Il forum dei Drow, dei Vampiri e delle creature dell'oscurità
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MessaggioInviato: mer ago 15, 2007 13:55 
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io invece avevo sentito che tornava ai discendenti della famiglia tepesh... comunque non e' il luogo per discuterne

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Il succo della storia fin qui.
Al principio fu creato l'Universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa.
Numerose razze sono convinte che l'universo sia stato creato da una specie di dio.
Gli Jatravartid di Viltvodle VI credono invece che il cosmo sia nato da uno starnuto di un essere chiamato il Grande Ciaparche Verde.
Gli Jatravartid, che vivono nel costante timore del giorno in cui ci sarà l'Avvento del Grande Fazzoletto da Naso Bianco, sono piccole creature azzurre fornite ciascuna di cinquanta braccia, ragion per cui sono stati gli unici, nella storia delle razze intelligenti, ad avere inventato il deodorante per le ascelle prima della ruota.
[Douglas Adams - Ristorante al termine dell'universo]


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MessaggioInviato: dom ago 19, 2007 17:17 
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Draugnim ha scritto:
io invece avevo sentito che tornava ai discendenti della famiglia tepesh... comunque non e' il luogo per discuterne

Anche io inizialmente avevo sentito questo, poi ho saputo che nn andrà cosi, con mio rammarico.

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come il lupo vago la notte alla ricerca della mia follia.


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MessaggioInviato: dom ago 19, 2007 17:20 
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ok lo compro io :D

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Al principio fu creato l'Universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa.
Numerose razze sono convinte che l'universo sia stato creato da una specie di dio.
Gli Jatravartid di Viltvodle VI credono invece che il cosmo sia nato da uno starnuto di un essere chiamato il Grande Ciaparche Verde.
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MessaggioInviato: dom ago 19, 2007 23:44 
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...nn ci rimasi per molto. Avevo già in mente una destinazione che speravo (come fino a quel momento avevo sperato), che mi avrebbe aperto gli occhi. Arrivai a casa stanchissimo, e aprendo la porta, trovai in casa Sabrina che mi stava aspettando. Bevvi subito, e questo mi diede subito un grande calore e grande energia. Parlammo a lungo, e gli spiegai a cosa avevo assistito. Rimase di stucco in quanto nn credeva che esistessero persone affette da questo tipo di cose. Mi guardò negli occhi, e capi che le stavo dicendo la verità. L'indomani cominciai subito a lavorare, in quanto ero rimasto un pò indietro, e per evitare "tirate d'orecchi" chinai il capo e cominciai ad inventare spot radiofonici e cinematografici, in quanto nella pubblicità sono un dirigente di una azienda che cura cinema e radio. 28 Novembre 1982 ore 7.30 aeroporto di Linate destinazione Moldavia. Mi aveva sempre incuriosito molto questo paese, e partii. La mia destinazione precisa era Tiraspol. Tiraspol è una città con c.ca poco meno di 200.000 ab. E' un posto molto freddo; quando ci arrivai io c'erano 12 sotto zero. E' una bella città com molte industrie. Le principali, elettriche e mobilifici. Andai a chiedere in uno degli hotel della città per il dormire, mi dovevo fermare 20 gg, e trovai l'hotel che si chiama come la città. Si parla di anni fa, nn so se c'è ancora, ma sicuramente è stato rimodernato, perchè all'epoca era vecchiotto. Arrivai in hotel intorno alle 17 ed era già buio. Per le strade nn c'era anima viva e il freddo pungente faceva stare tutti a casa. Ore 20, una cena frugale (avevo chiesto verdure), e poi a letto. A letto nn riuscii subito a prendere sonno e lessi un libro che parlava di vampiri, ma più leggevo queste cose, e più mi accorgevo che nn mi avrebbero portato a nulla. Decisi di dormire, e mi addormentai...

