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 Oggetto del messaggio: alcune info su Chtulhu detto catubolo per gli amici
MessaggioInviato: mar dic 28, 2004 16:05 
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Cthulhu e i suoi fratelli

Milioni di anni fa la Terra venne abitata da una razza di esseri immondi.Un cataclisma cancellò ogni traccia del loro passaggio. Il loro re, Cthulhu, gigantesco e orribile, imprigionato in un sonno profondo fra le rovine della sua antica città sommersa R'lyeh, riaffiora periodicamente evocato dalle migliaia di adoratori che auspicano un suo ritorno. Il suo popolo di esseri bizzarri e crudeli sciama da migliaia d'anni in tutto il mondo portando scompiglio e terrore tra gli umani, attendendo il giorno in cui Cthulhu tornerà per dominare il pianeta.

Questo, in sintesi, il tema del MITO DI CTHULHU, che H.P.Lovecraft all'inizio del xx° secolo creò sulla base di alcune credenze popolari. Il mondo di Cthulhu è ampiamente descritto in un testo fantasma (creato dallo stesso Lovecraft) a cui l'autore fa continui riferimenti: il Necronomicon, un libro in cui sono contenute tutte le formule per riportare in vita i terrificanti Grandi Antichi.

IL NECRONOMICON

Scriveva H.P.Lovecraft, in una lettera inviata a Frank Belknap Long nel giugno del 1921, riguardo al suo ultimo racconto che aveva appena terminato di scrivere "THE NAMELESS CITY" (La citta senza nome) : "...ha la sua base in un sogno, a sua volta sollecitato probabilmente da mie fantasticherie su una frase particolarmente suggestiva letta nel Book of Wonder di Lord Dunsany : l'oscurita senza riverberi dell'abisso. Il personaggio dell'arabo pazzo Abdul Alhazred è inventato da me. Anche i versi inclusi nel testo sono miei (*)..Abdul Alhazred(**) è uno pseudonimo adottato quando a cinque anni ero affascinato dalle Mille e una notte ".

Con la creazione del Necronomicon, Lovecraft, pone le basi per l'inizio del Ciclo di Cthulhu. Il successo è enorme. Le storie narrate sono così verosimili e ben strutturate da indurre i lettori a credere veramente nell'esistenza del Necronomicon dove pensano che lo scrittore attinga i suoi racconti e le sue visioni. Inutilmente Lovecraft si affannò a scrivere che, sia l' infame testo che il suo autore erano frutto di fantasia. La maggior parte dei lettori e degli stessi editori continuava (e continua) a credere nell'esistenza dell'antico testo. Così, Lovecraft, basandosi sul principio del se non puoi batterli, alleati con loro scrive ( non a scopo di lucro, ma come scherzo a beneficio di amici e dei corrispondenti più intimi ) una breve storia editoriale del Necronomicon che, suo malgrado, ebbe un immediato successo ed una diffusione profonda.

Credo di fare cosa gradita nel riportare l'intero testo di Lovecraft in proposito:

