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 Oggetto del messaggio: I Racconti del Prescelto [Parte II]
MessaggioInviato: mer feb 13, 2008 00:01 
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La seconda parte di questa narrazione...entriamo ancor più nel vivo...questa volta non molto al di là della sua formazione...

Ardaqua e la ferita nell’universo

Se il vento potesse esprimere la sua forza, vi sarebbe la vita?

Erano passati appena due anni, due miseri anni, da quando venne nominato “Colui che vede la Luce”, il possente conoscitore dell’arte di Ifnar, succeduto a all’ultimo sovrano. Ma da quel giorno, il Prescelto ben poco aveva visto, ben poco di quel bene che tanto veniva decantato nelle più alte corti, o nei palazzi ricoperti d’oro o altri metalli pregiati, dove cantastorie e menestrelli, intonavano le lodi di Ifnar, e della sua magnificenza, oppure nei templi, dove monaci scalzi e sereni in viso, tessevano la vita fasulla di una delle due potenze, aspettando come un premio che mai sarebbe giunto. Di questo bene, nemmeno un piccolo accenno vide il Prescelto, ma vide di certo la sua potenza, scoprì cose che solo la sua alta carica gli poteva conferire. Osservò il moto degli astri, e imparò a leggervi all’interno la vera storia di ogni essere, dall’inizio dell’universo, fino al secondo prima della lettura. Vide che la vita era molte volte solo l’inganno della morte, che compiaceva le sue vittime prima di colpirle. Scoprì che l’eternità era solo un vizio assunto da pochi che assuefatti, finivano per perderlo come polvere al vento. Ma del bene nulla vide, ne con i suoi occhi mortali, ne con gli occhi della sua anima, che si era fatta più perfetta e sublime nel tempo che aveva passato a scorgere una o più risposte, nel tempo che aveva passato a ricercare l’unica cosa che ancora gli mancava, perché potesse essere competo. Mentre vagava per il solito sentiero che costeggiava la ripida scogliera su cui si stagliava ritto contro il cielo azzurro il suo nuovo palazzo, incontrò colui che forse gli avrebbe dato una parte dell’enigma, gli avrebbe rivelato un segreto che tutti conoscevano, ma che nessuno ricordava di aver mai sentito. Un segreto duro da tenere, che scuoteva le coscienze, le portava al delirio metafisico, alla crisi esistenziale. Per questo era stato dimenticato da tutti, tranne da quelli che sapevano che in fondo, presto o tardi, anche il mondo sarebbe terminato, per un motivo semplice, o per una catastrofe immane. Era solo un vecchio, ma lui lo conosceva da tempo...era stato uno dei suoi maestri, colui che gli aveva fatto conoscere l’arte antica dell’alchimia, colui che aveva raggiunto vette eccellenti, a volte sfidando anche i dettami della natura, e creando cose che mai si dovrebbero creare, o sovvertendo le regole in modo osceno e maligno. Quando lo vide, stava guardando verso il picco sempre innevato di quell’alta montagna, senza un nome importante, che tutti possano ricordare, ma un semplice ammasso di terra, tanto alto da arrivare al cielo. “State cercando forse altri esperimenti per la vostra grandezza?”, chiese il Prescelto, togliendo da quello stato di trance il maestro. “Esperimenti...o no...cercavo di togliermi l’affanno di una vita secolare...osservando la nostra possibile fine...la fine di tutto...” “Credete forse che quella montagna ci possa cadere sulle teste, riducendoci a poco più che terriccio informe? Non sono sicuro che se esiste una fine ultima questa sia!”, rispose beffardamente, accennando un lieve sorriso di scherno, e pensando all’età ormai veneranda, anche troppo dell’Alchimista Supremo. “Inutile ridere ragazzo, inutile...ben altro si nasconde lì dentro, e tornò a fissare la cima...l’origine di tutto ciò che esiste è lì...l’origine dell’energia che ti pervade, della forze che ci governano...dimmi, quale fu la prima entità creata dopo il Vuoto?” chiese il vecchio al Prescelto, e lui rispose: “Ma naturalmente la Suprema Entità, colei che divise le due forze...ma questa risposta anche i bambini ormai la conoscono...”, ma le sue parole furono interrotte dalla ripresa del vecchio: “la conoscono perché ai bambini si narra questo...e a dir la verità, anche ad adulti, vecchio spiriti, la verità fu celata...solo pochi la conoscono oramai...ma il segreto di Ardaqua ora ti rivelerò...” disse, poi fisso ancora la cime innevata, che riluceva di uno strano bagliore, colpita dai forti raggi solari. Poi riprese: “Non fu luce, e non fu ombra, ma solo il vuoto. Poi fu qualcosa che non doveva essere, e l’ordine giunse. Ma giunse un nemico potente, che l’universo intero voleva per se, quando ancora non esisteva la vita, lui già viveva, quando il male ancora non v’era, lui era malvagio, e l’unica cosa che aveva rifiutato era la morte, perché benché il potere non permeasse ne spazio ne tempo, allora