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 Oggetto del messaggio: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 00:52 
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oggi è giorno di sintesi :D
Questi di seguito sono racconti che ho scritto durante questo anno scolastico, tra una dormita e l'altra, e durante le pause pranzo...spero vi possano piacere! :)

PERDONO

Avanzando lungo i sentieri della mia memoria mi imbattei in una porta chiusa.
Sopra vi scorreva dell’acqua color porpora che non toccava mai il terreno: un flusso infinito.
Un flash mi abbacinò la mente ed una detonazione risuonò attraverso il tempo.
Mi avvicinai incuriosita e timorosa, nel tentativo di aggirarla, ma la porta stessa non me lo permise ingrandendosi sempre più e nascondendo alla mia vista il resto del sentiero.
Compresi che non v’era altra maniera di proseguire se non attraversare la porta.
Lentamente allungai il braccio per cercare di trovare la maniglia e aprire la porta; le mie dita incontrarono quell’acqua di innaturale colore, e mi resi conto era calda.
Quando abbassai la maniglia e tirai verso di me quella porta, percepii una forza impetuosa provenire dall’altra parte, come se qualcuno o qualcosa vi premesse contro.
Intimorita, lasciai di scatto la porta: una chimera lucente e impetuosa di ricordi mi travolse.
Una mano di dimensioni gigantesche premeva in maniera eccessiva sullo stomaco, il respiro mi mancava. Ero immobile come una statua, forse non era cosciente.
Tutto intorno, bianco splendente.
Improvvisamente un lungo tentacolo spuntò dal nulla, impugnando una pistola, vecchia e piccola.
La mano continuava a premere e la vita si appannava sempre più: come un colpo di frusta, il tentacolo si allungò e tirò il grilletto.
La mano si contorse, e dalla ferita aperta uscì un gemito lungo e straziante, il tentacolo sparì lasciando cadere vicino a me la pistola, la vista pian piano tornava.
Avevo aperto gli occhi e mi ero ritrovata distesa sul pavimento di casa, coperta di sangue non solo mio e con una pistola in mano.
Non ricordavo altro che il bianco accecante.
Ora, la coscienza di aver ammazzato, mi tolse il respiro: cosa aveva fatto?
Il mondo intorno a me cominciò a ruotare velocemente, rendendo così la porta una gabbia di sangue.
Gli artigli della chimera affondarono nel mio petto, che cercavano di dilaniarmi.
Intuii il perché, ma non ero ancora pronta.
Lentamente gli artigli cominciarono a squarciarmi la pelle e poi, più sotto, i muscoli.
Un dolore lancinante mi pervase il corpo; mi dimenai, mi dibattei gridando, mentre tutto girava più veloce.
Perdono…
Tutto si bloccò. Improvvisamente la chimera, il sangue, il dolore scomparve.
Solo la porta, ormai aperta sul sentiero, libero e sgombro da ogni cosa.
Una sola parola, strappata a forza e con patimento. Eppure l’unica.
Perdono.

_________________
"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 00:53 
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LA FANCIULLA

Fanciulla, dove corri tanto in fretta?
Le fronde si tendono ad artigliarti,
il vento ti insegue furioso.

Fanciulla, da cosa stai scappando?
La muschiata mano dell’oscurità tenta di sfiorarti,
i raggi lunari provano a pungerti.

Laggiù in lontananza una capanna.

Fanciulla, corri in fretta verso la capanna!
Un’ombra è alle tue spalle,
il buio sta nascondendo un tuo nemico.

Fanciulla, la capanna è ormai vicina!
Il tuo passo viene bloccato da un animale,
lo stupore ti condanna ad osservare la magica creatura.

Fanciulla, osserva bene il tuo nemico.
Con la luna alle spalle, il volto è invisibile,
torso umano, corpo equino: il centauro ti osserva.

Fanciulla, ricorda il tuo unico potere.
Lentamente il centauro sguaina la spada;
le tue labbra lentamente si dischiudono.

Fanciulla, soddisfa la tua sete.
La spada comincia a levarsi,
le gambe pronte a saltare.

Fanciulla, il tuo nemico non ha più scampo.
Il centaura ferisce le gambe,
i denti affondano nel collo.

Un solitario urlo di agonia nella fredda aria della notte.

Fanciulla e Centauro si osservarono.
Un solo cenno d’assenso e d’intesa.
Lentamente si avvicinarono.

Fanciulla, lascia che il centauro ti porti in salvo.
Con grazia, sale in groppa al fantastico guerriero;
un colpo di reni, il centauro galoppa verso la capanna.

La luna riflette d’argento l’umano sul sentiero disteso, con la sola compagnia della sua solitudine e del suo sangue.