NECRONOMICON

"Il titolo originale dell'opera è AL AZIF : "Azif" è l'allocuzione usata dagli arabi per indicare gli strani suoni notturni ( dovuti agli insetti ) che si supponevano essere l'ululato dei demoni. L'autore è Abdul Alhazred, un poeta folle di Sanaa, capitale dello Yemen, che si dica sia vissuto nel periodo dei Califfi Ommiadi, nell'ottavo secolo dopo Cristo. Fece molti misteriosi pellegrinaggi fra le rovine di Babilonia e le catacombe segrete di Memphis, e trascorse 10 anni in completa solitudine nel grande deserto dell'Arabia Meridionale il Raba El Khaliyeh, o "spazio vuoto" degli arabi antichi, e Dahna, o "Deserto Cremisi" dei moderni, ritenutodimora di spiriti maligni e mostri mortiferi. Di questo deserto coloro che pretendono di averlo attraversato, narrano molte strane ed incredibili meraviglie. Nei suoi ultimi anni Alhazred abitò in Damasco, dove venne scritto Al Azif, e del suo trapasso o scomparsa ( nel 738 d.c. ) si raccontano molti particolari terribili e contraddittori. Rferisce Ibn Khallikan ( un biografo del XII secolo), che venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato in maniera agghiacciante di fronte ad un gran numero di persone gelate dal terrore. Anche la sua follia è oggetto di molti racconti. Egli affermava di aver visitato la favolosa Irem, la Città dalle 1000 Colonne, e di aver trovato fra le rovine di un innominabile villaggio desertico le straordinarie cronache ed i segreti di una razza più antica dell'umanita. Non seguiva la religione musulmana, ma adorava delle Entita sconosciute che si chiamavano YOG e CTHULHU. Intorno al 950, l'Al Azif, che era stato diffuso largamente, anche se in segreto, tra i filosofi dell'epoca, venne clandestinamente tradotto in greco dall'erudito bizantino Teodoro Fileta, col titolo NECRONOMICON, cioè, letteralmente : "LIBRO DELLE LEGGI CHE GOVERNANO I MORTI". Per un secolo favorì innominabili esperienze, finchè non venne soppresso e bruciato intorno al 1050 dal vescovo Michele, patriarca di Costantinopoli. Dopo di ciò il suo nome fu solo furtivamente sussurrato ma, nel tardo Medioevo (1228), il danese Olaus Wormius ne fece una traduzione latina, basata sulla versione greca di Fileta, che vide la stampa due volte : una alla fine del XV secolo, in caratteri gotici (evidentemente in Germania); poi nel XVII secolo ( probabilmente in Spagna ). Entrambe le edizioni sono prive di qualsiasi segno di identificazione, e possono essere localizzate nel tempo e nello spazio solo in base a considerazioni riguardanti il tipo di stampa.L'opera, sia in latino che in greco, venne posta nell'Index Expurgatorius sin dal 1232 da papa Gregorio IX, cui era stata mostrata la traduzione di Wormius. A quell'epoca l'originale arabo era gia andato perduto, come mostra la prefazione alla prima versione latina ( vi è tuttavia un vago indizio secondo cui una copia segreta sarebbe apparsa a San Francesco in questo secolo, e sarebbe andata distrutta nel famoso incendio del 1906). Nessuna notizia si ebbe più della versione greca - che fu stampata in Italia fra il 1560 e il 1570 - fino al resoconto del rogo cui fu condannato nel 1692 un cittadino di Salem con la sua biblioteca. Una traduzione in inglese fatta dal dottor John Dee(***) intorno al 1580, non venne mai stampata, ed esiste solo in alcuni frammenti ricavati dal manoscritto originale. Delle versioni latine attualmente esistenti, una ( del XV secolo) è custodita nel British Museum, mentre un'altra ( del XVII secolo) si trova nella Bibliotheque Nationale a Parigi. Altre edizioni del XVII secolo sono nella Widener Library ad Harvard, nella biblioteca della Miskatonik University ad Arkam e presso l'universita di Buenos Aires. Comunque esistono certamente numerose altre copie presso dei privati, ed in proposito circola con insistenza la voce che un esemplare del testo in caratteri gotici del XV secolo faccia parte della collezione privata di un celebre miliardario americano. Sembra anche che presso la famiglia Pickman di Boston sia presente una copia del testo greco stampato in Italia nel XVI secolo: se è vero, questa è comunque certamente svanita insieme col pittore R.U.Pickman, di cui si sono perse le tracce dal 1926. Il libro è posto all'indice da tutte le religioni del mondo. La sua lettura determina conseguenze terribili. Si dice che sia appunto da vaghe notizie su quest'opera ( della cui esistenza una ben piccola parte della gente è al corrente), che lo scrittore R.W.Chambers abbia tratto lo spunto per il suo celebre romanzo THE KING IN YELLOW, il cui filo conduttore è un libro iniziatico la cui lettura provoca la follia."

l testo sulla storia e la cronologia del Necronomicon scritto da Lovecraft così pieno di richiami a fatti accaduti e a persone esistite infiammò gli animi dei lettori che continuarono a diffondere, aggiungendo sempre più riferimenti e particolari il mito del Libro dei Morti.

Nel 1962 il Necronomicon prese definitivamente corpo quando L'Antiquariam Bookman(****), pubblicò nella sua rubrica di libri in vendita il seguente annuncio redatto da Walker Baylor :

Alhazred, Abdul. Il NECRONOMICON. Spagna 1647. Rilegatura un po' logora in cuoio e con poche macchie, anche se in perfetto stato. Numerose xilografie di simboli e segni iniziatici.Sembra essere un trattato di Magia Rituale in latino. L'Ex libris a margine della pagina, indica che il libro proviene dalla bibliotaca della Miskatonic University. Al miglior offerente.

