Dopo aver terminato il primo libro e aver fatto passare qualche giorno per elaborare, ho pensato di scriverne la recensione.
La trama è abbastanza intricata, ne faccio un breve riassunto.
Il libro è quasi totalmente ambientato in superficie, dove il culto della Vergine Scura sta vivendo un momento di crisi. Dopo il fallimento di Halisstra Melarn, Lolth è tornata, più agguerrita di prima, e decisa a terminare la lunga sfida a Sava con la figlia (è proprio così che viene presentata la vicenda nel prologo, con le due divinità che muovono le loro “pedine” sul tavolo di gioco). Allo stesso tempo, anche Vhaeraun e i suoi seguaci si uniscono alla partita, stanchi di dover condividere la Superficie con le sacerdotesse di Eilistraee.
Lolth mette in campo il suo campione, Selvetarm, e i suoi chierici guerrieri mettono in atto una serie di violenti attacchi contro i luoghi di culto minori della Vergine Scura, ma il vero obiettivo è un altro...
Contemporaneamente, un sacerdote di Vhaeraun scopre un'antica pergamena, che contiene un potente incantesimo in grado di aprire un portale tra due piani qualunque, anche tra i regni di due divinità nemiche. Il suo obiettivo è quello di permettere al proprio dio di entrare nel regno di Elistrae per assassinarla, ma per farlo dovrà riuscire nell'impossibile: trovare altri tre drow che operino l'incantesimo assieme a lui, drow che dovranno fidarsi ciecamente l'uno dell'altro...
Halisstra fa nuovamente la sua comparsa, schiava di Lolth, Dama Penitente, piena di odio sia per la proprio padrona che per sua figlia. Anche lei dovrà scegliere da che parte schierarsi, sempre che la sua volontà possa combattere quella della Signora del Caos...
Infine, riappare la Crescent Blade, l'arma creata per uccidere gli dei, nuovamente integra, in attesa di essere impugnata dalla giusta mano.
Questo è lo sfondo su cui si muovono personaggi, come la sacerdotessa Qiluè, prescelta di Elistrae e di Mystra, Q'arlynd, il fratello di Halisstra, il Cavaliere del Canzone Oscura Cavatina, e diversi personaggi secondari.
La trama si regge bene in piedi, la narrazione è ben strutturata, le varie vicende si incastrano senza troppa difficoltà. Il modo di scrivere della Smedman mi piace, non si dilunga troppo in descrizioni, le pagine sono piene di azione. Forse non è un libro di grande profondità, però è ottimo per passare il tempo. Lo consiglio a chi ha letto la saga della Guerra della Regina Ragno, e in generale a tutti quelli che vogliono tenersi aggiornati sui drow,
poiché vi sono parecchi sconvolgimenti nel loro Pantheon che condizioneranno sicuramente romanzi futuri
. L'unico problema è che per poter capire tutto quello che succede bisognerebbe conoscere bene la storia dei drow, da quando erano semplicemente Elfi Scuri al silenzio di Lolth, e in generale le vicende che hanno coinvolto Eilistraee e le sue sacerdotesse. Sinceramente non so se ci siano dei romanzi in cui questi eventi sono narrati, anzi, se qualcuno ne è a conoscenza, sarebbe interessante aprire un topic per ricostruire tutta la cronologia.
Tornando al libro, altro punto a favore, è "quasi" auto-conclusivo, nel senso che finito di leggere ci si può ritenere soddisfatti anche se la storia principale continua.
Come difetto (ma è solo un mio giudizio personale), secondo me c'è una presenza eccessiva di personaggi "troppo" potenti.
Qiluè, sacerdotessa, maga e guerriera, è praticamente una semi-divinità. Cavatina è un chierico-guerriero che potrebbe sconfiggere Drizzt ad occhi chiusi.
Rispetto ai personaggi dei romanzi di Salvatore, ci troviamo ad un livello infinitamente superiore.
Inoltre la presenza quasi soffocante di chierici fanno sì che la Morte perde un po' il suo "ruolo", nel senso che i personaggi muoiono e vengono resuscitati in continuazione, le stesse ferite mortali vengono curate senza alcuna difficoltà. C'è anche da dire che la Smedman riesce un po' a “smussare” questo effetto inventandosi morti abbastanza fantasiose che rendono impossibile la resurrezione.
Comunque sottolineo che è questione di gusti, qualcuno può ritenerlo anche un fatto positivo.
Ribadisco il mio voto positivo, direi un 7+. Non aspettatevi chissà ché, ma preparatevi a passare qualche ora di piacevole lettura.
Spero che questa recensione possa essere utile a qualcuno (è la prima che scrivo, spero di aver fatto un lavoro decente. Ogni critica è ben accetta)