Un giorno, una sfera iniziò a rotolare, non si sa bene il perché, si sa solo che lo fece.
Inizialmente non importava niente a nessuno, forse solo agli insetti che venivano schiacciati dal suo peso, fra l'erba; ma poco importava, quella continuava a rotolare, senza mai fermarsi.
Girava e girava, senza un fine ne un luogo, girava e basta, finché qualcuno non la notò e si chiese perché girasse.
Iniziò a studiarla a cercare di capire il perché, perché era proprio li, perché girava e non era immobile, ma per quanto si sforzasse, non lo capì, infondo era un semplice uomo.
Quegli allora chiamò altri, c'erano filosofi e criminali, fisici e matematici, ricconi e perditempo.
Ogni persona era li a vederla rotolare, e alla fine si accorsero che non gli stava bene che questa lo facesse, non si sa per quale motivo, ma non gli andava a genio e tentarono di fermarla, non si sa perché ne percome.
provarono in molti, ma nessuno riuscì, così iniziarono a studiare un modo oltre alla forza per bloccarla.
Arrivò il fisico e disse "amici miei è facile, basta aspettare che l'attrito la fermi e non dovremo più preoccuparci"
quando gli fecero notare che girava da quando ne avevano memoria il fisico si perse d'animo, ma ripartì alla carica, piazzò cunei e cunei sul suo tragitto, sempre più spessi, al fine di arrestarla, ma quella continuava a rotolare, imperterrita.
Così si fece avanti il matematico e disse "ammettiamo per assurdo che tu possa fermarti e possa capirmi, perché non lo fai?" ma quella placida placida, continuava nel suo giro perpetuo. A quel punto, il filosofo si fece avanti, "visto che puoi capirci, ti pongo questo quesito" disse cercando di scoraggiarla "perché continuare a girare se già sai che ci riuscirai?" ma quella, come se fosse sorda, continuò.
Così arrivò il riccone e gli sussurrò "vecchia mia, se ti fermi, ti riempirò di soldi, ne sono pieno e posso renderti felice" ma ovviamente, quella, non si fermò, a quel punto si fece avanti il criminale, che armato di coltello cercò di intimidire la povera palla, ma quella ovviamente non si fermò nemmeno quando, cercando di bucarla, quello la colpì con la lama senza nemmeno scalfirla.
In fine, la palla rotolò fino ad un punto, in cui un vecchio beone, che mai aveva discusso di fisica, ne mai aveva rubato o disquisito sul perché delle cose, stava li sdraiato all'ombra, cercando riparo dal sole cocente.
Quando quella gli passò affianco, il perdigiorno disse "non mi interessa perché giri in continuo, non sono nessuno per chiederlo, avrai i tuoi motivi, ma ti chiedo di farli stare zitti perché non riesco a riposare e a godermi quel che mi circonda." e a queste parole, la palla si fermò.
racconto sulla falsa riga di quello di Rei No Oni, che mi ha dato mezza ispirazione (complimenti per il racconto) è una favola scritta di getto, senza pensarci troppo su, prendetela con queste premesse e spero l'apprezzerete. 3 punti vip a chi mi trova la morale e le allegorie