Questa sezione è strana, sono passato in pochi giorni dal "comunista" by Ravenard allo "Smithiano sognatore" di Rose
Perciò prima di proseguire la discussione, sgomberiamo il campo da alcune questioni:
Non penso, né mi pare di aver mai suggerito, che il privato sia nemmeno in minima parte animato da spirito di benefattore. Tendo sempre a considerare che il privato (e l'uomo medio in generale) si faccia bellamente i azzi sua. Dopodiché, dovessero manifestarsi segni di benignità sociale, tanto di guadagnato.
Non ho posto il modello inglese come clarissimo et insegne esempio da imitare, né mi pare di aver supposto che una nazione valga l'altra... tantomeno "
così fan tutti"
Ho posto un possibile esempio che ci permetta di contemplare la fattibilità di alcune soluzioni, fermo restando che non è scontato che ciò che funziona da una parte funzioni anche dall'altra (e viceversa).
Non sono qui per tessere l'apologia di alcun sistema economico o politico, ma semplicemente per contribuire con voi ad una discussione credo interessante che il Muze ci ha sottoposto.
Torniamo in argomento ^_^
Ci sono vari modi di privatizzare un servizio, entrare nei dettagli richiederebbe un trattato...
Si può privatizzare l'intero comparto, come ad esempio è accaduto con Telecom (sigh!), dove si è passati da un monopolio pubblico ad un monopolio privato, e solo oggi dopo tanta fatica, infiniti interventi dell'autorithy per le telecomunicazioni (che non sarà l'apice dell'efficienza, ma qualcosa ha fatto) e l'ingresso di soggetti privati (Omnitel/vodafone prima, Wind, H3G, Tiscali), dove la rete è stata resa coattamente disponibile ai concorrenti (Telecom è obbligata ad affittarne l'uso a prezzi convenzionati su cui vigila appunto l'autorithy), si ha qualche beneficio della privatizzazione. Se non altro potete scegliere a chi dare i soldi delle vostre telefonate.
Oppure si può scindere il comparto, privatizzarne una parte e lasciare in mano pubblica il resto, con ad esempio la rete in mano allo stato che la rende disponibile (dietro compenso) ai privati. Come il caso della fibra ottica norvegese, se non erro.
Nel nostro caso si potrebbe ipotizzare in questo caso una gestione statale della rete idrica, con il canone d'affitto utilizzato appunto per la manutenzione, alla quale viene concesso lo sfruttamento ad alcuni privati che possono cimentarsi nella fornitura ai consumatori.
Un pò com'è già avvenuto per la rete elettrica, dove ad oggi io posso scegliere il mio fornitore (Enel piuttosto che Sorgenia piuttosto che Sarcazzo).
Sono esempi, ce ne sono altri, e ciascuno andrebbe studiato e ne andrebbero valutati pro e contro per centrare quello più adatto al caso specifico.
Ma il punto sostanziale è che la privatizzazione consente allo stato di avere meno oneri a carico, e la possibilità, l'incentivo a svolgere un ruolo di garanzia più efficiente.
Le autorithy non sono così efficienti? Mah, forse, ma sono comunque più efficienti nei confronti di privati piuttosto che un ente che si suppone debba controllare se stesso.
Costerà di più ai consumatori? Credo di sì, ma questo, a meno che non si voglia proseguire sull'onda dei disastrosi dati sopra riportati, avverrà in qualunque caso, anche se tutto rimane così com'è.
E non è vero che ci sono attività che possono permettersi di continuare a creare deficit di bilancio statale: posso concedere l'ambito culturale, per non aprire parentesi troppo ampie, ma nella gestione dei servizi e dei beni primari si ha il
dovere di ottimizzarne l'uso.
E qua si passa a quanto affermato da Azrael, con cui devo dissentire.
Il privato ha interesse nella conservazione del bene nella misura in cui questo continua a garantirgli profitto.
Il pubblico ha interesse nella conservazione del bene nella misura in cui ci si affida all'etica, e al buonsenso dei responsabili messi dalla politica a gestire il bene.
E per quanto la prima ipotesi possa puzzare di amoralità, io mi fido molto di più del becero senso degli affari di un uomo che del buon cuore di un politico.
Ma questa, come dice Rose, è teoria.
La pratica sonola gestione pubblica e i numeri di cui sopra, dove la capra sta morendo di dissenteria e i cavoli iniziano a puzzare di marcio.
O facciamo finta di no?
Comunque su una cosa ti dò ragione Azrael... la questione sprechi è l'esempio più lampante.
Dati: allo stato attuale delle cose il sistema pubblico ha garantito perdite della rete pari al 37% della capacità. Dato medio.
E' vero, il privato spingerebbe al consumo. D'altra parte ogni cosa commercializzata è sottoposta alla propaganda della pubblicità. Dall'altro lato esiste il contrappeso di ogni singolo cittadino che utilizza il bene nella misura in cui ritiene etico e compatibile con le sue tasche. Contrappeso effimero? Forse, ma esiste, e non credo che né io né tu andremmo in giro a spargere acqua (pulita eh
) a caso solo perché il gestore ci invita a farlo.
Au contraire, al deficit creato nel sistema idrico c'è ben poco che ciascun consumatore/utente possa fare, per quanto buon cuore e intelligenza possa avere.