Ho trovato questa traduzione negli Oscar Mondadori di Giovanni Cecchin, rende abbastanza il senso.
sonetto 87
Addio! Sei troppo caro per un mio possesso,
e anche tu sai fin troppo bene quanto vali;
è il capitolato dei tuoi titoli che ti affranca,
e con te recido ogni obbligo.
Perché, come tenerti se non per tua gratifica,
e cosa io posseggo per meritarla?
Mi mancano le ragioni per quel caro dono,
e perciò te ne restituisco il privilegio.
Ti sei dato senza conoscere il tuo valore,
sbagliandoti anche su colui a cui ti davi
e così il tuo dono, nato da un equivoco,
se ne torna a casa, dopo miglior giudizio.
Ti ho posseduto come nell'illusione di un sogno:
un re nel sonno, ma ben altra cosa sveglio.
sonetto 88
Quando ti capiterà di non più stimarmi
e di porre il mio merito agli occhi del tuo disprezzo,
mi troverai dalla tua parte contro me stesso
per darti ragione, anche se sei spergiuro.
Ben conscio dei miei limiti,
a tuo favore posso tirar fuori storie
di manchevolezze di cui sono colpevole,
così che, perdendomi, sei tu che vinci.
E con questo, vincerò anch'io:
perché, rivolgendo a te ogni mio pensiero d'amore,
le ferite ch'io mi infliggo,
essendo a tuo vantaggio, ne recheranno il doppio a me.
Tale è il bene che ti voglio: ti appartengo tanto
che, per darti ragione, mi assumerò ogni torto.
