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LAMU'

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LA CURIOSITA'
Creata dalla mente della sceneggiatrice nipponica Rumiko Takahashi, Lamù (titolo originale "Urusei Yatsura") fa la sua prima apparizione nel 1978 sulle pagine del settimanale fumettistico giapponese Shonen Sunday.

Il successo di Lamù arrivò a circa tre anni dalla sua pubblicazione, così si decise di trasformare questo personaggio manga in un cartone animato di ben 216 episodi.

Il successo di Lamù lo si deve principalmente alla caratterizzazione del personaggio, alle storie divertenti, bizzarre e piccanti, che riescono a sfruttare pienamente tutte le potenzialità dell'affascinate aliena dai capelli verdi.

Lamù infatti è una ragazza extraterrestre bellissima, dei favolosi capelli lunghi color verde acqua, occhi grandi dello stesso colore e un fisico mozzafiato, messo in evidenza da un bikini tigrato giallo. E' caratterizzata da due piccole corna che le permettono di volare e di lanciare forti scariche elettriche.

Il carattere di Lamù è imprevedibile; pur essendo molto testarda e gelosa (del suo tesoruccio, ovviamente) è anche incredibilmente innamorata e fedele, tanto da perdonare ad Ataru le sue scappatelle (naturalmente dopo averlo fulminato a dovere). Inoltre è incredibile quanto sia grande la sua ostinazione nei confronti di Ataru; potrebbe avere moltissimi altri ragazzi migliori di Ataru, ma lei non intende affatto abbandonare il suo "tesoruccio".

A volte Lamù cerca di preparare dei piatti sicculenti per il suo tesoruccio, ma il risultato non è mai quello desiderato. Se c'è una cosa in cui è assolutamente negata è proprio la cucina! Tra l'altro, visto che di cibo si parla, devi sapere che Lamù odia l'aglio

Il nome "Lamù" deriva probabilmente da Agnes Lum, nome di una cantante pop di Hong Kong, famosa in giappone negli anni '70 (esistono pero' altre versioni in cui Agnes Lum sarebbe una modella a cui la nostra Lamù assomiglierebbe). In giapponese, infatti, il nome "Lum" si pronuncia LA-MU; da esso il nome italiano di Lamù.