Ma il vero sigillo accademico arriva intorno al 1965 quando nel catalogo della Biblioteca Centrale della California University venne redatta questa scheda :

BL 430 - A 47 ALHAZRED, ABDUL ca.x. 738 - Scaffale B - Necronomicon ( Al Azif ), di Abdul Alhazred.Tradotto dal greco da Olaus Wormius (Olao Worm )XIII, 760p., incisioni su legno, tavolesm. fol. (62cm) Toledo 1647

A detta di Sebastiano Fusco e Gianni Pilo, autorevoli studiosi e storici italiani di Lovecraft, la scheda esisteva ancora una ventina di anni fa, ed essi stessi poterono constatare di persona che l'ignoto studente aveva congeniato lo scherzo in maniera molto realistica; difatti il richiamo BL430 comprendeva i testi riguardanti le religioni primitive, mentre lo scaffale B era il così detto Inferno della Sezione, cioè il comparto chiuso che ospita i volumi non accessibili al pubblico.

Che dire quindi il Necronomicon esiste e non esiste...

Tuttavia chiunque può leggerlo nell'edizione raccolta dalla Fanucci Editore in vendita da una decina d'anni presso tutte le librerie, a cui fa seguito il Libro di R'Lyhe, contenente altre tavole tra cui l'evocazione di Nodens. Anche se tutti gli scritti di Lovecraft sono tra loro collegati, chi vuole avvicinarsi alla sua opera può iniziare a leggere questi racconti: Il Richiamo di Cthulhu,Colui che sussurrava nel buio, Alle Montagne della Follia, Il caso di Charles Dexter Ward, Il modello di Pickman, La Casa Sfuggita, La Casa delle Streghe, l'Abitatore del Buio, L'Orrore di Dunwich,La Maschera di Innsmouth, Il Colore venuto dallo spazio

Molti registi e sceneggiatori si sono ispirati all'opera di Lovercraft per realizzare prodotti più o meno convincenti. L'Hammer Film, nota casa di produzione degli anni '50/'70 ha tratto da questo scrittore pellicole che sono vere e proprie pietre miliari nella storia del cinema dell'orrore. Negli anni '80 due film Re-animator e Re-animator 2 sono tratti da Herbert West Re-animator scritto tra il settembre 1921 e il maggio 1922, racconto che esula dalle tematiche di Cthulhu, ma che fissa le basi di una moderna concezione di "morto vivente", meno gotica e romantica dello Sheleyano "Frankenstein" ed estremamente più dinamica e orrorifica.

Verso la fine degli anni '90 John Carpenter, il regista di Halloween, Fuga da New York e La Cosa, si cimenta in un'opera mirabolante : Il Seme della Follia ( In the Mouth of Madness), una vera e propria ode a Lovercraft in cui tutte le tematiche e tutte le tecniche ossessive dello scrittore sono riportate alla perfezione. E' da citare anche il misconosciuto Tales from Cthulhu, del 1994, ottimo lavoro ad episodi che non ha visto la luce nelle nostre sale se non per un repentino passaggio nella vetrina consueta del Fantafestival del tempo.

Dei Esterni,Dei Antichi, Grandi Antichi e razze correlate

Gli Dei Esterni sono i signori dell'Universo. Il legame tra loro e i terrestri è Nyarlathotep, sacerdote e messaggero.Gli sventurati che entrano in contatto con loro non potranno sottrarsi alla morte o alla follia.Essi si avvicinano più a delle vere e proprie divinità che agli invasori alieni costituiti dai Grandi Antichi. Il termine Dei Antichi viene usato per riferirsi a un'altra razza di dei neutrali o forse avversari degli Dei Esterni. Gli Dei Antichi non sono pericolosi per l'Umanità, ma questo non significa che siano amici dell'Uomo, inoltre sembrano avere meno rapporti con i terrestri. Si conosce il nome di uno solo degli Dei Antichi: NODENS. Tutte queste divinità vengono dette a volte Dei Esterni, e sono per lo più divinità di altri pianeti. Raramente vengono chiamati sulla Terra e quando compaiono lo scompiglio che producono è pari a quello dei Grandi Antichi.

Le razze ad essi legate, come gli Shantak, gli Orridi Persecutori, i Servitori degli Dei Esterni, e la prole di Shub-Niggurath sono le più rare tra i vari tipi di mostri. In zone remote si possono trovare dei portali o dei varchi che permettono l'accesso a questo universo da parte di alcuni degli Dei Esterni (specialmente Yog-Sothoth), e qualche occultista può essere tentato di aprire questi varchi sulla nostra Terra.Alla categoria dei Grandi Antichi, che non hanno origini soprannaturali come gli Dei Esterni, appartengono numerosi esseri alieni dotati di grande potere. I Grandi Antichi sono oggetto di venerazione molto più spesso di quanto non si verifichi per gli Dei Esterni. Gli esseri che servono i Grandi Antichi abitano di solito i più remoti recessi del globo, contrariamente alle razze che servono gli Dei Esterni che invece provengono dal cosmo.



