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Lyandra
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Oggetto del messaggio: Parere incipit Inviato: mer nov 05, 2014 15:06 |
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Iscritto il: mar set 23, 2014 10:09 Messaggi: 6
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Ciao, qualcuno ha voglia di darmi un parere? E' l'incipit di un racconto che sto scrivendo Grazie a chi avrà voglia di leggere ^^ ================================================================
LA MATRONA
Scortata da altre due femmine della guardia del casato, Lyandra camminava a passi svelti lungo il corridoio nell'ala riservata agli alloggi della matrona. Come tutte le femmine di sangue del casato appariva leggermente più alta della media delle appartenenti alla razza degli elfi scuri. Un sinistro bagliore dorato emanava dalle iridi della drow, un'altra delle insolite caratteristiche delle femmine [NOMECASATO]. Si diceva che le fondatrici del casato avessero ereditato sangue demoniaco, probabilmente da un antico incrocio con una Alu o con un Cambion, anche se a prevalere era stato il sangue drow.
Quella nomea di impurità, intenzionalmente alimentata dal casato stesso, era fra i motivi per cui il casato [NOMECASATO] non era ancora stato riconosciuto tra i casati di rango nobiliare di Ched Nasad; pur mantenendo il basso profilo di un casato mercantile, casa [NOMECASATO] aveva tuttavia accumulato pazientemente ricchezza e forza militare, senza destare le preoccupazioni dei casati maggiori e senza restare invischiata nei tentativi di ascesa dei casati inferiori. Minara, matrona madre del casato, trovava conveniente quello stato di cose e si adoperava costantemente per alimentare certe voci perchè il suo casato venisse sottostimato ed avesse quindi maggior libertà di azione. Poche alleanze selezionate con cura avevano fino a quel momento protetto il casato da attacchi massicci e nell'insieme la matrona madre era convinta che il mancato riconoscimento di un rango superiore fosse un prezzo accettabile, per il momento, mentre il casato si consolidava costantemente. Ufficialmente riferendosi a Minara non si sarebbe dovuto nemmeno parlare di matrona, mancando al casato il rango nobiliare, ma nei fatti il concilio che guidava casa [NOMECASATO], formato da un relativamente stabile alleanza di femmine imparentate e da un piccolo gruppo di maschi accuratamente selezionati tra i maghi e gli assassini, non avrebbe mai obiettato o fatto nulla che potesse contraddire le decisioni di Minara. Fino a quel giorno.
«Aprite la porta. Devo conferire subito con la Matrona madre.» disse Lyandra con voce pacata e perentoria, fermandosi davanti alle due guardie che sorvegliavano l'ingresso degli alloggi privati della matrona. Lyandra concesse un'occhiata alle due giovani femmine drow in assetto da combattimento. Cugine della cerchia più esterna, sufficientemente lontane da non poter costituire una minaccia per le loro parenti ma abbastanza abili da poter essere impiegate con sicurezza in compiti delicati come quello di proteggere la matrona.
«Mi dispiace, cugina, ma la Matrona Madre ha dato istruzioni precise di non essere disturbata mentre...» iniziò a obiettare Vyrane.
«So benissimo cosa sta facendo mia sorella.» la interruppe seccamente Lyandra, lasciando scivolare con noncuranza la mano destra fino all'impugnatura della frusta avvolta che portava agganciata alla cintura. «Fatti da parte immediatamente. Ne va della sicurezza del casato. E' una cosa urgente e se mi farai perdere altro tempo qui fuori a discutere con te, cugina, mia sorella dovrà trovarsi una nuova guardia.» aggiunse, calcando intenzionalmente e spregiativamente il grado di parentela.
Vyrane notò il movimento, irrigidendosi, e scambiò una breve occhiata incerta con l'altra femmina posta a guardia degli alloggi della Matrona. Lyandra era tristemente celebre per l'abilità nel maneggiare con letale efficienza quella ed altre armi. Inoltre era a tutti gli effetti la seconda femmina del casato e ignorare i suoi voleri poteva non essere salutare. «Come desideri, cugina.» replicò a bassa voce la drow più giovane. Il grado di parentela fu pronunciato in tono molto più deferente. Un breve cenno alla sua compagna di guardia e le due drow si fecero da parte, non prima di aver tracciato rapidamente un segno sulla massiccia porta di legno di fungo nero. Il tracciato del simbolo brillò per un istante nello spettro dell'infrarosso e prima ancora che il calore lasciato dal passaggio del dito si dissipasse, la porta si aprì silenziosamente scorrendo nella parete.
