Il forum dei Drow, dei Vampiri e delle creature dell'oscurità
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 Oggetto del messaggio: Arcanum dream
MessaggioInviato: mer ago 27, 2008 04:33 
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Arcanum dream
Capitolo 1: Sequence of dreams
Tutto mi appare come un sogno, chi può dire cosa sia veramente successo quando ebbi utilizzato il Grimorio dell’arcimago Arran per viaggiare in altri piani d’esistenza. E ora mi ritrovo all’interno di una dimora col camino accesso scoppiettante e un gatto Soriano appisolato all’interno di una lettiga, mentre mi guardo attorno tra l’illuminazione surreale e lucciole che volteggiano in quello che doveva essere il rifugio dello stregone. Un libro su un letto disadorno il cui titolo è: “sognare ancora”. Mi disfo della mia armatura che sento pesante e fastidiosa come non mai. Pizzico la mia pelle e do ancora varie occhiate alla camera, adocchiando i quadri che mostrano un mare, in alcuni calmo, ricco di spuma biancheggiante su una spiaggia dalla sabbia luccicante e dorata; in altri, vi sono presenti tempeste sull'oceano con enormi balene che sembrano cavalcare le onde, e navi destinate a colare a picco.
E se il potere delle rune di quel grimorio quando investì il mio corpo, mi avesse ridotto ad uno stato di incoscienza e tutto questo non fosse reale? Quel libro era il testamento di uno dei tre più grandi maghi del mondo, e per quanto ne so, un libro di magia in mano a persone come me che ne sanno tanto poco di pratiche e rituali, potrebbe essere tanto inutile quanto portatore di sventura.
Ma se dovessi essere davvero sveglio, e tutto ciò è reale, allora mi sono finalmente lasciato quel mondo meschino che è la terra alle spalle; ho compiuto un viaggio di sola andata e non ho il benché minimo interesse ad un viaggio di ritorno. Il gatto si sveglia e nota la mia presenza spalancando i suoi occhi insolitamente grandi e mi fissa assopito facendomi venir voglia di distendermi in quel letto e riposare per altri cento anni.
Su una piccola scrivania, c’è una pergamena vuota, senza scritto nulla. Muovo i miei passi verso la porta d’uscita curioso di sapere come sarà questo nuovo mondo, forse diverso, abitato da creature meno meschine, forse finalmente potrò dopo così tanto tempo trovare di nuovo qualcosa per cui valga la pena vivere e morire. In un unica stanza vi è tutto, dalla camera da letto allo studio, al salotto, alla libreria, e la cucina.
C’è solo un piccolo vano separato che conduce al bagno, la cui porta è letteralmente un quadro con una maniglia, e mostra degli scintillanti colori di immagini orientali raffiguranti delle vivide immagini di bambole giapponesi quasi a grandezza d’uomo immortalate ognuna nella sua posa più coreografica.
Immergermi in una vasca d’acqua calda e riposare potendo di nuovo sognare... Il passato non si può dimenticare, è parte essenziale di ciò che siamo, tuttavia vorrei tanto alleviare tutte quelle immagini ancora così vivide nella mia memoria, di sangue e sofferenze che ho inflitto a molti altri uomini durante la mia lunga carriera di guerriero e di assassino. Sono così stanco di combattere, e tutte le guerre che ho intrapreso anziché porre fine ai miei tormenti e risolutamente finirli, non hanno fatto altro che crearmi nuovi nemici ponendomi un esistenza senza pace, perseguitato da religiosi che vorrebbero vedermi bruciare per purificarmi da satana, mercenari che vogliono uccidermi per pavoneggiarsi in taverna, e idioti che hanno sentito da qualche parte la storia ch’io abbia sangue di drago nelle vene e possa vivere per millenni invecchiando solo di pochi anni. Ma ora finalmente sono fuggito da tutto questo: il mio peggior nemico, colui che ha violentato e fatto a pezzi la donna che amavo, infine persino nel suo inumano cinismo, sapendo che la sua fine era prossima, per sentirsi meglio con se stesso, mi ha dato la possibilità di fuggire dal quel mondo infernale prima di essere io la prossima vittima della follia degli esseri umani. La mia cara amica Mezzanotte è finita linciata da una folla di contadini inferociti, ho ancora davanti a me il suo sguardo disperato ma con un fuoco di odio negli occhi presente fino al suo ultimo respiro mentre i forconi e altri utensili per arare i campi, la trafiggevano e la squartavano tra le margherite di un campo fiorito.
Sono morti tutti, e a sopravvivere ci fui solo io, sono scappato via, abbandonando i miei compagni ancora vivi al proprio destino… Finalmente riesco a scacciare le immagini del passato dalla mia mente e ritorno nella stanza in cui un singolare rumore mi distoglie dai miei ricordi, tra i tegami posti sopra il fornello a legna, si ode picchiettare il metallo di una pentola. Il gatto al rumore balza sul fornello e cerca inutilmente con le sue zampe di rimuovere il coperchio in cui si sente lo strano rumore. Istintivamente afferro il gatto e lo faccio scendere per poi togliere il coperchio. Noto che all’interno, la pentola è piena d’acqua oltre che ad ospitare una piccola fatina grande poco più della mia mano che mi guarda terribilmente triste e spaventata, oltre ad essere tutta bagnata fradicia e gemere quando il gatto tenta di partire all’assalto con intenzioni suppongo poco piacevoli. Così chiudo il gatto in bagno e mi reco e vedere quella creatura che credevo esistesse soltanto nei libri di favole. Ha delle ali trasparenti ma è così inzuppata da non poterle affatto usare, starnuta e piange, prima di fissarmi per capire le mie intenzioni: “Cosa ci facevi lì dentro?” le chiesi.