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LA STORIA
inizia quando il popolo alieno del pianeta Uru, decide di conquistare la terra, pertanto con la loro astronave, staziona in orbita intorno alla terra. Al fine di evitare inutili vittime innocenti, il comandante dell'astronave Uru, padre di Lamù, concede una possibilità ai terrestri, stabilendo una gara tra i due campioni dei rispettivi pianeti. Per il pianeta Uru viene scelta Lamù, mentre per il pianeta terra un supercalcolatore elettronico sceglie Ataru Moroboshi, un ragazzo che è sicuramente un campione...ma di sfortuna e codardia. Se in questa gara Ataru Moroboshi, riuscirà entro 10 giorni a toccare le corna di Lamù, la terra sarà salva. Ataru è conosciuto da tutti gli studenti del liceo Tomobiki, come un ragazzo pigro e svogliato, che anzichè studiare perde tempo dietro alle ragazze. Quando la scelta ricade su di lui trema dalla paura, al pensiero di dover affrontare un'alieno, ma quando dall'astronave arriva l'affascinante Lamù, per poco non sviene di felicità per quella dolce visione. LamùAtaru Moroboshi pensa che toccare le corna di Lamù, sarà un gioco da ragazzi, ma non ha fatto i conti con le straordinarie capacità della ragazza che è in grado di volare e di dare delle violente scosse elettriche. Intanto i giorni passano senza che il ragazzo sia riuscito ad avvicinarsi minimamente a Lamù, la terra sembra quindi spacciata. Ataru è triste e sente sulle spalle il peso di tutta l'umanità, l'unica che lo conforta è la sua compagna di classe Shinobu, che per incoraggiarlo, gli promette che se vincerà la sfida lo sposerà. A quelle parole Ataru ritrova grinta, idee e inveta uno stratagemma per catturare Lamù. Proprio l'ultimo giorno a disposizione, grazie ad un potente pistola a ventosa di sua invenzione, Ataru, strappa il reggiseno a Lamù, che nel tentativo di riprendersi l'indumento, viene afferrata per le corna dal ragazzo che salvando la terra dall'invasione grida:<<Ho vinto. Finalmente potrò sposarmi!>> Ataru si riferiva ovviamente a Shinobu, ma Lamù crede che Ataru intenda sposare lei. Nonostante la sconfitta Lamù è felice e abbraccia Ataru, riempiendolo di baci e giurandoli fedeltà eterna, mentre Shinobu che assiste alla scena, indignata e furente, volta le spalle al ragazzo, dandoli del "Dongiovanni da strapazzo". LamùDa qui in poi inizieranno le avventure e le disavventure di Lamù, che cercherà in tutti i modi di sedurre Ataru per convincerlo della serietà dei suoi intenti matrimoniali. Infatti nel pianeta Uri il matrimonio è una cosa molto seria, pertanto Lamù combatterà con tutte le sue forze per tenersi accanto il suo amato "tesoruccio" Ataru Moroboshi. Al fine di raggiungere il suo scopo, Lamù perseguita Ataru, andando ad abitare in casa sua e seguendolo persino all'interno del liceo, cosa che farà perdere la testa a parecchi suoi compagni di scuola. Ataru però, continua ad inseguire la sua ex fidanzata,Lamù Shinobu che stanca della continua presenza anche di Lamù, si innamora di un suo compagno di classe, il bello e ricchissimo Shoutaro Mendo, che è però innamorato a sua volta di Lamù. Fra i tanti simpaticissimi personaggi che compaiono nel cartone animato di Lamù ricordiamo Sakurambo, un monaco buddista amico di Ataru che gli preannuncia eventi disastrosi e che insieme alla bella nipote Sakura, combatte gli esseri soprannaturali. Una simpatica presenza continua è anche Jariten, il cuginetto di Lamù che svolazza quà e là ed è sempre pronto a difendere lamù in caso di pericolo, sputando fuoco come un draghetto

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IL CAST

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DI CUI IL MITO

Ataru Moroboshi
(grazie a http://www.geogeonline.it)

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Ataru Moroboshi è senza dubbio l'essere più sfortunato dell'intero pianeta Terra; è nato di venerdì 13 (giorno che, come si sa, è molto sfortunato!) aprile, il giorno del Butsu-Metsu (giorno della morte di Budda che, nella tradizione buddista, è considerato un giorno infausto) e c'era la luna piena. Inoltre, andando in ospedale, un gatto nero ha attraversato la strada ai suoi genitori e per evitarlo la madre è passata sotto una scala, urtando così un carrello portavivande e rovesciando il sale che stava sopra; il carrello poi è finito in un negozio di specchi e... Tra l'altro è anche il giorno in cui c'è stato il peggior terremoto che si ricordi.

All'inizio della serie, prima dell'arrivo di Lamù, Ataru è fidanzato con Shinobu e i due avevano già deciso di sposarsi. Arrivata Lamù, però, Shinobu si è ritrovata a dover "combattere" con l'aliena per avere Ataru e così la storia d'amore tra Ataru e Shinobu non è potuta continuare a lungo. Tra l'altro, un altro motivo per cui la storia tra i due è terminata è che le donne sono l'unica grande passione di Ataru; si dichiara innamorato di Shinobu, di Sakura e delle varie amichette di Lamù e il suo sogno sarebbe quello di avere un harem tutto suo. Nonostante questo, in fondo in fondo Ataru è innamorato di Lamù, anche se non vuole farlo sapere.

Il suo cibo preferito è il sukiyaki, che sua madre prepara in occasioni speciali. Quando questo avviene, Ataru accoglie la notizia in modo molto vivace e a volte deve tenere a freno la golosità di Sakurambo (anche lui molto ghiotto di questa pietanza).


Note sul nome:
Ataru = essere colpiti
Moroboshi = stella cadente
Ataru Moroboshi = essere colpiti da una stella cadente

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Ultima modifica di MasterMind il mar mar 13, 2007 16:23, modificato 1 volta in totale.