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MessaggioInviato: gio ago 23, 2007 01:26 
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...la mattina seguente dopo una buona colazione uscii a cercare. Ma cosa cercavo? Mi capitò durante la passeggiata nel centro di Tiraspol, di notare un negozio di antichità. Entrai e ci trovai veramente di tutto; osservavo attentamente e leggevo ogni singola etichetta che faceva riferimento a vecchiume. In fondo, anche in posti come quelli si possono trovare cose che nn ti aspetti. Il negozio era abbastanza grande e in un angolo in fondo c'era un bancone di stile barocco dove faceva capolino la testa di un sorridente signore. Si alzò e venne a salutarmi cordialmente. Alto quanto me (sono 176 cm), con una voluminosa pancia, era vestito con una giacca a doppiopetto grigia, e dal panciotto usciva un orologio da taschino. Mi chiese in cosa potesse servirmi, ma io nn seppi rispondere in quanto nn capivo. Si girò chiamò un nome e venne fuori una ragazza splendida da uno sgabuzzino che l'essere troppo assorto sul negozio nn mi aveva fatto notare. Il suo nome era Asheny. Nn avevo la + pallida idea di che nome fosse. Lei mi si avvicinò e (incredibile per me), in un italiano molto "sbriciolato" mi chiese: serve aiuto? Rimasi veramente di stucco perchè vi giuro amici miei, che difficilmente si vedono ragazze di tale bellezza. Mi chiesi come era possibile che una ragazza cosi potesse fare un lavoro in quel posto abbastanza buio e devo dire sufficientemente polveroso. Fisico slanciato, due occhi chiari verdi, capelli neri raccolti e legati dietro a coda di cavallo. Labbra sottili e due mani da fantasia. Gli chiesi un pò di cose sul materiale che vedevo e lei fece davvero di tutto per spiegarmi e spiegarsi. Ad un tratto ci trovammo vicini e...l'idea mi venne, ma ovviamente nn potevo. Ma la sua vicinanza provocò in me un brivido. Lei aveva...qualcosa, qualcosa che dentro me pensai, che doveva dirmi. Infatti era un pò che stava osservando la croce (che come detto in precedenza) portavo al collo. Comprai un oggetto solo per nn farle capire che l'avevo fatta lavorare per nulla, ma la sensazione mia fu quella che a lei nn interessava. Lei doveva parlarmi, io lo sapevo. Uscii dal negozio promettendole che l'indomani sarei tornato, e uscii. Mi stava arrivando la sete, dovevo bere...

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MessaggioInviato: gio ago 23, 2007 01:29 
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Io ragazzi potrei scrivere un libro raccontando tutto ciò che di bello e strano nel mondo ho visto, ma sarebbe troppo lungo, e quindi vi racconterò solo alcuni dei viaggi che ho fatto. Quelli in cui ho visto cose...che mi sono servite...

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MessaggioInviato: sab ago 25, 2007 00:09 
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...e cercai un qualunque posto che potesse fornirmi di sangue, ma nn trovai nulla e presi la decisione di farmi un piccolo taglietto con una delle lamette che portavo sempre con me, e bevvi da li. Nn fu soddisfacente ma almeno per un pò mi calmò. Andai a letto la sera con una agitazione che si era impadronita di me,; pensavo ad Asheny, alla sua bellezza, al suo modo di essere donna. Pensavo a tutto questo pur nn conoscendola. Mi alzai dal letto la mattina seguente nn avendo quasi dormito, ma il pensiero che avrei rivisto lei mi faceva passare la stanchezza. Uscii dall'albergo con in testa l'idea di invitarla a prendere un caffè, e mentre camminavo, mi accorsi che stavo passando vicino ad una specie di bar-pub o qualcosa del genere che si chiamava "la taverna del vampiro". Riuscii a capire l'insegna perchè davanti c'era la foto di un uomo con i canini lunghi grondanti di sangue. Sorrisi e pensai che avrei dovuto andare a visitarlo. Camminai ancora poco e arrivai al negozio, chiesi al proprietario di Asheny, ma mi disse che quella mattina nn avrebbe lavorato, ma l'avrei trovata nel pomeriggio. Me ne andai deluso, e vidi il propritario del negozio che mi guardava e sorrideva. Tornai in albergo e ne approfittai per dormire un pò. Arrivò l'ora di pranzo, mangiai abbondantemente, carne alla griglia e le solite verdure. il negozio apriva alle 15 e dissi a me stesso che a quell'ora sarei andato da Asheny...