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 00:54 
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MENTE

Il tempo era scandito dal sordo tonfo degli errori sulle bolle di pensieri.
Solo alcune scoppiavano, liberando un disordinato groviglio di concetti, che nell’aria satura di paura si rincorrevano. Le altre invece galleggiavano pigramente per quel regno di lancinante concentrazione; cercavano l’aura protettiva dell’ipocrisia, glacialmente calda.
Improvvisamente una folata di abbagliante comprensione passò un mezzo alle bolle ed ai grovigli, concorrendo ad aumentare la paura e il calore pungente.
Senza alcun preavviso, tutto cominciò a rallentare e, forse, anche ad invertire il processo lento ed inesorabile.
Il vento era diventato una leggera brezza, che con grazia passava in mezzo ai grovigli: con questo insinuarsi la paura e la comprensione aumentavano ancor di più.
Quanto tutti i grovigli furono sciolti, il tempo si fermò.
Un assordante silenzio pervadeva la mente. Solo gli errori, sprezzanti di tutto ciò, continuavano il loro incessante ritmo; a differenza di prima però, le bolle non scoppiavano e il loro peso non aveva più effetto, le conseguenze non era più così dolorose.
A questa rivelazione, gli errori cominciarono lentamente a svanire con un sordo suono di felicità e leggerezza.
Il tempo era sparito, con tutta la sua pesantezza e il suo rumore opprimente; il pensiero era ormai libero dalle sue catene.
Ora, solo calma e felicità.

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 00:54 
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NEW ERA

Lontano.
Solo uno sguardo, nulla di più.
Occhi pieni di oceano, di mare, di immensa e tranquillizzante acqua.
La mano della divinità si alzò imperioso sopra l’intenso azzurro marino per crearvi una tempesta, un’imperfezione.
La mente cominciò ad annebbiarsi e intensi lampi di coscienza e ricordi provocarono muti urli di dolore e paura.
L’acqua era ormai molto mossa, le onde si infrangevano con prepotenza verso i lidi di sottile carne delle palpebre.
Per molto tempo continuò questa strana battaglia tra mente e coscienza, tra uomo ed istinto.
Dopo un’ultima sferzata di confusione, le barriere cedettero, si sgretolarono e le onde ebbero libero accesso a quel mondo che tutto aveva scatenato.
Un’ansia acuta lo pervase con velocità e gli diede un senso di amara perdizione e si sentì perduto.
Ma improvvisamente un’ancora inaspettata apparve dal tempo che ancora deve arrivare: una mano si pose leggera su quei lidi tormentati, emanando un cauto e timido calore.
Seguimi…
Il battito rullante del cuore si arrestò un momento infinito, in cui una dolce sensazione di leggerezza e di calma pervase la mente, il cuore, la psiche.
Poi, il battito riprese, deciso e sicuro, ma cominciava a rallentare; il mare e le sue onde iniziarono a calmarsi: la nebbia dei ricordi, grigia e compatta, cominciò a diradarsi e ad assumere un dolce color panna.
Quando finalmente fu tutto calmo, la mano si levò tranquilla e delicata permettendo a quel mare di risplendere di luce.
La bellezza fu di tale intensità da lasciare stupefatti entrambi: quel mare si perse dentro l’enorme voragine che erano gli occhi davanti a lui. Una cascata scintillante cominciò a scintillare e sgorgare, seguendo le dolci curve degli sguardi e mossa dal vento delle intime passioni che tra loro passavano.
Un movimento continuo e circolare, poiché la foce di questa onirica cascata erano le dolci mani appoggiate sulle sue tempie.
Non ci fu bisogno di parole.
Una forza pure e limpida si liberava da loro, con una melodia tintinnante ed argentina.
Girandosi verso l’immensità del mondo, avevano la stessa intima convinzione che donava loro l’impetuosa ed inebriante sensazione di potenza: il mondo era loro, e l’avrebbero plasmato a loro piacimento. Una nuova epoca stava per cominciare.

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 00:55 
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MY LADY

My Lady, sweet Lady
Come to the window
To listen a love song.

I hear a honey sound
Coming from the garden,
Who can be under my window?


This song I write for you,
This song I sing for you,
This song I dedicate to my only love.

A simple man is singing,
A commoner is playing his lyre,
An archer is crying his love to me.


Your eyes are the stars of my night,
Your voice is the music of my life,
Your hair are the gold and my sun.

A strange feeling is growing inside me,
My heart is running faster and faster,
Tears are coming from my eyes.


Dear Lady, loveable Lady,
I’m a humble man and I’m not the owner of myself,
But my life and my heart are Yours.

My love and my life are yours too,
No princes no kings could be into my heart,
I will escape only for you, dear beloved.


