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 Oggetto del messaggio: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mar giu 10, 2008 20:58 
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Come avevo promesso... :wink:

L'ultima battaglia

Il mare mugghiava di fronte a lei, agitato dal vento e spumeggiante. Le onde si infrangevano rumorosamente e violentemente contro lo scoglio su cui era. Il vento marino, così ribelle e fiero, le frustava il volto con violenza, portando con sè l'acqua che non gli apparteneva, rubata al mare.
D'improvviso un lampo squarciò il cielo, plumbeo e coperto di nuvole nere come la Morte, rendendo così quasi mitico lo scenario che aveva di fronte.
Lei era lì, immobile ad osservare questo spettacolo mitologico; nel frattempo urlava al vento marino ed alla spuma del mare la sua storia, vuota di ogni cosa e pur piena di tutto.
Ma ogni tentativo di ricevere una risposta o un segnale, era beffeggiata dal vento, che invece le riportava indietro solamente il mugghìo del mare in tempesta.
Le gocce d'acqua sul suo volto erano salata, sia di mare che di disperazione rabbiosa; il vento non le dava il tempo di realizzare che già le aveva asciugato il volto con ferocia, quasi dovesse vergognarsene.
Un altro lampo illuminò il paesaggio e il volto di lei. Alta e stagliata contro questo mare impetuoso pareva quasi una dea della guerra: gli occhi infuocati, risplendenti di sentimenti profonodi, i capelli che le frustavano il viso, i pugni serrati ne davano un'immagine quasi infernale.
La potenza del vento aumentò e il mare, seguendo i suoi capricci, intensificò la potenza del suo mugghiare e delle sue onde. Sembrava quasi che stessero divertendosi a coprire la sua voce.
Ma lei non si mosse; non sentiva quasi pi`?u il vento sulla faccia, che feroce la frustava, forse per strapparle quei gemiti di dolore che non aveva mai emesso in vita sua. Nonostante il mare le arrivasse a bagnare le ginocchia, non si spostò. Era la sua battaglia e l'avrebbe vinta. Quante battaglie aveva combattuto per poi vedersi perderle, senza neanche un minimo di dignità, ma anzi con beffeggiamenti e sminuzioni? Ma l'ultima non sarebbe stata così. L'avrebbe vinta e con la dignità che le sarebbe sempre spettata.
All'improvviso un cambaimento della direzione del vento la riscosse e la sorprese. Aguzzò la vista in quel cielo nero e plumbeo e vide che colui che stava aspettando era arrivato.
Prendendo la rincorsa, si affacciò anche lui su quello scenario mitico, fantastico. Il ciclone le si stava avvicinando rapidamente, con sfrontatezza e smania di abbatterla. Lei chiuse gli occhi e si concentrò sulla sua unica ragione di vita: Paride.
E quando il ciclone la prese per mano e la condusse nella sua folle danza tribale, nella sua selvaggia battaglia, lei seppe che il suo ultimo pensiero l'aveva raggiunto.
Riaprì gli occhi e si voltò per combattere la sua battaglia, l'ultima della sua vita.

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"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mar giu 10, 2008 21:55 
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devo dire che mischiato alle note degli ormai scioltisi The Darkness (scioltisi come il ghiaccio dell'inferno cit.)
carica molto ^^ speriamo che ci sia un seguito.
Lo aggiungo alla lista.

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ebbbene si ho tolto la mia firma storica :sese:
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i dadi sono sempre utili a chi gioca a D&D e Vampire


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 11, 2008 23:20 
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Bell'ambientazione in un racconto carico di tensione!
Anche io confido in un seguito, che sveli l'esito dell'ultima battaglia.

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(Orazio)


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: gio giu 12, 2008 12:24 
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be diciamo che allora tutti aspettiamo un seguito ...e se questa è solo l'introduzione ho una vaga idea che la battaglia non sarà solo fisica....