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MessaggioInviato: sab set 01, 2007 17:51 
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...camminando passai di nuovo davanti a quel bar-pub, e dissi ancora a me stesso che prima di andarmene avrei dovuto entrarci almeno una volta. Arrivai alle 15 passate da poco al negozio dell'antiquario e prima di entrare da fuori guardai per vederla; c'era, ed entrai. Mi venne incontro e disse: "ti aspetto stasera alle 21.30. continua a percorrere questa strada, ancora per 2 km. c.ca, arriverai alla porta di una casetta, aspetta e nn bussare". Mentre parlava la guardavo e mi tornò la voglia di baciarla; la sua bellezza mi turbava. Nn capivo cosa mi stava succedendo...o forse nn volevo capirlo. Me ne andai pensando che nn mi interessava assolutamente cosa mi avrebbe detto quella sera, mi importava solo sapere che l'avrei vista e che avremmo avuto un pò di tempo per noi. Decisi a quel punto di fare un giro per la città. Erano 2 gg. che nn bevevo e la lontananza da quello che amavo mi faceva avere brutti pensieri. Mi venne in mente una cosa orribile: il sangue umano, ma nn potevo berne se le persona dalle quali lo succhiavo nn erano consanzienti. Pensai ad Asheny e alle 21.30. Ma la voglia cresceva, era sempre + difficile resistere; a quel punto dissi "o bevo da me, o farò male ad un altro animale". E decisi che la vittima fosse un altro animale: in un angolo vidi un cane di piccola taglia, lo chiamai e lui si avvicinò convinto di vedere un amico in me, aveva un viso dolce, si vedeva la sua bontà. Lo presi e lo portai dietro un casolare che assomigliava ad una vecchia fabbrica, ed era ancora funzionante. Tirai fuori la lamette pronto a sgozzarlo per "prendere" ciò di cui avevo bisogno. Lo guardai negli occhi, e ci vidi dentro queste parole -fai pure, ho capito- Mi scese una lacrima, nn riuscii a farlo, in me prevalse la tenerezza nei suoi confronti e lo lasciai andare. Rientrai in albergo ancora + assetato. Nella mia camera feci il soloto rito, da solo...

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MessaggioInviato: mar set 04, 2007 17:08 
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...e bevvi; bevvi cosi avidamente come mai mi era successo. Il pensiero di Asheny mi provocò un' eccitazione che nn riuscivo a controllare, e mi venne incontro la masturbazione, che per quanto poteva mi calmò. All 20 scesi in sale e cenai. Avevo ancora in bocca il gusto del mio sangue che mi dava energia e calore, e questo nn mi fece mangiare molto. Alle 20.30 uscii e cominciai a camminare verso la casetta che Asheny mi aveva indicato; e siccome mi aveva parlato di 2 km. di lontananza, comincia a fare piccole corsette. Arrivai alla casetta alle 20. 30 passate. Era su di una piccola collinetta costruita con legno e cemento. Assomigliava molto a quelle casette delle favole con i fiori ai balconi e il sorriso spalancato dei suoi abitanti. Usci un uomo alto, quasi 2 metri, e mi face cenno di entrare. Non sapevo cosa mi aspettasse ed ero un pò turbato. Entrai e vidi un caminetto acceso, un tavolo in mezzo alla stanza con 4 sedie, e poco altro. L'uomo mi guardava con sospetto, ma io nn capivo se aveva + paura lui di me o io di lui. Dopo qualche minuto arrivò Asheny con altre 2 persone, un uomo e una donna. Lei mi sorrise e mi disse "nn temere, qui sei tra amici, siediti". Gli risposi: "Asheny, io nn ho paura, ma nn capisco cosa tu voglia da me". La donna -che era anziana- parlò con i due uomini e poi uscirono tutti e tre. Rimasi solo con l'oggetto del mio desiderio. IO DOVEVO AVERLA. Mi guardò con un viso dolce e mi chiese: " Cosa sei?" rimasi di stucco come quando ti viene un colpo apoplettico. "Cosa vuoi dire?" gli chiesi, e lei cominciò a parlare dicendomi della mia croce che portavo al collo, e mi disse che nella sua famiglia c'era stata generazioni prima una persona "strana". Venni a sapere che il suo nome era indiano, ma nn aveva nessun significato. La guardai, mi guardò e ci baciammo. Fu una liberazione. Ci ritrovammo a letto senza nemmeno parlare. Ma la guardavo con curiosità, sapevo che c'era qualcosa che doveva dirmi, ma nn parlò e io rimasi a guardare quello spettacolo che mi aveva riempito il cuore...

