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 Oggetto del messaggio: Ennesimo esempio di razzismo
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Mc Talibe, la vendetta via radio
del dj venuto dal Senegal


http://www.repubblica.it/2005/b/rubriche/glialtrinoi/djsenegal/djsenegal.html


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Il dj Mc Talibe

DOVEVA essere un scherzo. "L'idea - ricorda Luca - è nata perché Mc Talibe in Senegal ha un sacco di fratelli, una ventina. Così abbiamo pensato di fargli rispondere ad un annuncio economico che offriva in affitto una casa al mare. Mc Talibe si sarebbe informato sul numero delle stanze e subito si sarebbe rammaricato perché lo spazio per la sua famiglia era insufficiente. Quindi avrebbe cominciato ad enumerare, uno dopo l'altro, i nomi dei suoi fratelli". Una goliardata radiofonica, una burla estiva per gli ascoltatori di "Sintony", la più seguita tra le radio private sarde.

Mc Talibe è il nome d'arte di Serigne Sira Seck, un senegalese di 27 anni che dal 2001 risiede in Italia, tra Milano e la Sardegna. Un immigrato privilegiato, dotato di regolare permesso di soggiorno, conteso dalle discoteche e dalle radio. Nel febbraio dello scorso anno, mentre era a Radio Dee Jay, lanciò una canzone ("Yo yo ya ya ye ye") che entrò nelle classifiche di vendita. In più, Mc Talibe è un tipo simpatico, che parla l'italiano alla perfezione e che è a suo agio negli ambienti più diversi. Fino a quel giorno, a chi gli rivolgeva la canonica domanda sul razzismo degli italiani, rispondeva con un sorriso.

Era il primo di luglio. "Pronto, chiamo per l'annuncio". Risponde la voce di una donna anziana, il tono inizialmente è cortese. "Sono un operaio di Brescia - continua Mc - e vorrei prendere in affitto la sua casa". "Di dove è lei?", domanda la donna. "Senegalese". Come possono testimoniare gli ascoltatori di "Radio Sintony" (la telefonata infatti è stata mandata in onda) a questo punto il tono della voce della signora cambia. E' imbarazzato, diffidente. Mc non ci fa caso. Domanda in che mese la casa è disponibile e la signora, intanto, chiarisce che al momento è occupata. Ci sono dei tedeschi", precisa. Poi fa sapere che è prenotata sia per luglio, sia per agosto. "Ok, va bene allora da settembre?". Niente da fare. "Ottobre?" Niente. Un weekend a scelta ("Verrei con la mia ragazza, che è sarda", dice Mc). Impossibile. Un muro. E quando Mc sta domandando perché mai abbia pubblicato l'annuncio, visto che non c'è posto, la signora riattacca.

In un paese che ha, tra i suoi parlamentari europei, quel Borghezio che definisce 'facce di merda' gli immigrati neri, il battesimo col razzismo di Mc Talibe, potrà anche apparire soft. In effetti abbiamo visto ben altre manifestazioni di intolleranza. Ma Mc proprio non se l'aspettava. Ci è rimasto malissimo. E anche Luca, il conduttore della trasmissione, che poco dopo ha composto nuovamente quel numero di telefono: "Pronto sono il dottor Lo Monaco, da Brescia, un libero professionista. Verrei ad agosto, con mia moglie e mio figlio". Inutile dire che la villetta al mare era libera e che l'accordo è stato raggiunto in pochi minuti. Anche questa telefonata è stata mandata in onda e e Mc, poco dopo, è tornato il buon umore. A decine hanno chiamato per esprimergli solidarietà e anche per offrirgli ospitalità nelle più belle zone di mare della Sardegna. A lui, alla fidanzata sarda e, se vorrà, anche ai venti fratelli che vivono in Senegal.

