Gli occhi ancora chiusi permisero alla mente di concentrarsi sul vicino, dolce, rollio del mare.
Gli occhi aperti rivelarono una spiaggia di sabbia soffice, sottilissima, alcuni scogli e la battigia.
Da un lato il mare placido, dall'altro, il vostro, la spiaggia. Dinanzi a voi il vostro avversario.

Il cielo pomeridiano era privo del sole, nonostante vi fosse luce diurna, e spoglio; ma ampi banchi di cumulonembi in lontananza si avvicinavano rapidi, recando tempesta... il mare portava avanti il suo lento ma inesorabile moto.



Distanza: 21m
Iniziativa vinta da: Sjachvrack

Aveva detto il vero.
Il Bejik era di nuovo irretito nelle trame dell'arena, posto di fronte all'ennesimo avversario, di nuovo in quel luogo di sale e luce.
Ma questa volta avrebbe goduto della sofferenza che quel posto gli recava, l'avrebbe condivisa, resa condizione universale.
Gettò un'occhiata all'elfo del fuoco dinanzi a lui, al suo compagno accanto, vide il loro legame.
Preso tra l'incudine dell'Invidia e il martello del Vuoto, Sjachvrak desiderò spezzarlo.

Levando le mani ossute verso l'alto, regalò la sua invocazione al vento.

Confn tenpiswo, Dask!! Confn vur shed douta iejir ihk douta Mliso.

Poche cose, nella vita di un avventuriero, piegano la sua forza di volontà, buone o malvagie che siano le sue scelte, anche se quasi tutte sono decisamente pericolose.
Questa situazione, in particolare, era probabilmente la più pericolosa che Tùnìr e Fash affrontavano finora nel Torneo.

Il coboldo non fece altro che sparire. L'elfo sentì che un incantesimo tentava di accalappiarlo...

...e ci riuscì, rallentandolo considerevolmente. Stessa sorte toccò al suo compagno.

Sarebbe stato abbastanza... ma Sjachvrack dimostrò a Valm Neira che il Garngrath del precedente scontro non era che un giocattolo.
Un Portale, nero e crepitante di energia, si aprì dove prima era presente il coboldo... un fumo denso e scuro ne fuoriusciva, divenendo grigio a contatto col l'aria e sparendo in volute violacee.

Il sole fu oscurato da una grande nube e fumo ed ombra si mescolarono, dando forma alla creatura evocata; una fila di zanne andò formandosi e artigli affilati, occhi di brace ed ali traslucide, il corpo sinuoso e letale.
Un Antico Dragone d'Ombra aveva fatto il suo ingresso in campo. Osservava l'elfo con indifferenza.




TURNO A TU'NI'R

Il Savio non tentò alcuna mossa, ponendosi sulla difensiva assieme al suo compagno.

Il Drago però non rimase al suo posto. Sparì.


TURNO A SJACHVRACK

Apparentemente il coboldo non agì... vuoi che il suo potere agisse a livelli troppo elevati per la coscienza di Tùnìr o che non premiasse una tattica aggressiva.


TURNO A TU'NI'R

Tùnìr operò una serie di trasformazioni, divenne un titano e assieme al suo compagno si spostò in una direzione, sperando, forse, di incontrare Sjachvrack.

Ma ciò non successe.

Il Drago, da parte sua, agì. Visibile al titano, si portò in volo sopra di lui, dopodichè un campo anti-magia sfavillò e ridivenne visibile anche al pubblico... e cadde.
I magli degli avversari non avrebbero conservato le loro dimensioni nell'attraversare l'anti-magia. Tentarono deboli attacchi



Essi si ritrovarono quindi schiacciati al suolo dalla imponente mole del Drago, privi di qualsivoglia difesa magica.

L'assalto era stato semplice, ma il risultato parlava chiaro.


TURNO A SJACHVRACK

Al sicuro dietro il velo della sua magia, il Profeta osservava il grande drago rendere partecipi tutti della sua immensa forza, nonostante le potenzialità del grande rettile fossero di molto superiori a quanto si poteva osservare.
Dopo aver lanciato un incantesimo imparato proprio dalla tradizione draconica, e che gli permise di prepararsi ad ogni evenienza, incrociò le braccia, rimanendo spettatore della scena.
Non era poi male, lasciare che fossero Saakashvilij e il suo avversario a sprecare energie per quell'odioso torneo e i suoi mille retroscena.
Improvvisamente si sentì vecchio, nonostante le energie arcane che fluivano possenti in lui, e il dolore alle gambe gli ricordò quanto fosse doloroso esistere.
Perché tanto affanno? pensò tra sé l'anziano coboldo.

Tùnìr poteva dirsi spacciato, ma il tempo Tiranno scadè prima che glia vversari del potente Sjachvrack potessero esalare l'ultimo respiro.


PARITA'