La fata si anima tutta e si convince che io sia il suo salvatore “Quel mago cattivo mi ha catturata e mi teneva prigioniera dentro una gabbietta degli uccelli per farmi cantare per lui, quando un giorno non ne ho potuto più e l’ho insultato, dicendogli che era un mago ridicolo che si metteva a torturare e far soffrire una povera fatina come me. Allora si è innervosito.. anche se quando si innervosiva non era facile da capire perché parlava con lo stesso tono di voce e si comportava come al solito, solo che sussurrava cose davvero cattive come quella di bollirmi in questa pentola e darmi in pasto al suo orribile gattaccio”.
Feci arrampicare la fata sulla mia mano aiutandola ad uscire dalla pentola, poi lei si scrollò l'acqua di dosso, schizzando piccolissime goccioline in tutte le direzioni e si mise ad osservare con aria malinconica le sue ali: “Oooh, mi sa che non potrò volare per un bel po'! Accipicchia’”.
Così la portai nei pressi del caminetto per farla asciugare e passammo ore a parlare. La fata era terribilmente chiacchierona al punto che mi cominciai a domandare se Arran non volesse cucinarla perché parlasse decisamente troppo per i suoi gusti. Era difficile che rispondesse ad una domanda. Comunque riuscii a capire che il mago aveva intenzione di trasferirsi in quella dimora, ma prima era tornato indietro per portare con se tutti gli scritti e gli incantesimi a cui aveva lavorato durante il corso della sua vita. Per non abbandonare il lavoro di una vita ci rimise la vita stessa.
Mi addormentai sulla poltrona mentre la fata mi continuava a narrare di immense foreste, animali esotici e fiumi dalla sorgente ignota e della stessa natura furono i miei sogni. Correvo in una foresta rincorrendo le foglie sospinte dal vento, e all’improvviso la vegetazione e il fogliame prese la forma dei muri di un labirinto in cui vagavo e pensavo al tempo che avrei potuto passare lì dentro prima di uscire, forse pure tutta la vita. Ma infine giunsi in una sorta di tempio pagano in rovina, il pavimento era in marmo e c’erano delle colonne in rovina che non sorreggevano alcunché. Bautha stava coricata a pancia in giù al centro della sala e costruiva un castello di carte, riusciva a togliere tutte le carte in basso e farlo restare sospeso nel vuoto, trasformava la carta nell’oggetto che vi era raffigurato come nel caso di una rosa, scriveva su un foglio di carta la sua ennesima menzogna con cui dilettarsi per prendersi gioco dei mortali e ad ogni sua bugia si rendeva effettivamente conto che ne dovessero seguire altre venti per trasformarla in verità.
Poi riprendeva ancora a gingillarsi col suo castello di carte, a volte piccolissimo a volte grande quanto una tenda e dal medesimo aspetto. Rivedere quella infida ingannatrice con cui condivisi molto tempo fa, parecchie gioie e sventure, fu per me molto triste. Nel sogno sapevo che Bautha fosse morta, e lo sapeva anche lei. Venne seppellita viva, punita a causa della sua pelle nera, e mostrava ancora sui vestiti e sul resto del corpo i segni dello sporco lasciato dalla terra come se fosse stata dissotterrata e tornata alla vita. Quando le dissi perché non si seccasse mai di costruire illusioni, lei rispose che le sue illusioni e la sua l’arte erano un passatempo infinito, così come il suo castello di carte poteva assumere infinite forme. E a tal punto gli risposi: “Per quante forme e conformazioni potrai dargli, resterà sempre e comunque un castello di carte” dopo tali parole il suo castello crollo di botto. E lei si sedette a gambe incrociate davanti a me con l’oscurità che riempiva lentamente la stanza mentre Bautha sussurrava con voce spettrale: “Nulla ha un senso! Tutto è un illusione all’infuori della morte… addio! Il buio mi attende. Sia io che tutti i miei inganni, siamo destinati a sfamare il grande nulla per l’eternità”.
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Ultima modifica di Illusoria il mer ago 27, 2008 18:23, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Arcanum dream
MessaggioInviato: mer ago 27, 2008 13:30 
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Sono contento di averti spinto a postare altro materiale =)
Mi piace il tuo racconto, anche se mi sembri oscillare da uno stile fantasy classico ad uno più elaborato, più fantastico, inutile dire che io preferisco quest'ultimo... ;) Addirittura in alcuni tratti, l'ambientazione e la descrizione mi ha fatto pensare a "Tito di Gormenghast, descrizione dettagliata delle scene, quasi dipinta, però scorrevole. Ho l'impressione che l'introduzione di Arran potesse venirti meglio, dato che prima lo descrivi solo tramite la fatina "chiacchierona", mentre secondo me poteva permettersi il lusso di una descrizione maggiormente drammatica; ma tu stessa dici che per pigrizia non hai voluto rivedere il racconto e quindi non c'è niente di male :D
Al contrario Bautha mi piace come si viene a scoprire, perché prima viene solo accennata nei ricordi del protagonista e successivamente compare in un contesto onirico e assurdo che mi ha colpito e interessato.