Lyandra entrò con decisione e alterigia, senza degnare le due guardie di un'altra occhiata, seguita dalle due drow che la scortavano. «Un momento, cugina, lo sai che...» cominciò subito a protestare Vyrane, quando le due accompagnatrici di Lyandra, armate, entrarono assieme a lei. Lyandra senza voltarsi del tutto si limitò a sporgere il braccio sinistro e fece guizzare la mano guantata a tappare la bocca della cugina più giovane, soffocando le sue lamentele in una serie di mugolii. Si guardò attorno nella penombra. La massiccia porta in legno di fungo era un tipico espediente del casato. Dietro un materiale apparentemente grezzo, la porta dotata di una chiusura magica nascondeva l'accesso a una stanza privata arredata con raffinatezza. I suoi occhi non faticarono a rilevare la presenza della Matrona e del suo compagno, ben delineati dal calore dei loro corpi avvinghiati. Lyandra si concesse una breve occhiata al maschio scelto dalla sorella. Tyrenaus. Erano ormai quattro decadi che l'addetto ai forzieri del casato divideva il letto con la Matrona.
Senza smettere di muoversi sopra di lui e tenendolo fermo con i palmi poggiati al petto, la matrona si voltò di scatto verso l'ingresso dell'alloggio. Un bagliore rosso minaccioso le animò lo sguardo appuntato sulla sorella e le altre drow appena entrate. «Come osi?» sibilò, senza accennare a interrompere le sue attività. Tyrenaus, al contrario, fiutando i guai in arrivo, tolse le mani dai fianchi della matrona ed accennò a sollevarsi sui gomiti, ma Minara gli assestò un pugno al volto ringhiando «Continua! Non ti ho dato il permesso di interrompere!» Il suo amante, atterrito, riprese a massaggiarle i fianchi ed i seni sforzandosi di ignorare lo stordimento, le altre drow presenti e l'atmosfera tesa. Minara si voltò di nuovo verso la porta «Spero che tu abbia una spiegazione valida per tutto questo, Lyandra» lanciò alle sue guardie un'occhiata carica di promesse sgradevoli per aver consentito a sua sorella di disturbarla.
Notando l'ochiata rivolta alle guardie, Lyandra lasciò andare il volto della cugina e rispose in tono pacato «Le cose stanno sfuggendo al controllo, Minara. Te l'ho già detto qualche ora fa e non mi hai voluta ascoltare. Ora devi farlo. Le razze inferiori hanno preso il controllo dei livelli più bassi della città e ai livelli superiori gli scontri sono sempre più violenti. Due livelli sono in preda alle fiamme.» avanzò di un passo «Dobbiamo salvare il salvabile e lasciare la città prima che sia troppo tardi.» concluse, determinata, osservando la sorella maggiore nonchè Matrona del casato. Lyandra si sforzò di non lasciar trasparire la rabbia e il disprezzo che provava in quel momento. Mezza città è in fiamme e devastata dagli scontri, le razze inferiori stanno prendendo il controllo dell'altra metà, la Dea continua a tacere e negarci il suo aiuto... e questa rothé in calore pensa a sollazzarsi con un maschio.
«Cosa c'è che ancora non so e che tu non mi abbia... già... riferito... tre ore fa?» domandò Minara continuando a muoversi intensamente sul maschio, con le dita affondate nei suoi pettorali e la voce ansimante arrochita dal piacere. Il maschio sotto di lei cominciò a tremare, sforzandosi di trattenersi. Era abbastanza furbo da sapere cosa sarebbe successo se si fosse abbandonato al piacere prima di aver soddisfatto la matrona.
Lyandra digrignò i denti, imponendosi di rispondere freddamente «Duergar. Un'intera compagnia. Clan Xornbane, secondo i nostri informatori. Sono loro a far uso di vasi incendiari. Sono almeno due migliaia, forse più. Le fiamme intaccano anche le ragnatele che sorreggono la città.» spiegò in tono tagliente «Diversi casati minori invece di respingere gli schiavi in rivolta si limitano a stare a guardare difendendo le loro posizioni, ma lasciando quelle creature libere di fare a pezzi il resto della città e massacrare qualsiasi drow trovino sulla loro strada. Ah e quegli stessi casati minori hanno bloccato diversi tunnel d'uscita e di accesso alla città. Violenti scontri anche lì: chi cerca di lasciare Ched Nasad si ritrova imbottigliato in quei tunnel.» consertò le braccia sui seni, fissando direttamente negli occhi la sorella e assottigliando le palpebre «Infine, poco fa è stato avvistato un Ragno Guardiano, su al quinto livello. Interessante, non trovi?»
