E su questo sono d'accordo con Nath.
Le larghe intese sono un insulto all'elettorato sia di destra che di sinistra. I programmi degli schieramenti sono praticamente opposti. E' impensabile trovare un punto di incontro che accontenti tutti. Ed è anche poco probabile vedere allo stesso governo Bertinotti e Calderoli (già qualcuno contesta le differenze all'interno del solo centrosinistra, figuriamoci tra destra e sinistra).

Berlusconi lascia a sorpresa San Siro, forse per andare a Gemonio da Bossi
"Finché Prodi non accetterà il dialogo semineremo dubbi sul risultato"
Il premier: "Sentenza già scritta
ma dobbiamo fare il possibile"


ROMA - "Capisco che sia una lotta improba, questi hanno una fretta matta di chiudere, ma tutto quello che possiamo fare facciamolo". Raccontano che Silvio Berlusconi abbia esaminato con attenzione tutte le opzioni che i suoi gli sottoponevano a Palazzo Grazioli per resistere a un verdetto "che ormai hanno già scritto". E quindi via libera alla contestazione del voto all'estero "che non corrisponde agli standard di un paese occidentale", sì ai ricorsi in tutte le circoscrizioni, benissimo le memorie da presentare alle future giunte per le elezioni di Camera e Senato (anche se il ministro Pisanu, presente alla riunione a via del Plebiscito, ha fatto successivamente una nota per prendere le distanze da tutto questo armamentario).

Senza nascondersi tuttavia che, ormai, è solo questione di tempo e presto - uno o al massimo due giorni - si tratterà di fare quella famosa telefonata a Prodi che è consuetudine nei paesi anglosassoni. "Con le scadenze internazionali che incombono - ammette Paolo Guzzanti al termine del vertice a Palazzo Grazioli - penso che prima o poi un colloquio ci sarà". Si capisce insomma che, dopo il verdetto della Cassazione, sarà inevitabile dichiarare la sconfitta.

Una considerazione che ha spinto ieri Berlusconi (per non parlare degli altri leader della Cdl) a non prestare la sua faccia, come inizialmente previsto, per sponsorizzare l'appello alla Corte di Cassazione affinché riveda i conteggi elettorali.

La prospettiva, si capisce, non riempie di gioia il Cavaliere. Ancora ieri lo hanno sentito lamentarsi con Calderoli, "che se non faceva la coglionata di mettere il veto in Lombardia a quel De Paoli, che voleva venire con noi, a quest'ora avevamo vinto". Ce l'aveva ancora con Tremaglia, "per l'idiozia di presentare quattro liste della Cdl pure in Antardide". Persino con Forza Italia, perché "i nostri rappresentanti di lista, diciamocelo, erano dei ragazzini volenterosi, ma pur sempre ragazzini".

Ma con la testa il leader della Cdl pensa già al dopo, a quando si tratterà di intavolare una trattativa con l'Unione da una posizione di minoranza. Per questo è fondamentale ora non mostrarsi deboli e costruire delle fortificazioni che possano resistere ai prossimi passaggi istituzionali. "Sino a quando Prodi non accetterà di aprire un dialogo con chi rappresenta più della metà del Paese - ha osservato infatti il premier - noi semineremo i nostri dubbi sui risultati".

Uno dei presenti alla riunione di ieri, con la mente alle imminenti scadenze parlamentari, riflette sull'atteggiamento dell'Unione mostrando un certo ottimismo: "Con il Senato in queste condizioni dove vanno? La verità è che anche loro aspettano che gli concediamo la vittoria per trattare con noi". L'unico ostacolo, agli occhi di Forza Italia, a questo punto resta Romano Prodi e la sua "incomprensibile tracotanza".

Un fastidio acuito dal fatto che persino all'abile Gianni Letta, mandato in avanscoperta dal Cavaliere dopo l'offerta di grande coalizione, sia stato ripetuto dagli uomini del Professore quell'invalicabile "niet" all'intesa.