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: gio giu 12, 2008 14:37 
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Mah ^^ chissà :wink:
Per ora ho in mente solo il canovaccio del seguito, ma appena il tempo permette, vi posterò il seguito intero! :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 18, 2008 13:24 
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Edit: Segnalo in rosso le parti che ho corretto :wink:


Una lieve brezza si era alzata sopra la vastità del mare, una brezza che lentamente si posò anche sul suo viso. Vi erano traccie di dolore e di sofferenza, ma vi era anche un'espressione rilassata e vittoriosa; sul corpo erano evidenti delle ferite che le avevano lacerato tutti i vestiti, lasciando così scoperta parte della sua pelle diafana.
Un lupo lentamente le si avvicinò e la annusò; poi, delicatamente, prese a leccarle il viso nella speranza forse che si potesse svegliare. Ma un rumore lo spaventò, e silenziosamente fuggì via.
Lei con fatica aprì gli occhi. Il rumore era riuscita a svegliarla. All'inizio non capì dove fosse e per quale motivo fosse lì. Poi ricordò.
La battaglia contro il ciclone era stata furibonda, le sue spire e i suoi vortici l'avevano spossata, ma la forza della sua disperazione aveva fatto sì che non crollasse. I colpi che gli aveva inferto erano colpi che si riflettevano anche su di lei, con forza e velocità maggiore; nonostante ciò, non aveva desistito, perché sapeva che era l'unico modo per riuscire ad annientare questo avversario, che diabolicamente era intorno a lei, dentro di lei.
Proprio quando oramai era sfinita, e sentiva che non ce l'avrebbe fatta ad andare avanti, il ciclone aveva perso. La sua spinta e la sua forza erano finite, i colpi di lei avevano raggiunto il suo cuore, la fonte della sua forza infernale; non gli restava che arrendersi alla vincitrice, lei, una semplice umana. Mai un ciclone era stato sconfitto da un umano, una sconfitta del genere sarebbe stata memorabile, la vergogna che ne sarebbe derivata non sarebbe mai morta.
Mentre lei era sopravvissuta. Emaciata, ferita, stremata...ma era viva.
Il rumore si fece più vicino a lei, finché un viso non le si parò davanti agli occhi. Era un ragazzo con grandi occhi neri, che ora la stavano fissando con profonda intensità. Non disse nulla, semplicemente la prese tra le sue braccia e cominciò ad incamminarsi. Verso dove non lo sapeva. Ma la cosa non la spaventava. Ormai nulla avrebbe più potuto spaventarla.
Quando si svegliò, la prima cosa che notò fu l'intenso profumo di fiori. Poi aprì gli occhi e si alzò a sedere. Lentamente si guardò intorno, con atteggiamento guardingo e sospettoso. La sua spada era ancora lì accanto a lei, segno di fiducia oppure - pensò lei - di distrazione.
Si trovava in una capanna molto rustica e molto semplice: un letto, un tavolo e un paio di sedie, una sorta di cucina. Nulla di più e nulla di meno.
Agrottò la fronte, chiedendosi in quale luogo fosse finita, se l'essenziale poteva bastare a vivere. Si alzò dal letto e cercò la porta, ma non la trovò. Stupita e perplessa, guardò verso il tetto, poi, non trovandola ancora, puntò il suo sguardo verso le finestre; lestamente si avvicinò per aprirle e poter togliere il disturbo, prima però guardò verso il basso, per capire quanta distanza c'era tra la finestra ed il terreno. Le sue pupille si dilatarono all'improvviso per lo stupore: la capanna - che finora aveva creduto tale - era in realtà una palafitta, ed ora si trovava a parecchi metri da terra. Velocemente si ritrasse, tenendo ben salda la spada che l'aveva aiutata a vincere.
"Perché continuare a fuggire?"
La voce la colse così di sorpresa che si girò di scatto e puntò la spada alla gola del giovane che l'aveva portata lì. I suoi occhi erano di un nero sorprendente, profondi e quasi inquietanti; in quel momento stavano frugando nei suoi immensi occhi verdi alla ricerca di chissà che cosa.
Nonostante avesse una spada alla gola, il giovane non sembrava minimamente impaurito: continuò a guardarla con curiosità e nel frattempo avanzò verso di lei.
Lei lentamente cominciò ad abbassare la spada ma non la guardia, e senza perderlo di vista, arretrò verso la porta che l'avrebbe condotta a terra.
Il giovane non fece nessun movimento, tranne lasciarle via libera, quasi come non gli importasse più nulla di lei. Avendo ormai la porta, l'uscita vicina, lei con uno scatto fulmineo ripose la spada e si calò giù per le scale, fuggendo così da quel giovane che, chissà come, le aveva fatto provare un tale grande timore.
Appena toccò il terreno, cominciò a correre, senza mai voltarsi, fino a quando non udì la voce del giovane: "Non raggiungerlo". Sì voltò, credendo di vederlo accanto a sè, ma si accorse che il giovane era alla finestra della sua palafitta e la guardava intensamente.
Non capendo a cosa si riferisse, si girò nuovamente e ritornò a correre.