(La storia di Mc Talibe ci è stata raccontata dall'emittente sarda "Radio Sintony" di Cagliari)

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
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Vicenda un bel po' schifosa :? . Speriamo che cambi il vento...

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"[...]vedete dei marinai che stanno scaricando delle tasse..."
-Grande Pacho 'M Hell-


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che schifo il comportamentom di certa gente.

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del senno di poi son piene le fosse.

il loro dio non salva,non aiuta,non protegge e spesso la loro fede è una maschera sotto cui si cela il peggio dell'animo umano

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MessaggioInviato: mer lug 20, 2005 23:10 
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............................
sinceramente?mi faskifo....e spero solo che quella nonnetta legga il messaggio...perchè....mi fa veramente schifo....e la prossima volta ke prova a fare la razzista.....le mostro il suo albero genealogico...e vediamo da dove vengono le sue origini...:carta:
e ne riparliamo......





mi ha fatto sentire male...questa storia....vabbhe forse sarà che ho mangiato pesante XD

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MessaggioInviato: gio lug 21, 2005 01:07 
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Secondo me non è tutta cattiveria, è in parte giustificabile con un po' di paura.
Certo, immotivata, ma quando sei anziano e ne senti di tutti i colori... avrà preferito non prendersi la preoccupazione, anche se sapiamo bene che non ce n'era motivo.

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Nell'anno 1969 è bastata la potenza di calcolo di due Commodore 64 per mandare con successo una navicella sulla Luna.
Nell'anno 2003 è necessario un Pentium 4 a 2 Ghz per far funzionare bene Windows XP.
...Qualcosa deve essere andato storto!


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MessaggioInviato: sab lug 23, 2005 11:45 
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Sinceramente? Premettendo che non sono per niente razzista, ma non sono nè schifato nè sorpreso.. Insomma, i razzisti esisteranno, sempre, e non ho nessuna voglia di essere schifato per cose che purtroppo non si possono cambiare.. E dato che non sarò io a cambiare certe cose nè chi ci mette l' anima pur di far cambiare idea agli imbecilli, che ci posso fare? Mi spiace per chi è nato di colore diverso dal bianco, ma si sa che non è la pelle a stabilire se qualcuno è pezzo di m***a o meno..
Zen :twisted:

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Noi ingenui, inconsapevoli umani... Immemori e perduti invero siamo protetti dalla nostra stessa cecità che ci priva della visione della vera natura del mondo. Meri custodi di un universo che non ci appartiene, saremo spazzati via dall'avvento degli Antichi che, come una marea devastatrice, inonderà la nostra civiltà.. E' l'avvento delle tenebre!!!


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Località: La foresta di Sheerwood
Anch'io una volta ho assistito ad un episodio simile (nel senso che c'erano di mezzo un nero e una vecchia). Il nero era un venditore ambulante e stava insistendo con la vecchia per farsi comprare qualcosa (come fanno del resto tutti i commercianti) dicendo che aveva moglie e figli da sfamare. La vecchia l'ha mandato a quel paese dicendo che quando era giovane " nessuno l'ha aiutata, se l'è cavata da sola". Chissà se quando era giovane era anche un'immigrata senza casa schifata da mezza popolazione.... si può sperare che il vento cambi nel mondo, ma non qui in Italia per me.

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Le cose cambiano ma i tempi sono molto lunghi, come in ogni sorta di emarginazione e di discriminazione ci sono poche persone che vanno avanti e riescono ad espandere le loro giuste idee, basti pensare a cinquant'anni fa.. la situazione era notevolmente diversa sia per quanto riguarda gli immigrati che i gay (un esempio a caso di discriminazione)..