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MessaggioInviato: gio set 06, 2007 15:42 
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...intanto si avvicinava l'ora della partenza, e dovetti dirlo ad Asheny. La quale con mia grande sorpresa disse: "vengo con te". Mi piangeva il cuore al sapere la risposta che gli avrei dovuto dare,ma tant'è....che glielo dissi; la prese sufficientemente bene. Allora tornai su quella ormai famosa domanda: "cosa vuoi da me Asheny?" e lei: sono la figlia di quella donna che hai visto entrare qui; è una donna che pratica la magia nera, e mi ha detto chi, o meglio cosa sei. La guardai un pò incuriosito e risposi: "e cosa sarei? sentiamo". Nn sorrideva, anzi aveva uno sguardo quasi tetro che nn mi permetteva di essere normale. Mi disse -tu sei un figlio della luna; una di quelle persone che trovano nel sangue la loro forza vero? me lo ha detto mia madre - risposi di si. E lei che sapeva sempre meravigliarmi, lo fece anche stavolta, alzandosi la manica di quel grazioso vestito che portava, e porgendomi il braccio mi disse: "bevi e dissetati". Vi giuro che nn me lo fevi assolutamente ripetere, ma nn volevo fargli male. E cominciai con la lametta. Era una cosa fantastica. Il suo calore giù nelle mie vene, lentamente, quasi a rallentatore. Chiusi gli occhi per un attimo, quasi stordito da quello che era appena successo; e quando li riaprri lei era vicino alla finestra con gli occhi pieni di lacrime. Mi avvicinai, la strinsi e bisbigliando dissi "devo partire tra 2 giorni, ma nn preoccuparti, io starò sempre con te, perchè tu sei una parte di me adesso". Tornai verso l'albergo con l'aria di uno che stesse aspettando la sua ora; camminavo lentamente. Asheny era rimasta alla casetta con la madre; forse si sarebbe ancora fatta raccontare storie di lupi mannari e vampiri. Arrivato all'albergo ebbi una sorpresa. Poco prima dell'entrata c'era il cagnolino che nn avevo...sembrava quasi che mi stesse apettando anche lui. E anche a lui lo guardai dicendogli che nn sarebbe potuto venire con me; per + di un motivo. Se ne andò via camminando in mezzo ad un freddo pungente. Salii le scale arrivai in camera e cominciai a fare le valigie. Era stato tutto molto bello. Mi tornò alla mente quel locale che avrei dovuto andare a visitare ma nn ne ho mai avuto il tempo. Pensai che ci sarei andato se fossi tornato. Ma ci sarei ritornato? Forse, o forse no...

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MessaggioInviato: ven set 07, 2007 00:02 
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Come va ragazzi, vi piace la mia piccola storia? I miei viaggi (e nn sono ancora finiti) sono stati per certi versi fantastici, per certi versi strani, per altri incredibili, e per altri ancora assurdi. So bene che è difficile credere a tutto quello che si legge, ma anche se io giurassi davanti a DIO che è la verità, molti di voi mi prenderebbero (e mi stanno già prendendo) per pazzo. Voi continuate a leggere, io continuerò a raccontare. Quando avrò finito di scrivere ciò che ritengo + interessante vi posterò anche qualche scrittura che ho trovato in giro. Molte ancora sono le cose che vi racconterò. Ad esempio, lo sapete che in transilvania c'è una famiglia che da generazioni beve sangue? Scommetto che nn lo sapevate. Questo aneddoto fa parte di uno dei miei ritorni in Romania. Quando avrò finito di raccontarvi la mia vita, sarò disponibile a tutti i tipi di domande che vi vengono in mente tranne una; Quella che vogliate conoscermi. Io vivo la notte, e quindi nell'ombra, e voglio continuare a farlo. Alla notte vado dove voglio e faccio ciò che voglio, e quelli a cui passo vicinop nn sanno che...

