Tutt'intorno a voi... sabbia.
Siete in un deserto, infinito, sconfinato. Il cielo sopra di voi è di un rosso sanguigno e nessuna duna o depressione è presente nel raggio di molti metri. Affondate i piedi nei granellini finissimi e cupi rombi provenienti dal sottosuolo scuotono lievemente voi e il vostro equipaggiamento.

E' indubbio; presto, avrete compagnia.



Attualmente, il vento è lieve e non solleva più di qualche briciolo di sabbia.



Distanza: 18m
Iniziativa vinta da: Sjachvrack

Il coboldo aveva terminato il suo rituale giusto in tempo per l'inizio di un nuovo scontro. Un altro, tedioso duello...

E tu chi saresti?

...biascicò in direzione del suo nuovo contendente.

Sai... stavo pensando che potresti essermi utile... Ma per entrare nelle grazie del Vuoto, dovrai pagargli prima un tributo.
Dopodiché, parleremo.

La polvere sottile e leggera viaggiava veloce sul campo. Ma scorreva lentamente davanti agli occhi dei Fighters.

Victor tentò di anticipare il suo avversario ma non vi riuscì, il coboldo era pronto, sembrava, proprio per ogni evenienza.
Una scintilla d'intento incendiò il potere di Sjachvrack, che arse e sfavillò per molto tempo, prima che il suo avversario potesse reagire.

Il Corrotto ora appariva traslucido e semitrasparente alla vista. Il sovraggiunto vento che sollevava sabbia per portarla negli occhi dei combattenti rivelava un campo di forza intorno a lui. Il deserto era piombato in un'oscurità fitta e cupa, una notte dal cielo nero pece ed un gelo da irrigidire l'anima permeava l'atmosfera.
ll suo avversario era sopra di lui.
Victor poteva vederlo chiaramente... e dimenticare la scheletrica e deprimente figura curva che Sjachvrack mostrava al mondo. Gli occhi brillavano di una sinistra luce mutevole, dal verde al rosso, la postura era solida, eretta, il corpo magro, rifinito e ben scolpito.

Il volto del coboldo era fermo, osservava il suo operato.

Victor, o meglio lo spazio che lo circondava, era stato magicamente alternato, più e più volte.





TURNO A VICTOR

Victor non si sarebbe mai aspettato da un avversario di quel torneo una prontezza di riflessi più veloce della sua.
Un veloce esame dell'avversario fece capire allo psionico che l'avversario che si trovava davanti non era da sottovalutare, ma egli non poteva permettere di farla passare liscia alla creatura che si era permessa di distruggere l'oggetto più amato da lui e dal suo maestro.

"Chi sono io, io sono l'unico discepolo del mitico Axell, tu chi sei?"

Si abbassò raccolse un pugno della polvere che rimaneva del suo mantello, poi alzatosi la lasciò pian pian andare con il vento mentre diceva:

"Come hai osato rovinare il mio mantello, anche se solo momentaneamente tu mi hai privato di un oggetto a me caro, quindi ti lascierò qualche secondo per pentirti e poi pensero alla tua eliminazione"

E dopo ci furono movimenti appena percettibili da parte di Victor e di un altro umano apparso al suo fianco, non si capì molto delle loro azioni, ma quello che si potè notare fù una miriade di frammenti di cristallo che avevano come bersaglio il coboldo, e un leggero alone conferito dalla nuova energia ottenuta che ricopriva il corpo dello psionico e del suo alleato.

Victor era un maestro della sua arte.
Per quanto incomprensibli ai più, i poteri di cui disponeva erano altrettanto efficaci quanto gli incantesimi di un qualsiasi incantatore. Più atipici certamente ed era li che si basava la forza dello psionico.
Sull'imprevedibilità.

In un batter di ciglia, il Rapito ebbe la compagnia di un uomo identico a se, fermo ad un passo da lui.

In un'altro batter di ciglia, lo psionico era a tre metri da Sjachvrack, volante ed incurante delle protezioni magiche dell' Eretico.



Dalle mani dello psionico e del suo doppio, partirono tre sciami composti da una miriade di cristalli affilati come rasoi...



...che si abbatterono sul corpo del coboldo superando ogni ostacolo e trafiggendolo senza pietà. L' Eretico cercò di sparire ogni volta che i cristalli lo minacciavano, ma era sempre troppo tardi.
Però resse. La lunga veste che gli ricopriva il corpo era sforacchiata ma pressocchè integra e non offriva una visione integrale del suo fisico.


TURNO A SJACHVRACK

Il Bejik sollevò il volto, dopo che l'impatto con i cristalli affilati lo avevano costretto stringersi su se stesso per il dolore.
Sollevando lo sguardo sulla coppia di avversari, si apssò la lingua ruvida sulle labbra, dove pus e sangue correvano in abbondanza.

Il mitico... chi?

