attenziune, linguaggio volgave
Per qualche istante sto immobile,
chiudo gl'occhi pensanti,
rendo regolare il respiro ormai stanco,
smetto di pensare e mi rilasso.
Lascio che il mondo faccia il suo giro.
Tanto io poi son qui fra moltitudini di buffoni depressi, di spose in nero e ciambellani impacciati,
di monarchi ormai morti, di regine vendute, di popoli spenti e mendicanti arricchiti,
Di draghi fifoni e principesse incazzate, di fate in minigonna e streghe buttane,
di genti diverse eppure uguali, di chi fu e chi sarà, perchè tanto so, che sono il più fottutto bastardo di tutta la corte.
E me la rido.