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LA SIGLA

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Sarà un amore strano questo qua,
che brucia fuori dentro qua e là.
Uno sguardo solamente,
e la fiamma è accesa già.
Scappo, resto, fuggo, torno, chi lo sa...

Come è difficile stare al mondo,
come è difficile stare al mondo,
come è difficile stare al mondo
se non possiamo sbagliare mai.

Mi piacerebbe scappare dal mondo,
finisco poi per restare.
Io me ne andrò
tanto già lo so che poi vinci sempre tu

Nel mio destino pace non ce n'è,
nessuna al mondo è matta come te.
Tu mi guardi sorridente e io tremo perché so...

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e ora sbuizzarritevi dannati drogoni :asd::asd:

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Bella! La canzone della sigla ha un testo che mi piace in modo particolare! Direi autobiografica! ;)


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Urusei Yatsura uno dei miei programmi preferiti da piccolo.
In classe eravamo tutti innamorati di lei e ci domandavamo come Ataru potesse resisterle :shock:
Bella anche l'ultima puntata del cartone che se non altro ripaga gli appassionati della lunga attesa, ma la fine del manga la preferisco.

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Riporto questo saggio trovato online


PERCORSI NELLA MEMORIA:LAMU', LA RAGAZZA DELLO SPAZIO
(Analisi del più formidabile manga mai apparso in Italia di Paolo Matera)


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Il cartone animato che più mi ha eccitato nello spirito e nell'intelletto, molto prima che la consapevolezza dell'età adulta mi permettesse di godere dell'amara ironia dei "Simpson", è senza dubbio "Lamù".
Trasmesso e ritrasmesso per decenni su qualunque rete locale che percorresse lo Stivale, questo originario manga giapponese è assurto ormai da tempo al ruolo di "cult cartoon", catalizzando l'attenzione di migliaia di appassionati.

Né può essere altrimenti: perché "Lamù" è l'autentico e inimitabile prodotto "per grandi e piccini", quello che t'accompagna fedelmente lungo tutta l'ardua strada della crescita, dandoti sempre, fase per fase, una diversa chiave per ridere sul sentimento che "muove il sole e l'altre stelle", l'Amore.

Amore in tutte le salse: da quello guascone e poligamo di Ataru Moroboshi, alla petulante e coniugale dedizione di Lamù, dal sospirato sogno erotico di un'intera scolaresca per la ragazza in bikini tigrato, al tenero e quasi filiale attaccamento di Ten al seno di Sakura, dal trasporto ipocrita di Shinobu a quello narcisista di Mendo, attraverso una straordinaria galleria di personaggi primari e secondari, differenziati in base alla singola capacità affettiva. Ognuno offre la propria personale interpretazione del sentimento umano più decantato, con le sue molteplici facce.
Fra di loro, una complessa rete di relazioni interpersonali è mantenuta in equilibrio instabile da ciò che sembra costituire il vero principio motore di ogni episodio (che non a caso costituisce una peculiarità del modo di vivere la sessualità in Giappone), ovverosia l'inappagamento: le femminucce sognano Mendo, ma lui e gli altri maschietti smaniano per Lamù, che a sua volta ama Ataru, il quale vanamente indirizza la sua straripante libido verso qualsiasi oggetto traspirante di genere vagamente femminile che non sia la sua consorte, non disdegnando perfino la corte a favore di Ryunosuke, una ragazzina cresciuta da maschio per volere di un padre manesco, come una specie di "Lady Oscar" in versione più rustica.
Nonostante il motivo dominante, sorprendente e al contempo vincente appare la scelta da parte degli sceneggiatori e dei produttori di non esibire in alcuna occasione la sessualità in modo esplicito, come invece è accaduto per alcune serie successive di specie analoga, che hanno dovuto subire l'onta della censura pur di essere trasmessi nelle reti occidentali.
"Lamù" non ha avuto bisogno di questo. Lei si muove in un mondo pre-adolescenziale, nel quale il massimo della gratificazione sessuale per un ragazzo consiste nel poggiare la testa fra i seni di una donna anche solo per qualche secondo senza subirne la punizione. In certi momenti sembra di assistere alla versione orientale dei film con Alvaro Vitali o del filone americano delle college comedies ("Porky's" e consimili), ma in toni molto più soft.