Minara sembrava non ascoltare nemmeno, rapita nell'estasi dell'amplesso. Mormorò incoerentemente parole noncuranti per minimizzare, ma quando Lyandrà nominò il Ragno Guardiano, la matrona si immobilizzò di colpo, lanciando alla sorella minore un'occhiata penetrante «Come... sono impazzite?» ansimò col fiato corto «Come possono controllarlo... senza l'aiuto della Dea?»
Lyandra si accigliò. Forse non si è del tutto degradata, se si rende conto del pericolo. Sono stata troppo precipitosa? «Esattamente. Secondo gli ultimi rapporti, il Ragno Guardiano anzichè scendere sul fondo della caverna a fare a pezzi gli schiavi o aggredire i Duergar, sembra abbia deciso di banchettare con carne drow. E' del tutto fuori controllo, Minara. Naturalmente tu sai cosa significa una creatura di quel tipo libera di circolare per la città senza nessuno a controllarma. E potrebbe anche chiamarne altri. Ora mi ascolterai?» domandò fissando la Matrona.
Minara corrugò la fronte, restando seduta a cavalcioni sul maschio mentre rifletteva. Il maschio, confuso e coi lineamenti tesi dalla necessità di trattenersi, ansimava immobile sotto di lei, limitandosi ad accarezzare incerto il corpo della Matrona. «Non può essere. Le matrone dei Grandi Casati non sarebbero state tanto idiote da evocare un Ragno Guardiano sapendo che la Dea ci nega il suo aiuto.» decise e accorgendosi che il maschio si era fermato, riprese a muoversi ritmicamente su di lui, rivolgendo un sorriso di sufficienza alla sorella più giovane. «I nostri informatori devono aver visto un'illusione. Un qualche altro genere di evocazione, mascherata da un incantesimo. Un demone, probabilmente. Certamente qualcuno dei casati impegnati a guadagnare posizioni sta cercando di ingannare i suoi nemici.» riprese a muoversi energicamente, sinuosa, chiudendo gli occhi e ansimando «Ci atterremo al piano... attenderemo il momento opportuno... per intervenire... schierandoci con i vincitori. Nel frattempo... non disturbarmi oltre. Riferiscimi solo... quando Sharmira avrà portato a termine... la sua missione.»
Lyandra serrò i denti «E questo è tutto quello che hai da dire? Non mi hai sentita? Illusione o no, quella cosa sta massacrando intere compagnie dei casati maggiori, senza alcuna distinzione!» sbottò «Di questo passo i vincitori saranno orchi, goblinoidi e duergar, sempre che non distruggano prima Ched Nasad facendocela crollare in testa! Credi di poterti schierare con loro? Coi nostri schiavi insorti? Sharmira deve essere richiamata e lo stesso vale per i nostri osservatori ai livelli superiori! Non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo con una stupida incursione al conservatorio arcano o continuare col tuo piano di restare in disparte! Dobbiamo radunare il necessario e prepararci a lasciare Ched Nasad prima che sia troppo tardi!»
La matrona riaprì gli occhi fissando la sorella con un bagliore furioso nello sguardo, senza interrompersi. Scoprì le labbra sui denti ringhiando «Stai passando il segno Lyandra... riparleremo di questa storia quando tutto sarà... finito... vattene. Assumi il comando delle pattuglie e manda... Alayna.... da me fra... un'ora. Ora é lei.... la seconda femmina... del casato.» concluse con un sorriso velenoso e tornò a chiudere gli occhi accentuando i movimenti intensi del bacino, schiudendo la bocca all'avvicinarsi dell'orgasmo.
Lyandra inspirò a fondo, fissando freddamente la sorella e scuotendo impercettibilmente il capo. Voltandosi, mormorò a bassa voce «Non mi lasci alternative.» Rialzò lo sguardo e, dando le spalle alla Matrona, fissò con espressione composta e determinata le sue due accompagnatrici armate. Un impercettibile cenno di assenso. Il grido di lussuria della matrona, profondo e spezzato dalle ondate di piacere, coprì il rumore sordo dello scatto di due balestre e il tonfo flaccido dell'impatto dei due dardi lo interruppe trasformandolo in un rantolo di dolore. Il grido liberatorio del maschio, durò una frazione d'istante in più, trasformandosi in un gracchiare stordito e confuso quando il violento impatto dei dardi gli strappò di dosso il corpo della drow proprio nel momento in cui si concedeva anch'egli al piacere. In altre circostanze Lyandra avrebbe trovato oltremodo divertente la situazione. Neanche le insolite ascendenze o le consuetudini ancora più insolite di conduzione del casato potevano cambiare il fatto che prima o poi avrebbe comunque cercato di uccidere la sorella per strapparle il predominio, ma non aveva previsto di doverlo fare in quel momento e con una minaccia di distruzione pendente sul capo. Fissò le due guardie trovate al suo arrivo. Vyrane aveva esitato solo per una frazione di secondo quando aveva visto apparire le due balestre e puntarle sulla Matrona. Aveva accennato ad estrarre due sciabole sottili che portava ai fianchi, ma si era immobilizzata come pietrificata quando la sua compagna di guardia le aveva puntato una terza balestra contro il lato del collo.