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Signori spettatori lo spettacolo è finito,
vi saluto con l’inchino,
sempre in bilico sull’orlo del destino
e un sorriso avrò per tutti voi,
che vediate nel funambolo un buffone
o che vediate in lui un artista
e ringrazio chi ha disegnato questa vita mia perché
mi ha fatto battere nel petto il cuore di un equilibrista.
- I Ratti della Sabina ~ Il Funambolo-


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ne dovrà passare di acqua sotto i ponti prima che certa gente capisca il significato delle due paroline Homo Sapiens :( :( :(

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Ibrahime, la morte di uno sprovveduto

Ibrahime Diop è stato doppiamente incosciente. L'ultima volta venerdì scorso, quando un giovane italiano gli ha piantato un coltello in pancia e l'ha ucciso. Ma ancor prima quando è arrivato a Napoli senza informarsi. Lo dimostra la scarsa 'notiziabilità' della sua morte.

Qualche articolo nelle cronache locali - perché un articolo in cronaca a un morto ammazzato non lo nega nessuno - e poi basta. Fosse stato più accorto, avrebbe avuto almeno la soddisfazione di diventare un "caso". Forse sarebbe stato pure insignito di qualche interrogazione parlamentare e, chissà, di una messa con le autorità. Invece niente: un incontro sfortunato, una coltellata al petto, un polmone bucato, e addio Ibrahima Diop e le sue fantasie di Occidente.

L'incoscienza dell'età. Ed ecco che un senegalese, per giunta irregolare che, dopo aver fatto il bracciante agricolo al Nord, si trasferisce a Napoli per guadagnare qualche soldo da 'vu cumprà' passeggiando nelle spiagge. La sera va alla stazione centrale dimenticandosi che le priorità dell'ordine pubblico sono altre. E così quando tre ragazzi italiani gli chiedono di tirare fuori i soldi, nega di averne, senza sapere che un nero, quando esce da un call center, ha "sempre" qualche soldo. I tre insistono, minacciano, e lui, come una sciura venuta dal Nord, resiste. Chissà, magari si aspettava che intervenisse la polizia.

Se si fosse informato, avrebbe saputo che attorno alla stazione di Napoli da mesi s'aggirano dei ragazzi italiani piuttosto svegli. Anziché rischiare l'osso del collo o la galera con gli scippi in motorino, hanno avviato un'attività magari meno remunerativa ma più sicura: rapinano gli immigrati, meglio se irregolari. Così i rapinati si trovano nell'alternativa tra fare denuncia ed essere espulsi o stare zitti e ingoiare il rospo. Nove su dieci ingoiano il rospo.

Pochi, o perché dotati di permesso di soggiorno o perché impulsivi, si rivolgono alle forze dell'ordine. Che raramente arrivano anche perché il solo accento dell'interlocutore chiarisce al telefonista che siamo alle solite, una rissa alla stazione dopo il calar della sera. Come dire, una lite tra jene e sciacalli.

Non sapeva lo sprovveduto Ibrahime che se per mesi un gruppo di persone perseguita un altro gruppo per il colore della pelle, quel comportamento è considerato razzista, e punito come tale, solo se i perseguitati hanno le carte in regola. E non solo il permesso di soggiorno, che peraltro Ibrahime non aveva, ma anche le carte sociali, diciamo, quelle che aprono le porte della stampa e creano i "casi". Per esempio, essere italiani e subire un analogo trattamento da un gruppo di albanesi. Col finale della coltellata e del morto. Allora sì che si va in prima pagina. E poi le fiaccolate, le dichiarazioni di Calderoli, e magari, se si ha un po' di fortuna, anche un telegramma di Pera.

Niente, invece. Così anche Tourè, l'ultima persona che ha visto Ibrahime vivo, adesso è nei guai. Niente male per un 'testimone oculare'. C'è chi su cose del genere ci ha campato tra interviste a pagamento e gettoni delle tv. Roba grande, titoloni tra virgolette: "Li ho visti". "Ho guardato in faccia gli assassini", etc etc. Invece Tourè, che in effetti gli assassini li ha visti e pure guardati in faccia, adesso gira per Napoli senza sapere che pesci prendere perché, manco a dirlo, anche lui è un irregolare. Ha paura di essere espulso e, in definitiva, non sa ancora se andrà a testimoniare.

