Tùnìr e il suo compagno erano posti al centro dell'Arena.

Quella fisica, l'Arena non modificata dal potere dei Pilastri. Essa era di tipo ottagonale, il pavimento in pietra nera e mattonelle, anch'esse ottagonali, molto grandi. Il bordo a scalinata sempre in pietra nera era alto almeno 5 metri, non più di 10.
La piettaforma era sorretta dai Pilastri in tre punti, dove la scalinata terminava, per lasciare libere le entrate ora chiuse da pesanti cancelli.

In alto, tutt'intorno, la folla chiedeva sangue.

Il Fighter ebbe appena tempo di chiedersi cosa l'attendesse, quando due figure si materializzarono ai suoi lati, a 15 metri di distanza da lui.

Una grande sfera lucente di mille colori da un lato e un mastodontico ammasso di mani rossicce, con occhi gialli sui palmi e che si intersecavano in un unico, quanto indefinito, punto dall'altro.

Distanza dalla Sfera: 15m
Distanza dalle Mani: 15m

Ordine di Iniziativa: Mani, Tùnìr, Sfera


L'ammasso di orrendi artigli ed... occhi, fece presa sul terreno e graffiando e agitandosi arrivò in prossimità di Tùnìr, per ferirlo con i suoi orrendi unghioni.





TURNO A TU'NI'R

Tùnìr perse un attimo di tempo nel focalizzare dove si trovasse e perché fosse lì. Questo diede il tempo all'aberrante ammasso di artigli ed occhi di colpirlo.

Ma Tùnìr non era tipo da demoralizzarsi per un singolo colpo incassato.

La sua reazione fu comunque più celere di quella della sfera luminosa, e non perse tempo ad identificare gli avversari che aveva di fronte. Solo un attimo gli occorse per determinare la razza e i punti deboli dei due mostri che affrontava. Uno sicuramente era isolabile, permettendogli di agire pensando all'altro, ben più temibile per le difese che erano insite nella sua natura contro cui non era fornito di rimedi specifici, e oltretutto ben più strano avversario.
La sfera di luce infatti fu identificata come un golem, ma non uno di quei classici golem tutto muscoli, bensì un raro golem prismatico, di cui è celebre la natura buona e il rigido codice di condotta, inalterabile anche da parte del suo creatore.

Per qual motivo un essere del genere accetta di combattere contro di me? E' contrario alla sua natura...

Questo fu tutto ciò che riuscì a pensare prima di agire, di fermare il tempo e cercare di isolare intanto la minaccia rotolante, ben più aberrante avversario...

Pronto Fash? Agiamo! Ma per ora non facciamo del male al golem, voglio prima vedere come reagisce alla nostra presenza e alla nostra aura di bene!

Il Savio, così era conosciuto dalla folla dell'Arena e in tutta Valm Neira, era forse uno dei pochi, contendenti, che non si lasciavano prendere dalla foga della lotta.
Con molta calma e precisione, compì una lunga serie di gesti per innalzare le sue molteplici difese.

Imprigionando il mostro riconosciuto come un Elder Odopie in una gabbia composta da pura forza, tramutatosi, pur conservando i lineamenti e la massa muscolare, assieme al suo compagno, in un umanoide dalla pelle verdastra, attendeva al cospetto del Golem Prismatico.
Tùnìr scrutava negli occhi la creatura, incuriosito dalla sua condizione. Sicuramente il golem era stato costretto...

Intanto alle sue spalle, il mostro composto da mani era un tantinello agitato: l'aria intorno a lui si era fatta scura ed in un crepitio di luce mutevole un'ombra somigliante ad un paio di immense ganasce si chiusero su di lui...



...infrangendo le sue intime barriere e arrecandogli danno.


