Se mai nell’occhio incavato del tuo portarti greve, troverai il senso del tuo vagare, allora scioglierò le mie lacrime e le verserò nel letto di quest’arsura pentita.
Perché la tua immagine mi ossessiona? Chi sei? Cosa significano quel volto coperto e quella corda nera intrecciata? È tanto nitida questa visione che potrei persino odorare il consumarsi di quelle briglie avvinghiate intorno al tuo collo, come se cingessero quel lugubre sudario nero che disegna i tuoi tratti senza rivelarli. Perché ti interponi fra me e il mio sonno? Cosa significa quel dolore intenso che la tua sola presenza non fa che evocarmi? E una smisurata compassione mi preme.
E vorrei stracciare con unghie mordaci quel soffocante sigillo, monito d’un vergognoso mistero.
Qual è il tuo segreto? Cos’è quella smorfia dolente che posso solo intuire ma che si staglia gridando nelle mie orecchie?

È il suo triste compito. Altro non chiede e altro non può fare.

Quella piccola stanotte lo scorse, solo stanotte, se solo il sonno l’avesse presa.
Un rumore, un colore, una visione.
E un altro battito dimenticò il suo ritmo.

Bella!
La prima parte ha il tuo solito stile molto soffocante. Come sai già io propendo per diluire un pelo... così risulta un pò stopposo, a mio avviso.

Parere di un incompetente, eh!

grazie...

Ma è l'eredità della poesia che mi porta a scrivere così.
A me piace, perchè riesco più sottilmente ad esprimere appieno ciò che vedo....

Affascinante...soprattutto nell'ultima frase, mi si mozzò il fiato a leggerla...un altro battito dimenticò il suo ritmo...fenomenale...le descrizioni sono davvero molto vivide, tutto colorato del nero sudario...

Grazie Lord Decadence, lusingata dal tuo commento!