POWER METAL

PREMESSA
Mi rendo ben conto che mi sto addentrando in una jungla d’acciaio assai intricata, fatta di molti gruppi, di molte sotto-correnti, di città diverse e di attitudini variegate.
Ben conscio di quanto sto dicendo, mi piacerebbe organizzare questo topic così: ogni post tratterà un aspetto di questo grande movimento musicale e (perché no?) culturale ed i post seguenti avranno il compito di rettificare o completare quanto già postato.
Ovviamente chiunque potrà correggere quanto postato da altri e chiunque potrà aggiungere argomenti attinenti.
Il mio obiettivo è perciò quello di “mappare” il fenomeno power metal: vedere dove è cresciuto, come si è sviluppato, con quali differenze, a cosa ha dato vita lungo il percorso e dove andrà in futuro. Già so che sarà impossibile mantenere un ordine cronologico, perciò non mi interessa. Al massimo, quando l’argomento sarà esaurito, darò un ordine logico a tutto il topic.



Considerando che in questo forum di metallari ce ne sono parecchi: fatevi sotto!!!

Io sto già preparando il post sul power tedesco.

chiami i metallari ed arrivo io!
ave fratello!
a mio avviso il power metal ha le origini in comune col British New Wave, ovvero iron maiden, Thrash, ovvero Slayer e Metallica, e Glam, ovvero Motley Crue e Savatage.
il gruppo d'origine secondo me sono i black sabbath, che contenevano tutti i generi da me sopra scritti
il power metal non ha avuto un vero e proprio luogo d'origine, infatti contemporaneamente in tutto il mondo sono sorti gruppi diversissimi, dai Manowar, capostipite del power metal "patriottico", ai Blind Guardian, fondatori del Power Sinfonico, chiamato "volgarmente" Epic Metal, ad addirittura i Bathory, che unendo alcune pati dei Manowar ad altre dei Venom ha creato quell'enorme movimento norvegese chiamato Black Metal.
ecco io ho espresso la mia teoria
Hail fratelli metallari!

Come promesso, ma con molto ritardo, sta per iniziare la mia visione su quella parte di power metal che si è sviluppata in Germania.

Prima di iniziare il  mio viaggio ringrazio Sarien per la collaborazione e spero che continui con le sue precisazioni.
Secondo me però non è del tutto corretto attribuire ai Black Sabbat il ruolo di ispiratori del power, anche se ci sono molti elementi comuni ed anche se, volendo, si può tranquillamente additare la band di Ozzy & co. come punto di partenza di molte correnti del rock e del metal.
Detto questo, sempre secondo me, altri gruppi ispiratori di questo grande movimento musicale sono sicuramente i Jethro Tull e gli Uriah Heep.

Power metal tedesco
Parte I

RAGE
Andiamo ora in Germania e soprattutto ad Amburgo e dintorni. Se la grande ventata del power metal è partita nella seconda metà degli anni ’80, quando ormai i Manowar avevano raggiunto una discreta fama, in Germania alcune band hanno mosso i loro primi incerti passi già precedentemente.
Gruppi come i Rage di Peavy Wagner (e non i Rage Against The Machine, che in questo caso non c’entrano un cazzo) o i Running Wild di Rock ‘n’ Rolf avevano già iniziato a spargere il verbo del metallo potente nella patria dei krauti.

Ammetto di non aver mai ascoltato i primissimi lavori dei Rage e di averli conosciuti solo ai tempi di The Missing Link e Black In Mind: in ogni caso voci ed articoli non fanno altro che dire che la band tedesca ha iniziato a fare sul serio solo con questi album. Va comunque detto che, per chi non li conoscesse, rappresentano una vera e propria pietra miliare del power tedesco: voce roca, ritmi forsennati, una distorsione che la riconosceresti tra mille altre e ritornelli adrenalinici.

Tra l’altro è un gruppo importantissimo perché tra i primi ad inserire la componente orchestrale nel metal… e non solo alcuni elementi: proprio l’orchestra sinfonica di Praga!!! Nel 1996 circa si presentano infatti con un breve album dal titolo Lingua Mortis, dove propongono pezzi estratti da Black In Mind e da The Missing Link riarrangiati per l’orchestra: vi assicuro che l’esperimento funziona alla grande!

