Siete scesi nell'arena tra le urla della folla e i canti sacri delle sacerdotesse di Lloth.
Avete guardato negli occhi il vostro avversario, piantando i piedi sul suolo di pietra dura dell'arena, pronti al combattimento.
Tutto si è fatto silenzio quando gli otto grandi pilastri magici di Streeatul hanno brillato e crepitato d'energia magica, plasmando il mondo intorno a voi.

La vista abbraccia l'infinità dei Piani. I vostri piedi poggiano su una ragnatela intricata e fitta, che si spande a vista d'occhio in un piano perfettamente orizzontale. Camminare al suo centro non presenta nessun problema, ma notate che, poco distante da voi, la fitta trama si assottiglia in modo poco rassicurante, lasciando intendere una potenziale caduta libera per chi non sia sufficientemente agile. L'aria è asettica, ma il colore rosso cupo dominante ovunque e le nebbie sanguigne che occultano parzialmente gli orizzonti causano un senso di oppressione al torace.
Scariche elettriche percorrono la bianca tela, seguiti da guizzi infuocati che subito si congelano e si frantumano lasciando cadere fini stille di acido ovunque intorno a voi.
La natura caotica del Piano delle Ragnatele Demoniache di Lloth vi offre parte di sé per la vostra disputa, assumendo un allineamento neutro ma una natura micidiale.
E la Dea? Le sue creature osservano per lei ai margini della ragnatela. L'occhio nudo scorge colossali ombre nere e zampe di aracnidi senza età... che attendono cupi tra le nebbie...

Frastornati dagli effetti magici dell'arena, senza capire se siate ancora a Valm Neira o teleportati chissà dove, il primo a reagire è...


Mappa

Dati tecnici

Alexander non voleva vantagi sull' avversario, cosi come fece nello scontro precedente attese il suo rivale

Cheto e immobile, Alexander smaltì le sensazioni residue dovute alla scarica elettrica. Un cupo bagliore illuminò l'aria intorno a lui, ma a parte ciò nulla.


Mappa invariata.


TURNO AD EUGENE

Nonostante fosse stato più lento dell'avversario nel reagire, fu il primo a fare la sua mossa. Non gli importava molto se l'altro gli avesse davvero lasciato il vantaggio o se aveva fatto qualcosa di nascosto. Senza pensarci su canalizzò le sue energie accumulate nella sua stessa essenza.

Eugene gabbò i sensi degli spettatori, sparendo semplicemente alla vista, ma non dell'arena...

...che lo marcò.


Mappa



TURNO AD ALEXANDER

Un secondo prima che il suo avversario sparisse il ragazzo decise che era più divertente se fossero stati in due e così fù

Poi subito dopo aver percepito quale magia avesse castato i due scoppiarono a ridere:

"ahahah ma l'hai "visto" che ha fatto? ahahahah"

"ahahah sisi l'ho "visto"! Ma con chi crede di aver a che fare? ahahah"

poi le risate cessarono e le faccie dei due psion si incupirono per raggiungere la concentrazione necessaria per piegare lo spazio e il tempo a loro piacimento, ma un attimo prima di cominciare i due usando le voci come fosse una sola aggiunsero:

"Ora anche se non è detto che capirai, manifesteremo il nostro potenziale e dopo ti converrà arrenderti, segui in comportamento del tuo precedessore, nella resa non c'è disonore!"

un battito di ciglia, molti negli spalti guardando la scena avevano l'impressione di leggere un libro a cui erano state strappate delle pagine, di fatti sembrava essersi creata una frattura nel continium spazio-tempo

Fu un attimo. Eugene comprese cosa stava per fare il suo avversario, ma non aveva il potere di fermalo. Alexander prese a muoversi ad una velocità inconcepibile ai mortali e la situazione in arena mutò notevolmente in pochissimo tempo.

Quasi contemporaneamente alla sparizione di McBrain, Alexander creò una copia di se stesso, identica a lui in tutto e per tutto e poi...



...Eugene potè ammirare uno schieramento decisamente poco favorevole: due Alexander ed uno stuolo di Larval Flayers, sorta di teste di Illithid malformate e mortalmente affamate di materia grigia.



Mappa



TURNO AD EUGENE

La situazione era davvero brutta. In particolar modo per quelle creature disgustose succhicervelli. Non gli erano tento simpatiche.Ma in fin dei conti si stava divertendo. Non erano le situazioni estreme quelle che cercava?
«Non avrete mai il mio cervello!È la parte piú importante di me»

Certamente la situazione era complessa, ma entrambi erano ricchi di risorse.

Non appena McBrain iniziò a farsi scivolare attraverso la Ragnatela, due sciami di scristalli, provenienti dagli Alexander, lo investirono...



...ferendolo, alcuni, altri semplicemente attraversandolo senza causare ulteriori preoccupazioni. Alexander potè osservare come i suoi poteri scalfirono appena il suo avversario e trasse le sue conclusioni.



Un ulteriore bagliore illuminò l'aria intorno gli Alexander, ma di fatto nulla accadde. Ciò che successe davvero fu ancora più strano a narrarsi:



Eugene ora era sotto la Ragnatela ed aveva assunto sembrianze di una creatura piccola e scheletrica, ma Alexander potè capirlo solo in virtù dei suoi poteri che, per sua fortuna, la Ragnatela non bloccava del tutto.





Mappa



TURNO AD ALEXANDER

"Ah! Adesso capiamo meglio le tue azioni... anche se facendo così ti rendi solo più fastidioso"

Si poteva ben notare che mentre i due ragazzi parlavano la voce si faceva più seria e la faccie più innervosite, e continuarono:

"La tua difesa è notevole, ma la nostra è insuperabile, noi piegiamo lo spazio e il tempo a al nostro servizio; per non parlare che nessuno si può nascondere a noi, dove non vedono i nostri occhi arriva la nostra mente"

Poi i due si mossero

Alexander concentrò i suoi poteri su di Eugene...



...senza però incontrare resistenza di sorta. Fu poi la volta di una diversa manifestazione...



...ma il raggio di energia pura che scaturì dal fighter fu totalmente evitato da McBrain, che schivò con facilità.

Eugene potè quasi sperare che il suo avversario stesse finendo il campionario, ma l'assalto non aveva sosta. Uno sciame di cristalli lo investì...



...strappandogli altri frammenti d'essere. Un'affilatissima scheggia di cristallo scaturì dai palmi dell'altro Alexander, formandosi in un raggio...



...ma anche quest'ultimo incanto fu evitato.


L'incredibile agilità del disincarnato lo teneva al sicuro... per ora.



Mappa invariata.


TURNO AD EUGENE

Eugene fin'ora si era sempre e solo difeso. Era tempo di restituire qualcosa.Con questo intento sgattaiolò lungo la ragnatela mentre con la mente si focalizzava su uno dei suoi poteri.

Il tempo per le reazioni non ci fu e McBrain passò all'azione indisturbato, per la prima volta. Fluttuò accanto ad uno degli Alexander e manifestò la sua volontà distruttiva.



Eugene godè della sofferenza inflitta, mentre le sue ferite si alleviavano notevolmente. Ma Alexander non fu colpito in pieno dal potere, poichè un grido strozzato provenne da una delle Larve, prima che fu possibile vederla smettere di agitarsi per poi svanire.

Molto sarebbe potuto accadere, in quella fase, ma la clessidra dell'Arena non poteva essere fermata. Mentre l'aria si condensava in goccie d'acido...



...la luce della fine li investì.


PARITA'