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 Oggetto del messaggio: Il marchio del diavolo
MessaggioInviato: lun apr 03, 2006 13:55 
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Iscritto il: lun apr 03, 2006 13:30
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Località: Terra del Vento
Il Marchio Del Diavolo

Ciglia imperlate
da lacrime di sangue rappreso.
Il labbro spaccato.
Cicatrici ovunque.
Un taglio lungo e sottile partiva dal collo,
inerpicandosi e avvolgendosi
per le curve del suo corpo.
E come se il tempo si fermasse,
lui le fu alle spalle in un istante.
La agguantò da dietro,
e la sostenne con dolcezza,
mentre una cappa di malessere li attanagliava.
Lui fece forza nelle braccia,
stringendola a sé.
Aspirò l’odore della sua pelle:
eccitante…estasiante…triste.
Le scostò i capelli dal volto,
strofinando la guancia contro la sua
ancora sporca di sangue.
Poi le avvicinò le labbra all’orecchio,
e sussurrò:”E’ tutto finito. Guardami. E’ tutto finito.”
Rimasero in silenzio,
ascoltando i loro respiri nel buio.

E poi nello sguardo di lui
Si fece strada l’orrore.
La cicatrice impura. Il macabro segno dell’infamità.
Il marchio del diavolo.
Si snodava lungo tutta la schiena,
percorrendo tutto il corpo,
straziato a sangue.
Lei rimase a cullarsi da sola nell’oscurità.
Lui si allontanò.
I battiti del cuore accelerarono,
il respiro si fece irregolare.
Il sangue gli salì alle tempie,
e un urlo disumano lacerò la notte.

Non poteva sopportarlo.
Non lo avrebbe mai perdonato.
Quante volte era stato tentato di farla sua,
di rivoltarla e prenderla a suo piacere.
Quante volte aveva sognato
di violentare le sue carni,
di appropriarsi del suo corpo
e di morire sazio del suo sangue,
pur sapendo di andare contro
le sue volontà.
Ma non aveva mai fatto niente.
Per rispetto, si ripeteva.
In realtà quello che lo frenava era ben altro,
e lui lo sapeva.
Un sentimento che credeva
di non poter provare,
fino a quando non la vide.
E da allora, uno solo era il sogno,
e l’incubo
che lo affliggeva,tutte le notti:
lei distesa supina,dormiente.
E anche nella più completa oscurità,
lui poteva scorgere
la sua bellezza.
Il biancore perlaceo della schiena,
la curva morbida dei fianchi,
la pelle diafana ma calda come il fuoco vivo.
Un viso chiarissimo
incorniciato da capelli corvini.
E tra le labbra nere come notte
spiccava la rossa lingua.

Avrebbe dato di tutto per possederla,
per avvinghiarglisi addosso
e farla godere con violenza,
con tutto l’amore di cui era capace.
E mai avrebbe potuto perdonare
il fatto di non essere stato lui
a trarre piacere dal suo abbraccio,
a mordere le sue labbra piene e invitanti,
o ad averle inflitto quella ferita
in una pulsione di rabbiosa lussuria.

Sentiva il sangue pulsare
Nelle sue vene.
Quanto ancora avrebbe resistito?
Il profumo che lei emanava era
inebriante.
Non poteva nascondere i fremiti d’eccitazione
nel vederla leccarsi le labbra spaccate,
respirando a fatica.

Lentamente fece scivolare le dita
lungo la schiena,
indugiando sui tagli slabbrati che la percorrevano,
che erano immensamente dolci
e dolorosi al tatto.
Poi un rantolo ruppe il silenzio.
“Poni fine a tutto questo. . .Ti prego”.
Lui chiuse le palpebre.
Non si diede tempo di pensare.
I canini scintillarono al buio,
e si infilzarono nella tenera carne.
Con una violenza di cui
solo una bestia era capace,
si dissetò del suo sangue,
pur lasciandola lo stesso in vita . . .
Perché sapeva che anch’ella
anelava ad un solo ultimo desiderio,
lo stesso che tormentava lui
da sempre.

Godendo immensamente di quell’ultimo abbraccio,
i baci si fecero ardenti,
e le mani audaci.
E sentiva che il godimento era reciproco,
estasiato dai gemiti di lei
che incalzavano. . .incalzavano. . .
Dunque la fece stendere,adagiandola con dolcezza
sotto di lui,
mentre il sangue scorreva copiosamente. . .
E inesorabilmente.
Gli si avvinghiò addosso
e la inchiodò al suolo.

La pelle le parve incendiarsi,
tanto bruciava.
Le cicatrici si aprirono,
il piacere si mescolò al dolore.
Lo circondò con le gambe,
aggrappandosi,
mentre lui leccava via il sangue,
assaporandolo frenetico.
E poi la dolcezza svanì.
Le fu sopra con violenza.
Lei si fece possedere con le lacrime agli occhi,
mentre un sorriso perverso
si dipingeva sul suo volto.
Unirono le labbra,
intrecciando le lingue
che si accarezzavano in una danza
che aveva il sapore dolciastro del sangue.
Così lei annaspava. . .lui godeva. . .
lei soffriva. . .lui gemeva.
E mentre ansimavano l’uno
dentro l’altro,
lui si abbeverò dell’ultimo fiotto di sangue,
per esaudire infine l’ultima volontà di lei.

Ma poco prima di morire,
mentre il suo corpo si gelava,
e la morte le chiudeva gli occhi,
la vita abbandonò anche lui.
Perché mentre esalava l’ultimo respiro,
lei gli sussurrò:
“Ti ho sempre amato”.

_________________
† Scivolo sotto le coltri, e immagino il tuo profumo...
Appoggio il capo e ancora riecheggia la tua voce...
Chiudo gli occhi...
E riesco a sentire le tue mani sul mio corpo.. †

†..:Nihal:..†


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