Quello scontro iniziava a farsi interessante... molto interessante. Era molto tempo che Sjachvrak non veniva attaccato in quel modo. Nonostante la sua forza, la vita negli ultimi decenni era trascorsa per lo più nello studio, nella preghiera e nella meditazione, specialmente da quando l'età e la malattia si opponevano alla sua missione.
C'era però il fastidio dettato dall'atteggiamento sprezzante di quel nemico, e soprattutto la sua condizione di non morto: la non morte era lo stupido rifiuto di chi si ostina a non consegnarsi al pacifico abbraccio dell'Ombra, e del termine dell'esistenza.

Il tuo... maestro... ti ha insegnato come combattere, nonmorto, ma è evidente che nulla ti ha detto su ciò che ogni discepolo dovrebbe avere sempre presente... il rispetto dettato dall'Obbedienza.

Volando all'indietro, e mettendo diversi metri tra sè e il nemico, Sjachvrak decise di agire.

l'Oscurità era ancora al suo posto e il gelo tagliente sferzava il campo di battaglia. Come alla luce della luna, la sabbia riluceva argentea di brina.
Sjachvrack, deciso a trionfare nel suo elemento e a non dare corda al suo avversario, non perse ulteriore tempo.

Mentre dettava verbo al suo nemico, si allontanava rapidamente all'indietro...

...intessendo un terribile sortilegio...

...che risucchiò il compagno di Victor altrove, facendolo sparire rapidamente, e senza un suono, dalla scena.
Il coboldo poi, almeno apparentemente, si limitò poi a socchiudere gli occhi, fissando il suo avversario. Teso, come in ascolto.

Il vento era aumentato durante l'agire di Sjachvrack, mentre poi era calato non appena la copia di Victor riapparve. Ora una folata improvvisa alzò molta sabbia e un muro virtuale di polvere bloccò la vista reciproca dei contendenti.
Poi ancora silenzio e assenza di vento.




TURNO A VICTOR

Il compagno di Victor ebbe la presenza di spirito di attivarsi per uscire dalla dimensione parallela in cui era stato scagliato.


Quanto a Victor stesso, era occultato dal gigantesco mostro e il coboldo non notò nulla di ciò che fece o non fece.




TURNO A SJACHVRACK

E questo?

mentre arretrava volando, Sjachvrak osservò con grande disappunto il Wight della Polvere che si era sollevato con perfetto tempismo a coprire i suoi avversari dall'attacco che aveva preparato.
Valutò per un istante l'ipotesi che fosse stato il non morto ad evocare la creatura... ma poi decise che quello era un gentile omaggio dell'arena e dei loro ospiti dalla pelle scura.
Con un veloce incantesimo, accompagnato da un altro rivolo di sangue che scivolò lungo la gamba smagrita, saggiò nuovamente le difese del nemico.

Un altro non morto dunque...

Sollevò in alto le braccia e un crepitante vortice blu cominciò a formarsi e condensarsi molti metri più in alto.

Certi orrori dovrebbero capire qual è il loro posto: SEPOLTI.

Prima di ogni altra cosa Sjachvrack tentò ancora una volta di comprendere meglio le difese di Victor...

...ma non vi riuscì.

Il movimento semi-circolare del coboldo lo portò in vista del suo avversario e due potenti incantesimi furono lanciati al suo indirizzo.


Il primo assaltò le sue difese magiche e le utilizzò come fonte di danno per Victor, frastornandolo in modo da impedirgli di agire ancora una volta.



Il secondo fu a dir poco sconcertante e devastante al tempo stesso: dal gelo che permeava l'atmosfera prese forma nell'ombra, in alto, un'immensa massa di ghiacchio simile ad un piccolo iceberg che prese velocità e si schiantò su Victor e sul suo doppio frantumandosi in mille pezzi e scheggie mortali che ferirono anche il Dust. La neve intrappolava i due avversari.

La bilancia pendeva dalla parte dle coboldo adesso.

Il Dust Wight ritrovatosi danneggiato e con un solo avversario in vista si scagliò contro di lui con cattiveria... ma era troppo in alto. Il Wight doveva saltare. Ma non era molto bravo in queste cose e nonostante ora si trovasse sotto Sjachvrack il suo attaccò non gli arrivò nemmeno molto vicino.

Esilarante? La folla rideva.




TURNO A VICTOR

Tutto taceva non un suono non un movimento proveniva dal tumulo di neve, Victor era rimasto stranamente frastornato dall' attacco del coboldo, tutto sommato trovava rilassante riposare in quella tomba di neve, e dunque decise di rimanerci per qualche istante ancora sicuro del fatto che il suo avversario non sarebbe scappato.

Sjachvrack non poteva desumere ciò che accadeva al si sotto del ghiaccio e della neve, ma non avvertì nulla. Niente si mosse.


TURNO A SJACHVRACK

Il tempo a disposizione dei due Fighter era terminato. Anche l'ultimo granello della clessidra aveva raggiunto i suoi simili e frattanto che questi rimbalzava ad infinitesimale distanza dal mucchio, l'Arena Tremors divenne opaca ed i due combattenti furono teleportati ai rispettivi alloggi.


PARITA'