Ora toccava al Golem.
Tùnìr ben resisteva al lucore abbagliante della creatura, a differenza del pubblico a cui, per precauzione, l'Arena aveva "schermato" la visuale.
Egli era quasi certo che non sarebbe stato attaccato, ma quello che il buon guerriero non sapeva è che, seppur generalmente non malvagi anche i prismatici erano costrutti e come tali rispondevano al volere del loro creatore. Anzi, essi rispettavano più di tutti gli altri golem il codice morale che il loro costruttore condivideva.

Due lunghi tentacoli prismatici si tesero per toccare Tùnìr ed uno solo ci riuscì...



...rischiando di stravolgere la mente del combattente, che però ben riuscì ad arginare l'influenza del costrutto.

Non era finita. L'Elder Odopi aveva un asso nella manica e si teleportò fuori dalla gabbia e dall'area delle ganascie, ma frapponendo tra lui e il Fighter queste ultime due, in modo da non poter essere direttamente raggiunto... almeno credeva.


TURNO A TU'NI'R

Tùnìr vide l'essere rotolante ed immondo teletrasportarsi fuori dalla gabbia di forza e impallidì...
Come ho fatto a non pensarci? Perché non me lo sono ricordato?! Che stupido che sono, mi sono lasciato prendere dalla foga perché ero già stato ferito... Ma adesso Devo sistemare tutto...

Fash, sono stato avventato, avremmo dovuto bloccarlo... Ora pensiamo a questo povero essere costretto ad agire contro di noi, speriamo di finirlo in fretta, e poi ci occuperemo di quell'aberrante bestia artigliata!
Ok Tùnìr, sai che io sono sempre pronto!
Dobbiamo riorganizzare la nostra tattica combattiva, ma non preoccuparti... Ci penso io...

Dopo queste parole il tempo sembrò fermarsi nuovamente, congelando quella situazione in un microsecondo, e portando delle ulteriori novità nell'aspetto del "Savio" e del suo famiglio.

Tùnìr non perse tempo e con una seria poderosa di colpi...



...dissipò la massa semi-corporea del Golem, subendo però il deleterio contatto con la creatura.



L'Odopi per tutta risposta rimase al suo posto.


TURNO A TU'NI'R

Tùnìr aveva riacquistato la calma. La cosa poteva essere letta sul suo volto, per quanto sicuramente il volto di un troll con sembianze orsine non avrebbe ispirato calma e concentrazione a nessuno. Né tantomeno nessuno avrebbe probabilmente mai affidato nulla a un soggetto con quelle sembianze. Ma le sembianze mostruose che Tùnìr e Fash avevano assunto per il combattimento erano solo una facciata, una maschera, che nulla mutava rispetto al loro vero io.
Bastò uno sguardo ai due "compagni" per capire cosa fare. Non si sarebbero mossi per ora, e avrebbero cercato di spingere l'ammasso aberrante nella loro direzione, pronti a sferrare un attacco poderosamente potente.
Per innescare la trappola Tùnìr lanciò velocemente un incantesimo molto potente, e una sfera di entropia nera si materializzò poco dopo nello spazio dell'Odopi. Tùnìr sperava che la stupida bestia, trovatasi trai due fuochi, preferisse uno scontro diretto piuttosto che affrontare gli effetti della magia.

E così fu.
L'aberrazione non potè reggere il contatto con l'immanente sfera incantata...

...e una parte di essa fu disintegrata, come una mela morsa.
L'odopi, quindi, impossibilitato dalla gabbia a gettarsi sul suo avversario si scostò di lato e infisse le mani nel pavimento dell'Arena, divelse quattro pezzi di roccia e li scagliò sul suo avversario.


Un grido strozzato di indignazione proruppe dal punto centrale della sfera di mani.

Tùnìr potè intanto percepire un teletrasporto, in alto, sopra di lui e ciò che comparve era sennon inquietante, almeno problematico.



Il nuovo arrivato si posizionò alle spalle di Tùnìr e investì lui e il suo compagno con il suo soffio corrosivo!

Ma i poderosi riflessi dei due resero inutile l'assalto acido.
Il Great Wyrm socchiuse le grandi palpebre.