E se ne accorgono pure loro, dato che dopo un classico album come End Of All Days, si presentano con XIII, dove le canzoni nascono proprio già fuse con l’orchestra: album meno spigoloso dei precedenti, ma bellissimo. In ogni caso non aspettatevi roba baroccheggiante à la Rhapsody… il tutto rimane ancora molto spartano.

Power metal tedesco
Parte II

RUNNING WILD

Dal 1984 entrano invece sulla breccia i Running Wild, prolificissima band che si presenta su un palco allestito come un galeone pirata ed indossando marsine secentesche. Lo ammetto… il tutto è molto glam e kitch (per non dire trash!), ma quando i cannoni iniziano a sparare fuochi d’artificio ed il rullante scandisce una marcetta marinara non puoi non gasarti!
A dire la verità questo loro stile parte nel 1987 con l’album Under Jolly Roger, ma continuerà inesorabile fino al recente The Brotherhood. A mio avviso è una band importantissima: un power metal molto classico ed anche abbastanza grezzo, ma forse è proprio questa la formula vincente dei bucanieri del metal… la voce roca di Rolf, i suoi riff melodici e ripetitivi che ti si piantano in testa e non se ne vanno mai… tutto questo contribuisce a renderli veramente piacevoli per i metallari old fashioned!

Power metal tedesco
Parte III

GRAVE DIGGER
Di simile pasta sono i cattivissimi Grave Digger, gruppo che ha le sue radici nei primordi del power e cha ha ripreso a suonare alla fine degli anni 90 dopo un periodo burrascoso per la band. Ammetto candidamente di non aver mai ascoltato per intero un loro album e di aver sentito in giro che il top lo hanno raggiunto con Heart of Darkness. Li ho visti però dal vivo nel 1997 e mi hanno impressionato per la loro potenza e velocità: sono saliti sul palco guidati da una cornamusa ed hanno attaccato con una doppia cassa che mi ha fatto stramazzare al suolo come un tappetino da bagno! Ripeto: dal vivo sono impressionanti!


ICED EARTH
Spendo poche parole anche per i conterranei Iced Earth: ho sentito solo poca roba di loro e non mi pare il caso di sparare sentenze a destra e a manca gratuitamente… lo lascio fare a voi, cari e pazienti lettori! In ogni caso la formula è più o meno la stessa che vale per i Digger e per i primi Blind Guardian: sfondo epico, riff aggressivi, ritmi incalzanti and so on. Se vi piace il power non vi lamenterete di aver buttato una ventina di euro in un loro album, ma onestamente non so quale consigliarvi.

Power metal tedesco
Parte IV

HELLOWEEN

Ma passiamo ora al gruppo icona del power tedesco: gli Helloween!!! Mai gruppo fu più contestato, mai nessuno ebbe un’esistenza più tormentata, ma nessuno mai ha avuto la capacità di cambiare e di risultare sempre vincente anche quando tutto sembrava perso!
L’avventura inizia nel 1985 con un mini lp (che verrà  poi incluso nella versione speciale del loro album successivo, Walls of Jericho) con un certo Kai Hansen alla voce ed alla chitarra, Michael Weikath alla chitarra, Marcus Grosskopf al basso ed Ingo Schwichtenberg alla batteria. Il 5 tracce d’esordio è veramente grezzo, ma le caratteristiche della band sono subito chiare: riff melodici e aggressivi, assoli velocissimi e virtuosi, voce acuta (ma un po’ sporca) ed un pizzico d’ironia. Fatto sta che, nonostante sia un album ancora acerbo, considero Walls of Jericho la vera testata d’angolo del power teutonico! È inutile, miei cari seguaci della tecnica, che mi diciate che è pieno d’errori e che le linee di basso fanno ridere!!! Quest’album ti prende, ti sbatte contro l’armadio e ti fa cantare a squarciagola “Heavy Metal Is The Law”!!!!