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MessaggioInviato: mer set 12, 2007 23:32 
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...no, nn ci sarei rimasto, perchè la chiamata dell'avventura, del mistero, del tenebroso, mi incuriosiva troppo, e resistere nella mia città per molto tempo per me era difficile. Passarono 3 anni, molto lavoro e qualche viaggio, prima di farne uno che mi lasciò qualcosa di bello e...brutto. 18 Maggio 1986, la mia destinazione era la Mongolia. Nn essendoci voli diretti dall'Italia, dovetti fare sbarco prima a Pechino, e da li riinbarcarmi per Ulaan-Baator, la capitale. E' sicuramente uno dei paesi + freddi; voi pensate che ci sono zone (tipo gli Altai), dove la temperatura arriva fino ai 50 sotto zero. Gli Altai sono zone montuose, e coloro che ci abitano o sono zingari o sono temerari. Ad Ulaan-Baator cercai immediatamente un hotel (ce ne sono di diversi tipi e categorie), e appena trovato dissi al titolare che mi sarei fermato 20 giorni. I miei viaggi duravano + o - sempre una ventina di gg. Premetto che in Mongolia a quel tempo nn conoscevano per nulla l'Inglese o il francese. La loro lingua si chiama khalkha, e a quei tempi per me era peggio dell'arabo. Mi salvai perchè una delle lingue che biascicano un pò è il tedesco, e questo mi aiutò, anche se nn è certo una delle lingue che prediligo. Nn sono + andato in Mongolia da quella volta, ma penso che a distanza di vent'anni, le cose siano molto migliorate. Ma in quel paese ci trovai molte cose...

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MessaggioInviato: sab set 15, 2007 17:14 
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Iscritto il: lun lug 16, 2007 17:08
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...strane, e che su di me nn ebbero altro effetto che quello incuriosirmi ancora di +. E' una bella città Ulaan-Bator, ma vi garantisco che nonostante alcune leggende che circolano in Mongolia, i suoi abitanti sono attratti da tutto tranne che da questo tipo di fantasie. Ovviamente la prima cosa che feci fu quella di andare a spasso per la città e vederne le eventuali bellezze e attrattive. Arrivai vicino ad un edificio che aveva tutta l'aria di un museo, e infatti vidi davanti l'entrata un insegna, e mi feci spiegare dal signore che era davanti di cosa si trattasse. Si trattava di un museo che aveva come unico presupposto quello di far rivivere le gesta del grande Gengis-Kan. Entrai e cominciai a girare dentro il museo (a me piacciono molto i musei perchè sono silenziosi e si portano appresso quell'aurea di mistero che li avvolge da sempre), ma chiaramente visto il genere di cose di cui trattava, a parte l'interesse culturale nn è che mi aveva detto poi molto. Dopo questa visita ritornai in hotel per un riposo, e una volta svegliatomi arrivò la sera e l'ora di mangiare. Cenai abbondantemente, ma erano 3 gg. che nn bevevo e ne avevo l'esigenza. Prima si risalire le scale e tornare in camera mia, parlai con un inserviente dell'Hotel che spiccicava sufficientemente il tedesco, e gli chiesi se ad Ulaan-Batoor c'erano posti...strani da visitare. Mi guardò con un viso tra il curioso e il dubbioso, ma mi rispose. Mi disse che il primo posto dove avrei potuto andare, era una via (di cui nn rammento il nome), dove c'era una villa abbantonata da anni che per motivi che tutti sanno, ma nessuno ne vuol parlare, nn si riusciva a vendere. Chiesi il perchè, e mi disse che c'era stato un rito tanti anni prima, che aveva portato distruzione e morte. Lo guardi negli occhi perchè volevo capire se stesse dicendomi una verità, oppure era solo un modo per provare ad impaurirmi. La mattina successiva appena fatto colazione a base di latte, alle 8 ero già pronto per andare dove il tipo mi aveva detto. Arrivai alla villa, e vi dico che era un posto veramente poco edificante. Attorniata da un giardino fatiscente, si ergeva questa costruzione che dava l'impressione di una casa dove la morte regnava sovrana...