DARKMAN


Note :
(*) Non può morire ciò che può vivere in eterno. Ma in strani eoni anche la morte può morire. E' la prima volta in cui viene citato il Necronomicon.

(**) Secondo il critico inglese Malcom Skey il nome Abdul Alhazred ha molte assonanze con la frase inglese All Has Read, e cioè ha letto tutto. Questo curioso nickname scaturì sicuramente dalla mente di Lovecraft in relazione alla sua passione per la lettura e per una delle tematiche fondamentali della letteratura gotica, cioè l'aspirazione ad un conoscenza che non è prerogativa umana, ma divina, perché espone ai rischi derivanti da conoscenze proibite.

(***) John Dee, vissuto tra il 1527 e il 1608, fu il mago-alchimista inglese più famoso dell'epoca elisabettiana e i suoi testi e il suo metodo per evocare alcune entità soprannaturali basato su una lingua sconosciuta che lui stesso chiamò "enochiana" , sono ancora diffuse tra quanti si dedicano all'arte divinatoria e evocatoria.

(****) Rivista americana per gli amanti dei libri rari.


p.s. scusate se è ilsolito cut and paste ma mi sembrava interessante riportarlo per la sua interezza così come lo avevo trovato

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MessaggioInviato: mer dic 29, 2004 16:00 
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:clap: complimenti! un resoconto davvero benfatto!
se qualcuno vuole altre informazioni relative ai Grandi Antichi, Dei Esterni e le altre varie razze minori o superiori, chiedete pure! mi piace tantissimo parlare di queste cose!!!
di nuovo comlimentissimi Nosferacchia!!
:ok:


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so che non starebbe a me dirlo ma sei hai altre info a riguardo postale qui dietro che facciamo un bel topic di quelli cicci (trad. di: 1densi di significato, 2 strafico!)

:wink:

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Qui porto un CopiaIncolla di una microricerca che feci per la tesi di maturità... chi ha già il manuale di Cthulhu riconoscerà alcune fonti della mia indagine... :lol:
per altre informazioni chiedete pure!


Nato a Providence nel Rodhe Island, Lovecraft, vi trascorse quasi tutta la sua vita, fatta eccezione per un periodo a New York durante il suo breve matrimonio.
La sua infanzia fu caratterizzata dalla malattia mentale del padre (morto quando lui era giovanissimo) e il morboso attaccamento della madre, talmente protettiva che non gli permetteva di uscire di casa.
Fortunatamente, però, accanto a Lovecraft, comparve presto anche la positiva figura del nonno materno, presso il quale si trasferì dopo la morte del padre. Lì ebbe a disposizione la sua immensa biblioteca, e imparò a leggere e scrivere prima dei sei anni. Vero e proprio bambino prodigio, Lovecraft iniziò prestissimo a comporre poesie e a scrivere racconti. S’interessava inoltre di astrologia e di chimica, tanto che nel granaio di casa aveva allestito un piccolo laboratorio.
Dopo la morte di tutti i suoi parenti e l’esaurimento del patrimonio familiare, Lovecraft si trovò costretto a pubblicare i suoi racconti ed a svolgere il lavoro di revisore, per conto di varie riviste che proponevano storie grottesche e raccapriccianti.

I suoi lavori non furono molto apprezzati e in vita non pubblicò mai nessun volume. Le sue opere, infatti, uscivano solo su riviste come Weird Tales, che però spesso gliele rifiutavano perché “troppo sofisticate”.
Inizialmente influenzato da autori come Poe o Dunsany, Lovecraft non tardò a raggiungere uno stile proprio ed originale, ricavato dai suoi sogni (era, infatti, solito scrivere di notte dopo essersi svegliato a causa d’inquietanti incubi ricorrenti), dalla sua cupa fantasia e dalla sua cultura. Nella biblioteca del suo avo, infatti aveva scoperto testi antichi e di Paesi diversi; lesse a soli sette anni Le Mille e una Notte.