Passo alla parte Revisione Testi (quella più antipatica, che uno non vorrebbe mai sentire) con: "[...]“Oooh, mi sa che non potrò volare per un bel po![...]" bisogna aggiungere un apostrofo sulla "o" di "po";

"[...]poi le si scotolò schizzando [...]" il verbo scotolare mi era nuovo, cercando su internet ho letto che è solitamente riferito alla tessitura, in particolare al lino, essendo la scotola una specie di spatola per lino

Con questo ho detto tutto per ora, quando posterai la seconda parte del racconto sicuramente dirò altre cose :P

:jollone:

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 Oggetto del messaggio: Re: Arcanum dream
MessaggioInviato: mer ago 27, 2008 18:15 
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Ysingrinus ha scritto:
Sono contento di averti spinto a postare altro materiale =)
Mi piace il tuo racconto, anche se mi sembri oscillare da uno stile fantasy classico ad uno più elaborato, più fantastico, inutile dire che io preferisco quest'ultimo... ;)

L'idea era quella di mischiare un ambientazione fantasy semi-naif, ad una tetra più elaborata.
Ysingrinus ha scritto:
Ho l'impressione che l'introduzione di Arran potesse venirti meglio, dato che prima lo descrivi solo tramite la fatina "chiacchierona", mentre secondo me poteva permettersi il lusso di una descrizione maggiormente drammatica; ma tu stessa dici che per pigrizia non hai voluto rivedere il racconto e quindi non c'è niente di male :D

Il mago manca dello spessore che appunto in una revisione avrei voluto conferirgli.
Ysingrinus ha scritto:
Passo alla parte Revisione Testi (quella più antipatica, che uno non vorrebbe mai sentire) con: "[...]“Oooh, mi sa che non potrò volare per un bel po![...]" bisogna aggiungere un apostrofo sulla "o" di "po";

"[...]poi le si scotolò schizzando [...]" il verbo scotolare mi era nuovo, cercando su internet ho letto che è solitamente riferito alla tessitura, in particolare al lino, essendo la scotola una specie di spatola per lino

Il po senza accento lo avevo visto ma mi scordai di correggerlo.
Riguardo allo scotolare, è una storia analoga ad "alleggiava" dell'altro racconto. Ovvero: non sò a cosa cavolo penso quando mi sparo questi vocaboli impropri.
Grazie per le segnalazioni i errori che vado a correggere.

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 Oggetto del messaggio: Re: Arcanum dream
MessaggioInviato: mer ago 27, 2008 19:27 
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Comunque sia, sono contento di aiutarti nella ricerca della tua arte! :P

(perché io abbia cominciato con questo "comunque sia" non lo so :look: )

Vedi se riesci a trovare il seguito ;)

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Ultima modifica di Ysingrinus il mer ago 27, 2008 20:41, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Arcanum dream
MessaggioInviato: mer ago 27, 2008 20:39 
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Complimenti! Sono sicura che con qualche ritocco qui e là, ne uscirà un racconto fantastico :sisi: ! Anche così, comunque ha molto fascino ed é veramente intrigante :sisi:
Aspetto con ansia il seguito :sisi:

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"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: Arcanum dream
MessaggioInviato: ven ago 29, 2008 07:29 
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Iscritto il: lun apr 21, 2008 02:45
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Località: Il mondo bidimensionale
Abraxas ha scritto:
Complimenti! Sono sicura che con qualche ritocco qui e là, ne uscirà un racconto fantastico :sisi: ! Anche così, comunque ha molto fascino ed é veramente intrigante :sisi:
Aspetto con ansia il seguito :sisi:

Ti ringrazio Abra, senza di te questa sarebbe una sezione peggiore in cui postare. :sisi:
Per il seguito, è andato perduto in qualcuno dei nove inferi, non ricordo quale. Dunque mi sta toccando riscriverlo. XD

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