Sbagliato. Non stiamo affatto esagerando, è una decisione perfettamente in linea con l'evoluzione della società italiana. Evoluzione che possiamo non apprezzare, questo è vero, ma coerente.
Mike Bongiorno esisteva ben prima della famigerata "videocrazia", ed ha contribuito (pur se, credo, involontariamente...) a creare la forma mentis adatta ad accoglierla nelle teste degli italiani. Ma oltre a questo possibile demerito va assolutamente ricordato il fatto che, nei primi anni delle trasmissioni televisive, la tv ha rappresentato il collante decisivo nella creazione del popolo italiano. Insomma, l'avvento di una stessa lingua e di uno stesso pensiero, pur se con le note differenze regionali, c'è stato grazie alla televisione e, tra gli altri, una spinta molto importante l'ha data Mike Bongiorno. Gli italiani sono nati, per quanto possa essere triste dirlo, grazie alla televisione. Non per niente, la portata sociale di Mike Bongiorno lo ha reso protagonista, già negli anni '60, di un saggio di Umberto Eco di cui tutti in questi giorni avrete sentito parlare. Non è un caso. E, se vi capita tra le mani, leggetevelo. E' tutto men che attuale, ma dà una buona idea su diversi fenomeni sociali del tempo. E sul perché, in soldoni, Mike Bongiorno si meriti i funerali di stato più di qualsiasi altro morto illustre che l'Italia potrebbe offrirci oggi.

Mi trattò da rettile. Non fingerò cordoglio
di Paolo Villaggio

Oggi pomeriggio dormicchiavo, entra la cameriera filippina: «Signor Villaggio, es morto un grande presentatore televisivo de Italia». Dio mio ho pensato io, ma guarda un po’ povero Pippo, ma roba da pazzi dico, Pippo ancora così giovane, così valido. Poi invece arriva mia moglie e dice: «Hai visto è morto Mike Bongiorno». Beh, vi confesso che dovendo scegliere forse avrei preferito la prima soluzione, perché Mike era veramente un monumento italiano. Un monumento e anche una certa mediocrità perché Mike, bisogna riconoscerlo, ha avuto la fortuna di essere mediocre, parlava un linguaggio comprensibile per i 47 milioni di italiani di quegli anni lontani ormai, che erano al 20 per cento quasi analfabeti e lui con un suo linguaggio più che da maestrina elementare quasi da bidello era riuscito a farsi capire ed ad arrivare dove non era arrivato nessuno. Noi a quei tempi avevamo subìto, accettato, e si pensava ma «dimmi un po’ dove pensa di arrivare questo». E adesso meriterebbe dei grandi funerali in Duomo. Comunque sarà un funerale importante e ci sarà sicuramente Berlusconi e ci sarà, vivo finalmente, fortunatamente Pippo Baudo e ci sarà Letizia Moratti, ci saranno tutti, molti, tantissimi, quelli sopravvissuti naturalmente, colleghi di lavoro.

Beh lui è stato responsabile forse di un abbassamento generale della cultura italiana degli ultimi quarant’anni. La televisione purtroppo ha sostituito la scuola, ha sostituito la famiglia, l’oratorio. E la scuola ha fatto cultura, ma ha fatto la cultura televisiva, una cultura molto bassa e adesso ne paghiamo le conseguenze. Lui è stato uno dei capo fila di quei televisivi che cercavano disperatamente il consenso, cioè i numeri. Io trovo che sia stata quasi deleteria la sua presenza, insomma a me non piace, sarebbe facile come sempre fingere il grande cordoglio. No lui è stato straordinario, c’erano dei momenti in cui si poteva anche sospettare che certe gaffe incredibili che ha fatto fossero premeditate. Io l’ho conosciuto a un Festival di Sanremo dove ero un giovane esordiente e lui non aveva capito che il mio modo di bistrattare il pubblico era un modo disperato per cambiare il rapporto con il pubblico, di cambiare il linguaggio che era diventato già stantio quarant’anni fa e mi ha trattato con un po’ di disprezzo,mi ha trattato quasi come un rettile, come uno scarafaggio. E quando son salito sul palco con lui nella serata inaugurale mi ha detto: «Tu però vai giù tra il pubblico perché qui forse...» e io gli ho detto: «Non ti preoccupare Mike che non sporco, quindi non c’è problema». Ma ho sentito che lui in fin dei conti era fiero della sua mediocrità perché non capiva e non sapeva, non aveva la percezione di essere mediocre.