In realtà ciò che pone "Lamù" su un gradino superiore rispetto ai suoi parenti più o meno prossimi, è la sfrenata fantasia che si irradia in tutte le direzioni, assumendo spesso le forme e il rango di una visionarietà quasi poetica, e finisce per investire anche il campo di attività umana che da essa trae la maggiore fonte di vitalità, vale a dire l'erotismo.
Così, per fare degli esempi, avremo modo di assistere a traversate oniriche di abissi che danno accesso a lussuose docce piene di discinte bagnanti; oppure alla discesa sulla Terra di una sexy aliena vestita di un microscopico costume sadomaso in cerca di un individuo di razza umana da usare per fini riproduttivi; o ancora, ciò che rappresenterebbe di certo il massimo nell'immaginario di un voyeur adolescente, a uno scambio di corpi con l'infermiera più avvenente della scuola.

E' proprio nell'elemento voyeuristico che probabilmente potremmo ritrovare uno dei caratteri fondamentali per operare su "Lamù" una sia pur rozza classificazione. Esso potrebbe infatti inserirsi in quel genere di cartoni erotico-demenziali, assai in voga fra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta, che trovavano nel desiderio maschile inappagato e nella conseguente ricerca di visioni furtive che lo surrogassero un vero e proprio leit-motiv: si pensi al datato "Bia - La sfida della Magia", nel quale le stesse immagini che accompagnano la sigla italiana dal martellante refrain sono già tutto un programma, mostrando un enorme cannocchiale che s'infila sotto la minigonna della maga protagonista; o anche al riuscito e più recente "Arale e il dottor Slump", in cui il disperato padre putativo della bambina robot, pazzo d'amore per la maestrina di lei, arriverà ad impiantare negli occhi della sua creatura un dispositivo elettronico collegato ad un televisore, per assistere in poltrona al bagnetto che le due hanno in programma di fare insieme. Non sorprenderà il fatto che l'ardita messa in opera dello scienziato non sortirà gli effetti voluti, impantanandosi nel vapore addensatosi sugli occhiali di Arale.
Carattere costante di questo genere, come già detto, resta l'inappagamento, e il dottor Slump, come voyeur, si rivela sfortunato almeno quanto lo è Ataru nell'arte della seduzione.

Ma "Lamù", lo ribadisco, possiede qualcosa in più rispetto ai suoi compagni d'affiliazione, e se "Arale", benché ottimo prodotto, non oltrepassa mai i caratteri della tipica comicità giapponese fatta di smorfie, maschere e paradossi, il primo dimostra una notevole conoscenza della cultura occidentale e degli strumenti di cui si serve per ironizzare sulla realtà circostante.
Un fatto che lega "Lamù" ai lontanissimi "Simpson", per esempio, è l'estrema perizia con la quale viene scimmiottato il linguaggio cinematografico di genere, che poi altro non può essere che il cinema di Hollywood. Gli episodi si succedono passando con disinvoltura dalla parodia dello spionaggio a quella del noir, dal sentimentale al giallo, dal poliziesco all'avventura spielberghiana. Emblematico in tal senso è l'episodio che fa il verso al super imitato romanzo "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie, e mitica è la puntata in cui tutti gli alunni della scuola, capeggiati dal solito Ataru, decidono di saltare in massa la ributtante refezione della scuola per darsi alla macchia, ingaggiando con il Preside della "Tomobiki" una vera e propria resistenza di quartiere, con tanto di strategie da guerriglia, walkie-talkie e modellini del territorio in scala.