Però, non so come e non so perché, dopo quest’album il buon Kai se ne esce dicendo che continuerà a fare il chitarrista e che abbandonerà il microfono per presunti problemi alla gola. Bisogna ammettere che lì per lì il gruppo quasi ci guadagna, perché, ingaggiando Michael Kiske, le linee vocali migliorano nettamente. Più pulito, più esteso, più potente… non c’è che dire: un cantante di prima qualità! E lo dimostrano i due concept album seguenti, The Keeper of the Seven Keys part I e part II! Qui si trovano i veri cavalli di battaglia del gruppo tedesco, quelle canzoni che li hanno fatti conoscere ovunque e che hanno fatto pogare centinaia di metallari in tutta Europa e non solo. Ma, si sa, quando si arriva in cima poi si cade.
I rapporti tra Hansen e Weikath sono sempre più tesi ed il buon Kai se ne va, fondando i suoi Gamma Ray, mentre Ingo inizia ad avere dei problemi con droghe e depressione. In questi anni escono due album a mio avviso veramente pessimi: Pink Bubbles Go Ape e l’orribile Chameleon. Se qualcuno apprezza questi album non me ne voglia, ma a me fanno veramente cagare! Il metal se ne va letteralmente affanculo (chiedo scusa per il francesismo, ma quando ce vo’ ce vo’) e prende il sopravvento il lato melodico e burlonesco della band… davvero insignificanti!
Ma se pensate che il peggio sia passato vi sbagliate di grosso! La band va male e la tensione è alle stelle: Kiske viene additato come la mela marcia e se ne va dal gruppo, uscendo sul mercato con un album da solista, che dimostra come sia un buon cantante, ma che del metal non gliene freghi più nulla… un flop! Inoltre le crisi di Ingo sono sempre più acute e prolungate, finché non venne rinvenuto cadavere nel suo appartamento dopo essersi isolato dalla vita sociale.

Ma, si sa, non può piovere per sempre. Sotto la cenere la brace cova ancora e Weikath e Grosskopf si rimboccano le maniche per far risorgere gli Helloween… e ci riescono… cazzo se ci riescono!!!
All’altra chitarra mantengono Roland Grapow, che al tempo aveva preso il posto di Hansen, alla batteria arriva Uli Kusch (dai nemici/amici Gamma Ray) ed alla voce un certo Andy Deris (dai Pink Cream 69, band che col metal ha ben poco da spartire).
Primi passi incerti per questa nuova formazione e periodo di rodaggio con l’album Master of the Rings, ma si vede già che i cinque tedeschi ci stanno prendendo gusto. La voce di Deris è totalmente diversa da quella dei precedenti vocalist degli Helloween e lo si può notare nei tentativi di emularli: più dolce, più sporca, meno estesa… Ma qui si mostra la genialità del gruppo! Il tempo è passato ed è inutile scimmiottare i fasti di una volta! Una nuova vita ora! E funziona!!! Alla grande!!!
Già con The Time of the Oath sfornano un album degno di lode (anche se ancora ci sono dei toni un po’ bassi), ma la consacrazione arriva con Better Than Raw!!! Finalmente sanno come impiegare la voce di Deris nel modo migliore e si presentano con quest’album traboccante potenza e melodia… come si dice: evoluzione senza rivoluzione! È un metal diverso, ma è metal un bel po’!!!

Altro colpo di genio a seguire con The Dark Ride: penso l’album di power metal melodico più oscuro che abbia sentito. L’anima nera degli Helloween, tutto il fiele e le amarezze dei periodi bui sembrano concentrarsi in questo disco, che risulta cattivo, violento e sinistramente melodico.
Dopo di questo altri lavori sono usciti del quintetto tedesco, che non fanno altro che confermare il buono stato di salute di una band davvero indispensabile per un metallaro come si deve.

Rage: l'ho vissuti sulla mia pelle all'ultimo g.o.m e se devo fare un analisi oggettiva direi che la loro musica non è niente male anzi è molto intrigante sotto alcuni aspetti, ma è il livello di follia del drummer che è spaziale!!!

quell'uomo è più fupri di mork (del famoso telefilm)!!!

per quanto riguarda gli helloween sottoscrivo, parola per parola, ciò che l'opera omnia vivente della musica, ovvero il nostro rose, ha scritto.

Mirko sei spaventevole a volte!!!

ah! Ah! AH!