«Lo vedi da te, Vyrane, che è inutile ormai. Non farmi versare altro sangue della famiglia, cugina.» disse freddamente Lyandra, fissandola. «Allontana le mani dalle sciabole. Avrai modo di usarle sicuramente prima che la giornata sia finita, ma lo farai ai miei ordini.» concluse e rivolgendosi all'altra guardia, accennò un asciutto sorriso «Ben fatto. Portala giù assieme alle altre. Alayna dovrebbe aver già radunato il resto della guardia. Distribuite l'equipaggiamento necessario a sopravvivere nei cunicoli. Kalhess dovrebbe aver quasi finito di dividere quello che porteremo con noi da ciò che saremo costrette ad abbandonare.»
Lyandra, dati quegli ordini, si voltò e raggiunse con indolenza la testiera del letto appartenuto a sua sorella. La Matrona ansimava, scossa dagli spasmi. Per precauzione i dardi erano stati avvelenati e trattati con una droga paralizzante. Un filo di sangue le colava da un angolo della bocca. I quadrelli l'avevano colpita sotto lo sterno e poco più in alto del cuore, sbalzandola indietro e quasi inchiodandola alla spalliera del letto.
«Mi spiace che sia finita così, Minara. Ma non potevo permetterti di distruggere il casato e condannare tutte noi a diventare cibo per i goblin.» commentò freddamente, ignorando gli ansiti del maschio, che in qualche modo si stava riprendendo dalla butta esperienza. Barcollante, era smontato dal letto e si era affrettato a scostarsi dalla moribonda, come a sottolineare la sua dissociazione. In linea con le migliori tradizioni drow, il cassiere del casato stava preparando il terreno per passare dalla parte della vincitrice e far dimenticare che fino a pochi istanti prima era stato il favorito della Matrona.
Lyandra si chinò sulla moribonda e la colpì alla gola sfondandole la laringe con le dita della mano tese. I rantoli di dolore della Matrona si spensero in un gorgoglio soffocato. Lyandra agguantò il sigillo del casato e con uno strattone lo strappò dalla catenella che Minara usava per tenerselo addosso. Raddrizzandosi lanciò una fugace occhiata al maschio, inutilmente impegnato a nascondere le proprie nudità, e fissando le due che avevano scagliato i dardi, infilò con una gesto teatrale il sigillo all'interno del corpetto protettivo che indossava al di sopra della sottile ed elastica maglia di mythral nero. Le due guardie si irrigidirono, in attesa di ordini. Non serviva un'investitura formale per chiarire che da quel momento c'era una nuova Matrona alla guida del casato.
«Avvertite Alayna di usare il segnale per richiamare Sharmira. La attenderemo per un'ora. Se ce la farà, tanto meglio. Altrimenti dovremo abbandonarla al suo destino e sperare che sopravviva e riesca a raggiungerci. Lo stesso vale per chiunque non sarà pronto a partire entro un'ora.» ordinò Lyandra. Poi sorrise lanciando un'occhiata colma di gelido sarcarmo al cadavere della sorella appena assassinata «E... ah... informatela anche che da ora é la seconda femmina del casato, esattamente come da volontà della mia defunta sorella.»
«Come desideri, Matrona» rispose una delle due abbozzando un sorriso fuggevole prima di domandare «Cosa dobbiamo fare degli schiavi e servitori del casato?»
Lyandra inarcò un sopracciglio «Non possiamo rischiare che ci si rivoltino contro. Una volta che saremo fuori dal casato dovremo raggiungere più rapidamente possibile uno dei cunicoli d'uscita. La Dea soltanto sa cosa troveremo sulla nostra strada, se i rapporti sono veri, e quello che dovremo affrontare nei cunicoli. L'ultima cosa che voglio è dovermi preoccupare anche che i nostri schiavi non ci pugnalino alle spalle: Separate gli umani già marchiati e distribuite loro i carichi più pesanti. Uccidete tutti gli altri.»