Altro strumento di derivazione occidentale è senza dubbio la satira di costume.
Come ogni bravo sceneggiatore insegna, la buona fattura di una qualsiasi opera di finzione si riconosce, tra le altre cose, dall'accuratezza con la quale vengono disegnate le figure secondarie. In "Lamù" tutti hanno qualcosa da dire, un tratto caratterizzante che li distingue dagli altri e li eleva dal ruolo di comparse o semplici "tipi" a personaggi veri e propri. Così il nevrotico e meschino Megane, il frustrato professor Onsen, il borghese papà e la cinica mamma di Ataru risplendono tutti di propria luce e non chiedono più di una singola comparsata o una semplice battuta per strappare la risata. Né sono da meno i personaggi "occasionali", quelli che fanno la sortita in un episodio per poi ripiombare nel dimenticatoio per lungo tempo: la perfida Ran, decisa sempre a vendicare i torti subiti da Lamù nel lontano passato, la già citata Ryunosuke e il suo dispotico padre, sempre impegnati in violentissimi match di lotta libera, il bello e vacuo Tsubame, fidanzato di Sakura, e infine Rey, suo clone extraterrestre affetto da mutismo, ex fidanzato di Lamù, con la particolarità di trasformarsi in un orrido e gigantesco mostro felino in coincidenza delle frequenti crisi di fame, senza che ciò abbia l'effetto di evitare le moine della nutrita cerchia di ammiratrici. Quale più inquietante metafora della dicotomia aspetto fisico-personalità?
E come nella più rispettosa satira di costume, gli obiettivi dell'ironia allucinata di "Lamù" sono quasi sempre l'autorità e il potere, seppure ristretti al microcosmo cittadino (a volte proteso verso il macrocosmo spaziale). Così non sorprende che la religione e i suoi officianti, come già nei "Simpson", sia presa molto spesso di mira, naturalmente con riferimento alla realtà locale, dove il buddismo fa le veci del cristianesimo, dominante nella comunità nordamericana.

Sakurambo è un sacerdote jettatore tozzo e con la testa grossa, dai tratti simili a una qualunque statua del Buddha (come se da noi un cartone si mettesse a prendere in giro uno con la faccia del Cristo), che passa giornate intere a lamentarsi davanti al suo gatto dei suoi acciacchi e a cercare un posto dove scroccare qualche piatto di spaghetti. La sua religione, fatta tutta di superstizione e pantomime, assai lontana dalla spiritualità proverbiale dei culti orientali, è un mezzo di sussistenza, un modo come un altro per sbarcare il lunario. Perfino sua nipote Sakura, l'avvenente infermiera della scuola "Tomobiki" nonché aspirante sacerdotessa, perde di colpo tutta la grazia e la fascinosa seriosità, non appena s'affanna, gambe divaricate e ramoscello d'ulivo in mano, a scacciare spiriti maligni da malcapitati malati. Tutti i suggestivi e metaforici riti del Sol Levante, attrazione delle anime più eremitiche dell'Occidente, sono dunque ridotti a un mucchio di filastrocche ridicole e di movenze goffe, con buona pace di chi non sa ridere dei simboli più intoccabili.

Non sorprende nemmeno che fra i personaggi presi più in giro compaiano anche il professor Onsen, Mendo, e il padre di Ataru, ognuno, a suo modo, rappresentante dell'autorità e della tradizione.
Il primo, patetico nel suo servilismo verso i superiori e nella pretesa di domare una classe ingovernabile, è il prototipo del perdente, la vecchia anima del Giappone imperiale che cede dinanzi all'avanzare della modernità.
Sconfitto dall'impari lotta coi tempi risulterà anche Mendo, ultimo discendente di una nobile famiglia di samurai. Il suo ritratto in verità non corrisponde all'abusata iconografia occidentale dell'aristocratico decaduto, della raffinatezza feudale costretta ad abdicare in favore della concretezza imprenditoriale. La famiglia di Mendo appare anzi ben edotta sulle nuove regole del gioco imposte dal mutare della società: possiede industrie, produce, e dispone di schiere di servi in tenuta da ninja pronti ad accorrere con l'elicottero al cospetto del padrone per grattargli all'occorrenza il mignolo del piede. Pure, l'enfasi e il protagonismo del rampollo, la facilità con la quale suole estrarre la secolare sciabola come pure il walkie-talkie per chiamare a sé i ninja, appaiono quanto mai anacronistici e buffi, specie in un contesto di adolescenti svitati poco inclini all'osservanza delle regole.
Il padre di Ataru, per finire, rappresenta l'autorità familiare e al contempo il comune tipo piccolo-borghese, morbosamente legato alla limitata proprietà. Pavido e disgraziato, pago della propria staticità, anch'egli è destinato a venir seppellito dal nuovo Giappone rampante e capitalista. Non per niente, con una trovata che è al contempo raffinata metafora e perfetto contrappasso, gran parte degli episodi si concluderanno puntualmente con la distruzione di casa Moroboshi, ora per opera delle scariche elettriche di Lamù, ora per qualche missile o asteroide provenienti dallo spazio, ora a causa di debordanti allagamenti interni. In effetti lo schema narrativo di ogni puntata, malgrado la sfuggente baraonda di suoni, immagini ed eventi, può ridursi tutto alla successione "status quo iniziale - elemento perturbativo - bailamme finale".
Né può destare meraviglia che nello scontro fra Ordine e Caos, Autorità e Anarchia, alla fine, siano sempre Ataru e compagni ad averla vinta. -