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MessaggioInviato: lun set 17, 2007 23:47 
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...sul momento nn è che pensai immediatamente di entrare, ma cercai nel giardino se poteva esseci qualcosa che mi desse idea di quello che nella villa era successo. Nulla, nel giardino nn c'era nulla, a parte una piccola botola che ovviamente appena vista decisi di visitare. Era una di quelle botole esterne che portano di solito negli scantinati; in quegli scantinati dove quasi sempre si trovano solo ferraglie, e ovviamente tanta polvere. La villa era abbandonata di c.ca 16 anni. Quello che nn capivo era perchè il comune o il governo mongolo, nn avesse mai preso alcuna decisione per quell'edificio, anzichè lasciarlo marcire. Entrai, la botola cigolò quasi con rabbia. Mi trovai all'interno, nn si vedeva nulla, e certo nn potevo pretendere che ci fosse corrente. Avevo sempre con me uno zaino che "mi aiutava a portare" tutte le cose che mi servivano compresa una pila. La villa era a 2 piani + questo scantinato. Dentro ci trovai proprio ciò che ho elencato prima: ferraglia di tutti i tipi, e tante, tantissime ragnatele. Da sotto un cumolo di ferri usci un topo, nn me lo feci scappare. Ogni tanto mi capitava di pensare che bevendo tutti quei tipi di sangue potevo avere dei problemi, ma devo dire che nonostante qualche dolore leggero allo stomaco lo sopportavo bene. Andai avanti nell'esplorazione e...la prima sorpresa; trovai in un angolo dello scantinato una piccola bara di legno ormai fradicia. Mi chinai ma nn vidi ne iscrizioni sopra, ne tantomeno crocifissi (che di solito sulle bare vengono messi). Ovviamente da quello avevo capito che l'inserviente dell'hotel mi aveva detto la verità. Cercai ancora, ma li nn trovai più nulla di strano; però una domanda me la feci: perchè quella bara era stata messa li? Salii al piano superiore, e nn vi nascondo che nonostante fossi uno che la paura nn la temeva, vi garantisco che quella villa aveva qualcosa che...

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MessaggioInviato: mer set 19, 2007 18:07 
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...sapeva di oscuro. Era molto grande da esplorare tutta , e pensai di andarmene e tornare il giorno dopo. E cosi feci, raccolsi il mio zaino, chiusi tutto dove ero passato e uscii...o almeno tentai di farlo. Sentii un fruscio alle mie spalle, ma nn riuscii a capire da dove venisse. Mi voltai di scatto, come se qualcuno volesse parlarmi, ma nn vidi nulla. Alle volte anche a uno come me questo tipo di posti lasciano un pò di apprensione. Guardai ancora, ma nn vidi e nn sentii più nulla. Uscito dalla villa, come tornai su una strada affollata mi si avvicinò un vecchio (che aveva motato da dove ero uscito) e cominciò a parlarmi, ma nn capivo assolutamente un'acca di quello che diceva. Li vicino c'era una signora, e siccome aveva sentito che al vecchio io chiedevo se sapeva parlare in tedesco, mi disse in tedesco: "le sta chiedendo cosa è andato a fare in quella casa". Risposi tranquillamente che ero uno a cui piacevano questo tipo di cose...strane. Il vecchio mi guardò con aria truce, cosa che io ovviamente nn ne capivo il motivo. Mi si avvicinò di nuovo la signora e sempre in tedesco mi disse: "il signore mi dice di dirle di nn entrare più in quella villa maledetta, nn sa cosa è successo li?" risposi che lo sapevo, ed era proprio per quello che ero curioso. Il vecchio ricominciò a parlare con la signora in lingua mongola , dopo di che la signora mi disse un indirizzo e un numero civico dove io quella stessa sera mi sarei dovuto recare. la persona mi aspettava per le 21. Questa cosa mi piaceva; nn so cosa ci avrei potuto ricavare per le mie domande, ma di sicuro mi piaceva. Tornai in albergo, un riposino dopo mangiato e verso le 16 riuscii di nuovo, ma il pensiero dell'appuntamento serale mi aveva preso particolarmente. Una volta in strada mi venne il pensiero di andare a vedere dov'era il posto dell'indirizzo, ma siccome a me piacciono le sorprese preferiii scoprire tutto all'ultimo momento. Tanto nn avevo proprio la più pallida idea di cosa mi aspettasse; cosa avrei trovato? ci trovai tante cose...anche troppe...

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