Dirty Blood - Vampiri Requiem
23 aprile 2010, by Sheyraen
Oscuria si rigirò inquieta e strinse tra le braccia la bambolina senza testa che accompagnava il suo sonno da sempre.Tumph tumph tumph...
Di nuovo quel rumore... e di nuovo Oscuria allungò la mano per spegnere "la sveglia".
«È ora» bofonchiò una voce ovattata.
«No... è presto...» mugolò lei ancora assonnata.
«Sono quasi le cinque...» insisté imperterrita la voce «...il sole sta tramontando. Coraggio dai! Sai come si dice... "La sera ha l'argento in bocca"»
Con un cigolio furioso, la bara si spalancò e Oscuria scagliò un'occhiata bruciante all'indirizzo di Lupinio,
«Non dire mai più "argento"» ringhiò furiosa, scendendo malvolentieri dal "letto".
Lupinio si grattò il mento, cercando di nascondere un sorrisetto divertito che ebbe vita breve, specie quando vide Oscuria arricciare il naso infastidita.
«Cos'è questo odore?»
Lui la guardò con aria colpevole,
«Io non sento niente...»
«Ma davvero...» lo incalzò lei, voltandosi a guardare un angolo della bara «L'hai di nuovo fatta contro il mio letto! E tu saresti il "miglior amico del vampiro"?»
«Hem... non proprio... ma non è questo il punto. Non ci posso fare niente...» si affrettò a giustificarsi lui «È legno di pino... irresistibile... E poi tu non ti svegliavi, a me scappava... non mi porti mai fuori...»
Esasperata, Oscuria agitò una mano pallida e si aggirò per la stanza in cerca del guinzaglio,
«Basta! Non dire altro...» lo zittì facendogli dondolare la catena di fronte al muso «Voglio fare colazione!»
Lupinio le si avvicinò, cercando di non mostrare troppo spudoratamente che stava scodinzolando e invece le offì un sorriso complice a tutte zanne,
«Così si parla! Ha aperto giusto una nuova caffetteria...»
«Caffetteria?» lo interruppe bruscamente lei, assicurandogli il guinzaglio intorno al collo «Ma non lo sai che la colazione è il pasto più importante della giornata?»
Lupinio inclinò la testa e abbassò un orecchio con aria vagamente incerta,
«E quindi?»
«Quindi voglio cibo sano e naturale» sorrise lei e si passò la lingua sui lunghi canini con aria sognante «Pare che stasera, alla Tana...»
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