My dear beloved,
Don’t escape from your life,
I will grow only for you, I’ll fight to come to you.

[both]
A new era is beginning, a new world is rising up, a wonderland, a dreamland, ad adventure.
Give me your hand, and I lead you into my eternal love

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 00:57 
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DISTRUZIONE

Forse aveva commesso un errore.
Osservando le mani ed i vestiti sporchi e laceri, le venne il dubbio di aver sbagliato.
Guarda cosa hai fatto.
Si guardò intorno: il garage era illuminato da una piccola lampada attaccata al soffitto, gli attrezzi erano sparsi sul pavimento, un’unica persone di fronte a lei, lui.
Gli voltò con decisione le spalle e prese a togliersi i vestiti con fermezza e con una certa impazienza; quando rimase solamente in mutande, si voltò di nuovo e con una sorriso beffardo e provocatorio, gli passò accanto. Lui non fece nemmeno un cenno.
Mentre si metteva i vestiti nuovi appoggiati a terra, lei ripensò a cosa sarebbe successo in passato in una situazione del genere; pensandoci le venne un po’ di nostalgia, ma sapeva che ormai era passato.
Passò a mettere a posto gli attrezzi, ripulendoli tutti con lo straccio lì vicino.
Le era sempre piaciuto ripulire gli attrezzi, le donava un senso di calma e di pace che difficilmente provava durante il giorno. Inoltre, sistemarli nella loro cassetta linda e pulita, era ancora meglio. Le dava soddisfazione. Quando finì di rimetterli a posto, si voltò di nuovo verso di lui.
Guardalo in che stato l’hai ridotto…Eppure dicevi di amarlo…Trattarlo in questa maniera ti pare lo possa confermare?
Lei scosse la testa infastidita. Non voleva confermare nulla e inoltre…era l’unica soluzione che potesse consentire ad entrambi una futura vita serena.
Sicura di non avere fatto solo i tuoi interessi? Hai fatto questo passo con una calma fredda, senza traccia di sentimenti…Non l’avrai solo sfruttato come hai sfruttato tutti gli altri?
Mentre prendeva da terra l’imbuto e una bottiglia di vetro, pensò con rammarico a tutti quelli che aveva incontrato.
Forse sì, con un po’ di cinismo aveva voluto anche sfruttarli. D’altronde li aveva veramente amati, aveva provato delle emozioni intense e sincere.
Non li aveva sfruttati se non di riflesso. Avevano solo pagato il giusto prezzo dello sfruttamento perpetrato su di lei. Si voltò a guardarlo dritto negli occhi con odio e rancore, ma il suo sguardo vuoto non vacillò.
Avrebbe voluto colpirlo, ferirlo…ma sapeva che lui non avrebbe reagito, non più ormai. Questo pensiero la consolava.
Nel frattempo la bottiglia si stava riempiendosi con il rumore tranquillizzante dello zampillo.
Il fatto che tu stia riempiendo questa bottiglia, dimostra la tua impossibilità di possedere, comprendere le emozioni. Quando ne prenderai coscienza?
Lei scosse infastidita la testa. Riempire quella bottiglia non era sfruttamento, era solamente cogliere una possibilità di benessere.
Pensare a quella bottiglia piena, le fece girare la testa: era impaziente che si riempisse.
Bere da quella bottiglia non ti donerà benessere, solo fugace soddisfazione.
Bere da quella bottiglia, e dalle successive, ti porterà all’oblio.