Le due guardie annuirono, serie. Esauriti gli ordini, tre paia d'occhi si appuntarono sull'unico maschio presente nella stanza. Lyandra lasciò cadere un'occhiata ad altezza inguine e rialzando lo sguardo per fissarlo in volto incurvò un angolo della bocca in un mezzo sorriso irridente. «Sembra che abbiamo interrotto qualcosa. Desolata.» mormorò con sferzante ironia. Il volto della nuova Matrona si ricompose subito in un'espressione di ferma determinazione «Finiscila di cercare di coprirti, so come sei fatto. Hai sentito gli ordini. Rivestiti e cerca di renderti utile. No, non quegli stracci, idiota. Vai di sotto con loro e fatti dare dell'equipaggiamento adatto ai cunicoli.» spiegò con durezza, quando il drow accennò a riprendere le vesti raffinate che era solito indossare.
Lyandra restò a fissarlo mentre il maschio si affrettava a raggiungere la porta, coprendosi le parti intime con le vesti appallottolate e si infilava tra le due guardie. La nuova matrona rivolse loro un cenno impercettibile con le dita di una mano e una delle due annuì in silenzio, prima di uscire per seguire il contabile del casato. Rimasta temporaneamente sola, Lyandra raggiunse una cassapanca intarsiata, importata dalla superficie, che la sorella aveva usato per riporvi parte del suo equipaggiamento. Ne recuperò alcune pietre preziose, amuleti, anelli magici ed un pugnale cerimoniale con l'impugnatura raffigurante Lolth nel suo aspetto di avvenente fanciulla drow. Si voltò verso il corridoio quando il suo acuto udito captò quello che doveva essere il rantolo di agonia del maschio. Gettò un'ultima occhiata al cadavere della sorella ed uscì, raggiungendo le sue aiutanti. Una delle due, con un sorrisetto soddisfatto, stava riavvolgendosi sul polso un robusto e sottile cavo da strangolamento. A terra, l'amante di sua sorella era malamente riverso con la bocca spalancata e la lingua a penzoloni di lato, in una smorfia di agonia da soffocamento.
«Ottimo lavoro. Là fuori tra i cunicoli ci non sarebbe stato di alcuna utilità.» commentò con noncuranza, Lyandra, spingendo senza alcun riguardo con la suola di uno stivale sul lato del viso per voltargli il capo e accertarsi che fosse effettivamente morto. Si abbassò a frugare nelle vesti del cassiere finanziario e ne estrasse una chiavetta in acciaio brunito «Vai a controllare se nei suoi alloggi c'è qualcosa di utile. Non perdere tempo con l'oro. Pietre preziose e... ah, sì. Se trovi obbligazioni e contratti con altre città del Buio Profondo, prendile. Non si sa mai. Poi raggiungici.» disse consegnando la chiave all'altra guardia.
Scavalcando il cadavere con noncuranza, le tre si avviarono verso il fondo del corridoio, ma dopo pochi passi bacollarono e furono costrette a sostenersi alla parete quando un boato assordante accompagnò un violento scossone alle fondamenta del casato. Uno squarcio si aprì nella parete e le tre drow ebbero una fugace visione di polveri, corpi e detriti in caduta libera che precipitavano dai livelli superiori. Alcuni erano nient'altro che rottami incendiati, ma la maggior parte erano evidentemente pezzi di mura e frammenti di edifici. Ched Nasad stava iniziando a cadere nel vuoto. «Non abbiamo neanche un'ora di tempo per radunarci e recuperare l'equipaggiamento. Muovetevi, dobbiamo uscire di qui e raggiungere il tunnel!» sibilò concitata la nuova Matrona, iniziando a correre. Dentro di sè si augurava con forza che il suo primo giorno da matrona non fosse anche l'ultimo.
_________________ Lyandra What's better than a drowish mord-sith?
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goldrake
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Oggetto del messaggio: Re: Parere incipit Inviato: sab nov 29, 2014 14:48 |
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Iscritto il: mer lug 13, 2005 14:43 Messaggi: 8646
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Dai un sacco di informazioni sui casati ed i personaggi che potrebbero centellinarsi bene per parecchi capitoli, rendendo la trama più scorrevole e concedendoti di cambiare le carte in tavola con più semplicità.
_________________ Every day meditate for ten minutes. If you have no time, meditate for an hour.
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