Con altri leader "avveduti e lungimiranti", come ad esempio Massimo D'Alema, la trattativa potrebbe invece partire da subito: "D'Alema - osserva Sandro Bondi prima di allontanarsi sotto la pioggia dal portone di palazzo Grazioli - ha fatto capire di essere consapevole della realtà uscita dalle urne, mentre qualsiasi politico che non ne prenda atto non potrebbe che combinare guai. E Prodi non ne prende atto".

Il sottinteso è sempre lo stesso, quel governo di larghe intese che Berlusconi è sempre intenzionato a tenere sul tavolo. "L'Unione pensa a Prodi - confida un esponente di An che in questi giorni ha assistito alle consultazioni con il Cavaliere - ma noi in realtà stiamo già esaminando chi potrà essere tra sei mesi il "Lamberto Dini" da lanciare in pista". Per il Cavaliere resta però da convincere Umberto Bossi. Per questo ieri sera il premier era atteso a cena a casa del Senatùr: forse è questa la spiegazione della sua inaspettata decisione di lasciare lo stadio di Milano dieci minuti dopo esservi arrivato per assistere a Milan-Barcellona.

Secondo la TV il "Financial Times" inglese ha scritto :"Berlusconi non sa perdere".

- Link -

In questo stesso momento sto ascoltando il TG1:
"Il presidente Statunitense George w. Bush ha telefonato al neo-presidente del consiglio Prodi per congratularsi della vittoria elettorale",intanto Berlusconi dichiara:"io non telefonerò a Prodi per congratularmi della vittoria perchè ABBIAMO VINTO NOI!"


Intanto arriva la notizia che Casini dice:"quest'anno i voti per l'UDC e la CdL sono stati duplicati! e questo perchè? Perchè il nostro è un governo che non ha persone indispensabili,sono tutti utili al Partito e alla Nazione-IL NOSTRO E' UN GOVERNO SERIO!".


A chiudere il cerchio si presenta la news dall'inghilterra-il "Financial Times" scrive:"Berlusconi lo stà facendo apposta a gridare ai brogli elettorali e a ripetere di ricontrollare i voti perchè questo gli sarà utile in futuro per smontare con più facilità il Governo Prodi".

Scusate ma...
N'è che per caso al Berluska e i suoi affiliati non pare vero di dover farsi da parte e lasciare la poltrona più comoda?




Editato da Borgata: Modificato il link che alterava il template della pagina.

questa storia dei brogli è ridicola.... giusto Berlusconi e Calderoli (ke forse ha pure desistito lui ormai!) continuano a gridare al broglio!

Politici seri come Fini e Casini (e lo dice uno di sinistra ke cmq li stima) non le fanno 'ste piazzate... mah!

io non credo che sia ridicolo a priori..

credo che comunque ora come ora il dado sia tratto.
perciò come ho già detto sarebbe più sensato, anche in vista della nuova legislatura mettersi a fare opposizione dura e basta!

prima di morire mi piacerebbe tanto vedere un opposizione-di destra o sinistra non ha importanza- che non sia dura a priori, semplicementi proponga e appoggi se le proposte del governo sono giuste! invece ho l'impressione che si scannino sempre a prescindere dalle proposte-che diciamoci la verita' non le leggono nemmeno

Ci hai azzeccato Delund,in Parlamento più della metà dei deputati pensa ESCLUSIVAMENTE alle pippe sue,andando ndò cacchio gli pare per guadagnare il maggior profitto possibile.

ècosì da che mondo è mondo.
anche a me piacerebbe fosse realizzabile.
invece ciccia.

Ecco i nuovi ministri:
http://www.repubblica.it/speciale/2006/ ... stri2.html

Commenti?

avrei preferito Di Pietro alla Giustizia, Mastella non è che mi dia gran fiducia vedremo cosa succederà...

