Il fantastico al Salone del Libro

18 maggio 2010, by Hoijemondijs
Il fantastico al Salone del Libro Sabato 15 maggio 2010- dal Pranzo all’ora del tè.

Il Lingotto è un luogo spiazzante: è bizzarro vagare per libri in un capannone industriale. La luce grigio-bianca, sparata, non invita di certo alla meditazione e alla lettura, anche se di fronte a una tale distesa di curiosità letterarie si prova un’ebbrezza quasi alcoolica. Stempero la mia ubriachezza con un robustissimo pranzo al ristorantino enogastronomico del mezzanino e, resa più lucida dal cibo, comincio la ricerca del Fantastico che Piace a Me negli stand della fiera.
Non è detto che ciò che piace a me possa piacere anche a voi, ma se qualcuno vorrà tener presente questi miei appunti non potrò che esserne felice.

Il mio pomeriggio inizia alle 13:00 con una conferenza (allo spazio autori B). Andrea Tarabbia, esordiente nella letteratura fantastica presenta il suo romanzo La calligrafia come arte della guerra appena pubblicato con Transeuropa. Si preannuncia come una singolare anti utopia. In un’epoca indefinita è in corso una guerra tra due stati, L. e H. Al centro della narrazione è una città senza nome dello stato H. suddivisa tra una parte alta, composta da abitazioni chiamate “Nidi” e una parte sotterranea, dove gli uomini vivono in tane, di nome e di fatto.
Uno dei luoghi attorno al quale si concentrano le vicende del romanzo è appunto la città bunker delle tane, ove le strade sono corridoi senza finestre, e la luce deriva dalla vernice al fosforo che ricopre le pareti. L’altro luogo “centrale” è la Scuola di Calligrafia, ove si impara a comporre ad arte le frasi da scrivere sopra i missili da scagliare contro il nemico. L’evento che fa da catalizzatore alle vicende è l’arrivo di una bomba “calligrafica” spedita dalle forze armate di L. Il messaggio è così complesso che neppure il “magister calligraphiae” dell’istituto sarà in grado di decifrarlo.



Altro incontro importante del pomeriggio quello delle 15:00 , con lo scrittore moscovita Dmitrij Gluhovskij, il cui best seller internazionale “Metro 2033” è stato recentemente pubblicato in Italia dalla Multiplayer, in corrispondenza dell’uscita del video game ad esso ispirato. Interessantissimo esperimento di scrittura a più mani, il romanzo è stato elaborato on line, grazie al contributo di decine di internauti. E’ un urban fantasy post-apocalittico. Dopo un disastroso conflitto atomico l’umanità può vivere solo sottoterra. I protagonisti vivono infatti nelle gallerie del metrò moscovita. La vicenda è incentrata sui conflitti tra gli umani confinati nel sottosuolo e i mostri che vivono in superficie, e in particolare sulla missione del giovane Artem, che dalla periferica stazione dell’ex polo fieristico (VDNKh) deve raggiungere il centro vitale della Mosca sotterranea, la Polis, per fermare una terribile minaccia che rischia di portare alla rovina il mondo dei sopravvissuti.
La presentazione attira notevole pubblico. Per lo spazio del Lingotto si diffondono cupe narrazioni riguardo alle antiche leggende slave e alla loro incarnazione nei mostri del Medioevo Prossimo venturo, accompagnate dalla riproduzione dei rumori metallici prodotti dal passaggio dei treni nelle gallerie del metrò moscovita.


Alle 16:00 la fiera è affollata. Nel caos generale compare anche un orango dal pelo rossiccio. E’ un’allucinazione? Aggirarsi con una qualche destrezza tra gli scaffali degli stand delle grandi case editrici è pura utopia. Le “major” decidono di pubblicare molti dei titoli di maggior richiamo proprio in corrispondenza con i giorni del salone.
Sul fronte del fantastico compaiono novità “appetitose”.

La Nord ha finalmente tradotto (con il bizzarro titolo"Il guardiano degli innocenti”) la prima raccolta dei racconti del “Witcher” di Sapkowski,

Salani, pubblica il secondo romanzo di Francesco Dimitri , “Alice nel paese della vaporità” , rielaborazione steampunk della discesa nella tana del Coniglio Bianco.

Mondadori, al Salone presenta in anteprima il nuovo capitolo della saga della Ragazza drago di Licia Troisi ma promuove anche il fantastico più coraggioso, sostenendo autori come l’arduo Antonio Moresco (è uscito di recente il suo nuovo romanzo-incubo “Gli incendiati”) .

Adelphi ha tra i suoi cavalli di battaglia “La Ianara” di Licia Giaquinto, storia di streghe di ambientazione campana.


Anche le “piccole” sono in gran spolvero.

La collana Verdenero, legata a Legambiente, che già anni fa aveva proposto il poliziesco “Drowish” “I Dannati di Malva” torna al fantasy proponendo il cupo e demoniaco “Gothica” di Francesco Falconi, metafora dei rischi legati alle manipolazioni genetiche .



La Asengard, piccola casa dedicata esclusivamente al fantasy e all’horror, inaugura una nuova collana “Wyrd”, consacrata al grottesco e al bizzarro, con il romanzo “Il sentiero di legno e di Sangue” di Luca Tarenzi, incentrato sulle folli avventure di un golem.


Nessun nuovo autore italiano per la Delos, che schiera tutto il suo esercito di best seller della Huff e della Harris, in un tripudio di copertine stregonesche e vampiresche. Di Tanya Huff viene proposto in anteprima “L’emporio degli incanti”, storia di una giovane disoccupata che finisce a far la commessa in una bottega magica, frequentata da esseri fatati.

La Casini propone in anteprima
“L’evocatore”, primo volume della Saga di Amon, di Paola Boni, storia di negromanzia e demonismo.


Lo stand della federazione degli editori indipendenti (FIDARE) propone poi le pubblicazioni Montag degli ultimi mesi. Tra esse gli originalissimi “Racconti di viaggio del monaco Kyoshi” di Francesca Angelinelli, e un certo libretto dalla copertina azzurra con elmo al centro che forse qualche valmino conosce…

Si avvicina l’ora del tè e la borsa della vostra oscura inviata speciale è ormai piena di libri.
Per una pausa ristoratrice non c’è nulla di meglio dello stand dei cioccolatieri torinesi, che porta il suggestivo nome di “Tentazione e meditazione”. Degustando una pralina al salgemma dell’Himalaya (ma esiste una cosa del genere?) si ricorda dei suoi “gioielli”, lasciati a casa con la gran matriarca loro nonna.
Trascinando con sé il mesto rassegnato consorte fugge allora dal salone. Deve tornare nella Palude Padana prima di cena.


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