Ma l'incoscienza dev'essere un tara della famiglia di Ibrahime. L'altro giorno, da Milano, è venuto a Napoli il fratello, Madiop. Lui è "regolare". Ha riconosciuto la salma, pianto come è giusto e poi, anziché andarsene, si è costituito parte civile. Dice, proprio come nei telegiornali le madri dei ragazzi perbene ammazzati, di volere giustizia. Intanto non ha nemmeno i soldi per portare via la salma e ha dovuto fare una specie di colletta tra gli amici. Una banale colletta che, a fatica, forse porterà a racimolare lo stretto necessario per il trasporto e che nessuno mai chiamerà "gara di solidarietà", che tra l'altro è un titolo, magari non molto originale, ma sempre di sicuro effetto.

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Un uomo di 39 anni denuncia il suo caso: "Ma non mi arrendo"
Dal 2000 nessun divieto ai prelievi per gli omosessuali
"E' gay, non può donare il sangue"
respinto da policlinico milanese

La decisione del medico nonostante l'ok della legge
"Rapporti tra maschi a rischio, con le lesbiche nessun problema"


MILANO - Se volete donare il sangue e siete omosessuali, badate bene: potreste essere scartati. "In Italia non si può". Anzi sì, ma dipende dai punti di vista (del medico). In pratica: non è che la legge lo vieti - un tempo era così, oggi non più - al contrario. E' che può succedere che qualcuno vi dica "no, se lei è gay allora niente prelievo". Proprio questo si è sentito rispondere, al Policlinico di Milano, Paolo Pedote, 39 anni, alla sua prima, mancata, donazione di sangue. E' il 16 agosto.

Pedote, che - ironizza - "nonostante l'omosessualità" è sano come un pesce, vede in giro uno slogan pubblicitario: "Se hai sangue nelle vene, dimostralo!". E' lo spot scelto dal Policlinico per incentivare la donazione. "Donare il sangue - si legge - è un gesto di altruismo e di responsabilità civile. Basta avere tra i 18 e i 60 anni, un peso superiore ai 50 kg, un buono stato di salute e avere fatto una colazione leggera...". "Ma soprattutto - aggiunge Paolo con un sorriso amaro - è indispensabile non essere omosessuali".

Lui di sangue nelle vene ne ha da vendere. E non può certo immaginare che i suoi gusti sessuali siano, per i medici, una discriminante. Così si presenta al Policlinico. Reparto trasfusioni e immunologia dei trapianti. "Alla reception - racconta - ti chiedono di leggere un modulo sul quale è indicato tutto ciò che presuppone la sospensione temporanea o definitiva dalla donazione: dai vaccini agli antibiotici, dai tatuaggi all'assunzione di droghe leggere; fino alle malattie infettive, sifilide, Aids, epatite".

Poi il punto più importante: "I rapporti sessuali, anche protetti, con persone a rischio, prevedono la sospensione permanente". "Giusto - dice Paolo - la discriminante infatti deve essere questa, i rapporti a rischio, di qualsiasi tipo. Non l'omosessualità". Che infatti, nel vademecum, non viene mai menzionata.

Il veto per chi ha rapporti omosessuali (maggio '91, decreto dell'allora ministro alla Sanità De Lorenzo) è stato abolito (nel 2000 dal governo Amato) dopo anni di lotte gay. Ma tant'è. "Avendo escluso tutti i motivi elencati - continua - mi sento del tutto idoneo come donatore. La dottoressa Elena Coluccio mi sottopone a una visita medica. Inizia una serie di domande considerate di routine per i neofiti della donazione. Lavoro, stile di vita, biografia sanitaria, via via fino alla mia vita sessuale: mi chiede se ho rapporti con una partner fissa o con partner femminili occasionali non protetti. Rispondo di no, i miei rapporti sono sempre protetti e mai a rischio, ma aggiungo che i miei partner non sono donne ma uomini perché sono gay".