Beh nonostante dica queste parole non entusiasmanti sul personaggio trovo che lui sia un vero monumento della storia dell’Italia. E dico la verità un po’ mi dispiace perché mi ricorda anche un periodo felice di un’Italia che era appena uscita da una guerra terrificante e cominciava a rinascere. E in quei tempi magri, i tempi famosi di «Lascia o Raddoppia», sembrava addirittura che l’Italia fosse diventata o si fingeva che lo fosse, non si sa, un quarto paese industriale della terra. Vabbé sono invidioso dei funerali che avrà. Avrà dei funerali non in Duomo, ma avrà dei funerali molto importanti e io purtroppo non li avrò. Vedete non si può dire che lui fosse un grande, lui era molto famoso, i grandi che ci sono mancati veramente della nostra cultura sono stati Pasolini, Fellini, Moravia, ma non certo il suo linguaggio, il maledetto linguaggio televisivo. Comunque Mike dovunque tu sia buona fortuna, non ti preoccupare tu sei uno che nella vita se l’è cavata alla grande sempre, te la caverai anche adesso.

Io invece trovo, a rigor di logica, che sia normalissimo per uno Stato omaggiare una tra le persone che più a contribuito alla formazione del popolo di quello stesso Stato.
Garibaldi, notoriamente, disse: "Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani." Ecco, Mike è stato uno di quelli che ha fatto gli italiani, e forse quello che l'ha fatto più di tutti. Lo sto legittimando in quanto persona? Non mi pare. Io odio la "cultura televisiva", e la metto volutamente tra virgolette. Mi trovo pienamente d'accordo con Eco e di riflesso con Villaggio che non inventa niente di nuovo dicendo che Bongiorno era un esemplare di mediocrità.
I meccanismi di cui parlo non hanno bisogno della mia giustificazione, non hanno bisogno di essere ritenuti validi. Lo sono. Chiunque sia in grado di esaminarli da un punto di vista oggettivo può capire senza problemi che, anche considerandoli in maniera del tutto negativa, si tratta di fenomeni di portata oggettivamente enorme.
Tu confondi l'abitudine con l'osservazione dei fatti. La pioggia non cade verso il basso per abitudine, lo fa perché c'è una cosa chiamata forza di gravità che attrae le masse d'acqua verso il terreno. Chiunque, osservando l'evoluzione di un fenomeno sociale, ne può parlare evidenziando questo o quell'aspetto, ma non si possono contraddire le verità fondamentali di quel fenomeno dicendo tutto e il contrario di tutto. Non posso dire che il '68 fu un movimento nazifascista, ma posso esaminarlo sotto diversi punti di vista per cercare di avvalorare una certa tesi.

Forse non mi sono spiegato bene, ma io non trovo giusto che Mike Bongiorno abbia i funerali di Stato. Semplicemente, non vi trovo assolutamente nulla di strano. Ancor meno per il fatto che, ricordiamolo, questa personalità esce vincitrice da una lunga carriera. Il fattore demagogico non è mai da sottovalutare.
Insomma, tutto ciò è lontano da essere inspiegabile. Giusto o sbagliato? Opinabile. Esagerazione? Decisamente no.

Azrael forse non hai capito che dicendo così legittimi chi ha voluto i funerali di stato per un personaggio televisivo, che non ha avuto alcun merito tranne quello di essere stato il rampollo di una generazione videocratica.

Che Mike Bongiorno sia stato un divo della TV, pur nella sua criticità, non dà il diritto a chicchessia di elevarlo a simulacro assolutivo per problemi forse insiti nella nostra cultura.

E qua sbagli, KT. Mike Bongiorno non è stato il rampollo, è stato il precursore. Il termine rampollo teniamolo per soggetti come Enrico Papi... Io non sto certo dicendo che Mike Bongiorno è un eroe nazionale o che vada considerato tale. Dico semplicemente che è normalissimo, al di fuori di ogni incomprensione o perplessità, che una nazione (non uno Stato, prima sbagliavo) nata dalla televisione ne celebri il suo esponente di maggior rilievo. Che questa nazione sia cresciuta con seri problemi di democraticità e cultura è poi un discorso totalmente a parte.
Insomma, sbagli proprio dicendo che qualcuno voglia "elevare" Mike Bongiorno. Con i funerali di Stato gli si riconosce né più né meno di quello che è stato: una personalità determinante (a differenza del maestro Manzi) per lo sviluppo attuale della società italiana.
Lasciando da parte ogni giudizio di valore su di essa, perché se vogliamo aprire un altro thread e sputare sulla cultura televisiva possiamo pure farlo ed io vi parteciperò volentieri.

forse la parte che può rattristare un po nel discorso è che lo stato, o per meglio dire le sue più alte cariche, abbiano ritenuto giusto omaggiare non l'uomo in quanto tale, ma “una personalità determinante per lo sviluppo attuale della società italiana”. Poiché è su questo aspetto che si è insistito, e non solo ora che è morto (il famoso saggio di Ecco non è appunto recente)

L'Italia è una repubblica fondata sulla televisione?

Perché porla come domanda? L'Italia è una Repubblica fondata sulla televisione (e, attenzione, nessuno dice che lo sia sempre stata o che debba per forza rimanere tale). L'uscita nelle sale di Videocracy è in ritardo, direi.

Comunque in Videocracy c'è Corona che si smandruppa il pisello.

Grazie per questa preziosa informazione, KT.

beh si.... è una scnea importate per un film che si propone di rappresentare la qualità della tv (cultura) italiana ... ma...