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Fico!

:d


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Skaan Natsaclanee ha scritto:
Urusei Yatsura uno dei miei programmi preferiti da piccolo.
In classe eravamo tutti innamorati di lei e ci domandavamo come Ataru potesse resisterle :shock:
Bella anche l'ultima puntata del cartone che se non altro ripaga gli appassionati della lunga attesa, ma la fine del manga la preferisco.


ti quoto in in pieno!

Ataru era fatto così! a lui piacevano tutte ma appena queste gliela davano lui cambiava mire! per lui era importante la sfida x ottenere il premio e non il premio stesso! in questo era un grande maestro! :lol:

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Letto anche il manga!
Spassosissimo a tratti, era uno di quei cartoni che rimangono in mente anche solo per la sigla! :D

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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bellissima serie

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:D ...Per quelli come me il mondo è una salagiochi | Se i neuroni fossero gettoni ne ho ancora pochi... :asd: :asd: :asd:

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MessaggioInviato: mar mar 13, 2007 19:21 
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Località: Kashaar
ma io mi chiedo perchè gli alieni non sono tutti come lei

_________________
-Non pentitevi di quello che fate......
i meriti potrebbero prenderseli qualcunaltro....

-PERDONATEMI L'AVATAR MA LO CAMBIERò AL PIù PRESTO...HO PERDUTO L'IMMAGINE STORICA DEL MIO BARDO!!!


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MessaggioInviato: mar mar 13, 2007 19:21 
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Località: Necropolis
Male ha scritto:
ma io mi chiedo perchè gli alieni non sono tutti come lei


perchè altrimenti ci faremmo conquistare in massa e addio razza umana :D:D:D:D

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Ah.... quanti sogni da piccolo con Lamù, non ho mai capito perchè Ataru si ostinasse ad andare appresso alle altre con un fior di aliena in casa! :asd:

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ImmagineLet the spam rollin' Immagine
Muzedon ha scritto: Quando Ryld si impegna, vale molto di più di un "+1".
Kenshi Kizaki ha scritto: Sarà,ma Ryld c'ha più classe,fa ride,ho notato che non dice nemmeno parolacce,spamma nei sogni di tutti noi....
Skaan Natsaclanee ha scritto:Più che altri voterei Ryld come Super Spammone
VanLukavic ha scritto:complimenti sinistro;)
Khelden Thal ha provato a scrivere:Se l'eroina è una pasticca io non dico cazzate!
Draugnim ha scritto:ti prego maestro insegnami la tua arte!


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MessaggioInviato: mer mar 14, 2007 10:06 
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Messaggi: 34449
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Ryld Ghaun ha scritto:
Ah.... quanti sogni da piccolo con Lamù, non ho mai capito perchè Ataru si ostinasse ad andare appresso alle altre con un fior di aliena in casa! :asd:


Perchè nemmeno le altre erano male, eh! :P
E comunque Lamù era troppo gelosa e dava la scossa... non so quanto resiste uno in balia di una donna del genere. :D

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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