Alcune voci, affermano che avesse ereditato dal padre alcuni libri cabalistici e massonici, dai quali Lovecraft prese ispirazione per la creazione del fantastico “Necronomicon”, uno pseudobiblia (termine latino che indica quei libri citati con il titolo, o con qualche estratto, in opere di saggistica o narrativa, ma che in realtà non esistono o che non sono ma esistiti), dalla sinistra fama. Descritto da Lovecraft come un testo di magia nera redatto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred, il Necronomicon è stato considerato più volte un libro maledetto. Questo libro ha avuto ciò nonostante, decine di migliaia di lettori attratti dal fascino del testo bizzarro e dagli infiniti rimandi tra storia e finzione; é stato, inoltre, supporto fondamentale per il ciclo de “I miti di Cthulhu”. In questa raccolta, intorno a demoni, quali Cthulhu, Azahtoth, Yog-Sothoth e altri dai nomi difficilmente pronunciabili, Lovecraft cumulò di racconto in racconto una serie di riferimenti omogenei, cementati proprio dall’invenzione del Necronomicon.
Egli immaginò che le arti magiche della terra fossero legate a segreti cosmici e che l’inferno, pia invenzione dei religiosi di quaggiù, non fosse che una pallida icona dell’universo stesso, vera sede dei demoni dell’Altrove.
Questi demoni, a volte anche chiamati Dei, sono creature colossali incommensurabilmente diverse da noi, ma in fondo non spirituali; forze che sono principi universali che hanno preso forma, concetti come caos e fertilità, in possesso di una propria personalità all’interno dell’ordine delle cose, ma inconsapevoli della propria esistenza. Benché fatte di sostanze ripugnanti e sconosciute, sono anch’esse materiali: probabilmente hanno il potere d’esistere su diversi piani dimensionali, perciò la loro realtà non ci sarà mai palesata del tutto; sono l’Ignoto nella sua accezione più terrificante.
Il complesso di conoscenze noto come “I miti di Cthulhu” è composto dai tentativi dell’uomo di dare un significato a questa realtà. La razza umana spesso interagisce con queste forze in maniera casuale e riesce a cogliere solo un’infinitesima parte della loro vera natura.
Più precisamente si possono distinguere Dei Esterni, Grandi Antichi e Razze minori.


Gli Dei Esterni sono i più elementari principi cosmici che si fanno tanto densi da assumere forma fisica e tracce d’identità.
Tra questi Azahtoth rappresenta il caos, il vuoto al centro della realtà. La sua proprietà è l’entropia: la tendenza a tutti i sistemi ordinati (galassie, pianeti, civiltà, vita e atomi) di degradarsi e distruggersi.
Shub-Niggurath rappresenta la vita, ciò che muove tutto il creato, l’origine di ogni cosa. Ma non è solo questo, è soprattutto la spinta alla vita, il principio della fertilità. E’ l’antitesi di Azahtoth, ma questo non la rende alleata dell’umanità. “Lui” e “Lei” sono complementari, l’insieme della vita e della morte.
Yog-Sothoth, terzo elemento della trinità, concede ai primi due ciò di cui hanno più bisogno: il tempo. Egli è il tempo stesso e garantisce la ciclicità delle cose e l’intesa tra vita e morte

I Grandi Antichi sono falsi dei; sono esseri alieni in possesso di un potere tremendo, al punto che molte razze e popolazioni li adorano e servono, come se fossero veri dei. Hanno obiettivi ben precisi, ma spesso incomprensibili ed hanno abitato la Terra, prima che l’uomo vi comparisse. Alcuni di loro sono tutt’ora svegli e attivi, mentre altri si trovano in una sorta di torpore, non morti, ma addormentati, in fondo agli oceani, in profonde caverne o su altri mondi.

Cthulhu, il più noto tra loro, riposa in una cripta sigillata su di un’isola sprofondata nel Pacifico. E’ il più minaccioso tra i Grandi Antichi; se si verificano le giuste condizioni, il suo sepolcro può emergere e Cthulhu svegliarsi, cominciando l’opera di distruzione di tutto il pianeta.
Hastur è un enigma avvolto in un enigma, rappresenta l’essenza della corruzione. Lovecraft prende quest’entità dal romanzo di Chambers Il Re in Giallo.

Le Razze Minori sono state portate sulla Terra dai Grandi Antichi.
Rimangono nascoste tra la gente, aspettando il momento in cui i Grandi Antichi, loro alleati, saranno di nuovo liberi. Mentre alcune di loro sono prese dal folklore di vari Paesi (i Ghoul sono i demoni necrofagi della mitologia araba, mentre gli Abitatori del Profondo sono gli uomini-pesce assiri), altre sono frutto degli incubi ricorrenti dell’artista.

Secondo lo scrittore di Providence, dietro la facciata delle cose, si nasconde un’orribile realtà; in questo senso egli fu l’inventore di un fantastico “mitico” in cui le credenze e le leggende dell’uomo hanno più importanza dell’uomo stesso.
La sua galleria di mostri è una versione emancipata delle demonologie medievali, ma lo spirito che le pervade è nuovo e moderno: l’inferno esiste, il paradiso probabilmente no.


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