TURNO A TU'NI'R

Tùnìr e Fash furono investiti di una fiammata acida giusto nel momento in cui percepirono l'arrivo di un nuovo contendente... Un dragone nero!

Andiamo da lui! Ci pensa la sfera all'Odopi!
Gridò l'incantatore al suo compagno... E così fece.
Velocemente con un incantesimo modificò il metabolismo del suo corpo e di quello del suo famiglio, in modo da permettere ad entrambi di volare come le creature native del piano dell'aria, poi si avvicinò al dragone quel tanto che bastava per permettere al suo famiglio di muoversi in contemporanea con lui.
Nel frattempo la sfera si dirigeva nuovamente verso lo spazio occupato dall'odopi...

Tùnìr era a poca distanza dal Dragone.
La sfera mortale con il suo semplice moto assaltò ancora le difese dell'Odopi, che stavolta si dimostrò ben più resistente.


Nella nuova forma semi-opaca, Tùnìr sembrava completamente a suo agio, seppur teso.
Le armi di T. e Fash puntate contro Il Nero rilucevano incantate e minacciose.

Non tanto, forse, quanto il drago.

La folla era atterrita.
L'Odopi si allontanò dalla sfera e divelse un'altro pezzo di roccia, scagliandolo contro di essa. Ovviamente il masso scomparve nella massa di entropia magica.

Quanto al Drago...
Egli con una sadica luce negli occhi, sfruttò il potere dei secoli per lanciare un incantesimo...

...che gli diede un pò di Tempo per agire indistrurbato. A quanto pare non prendeva alla leggera il contendente.
Uno strano alone di luce lo circondava, ma ciò che più poteva spaventare erano gli artigli semi-trasparenti e il ghigno del Nero.

Il Dragone scaricò ruggendo una furia immensa sul suo avversario... artigli, ali, tutto era un turbine mortale diretto sul malcapitato Tùnìr e sul suo amico, ma che nonostante tutto riuscirono a reagire.


La distanza a cui si trovava da T&F era troppo grande per permettere ai due un contrattacco, Tùnìr aveva fatto male i suoi conti o il Drago era stato furbo a non gettarvisi contro a capofitto.

Prima che il Savio potesse reagire Il Nero trovò il tempo per un'ultima azione e... nulla.

Voglio parlare con te, Eroe.

Un tranello?


TURNO A TU'NI'R

Tùnìr e Fash si guardarono alla richiesta del dragone, e con quello sguardo capirono che avrebbero sempre potuto rifarsi se il drago avesse tradito la loro fiducia. D'altronde avevano capito anche che il drago era riuscito a sopravvivere al loro attacco precedente solo grazie alla magia, quindi si tenevano pronti ad ogni evenienza, e diedero ascolto al drago.

Dimmi antico dragone nero, essere superiore della tua specie... Cosa vuoi da noi?
Ammetti la tua resa e noi non infieriremo ulteriormente sul tuo corpo con ulteriori fendenti...

Le parole dell'elfo, dall'aspetto ormai tutt'altro che elfico a seguito delle trasmutazioni in corso, erano come sospinte da una forza superiore testimoniata dalla luce che emanava la sua armatura, anche se le sembianze sue e del suo famiglio erano attualmente quelle di un grosso umanoide mostruoso con sembianze orsine.

La folla era ammutolita. I guardiani dell'Arena, lontani, dietro solide sbarre all'interno dei pilastri osservavano la scena; alcuni di loro sorrisero, aspettandosi parole di scherno da parte della loro Bestia preferita (e fonte di scommesse).

Il Tempo si fermò e il Nero operò una seria di incantesimi. Il combattente potè vedere con stupore che egli si era curato almeno della metà.

Ferma la tua lama, Tùnìr, e lascia...

Una cupola di oscurità fu formata rapidamente intorno a loro. Tùnìr comprese grazie alle sue conoscenze, che essa non avrebbe avuto alcun effetto, sennon quello di bloccare i sensi degli spettatori.