Power metal tedesco
Parte V


Voglio ora approfondire un’altra bella band che ha segnato il mio portafoglio e la mia adolescenza metallozza: i Gamma Ray del fuggiasco Hansen. Premetto che non sarò molto oggettivo, perché per me Kai Hansen è un padreterno del metal! Anche se dovesse fare un album schifoso mi metterei a cercarci qualcosa di buono.


Detto questo, dopo la fuga con lite del buon Kai dagli Helloween, egli raccoglie alcuni valorosi e fonda questa nuova band: da notare soprattutto Karl Scheepers alla voce ed il suo fido amico Dirk Schlächter, che si cimenta in basso, chitarra e tastiere a seconda della bisogna.
L’elemento che contraddistingue la band è sicuramente l’approccio molto più metal oriented rispetto agli Helloween: lo stesso Weikath, in un’intervista, ha dichiarato “Ascoltare un loro album è come farsi un’overdose di caffè”. Ed è vero! I ritmi sono davvero forsennati ed anche se album come Heading for Tomorrow o Sigh No More sono ancora acerbi, bisogna ammettere che sono davvero cattivi! E, un po’ per ripicca, un po’ perché Kai aveva inteso le parole del suo vecchio amico/rivale come un complimento, l’album successivo è ancora più devastante: Insanity and Genius lascia davvero senza respiro e la voce graffiante di Scheepers fa irrigidire tutti i tendini dell’ascoltatore.

Ma anche qui le cose cambiano… in meglio però! Sarà stata la lunga pausa, sarà stato un miracolo, sarà per un allenamento adeguato… ma la voce del buon Kai sembra tornata quella di una volta, se non migliore! Per l’album successivo, infatti, dà il benservito a Scheepers e prende in mano penna, microfono e chitarra, dando alla luce un capolavoro come The Land of the Free, un concept fantasy che è obbligatorio per tutti! Perciò come compitino a casa, stasera, ve lo ascoltate e pogate con vostro fratello/sorella/nonno/zio/cugina/gatto!

Che resta da fare ora alla band teutonica? Semplice! Fondere le melodie e le atmosfere di quest’ultimo album con la potenza di quelli precedenti… detto fatto! Gli album successivi, di cui cito, per onor di cronaca, solo Somewhere Out in Space e Powerplant, risultano proprio un perfetto mix di cattiveria e dolcezza, grazie anche all’intervento del nuovo bravissimo batterista Dan Zimmermann (ricordate? Uli era passato agli Helloween… è una specie di telenovela metallica…).

Power metal tedesco
Parte VI

BLIND GUARDIAN
Mi sembra ora d’obbligo spendere due parole sul gruppo più fantasy della storia (vabbè… insieme ai Rhapsody, naturalmente): i Blind Guardian! Amburghesi pure loro, come gli Helloween ed il galletto Vallespluga, fanno subito capire di che pasta sono con l’album d’esordio, Battalions of Fear. Voce cavernosa ma con mille sfaccettature, ritmica impeccabile, riff melodici e cori epici non possono non catturare il cuore di un amante del fantasy! Se poi ci mettiamo che buona parte dei testi sono tratti dalla letteratura si tocca l’apice. In tutta la loro produzione si può vedere che i quattro timidi amburghesi pescano da Tolkien, Moorcock, Zimmer Bradley e perfino dalle favole più classiche come Peter Pan o Il Mago di Oz. Si potrebbero dire tante cose su questa band, ma alla fine sarebbero tutte ripetizioni: potenti, melodici ed epici! Che si vuole di più?!?!?
Il loro apice, a mio avviso, lo toccano con il loro album-impresa: Nightfall in Middle-Earth. È un album molto complesso, anche perché la loro ambizione è quella di racchiudere in queste tracce un capolavoro letterario come “Il Silmarillion”, cercando di rendere partecipe anche l’ascoltatore che non ha letto il libro. A tal fine si ricorre a piccole parti di narrato (o meglio, recitato), ad effetti speciali e cose del genere, rendendolo perciò un lavoro difficilmente riproducibile on stage. Un po’ meno metal forse, ma è talmente evocativo che lo metterei come colonna sonora di ogni partita di GiRSA!!!