Il pensiero dell’oblio la fece tentennare: non la spaventava la morte, ma la dimenticanza lenta e costante le pareva così distruttiva.
L’istante successivo riuscì a calmarsi: era impossibile che lei se ne potesse andare senza alcuna traccia o memoria dietro di lei, durante tutti questi anni si era impegnata proprio anche in questo.
La bottiglia era ormai colma.
Con lentezza avvitò il tappo, poi osservò la bottiglia in controluce. Un sorriso divertito ed uno sguardo quasi allucinato le si dipinsero sul volto colorito.
Ripose l’imbuto e si allontanò nuovamente da lui, che continuava a non dire e fare nulla di fronte ai suoi gesti.
Con la bottiglia in mano si diresse verso l’uscita del garage.
Non puoi continuare, e tu lo sai. Non puoi lasciarmi morire così…Non posso sparire…
Poteva invece.
Incurante delle preghiere, aprì il garage ed uscì nel fresco della giovane notte appena nata. Lentamente si voltò a guardare lui, in posizione sollevata rispetto al terreno, con i piedi che sfioravano il pavimento di colore scuro, con lo sguardo vuoto, le braccia a penzoloni…tutto questo grazie alla corda intorno al collo legata ad un gancio sul soffitto.
Ripensaci…non puoi più fare nulla per lui, ma puoi fare ancora qualcosa per me…
Un sorriso maligno accompagnato da una smorfia sadica si affacciarono sul suo volto.
Senza fretta, chiuse la porta del garage, ignorando l’ormai inerte e morto corpo della persona che una volta aveva amato.
Poi, decise di ucciderla. Oh, sarebbe stata una lenta tortura…ma non per lei. Attendeva solo il momento finale, in cui si sarebbe sentita chiedere pietà, e lei ridendo avrebbe continuato nella sua opera assassina.
Con voluta lentezza, stappò di nuovo la bottiglia: la avvicinò con grazia sinuosa alle labbra e si mise a bere quel nettare che tanta fatica le era costata. Il liquido passava con densa velocità tra le labbra, ormai stava velocemente giungendo al termine della bottiglia.
Ti prego…non farmi questo…ti supplico…
Negli occhi le passò un guizzo divertito: ormai aveva vinto.
Con un gesto quasi teatrale, trangugiò anche l’ultima goccia, che lasciò scivolare anche al di fuori delle labbra, lasciando che segnasse una piccola striscia rossa sul mento.
Qualcosa dentro di lei si spense totalmente: immediatamente sentì un vago senso di pace farsi avanti prepotentemente, assieme ad una felicità immensa che non credeva di poter provare più.
Immensamente serena, cominciò a ridere con gusto verso la luna, verso gli astri, verso gli dèi che non l’avrebbero mai perdonata e accolta, verso tutto l’universo che l’avrebbe solamente odiata ancor di più.

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: lun mag 25, 2009 01:35 
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Iscritto il: gio mag 03, 2007 02:05
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Località: Manduria - Roma (molto poca)
Kilometri di materiale da leggere!!!
Col tempo leggerò tutto!!! :D

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Amore è la legge, amore sotto la volontà

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: mar mag 26, 2009 19:05 
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Iscritto il: mar mag 12, 2009 22:59
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Località: Torino
Sono tutti bellissimi, complimenti davvero: scorrevoli, piacevoli, intensi.
Quello che ho preferito è stato "Perdono", perchè ha delle bellissime immagini che rendono alla perfezione lo stato di angoscia che a volte i ricordi, (quelli in cui ci rendiamo in qualche modo carnefici) quelli con strascichi dolorosi si trasformano in senso colpa che diviene talmente opprimente da prendere corpo, uccidendoci attimo dopo attimo sino a che non riusciamo a liberarcene.
Brava *___* .

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Stupito il diavolo rimase quando comprese quanto osceno fosse il bene
e vide la virtù nello splendore delle sue forme sinuose...


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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: mar mag 26, 2009 21:00 
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Iscritto il: ven set 07, 2007 12:19
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Ma così mi imbarazzo... :oops:
Grazie comunque ^^ sono contenta ti sia piaciuto ;) è anche quello che effettivamente mi ha richiesto più tempo :sisi:

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 Oggetto del messaggio: Re: Racconti vari
MessaggioInviato: dom mag 31, 2009 16:39 
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Iscritto il: gio mag 03, 2007 02:05
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Letto tutto =)

Comincio a dire la mia con ordine allora! :D

Perdono:

Ritengo sia una bella storia, un viaggio introspettivo sulle proprie colpe, sul proprio passato, su ciò che è accaduto o che si può ritenere sia accaduto. Secondo me però avresti potuto lavorare di più sulla forma, c'è qualcosa che non mi convince :)

Ti segno quella che secondo me è una svista :look:

"La mano continuava a premere e la vita si appannava sempre più: "
Secondo me volevi dire "vista" :P

Fanciulla:

Su questa poesia non ho commenti da fare, non credo di esserne in grado. Posso dire che mi è piacuta, mi sono piaciute le immagini suscitate =)

Mente:

Le cose cambiano, passano. Ciò che ci colpisce ora non è detto ci colpirà dopo, così come ciò che ci colpirà dopo non è detto che sia ciò che ci colpisce ora o che ci colpiva una volta. La nostra esistenza è una continua fermentazione di pensieri e sensazioni...

Segno due refusi :P

"passò un mezzo"
Io avrei detto "in mezzo" :P

"le conseguenze non era più così dolorose."
O "erano" o "conseguenza" :blll:

New era e My Lady:

Mi piacciono entrambi, per qualche motivo io li vedo collegati, uno richiama l'altra... =)

Distruzione:

Un po' di sano orrore grottesco, pazzia sangue morte condanna e dissolvenza in nero! :clap: :clap:

Perdona il livello dei commenti, ma di più non so fare :P
Almeno ora :look:

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