivo il divertimento come te, e anche a me è capitato sia di ricercare evasione, sia di bere in compagnia, ma trovo anch'io malsano farlo per dimenticare, (senza contare che poi io sto proprio male se bevo, l'unico vantaggio che ho rispetto a molti è che la 'ciucca' mi costa pochissimo XD ).
Penso però che anche quelli che bevono per stordirsi sappiano che poi si sentono male, ma ci sia una volontà autolesionistica magari generata da un senso di colpa nascosto, magari proprio per il senso di inadeguatezza.

E per inadeguatezza non intendo solo quella estetica, peraltro molto soggettiva. Quando parlo di immagine, mi riferisco a tutto un genere di status symbol utili ad apparire. Questo comprende certamente anche, e probabilmente soprattutto, l'esibizione della ricchezza e del potere.

Continuo a trovare emblematico l'esempio del diciottenne "per bene", che non è fisicamente bello, ma fa la ruota come un pavone ostentando giocattolini tecnologici e pagelle da manuale, convinto di essere una persona "migliore" di altri per ciò che sa e che possiede, non per come è, per ciò in cui crede e per come si comporta con gli altri.

Non lo giudico male per questo - tra l'altro è una persona a cui sono affezionata - e non giudico criminosi i desideri di evasione di altri ragazzi come lui. Anzi, è proprio il contrario.
Mi fa male sentire gli adulti, i padri, i nonni, gli intellettuali sparare sentenze su questi giovani che prima hanno spogliato di tutto il loro entusiasmo per la vita e poi mandano alla gogna parandosi il posteriore con proposte proibizionistiche. :(


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: sab giu 20, 2009 11:17 
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Iscritto il: ven set 03, 2004 23:47
Messaggi: 8034
Località: Roma
In realtà qualche ragazzo/a potrebbe anche essere mio figlio/a :goccia: (certo uno di 10 - 14 anni massimo)
Comunque a parte le stupidate, molti giovani oggi vanno a sbronzarsi, a farsi ri boba o semplicemente a fumare solo per sentirsi "Cool"
Come se essere strafatti di cocco fosse la cosa migliore del mondo e non ci si potesse divertire senza ubriacarsi.
Magari hanno troppe alternative? Troppo poche?
Non posso saperlo per certo, ma forse la colpa è anche dei genitori che gli permettono di farlo.
Io di certo non resterei con le mani in mano se un mio ipotetico figlio tornasse a casa alle 4 di mattina strafatto (e non ditemi che non si vede)

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ipocrisia del Proibizionismo
MessaggioInviato: dom giu 21, 2009 14:36 
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Iscritto il: mer lug 13, 2005 14:43
Messaggi: 8646
Se c'è possibilità di fare qualcosa, state pur certi che qualcuno la farà.
Se poi questa certa cosa viene incoraggiata e fomentata, quelli che la faranno saranno ancora di più.
Se infine su questa cosa si fonda un business mondiale, le possiblità di fare questa cosa saranno sempre di più e sempre più spesso.

A sugello di questo movimento, ci sono le leggi del mercato.

Se al posto di "qualcosa" ci mettete "bere" o "fumare" o "giocare d'azzardo" o ancora "vestirsi in un modo" o "comportarsi", il ragionamento filerà comunque.


Non ci vedo nulla di strano, marcio, inadeguato o complottista nelle abitudini, giovanili come di chiunque. Sono il frutto di una società che cambia o la dimostrazione che certe abitudini, certi commerci, certe scelte sono radicate nella cultura del tempo.



Dal canto mio, quello di un totale ingorante in campo di economia, preferirei imporre più tasse ai produttori, compratori e ai distributori di bevande alcoliche sul suolo italiano... di conseguenza dovrebbe aumentare il costo degli alcolici ed esserne ridotto il consumo, quindi, anche se di poco, la produzione.

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Every day meditate for ten minutes. If you have no time, meditate for an hour.


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