Io sono solo contenta di non vedere la Bonino alla Difesa... avevo già sentito troppi ufficiali (il fratello militare porta a strane conoscenze) che pensavano che sarebbe stato il caso di non darle onori al passaggio visto l'estremismo pacifista dimostrato da lei e partito.

E' curioso come nel XXI secolo sia quasi diventato un "reato" essere pacifisti.

Muzedon, non è reato essere pacifisti... e di solito i militari (tralasciando certi alti gradi) sono i primi che preferiscano la pace alla guerra in quanto loro sarebbero i primi a rischiare la pelle.

Il motivo di dette reazioni negli ambienti con le stellette è un altro:
fare il proprio lavoro e dovere, rischiando a volte la pelle, in generale limitandosi ad obbedire agli ordini in quanto tali (concetto quanto mai alieno oggigiorno)
E POI
sentirsi tacciare di essere dei violenti, militaristi, assassini, guerrafondai, ecc...
DA', giustamente dico io, molto fastidio.

Trovarsi come proprio Ministro una di quelle persone, o comunque una rappresentate di tali "estremisti" pacifisti, può sapere di presa per i fondelli... e a me personalmente un po' di ipocrisia*

Saluti,
K.

*: sei una pacifista (ecc...) e vai a fare (o pensano di metterti in tale posizione) il Ministro della Difesa (che quando vivevamo in epoche meno ipocrite aveva il suo nome corretto: Ministero della Guerra)?
K.

Se non ci fossere guerre i militari sarebbero sicuramente scontenti, altrochè.
Gli stipendi dei militari "in missione" sono molto più alti di quelli in caserma.

Per il resto il ragionamento fila, anche se va specificato che i pacifisti non accusano i militari di essere "guerrafondai etc" ma chi li manda come forze di occupazione in terra straniera.
Va comunque detto che se uno non è predisposto alla guerra, comunque, difficilmente farà il militare di carriera, così come uno che odia i computer non farà mai l'informatico, per intenderci.

Rovesciando il tuo discorso, potrei provocatoriamente dire che l'ipocrisia è di quelle persone che amano fare la guerra, e andare in missione, ma poi si offendono se gli si dice "guerrafondaio". Ovviamente è una forzatura, come lo è un po' il tuo post.

Touchè, Muzedon,

per quanto, ed è ciò che più mi lascia perplessa, come mai il militare, un tempo categoria rispettata quasi come rappresentante dello stato (e a volte scelta per ragioni non guerresche ma per seguire ideali di amor patrio, o il sogno, per dire del pilotaggio o della navigazione) è diventata una categoria guardata con sospetto e a volte neanche tanto implicito disgusto ("sei un guerrafondaio ammazzabambini")?

Le guerre in fondo ci sono sempre state... e sempre continueranno ad esserci e per questa ragione delle forze armate sempre ci saranno e serviranno.

Riallacciandomi brevemente al tuo intervento, giustamente dici che i pacifisti se la prendono con chi manda in azione di guerra (per quanto siano gli stessi che si straccino le vesti periodicamente dicendo che in quel paese o in quell'altro non ci sono le libertà personali, che è una dittatura ecc... e che nessuno fa niente) ma alla fine, spesso, chi si prende gli sputi e gli insulti non sono i capi di governo, la l'ufficiale in divisa che passa da quelle parti... o (e si spera che siano solo insulti) le forze di pubblica sicurezza poste ad evitare azioni dirette di manifestanti contro installazioni militari e non.

A tal proposito, mi pare che P.P.Pasolini, che sicuramente non può essere tacciato di simpatie nazionaliste, commentasse che durante certe manifestazioni fine anni '60 i "poliziotti/fascisti" erano i figli del proletariato mentre i "pacifisti/comunisti" erano figli della borghesia benestante. Stranezze ed ipocrisie dei nostri tempi.

Grazie del dibattito e buonaserata,
K.