Questo é il seguito ^^ Devo dire che forse é riuscito molto meno meglio del primo, non ne sono particolarmente soddisfatta. Qualsiasi aiuto vorrete darmi, sarà ben accetto :)
Vediamo voi comunque che ne dite :)

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Ultima modifica di Abraxas il mer giu 18, 2008 14:56, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 18, 2008 14:44 
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forse, soltanto, nella prima parte ci sono troppe ripetizioni di "ciclone" ^_^ :oops:
la seconda parte mi piace moltissimo invece. il mistero di questo ragazzo e' intrigante...


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 18, 2008 14:46 
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Possibilissimo ^^ È uno dei miei errori peggiori la ripetizione :sisi: Quindi non ci sarebbe nulla di strano ^^ Vedo cosa riesco a combinare per evitare di ripeterlo troppe volte ^^

Mi piacciono le situazioni intriganti :bllll:

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 18, 2008 14:57 
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Ho corretto qualcosa :) Vediamo se ora va un po' meglio ^^ Io faccio fatica ad accorgermi degli errori quando scrivo, devo vederlo dopo un po' di tempo...come per tutto ^^
A voi la parola :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 18, 2008 18:50 
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L’aspetto descrittivo della vicenda nella parte iniziale, ha un ritmo discontinuo.
Abraxas ha scritto:
Proprio quando oramai era sfinita, e sentiva che non ce l'avrebbe fatta ad andare avanti, il ciclone aveva perso. La sua spinta e la sua forza erano finite, i colpi di lei avevano raggiunto il suo cuore, la fonte della sua forza infernale; non gli restava che arrendersi alla vincitrice, lei, una semplice umana. Mai un ciclone era stato sconfitto da un umano, una sconfitta del genere sarebbe stata memorabile, la vergogna che ne sarebbe derivata non sarebbe mai morta.

Poi da questo passaggio in poi il racconto è migliorato sensibilmente, diventando interessante.

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mer giu 18, 2008 19:46 
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Uhm...in effetti hai ragione :sisi:
Controllerò meglio ^^ Vorrei che potesse riuscire bene ^^
Grazie dei consigli :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: lun giu 23, 2008 16:00 
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:P
e a questo punto ci sta un.....



e poooooiiiii??? :boing2: :boing2: :boing2:


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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: mar giu 24, 2008 14:58 
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Hai pienamente ragione...!! :P

Forse domani riuscirò a postare un seguito :wink: Chissà :P

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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: gio giu 26, 2008 22:00 
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 Oggetto del messaggio: Re: L'ultima battaglia
MessaggioInviato: sab giu 28, 2008 16:32 
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Eccomi qui con...il seguito del seguito :lol:

Continuò a correre anche tutta la notte, senza mai fermarsi un momento. Infine, arrivò ai piedi di una montagna, alta e maestosa, stagliata fieramente contro il cielo ormai nero della notte.
Decise che per quella notte si sarebbe fermata lì a riposare e dormire. Si guardò intorno, in cerca di un possibile riparo sicuro. Non trovandolo, decise di affidarsi al Fato e di riposare all'aperto. Lentamente si mise alla ricerca di bastoncini e foglie secche per riuscire ad accendere un fuoco che l'aiutasse a scaldarsi; trovò anche delle pietre curiose, che non aveva mai visto: erano di una consistenza molto strana, né rigida né molle; inoltre il loro colore sembrava variare a seconda dell'inclinazione e della luce.
Ne raccolse alcune per poterle portare a casa e vedere se il druido potesse aiutarla a capire cosa fossero in realtà.
Trovò anche qualche bacca da poter mangiare e qualche erba medica che raccolse per ogni evenienza.
Finito di accendere il fuoco e di aver mangiato, si distese su un giaciglio di fortuna per poter finalmente riposare un po'. Per sicurezza, impugnò la spada tra le mani, così da esser pronta a qualsiasi possibile attacco. Dopodiché, si addormentò.

Aprì gli occhi di scatto. Aveva sentito un rumore. Ne era sicurissima. Con tutti i sensi all'erta, restò comunque distesa, per capire meglio da dove provenisse il rumore. Lentamente si accorse che il rumore che l'aveva svegliata erano dei passi cauti sulle foglie circostanti, che con lentezza si stavano avvicinando sempre più. Con il cuore che le batteva all'impazzata, restò ancora ferma per poter cogliere di sorpresa l'ospite indesiderato. I passi si stavano avvicinando ancora di più, fino a che fu quasi certa che l'ospite notturno si trovasse proprio dietro di lei.
A quel punto scattò.
La sua spada rispondeva correttamente ai suoi comandi, fulminei e mortali, tanto che si trovò esattamente a pochi millimetri dal collo del ragazzo della palafitta.
Spalancò gli occhi sorpresa e furibonda. Come aveva fatto a trovarla? Si era assicurata di non essere seguita e di non aver lasciato tracce.
Il ragazzo, nonostante la lama lo sfiorasse, aveva uno sguardo tranquillo ed indagatore; continuò a guardarla finché lei non gli domandò perché l'avesse seguita. Lui non rispose, e senza proferire parole, mise una mano nella saccoccia che portava attaccata ai fianchi, e ne trasse fuori qualcosa di luccicante.
Curiosa, lei abbassò lo sguardo, e con immenso stupore, vide il sigillo di famiglia dell'unica ragione che l'aveva spinta a combattere.
Con rabbia spinse ancor di più la spada contro il suo collo. "Dove l'hai preso? L'hai rubato?"
Fu allora che vide gli occhi di lui infiammarsi: le pupille si contrassero, una smorfia apparve sul suo viso, e finalmente parlò: "Come osi dire una cosa del genere? Nemmeno mi conosci, eppur mi accusi...! Un uomo può perdere tutto, ma ciò che non perderò mai sarà l'onore. Non ti permetto di insinuare una simil cosa...!!"
Con uno scatto fulmineo, le fece cader la spada e trasse fuori da chissà dove, un pugnale corto che luccicò alla luce delle fiamme; lei, sebbene parecchio sorpresa da un attacco del genere, si tastò le tasche in cerca del suo pugnale, ma le sue dita urtarono contro le strane pietre trovate prima. Senza pensarci, istintivamente seppe che doveva prenderne una. Ne afferrò una e gliela lanciò contro. Negli infiniti momenti del lancio, accadde qualcosa di incredibile: dalla pietra si liberò una luce immensa e un suono di un animale mitologico si liberò da quella stessa luce, ammaliando entrambi, che furono costretti a fermarsi e ad ascoltare quella musica chiara ed argentina.

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