...che la mia mente possa scambiare idee con la tua. Darò luogo ad una messinscena per ingannare gli stolti e fingere di schernirti mentre converserò con te.

Tùnìr sentì la presenza psichica del Drago alle soglie della sua mente.

Se non accetterai questa piccola condizione, concluderemo lo scontro immantinente. Non ti nuocerò, parola di Drago.

Un sorriso che avrebbe potuto essere scambiato per lo scintillio di un'armeria accompagnò quest'ultima affermazione.
E sebbene il potere del Fighter fosse grande e la sua intelligenza altrettanto, l'astuzia del Drago non poteva essere sottovalutata.

Tùnìr temeva le menzogne del drago, ma in ogni caso era sempre pronto in caso a reagire, quindi accettò l'incantesimo lanciato dal bestione nero, riconoscendolo come un innocuo legame telepatico...
Dentro la sfera i contendenti ignoravano il resto del mondo, l'Odopi probabilmente sarebbe stato prima o poi chiuso in un angolo dalla sfera nera, e il pubblico non era certo una loro preoccupazione...

Sono pronto drago, dimmi quello che devi, e vedi di non fare scherzi...

Immantinente il Drago dissolse la calotta d'ombra e i due tornarono nella visuale degli spettatori.
Tùnìr potè avvertire la voce del Nero nella sua mente e contemporaneamente sentire ciò che egli diceva a voce alta.

Allora ascolta, Fighter, possiamo parlare con calma ma non avremo una seconda occasione. Il mio nome è Westliin e sono a tutti gli effetti un prigioniero.
Piccolo burattino, non sei altro! Le tue fragili membra non potranno reggere alla forza dei miei artigli e alla potenza della mia magia!
Anni fa un oracolo predisse la mia sorte... prima che lo uccidessi... e non sembrava molto propizia. Sono troppo antico per non capire che, nonostante la sua rabbia, qualcosa di vero c'era nelle sue parole.
Le tue arti sono inezie e il tuo valore immondizia!
Poco tempo dopo, fui tratto in inganno ad opera di alcuni agenti drow, inviati dalla fu matrona Sheyraen per portarmi quì e relegarmi a "pezzo forte" dell'Arena.
Sono curioso però di vedere quali altri ghiochetti serbi in quella curiosa testa, mortale!

Un fiotto di acido fu liberato per dissiparsi in aria. Mentre gli spettatori potevano interpretarlo esclusivamente come una mossa di sfida, il Savio potè invece comprendere la rabbia dell'animale.

Voglio che tu mi aiuti a fuggire. In cambio potrei darti molte cose, ma soprattutto, potrei metterti a conoscenza di alcune faccende che accadono in questo posto... e che riguardano il Torneo.

Lo sguardo del grande occhio si piantò nelle iridi di Tùnìr.

Drago! Credi forse di farmi paura? Io e il mio famiglio possiamo stenderti con un solo attacco completo combinato...
E come potrei aiutarti? Io sono favorevole alla libertà di ogni essere, nessuno dev'essere in gabbia...
E te l'abbiamo già dimostrato!
Ma non sono certo un esperto di teletrasporti...

Tùnìr effettuava volteggi sul posto volando e agitando il proprio martello e intanto Fash incitava il pubblico alzando le... zampe al cielo...

Non ora. Non quì, guerriero. Concedimi di donare a questo nostro legame una longevità un pò superiore alla norma.
Vedremo, Fighter!
Ora combatti!

Il Drago scagliò ancora una volta un fiotto acido su Tùnìr, che ne uscì, ovviamente, indenne. L'attacco fu ultimato da un'impressionante salva di meteore che si schiantarono ovunque rendendo l'Arena un'immenso campo infuocato.

I miei Guardiani hanno scommesso sulla TUA vittoria, non sulla mia...

Tùnìr aveva ora l'opportunità di concludere lo scontro.