inesistenti, lui già possedeva il potere su ogni cosa, tranne su una, l’unica esistente, l’universo. Egli era Ardaqua, l’essere più potente che mai abbia messo piede in questo universo...e che mai lo metterà. Da dove venisse, come saperlo? Forse era già lì, o forse la sua potenza era così strabiliante, che lui stesso era non parte dell’universo, ma un universo a parte, un universo animato da odio non comune nemmeno tra gli uomini, una malvagità contro qualcosa che era esistita nel suo stesso tempo, negli stessi istanti, forse per l’odio che provava contro se stesso. Egli combatté a lungo contro l’universo, e questo si accorse del suo immenso potere, e della sua capacità di resistenza. Le loro forze si equiparavano, come fossero facce di una stesa moneta, l’una legata indissolubilmente all’altra, così da non poter annientarsi l’una con l’altra. Ma forse l’odio fece la differenza, l’odio che permeava Ardaqua, e che lo spinse ad un’azione che decise il destino, benché ancora il destino non esistesse. Egli con la sua potenza, squarciò il tessuto dell’universo, rivelando abissi impossibili da immaginare, orrori che nessuno potrà mai concepire, e il dolore dell’universo si riversò come un’onda di eccezionale potenza sul nemico, costringendolo ad ritirarsi. Da quelle ferita uscì quello che poi andò a comporre la materia, a plasmarla con l’aiuto della Suprema Entità, che quindi nacque, alcuni dicono da lì. Il sangue della ferita aveva ogni potere, ed esplose come un vento possente, liberando possanza eccezionale. La magia era quel sangue, il sangue dell’universo, che ora ancora scorre come un veto sopra di noi, e che i più abili possono plasmare, per creare le più mirabolanti ed eccezionali macchinazioni. E nonostante la ferita si sia richiusa, da essa ancora sgorga quel sangue, senza il quale molti non potrebbero vivere, senza il quale forse nessuno mai sarebbe vissuto, senza il quale l’intero destino dell’universo non sarebbe mai stato compiuto. Ma il nemico non si era di certo arreso...e meditò vendetta fino a quando ne ebbe possibilità, prima che arrivasse la Suprema Entità, che ricorrendo a ogni sua forza, riuscì non a annientare il nemico, essendo troppa la sua potenza, per essere distrutto, ma lo sigillò, in qualcosa che solo l’avvento di un sole e dei suoi raggi avrebbe potuto liberare e spezzare il sigillo postogli. E così che Ardaqua, il nemico assoluto rimase, rinchiuso da quando il tempo ancora non era, fino anche ad ora...adesso capisci perché nessuno deve, o per meglio dire, vuole sapere la verità? La verità di quello che potrebbe succedere a tutto l’universo sarebbe troppo per le menti anche più sagge, se non pervase da una bizzarra sete di autodistruzione.” Allibito da quel racconto, il giovane Prescelto domandò: “Ma, dove si trova ora quella prigione? Dove è stata posta? Sarà di certo in un luogo sicuro, in modo che nessun sole o altro astro lucente possa romperla, e liberare il male che vi è riposto!”, ma l’espressione divertita del vecchio per un attimo lo tranquillizzò, per poi atterrirlo ancora di più: “Curioso...alcuni dicono che la Suprema Entità amasse ogni sua creatura...curioso davvero...dissero che avrebbe fatto ogni cosa per proteggerle, per impedirne la distruzione...curioso...curioso che la vetta di quel picco luccichi così forte, quasi fosse di ghiaccio puro...oggi fa molto caldo, non trovi? Può darsi che il ghiaccio, dopo molto tempo, inizi a sciogliersi...

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 Oggetto del messaggio: Re: I Racconti del Prescelto [Parte II]
MessaggioInviato: gio feb 28, 2008 15:50 
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Davvero molto ben scritto (al contrario del mio complimento :asd:)!

Io leggo delle note Tolkeninane in questo racconto, ma forse sono io che mi sto lasciando influenzare dalle mie letture attuali, mi veniva in mente anche Mervyn Peake...

Unica cosa, hai scritto "[...] costringendolo ad ritirarsi." io toglierei questo "ad" per un più semplice "a" :asd: (oggi sono asdoso :P)

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 Oggetto del messaggio: Re: I Racconti del Prescelto [Parte II]
MessaggioInviato: gio feb 28, 2008 16:09 
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Ah, quello è un errore di battitura, non avrei mai concepito una simile amenità ^^

Le note che dici...può darsi...sicuramente il maestro mi ha influenzato...ma se vi son, non son volute ^^

Ringrazio molto per aver seguito fin qui il Prescelto...ti proporrò allora il III episodio!

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 Oggetto del messaggio: Re: I Racconti del Prescelto [Parte II]
MessaggioInviato: gio feb 28, 2008 16:29 
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Lo leggerò con piacere! =)

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