Dopo quest’album l’attività dei Blind rallenta un po’, forse anche a causa di presunti problemi di salute del loro frontman, lasciando per strada solamente un lavoro come A Night at the Opera, dove anche loro, per non essere da meno, decidono di impiegare l’orchestra. È un buonissimo album, ma, per come ci avevano abituati, un po’ sottotono forse… in ogni caso non mi lamento affatto! Da sottolineare la bonus track presente in alcune versioni di questo disco: una canzone in Italiano nella versione italiana, una in Francese in quella francese… che pensiero gentile!!!
Prima di passare ad altro, vorrei ricordare la raccolta The Forgotten Tales, dove questi simpaticoni riuniscono le cover che hanno accumulato durante la loro carriera e le versioni acustiche di alcune loro canzoni: un disco veramente simpatico, dove si vede come si divertano a suonare a modo loro pezzi dei Beach Boys, dei Queen, di Mike Oldfield… Inoltre, le acustic version hanno un sapore veramente medievale e “The Bard’s Song” live, cantata totalmente dal pubblico, fa venire un brivido alla schiena.

Power metal tedesco
Parte VII

Per concludere questa panoramica di metallo tedesco, vorrei portare l’attenzione su un fenomeno che è molto europeo (soprattutto tedesco o italiano): le collaborazioni nei side project.
Due gruppi siano d’esempio in questo momento: Iron Savior e Demons & Wizards.
Il primo dei due è infatti composto da alcuni membri dei Gamma Ray ed inizialmente dal batterista dei Blind Guardian (in particolare spicca la presenza di Kai Hansen), mentre il secondo è opera di due uomini, cioè i frontmen di Blind Guardian e Iced Earth.
Gli Iron Savior sono capitanati da un certo Piet Sielck, un cantante con una voce davvero roca, cattiva e molto d’impatto. Il loro primo album (omonimo) esce in contemporanea con Somewhere Out in Space dei Gamma Ray e si può notare come la canzone “Watcher in the Sky” sia presente in entrambi i dischi. Tra l’altro questo sembra il periodo delle saghe spaziali, perché entrambe le band si presentano con artwork che fanno molto Star Treck.
Ma torniamo agli Iron Savior: il loro esordio è un concept che racconta una storia fantascientifica ambientata in una dimensione lontana ed in un futuro ancor più lontano (della serie “non avrete mai le prove che vi stiamo raccontando cazzate!”), ma, aspetto teatrale a parte, è un lavoro parecchio potente e godibile. In ogni caso non inventano niente e non lo additerei come indispensabile. Lo stesso vale per il seguito Unification, dove la storia continua e dove la formula è più o meno la stessa. Ripeto: divertente, potente, ma non indispensabile. E infatti, dopo quest’album non li ho più seguiti e non so dirvi altro se non che hanno fatto diversi altri lavori.


Altra storia per i Demons & Wizard: posseggo solo l’omonimo album (grazie Antar), che è anche l’unico, ma è davvero bello!!! Vero epic metal teutonico: melodico, malinconico, aggressivo, vario, mai eccessivo o barocco. Si vede proprio che i due si divertono a lavorare insieme, ripartendosi democraticamente le parti di cantato e di suonato e componendo tutte le canzoni a 4 mani. Questo mi sento di consigliarlo a tutti quanti!

Finisce qui la mia panoramica sul power metal tedesco. Non ho la pretesa di essere stato esaustivo né di essere stato completamente oggettivo. Ci tengo a precisare che quanto trovate in questi post (ed in quelli seguenti) sono mie opinioni, basate su quanto mi è dato sapere, che hanno come unico scopo stimolare una discussione su tali argomenti. Per questo motivo, se avete avuto la voglia di leggere fin qui e ritenete necessario approfondire alcune parti o correggerne altre, aspetto i vostri reply.

Oh… è concesso anche fare complimenti o incoraggiamenti, oltre che critiche…

complimenti:wow molto specializzato nel genere eh

critiche:troppo lungo forse  :wink:

incoraggiamenti:vai continua così!!!

grazie.... è che sono cresciuto a metallo e nutella  :P


eheheh.. lo so... sono un palloso perfezionista  8)


YEAHHHHHHHHHHHHHHHHH

PoWeR MeTaL
:rockrulez: :rockrulez: :rockrulez:

monumento smilloso al rock ed al metal!

ed anche un po di spam.... per alleggerire la situazione!  :d