Sul volto della dottoressa c'è un misto di panico e imbarazzo: "Allora, il problema è questo - mi dice - So che la legge permette anche agli omosessuali di donare il sangue, ma noi come nostra politica interna del Centro abbiamo deciso di non accettarli". Pedote reagisce indignandosi. "Lei mi porta dal dottor Maurizio Marconi. Il quale, dopo una cordiale stretta di mano, mi spiega il problema: "Io applico le leggi dello Stato"".

Segue contraddittorio sulle leggi dello Stato. "Mi dice: "Non è il suo orientamento sessuale a escluderla dalla donazione. Il punto è che i rapporti gay tra maschi sono sempre a rischio". Solo quelli. Infatti le lesbiche, mi spiega, vengono accettate. E comunque, conclude, "qui si fa così. Ognuno sceglie secondo coscienza. Mi dispiace". E se ne va". La direzione sanitaria, interpellata, rifiuta di commentare quanto accaduto.

Paolo Pedote esce umiliato e amareggiato dall'ospedale. Dice di non essersi mai sentito così offeso. Per di più, in barba alla legge. "Ma non mi arrendo, io il sangue voglio donarlo. E le norme me lo consentono". Piccolo particolare: di mestiere Paolo fa lo scrittore (collabora con la rivista Pride). Il suo ultimo libro si intitola "Omofobia". Ma questo i medici non potevano saperlo.

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Dopo la denuncia su Repubblica il ministro della Salute annuncia sanzioni
L'onorevole Ds Grillini presenta un'interrogazione parlamentare
Milano, donatore gay rifiutato
Storace apre un'inchiesta

L'Associazione omosessuale svela altri casi a Latina e Viterbo

MILANO - Il ministro alla Salute annuncia un'inchiesta e minaccia sanzioni. L'onorevole Ds Franco Grillini ha presentato un'interrogazione parlamentare mentre il presidente dell'ArciGay di Roma svela altri casi simili a Latina e Viterbo. Lo scandalo del gay respinto dal reparto trasfusioni del Policlinico di Milano ha smosso un vespaio.

Paolo Pedone, 39 anni, alla sua prima, mancata, donazione di sangue ha denunciato proprio a Repubblica che il 16 agosto è stato respinto dal responsabile del reparto trasfusioni e immunologia dei trapianti perchè è un omosessuale: "Ho risposto ad una richieta dell'ospedale. Alla reception ho compilato un modulo. C'erano domande sul mio stato di salute: se ho l'epatite, l'Aids o assumo droghe. C'era pure scritto: I rapporti sessuali, anche protetti, con persone a rischio, prevedono la sospensione permanente. E io ho ammesso di essere un omosessuale. Quindi, mi hanno risposto, niente donazione del sangue".

Il veto per chi ha rapporti omosessuali era contenuto in un decreto firmato dall'allora ministro alla Sanità De Lorenzo nel maggio '91, ma è stato poi abolito cinque anni fa dal governo Amato dopo anni di lotte gay.

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Devo riconoscere che Fini e Storace ultimamente si stanno rivelando meglio del previsto... per certi versi sono molto più a sinistra loro di molti politici del centrosinistra (vedi quel bigotto di Rutelli). :roll:

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inutile ragionare per colori, se qualcuno, che sia esso rosso o nero, ha una buona proposta, una buona idea per il bene del paese (ricordo che una nazione è la gente che la compone e non i confini di stato) è bene valutarla con attenzione.

Se gli immigrati REGOLARI hanno da espletare doveri è giusto che abbiano anche diritti idem gli omossessuali.

basta con la terra dei cachi cantata in faccia all'Italia da Elio...

siamo un paese CIVILE??

DIMOSTRIAMOLO!!!

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