LIVE PERFORMANCE
ENON
Giovedì 11 Novembre 2004
Sono le 21.30 e per le vie del centro storico di Ancona non c’è nessuno. Mi sono attardato fino a quest’ora in facoltà e quando mi ritrovo in strada sento solo fame e silenzio. Faccio due passi per il corso vecchio e mi infilo in una pizzeria giusto in tempo per prendere due tranci prima che chiuda… tra l’altro non erano manco buoni! Mi dirigo a piedi verso il locale dove stasera ci sarà un concerto interessante: ma c’è ancora tempo per un caffè. Attraverso la grande piazza Pertini: deserta anche questa, se non per il chioschetto in vetro e acciaio su un lato. Beh… proprio deserta no… mentre cammino sento una voce: “Oh biondo!”. Era il mio amico Nicola, un tipo il cui calendario è rimasto fermo al 1972, che stava tagliando la piazza in diagonale. Considerando che la meta era comune, ci facciamo
coffee & coffee-killer insieme, chiacchierando con l’amabile vecchina che gestisce il chioschetto di piazza Pertini.
Ora però tutti al
Thermos, nota bettola anconetana con il pregio di avere un proprietario che di musica ne capisce.
Diamo l’obolo all’ingresso ed entriamo nel circolo: pareti nero e arancio, luci bassissime color arancione, ancora poca gente ma già una cappa di fumo tremenda… diciamo che non è il luogo più salutare della terra, ma non penserete mica che il famoso
Cavern Club dei Beatles fosse stato migliore!?!?
In ogni caso, tra una birra ed una battuta, il locale si riempie e si vedono già i primi traffici attorno al piccolo palco. Finalmente eccoli!
Il terzetto newyorkese si presenta sorridente: Toko, la bassista/cantante giapponese, sembra uscita da un manga… oddio… dal vestiario sembra più uscita dall’ufficio imposte. Caschetto
à la Beatles, camicia nera a piccoli pois bianchi, tailleur nero e scarpe di vernice molto retrò: è praticamente sommersa dal suo strumento.
Rick, il batterista è una tra le persone più stralunate che mi sia capitato di vedere: secco come un chiodo, con una camicetta azzurra che manco mio nonno porterebbe più ed un taglio di capelli identico a quello di Toko.
Infine John, il chitarrista/cantante, si presenta sul palco zompettando nella sua camicia a fantasia, dando il via alla performance con una ventata di energia.
Va detto che per il primo quarto d’ora abbondante, la vecchia chitarra verde-acqua viene lasciata in disparte su un angolo del palco… il tizio fantasioso infatti non fa altro che dimenarsi sul palco cantando e manovrando due synth contemporaneamente, mentre Toko si diverte a far cambiare voce al suo basso con una serie di pedali parcheggiati sotto l’asta del microfono.
In ogni caso è bastato il primo pezzo per accendere l’ormai numeroso pubblico del Thermos, che da quel momento sino alla fine non ha smesso di ballare e saltellare con un sorrisone stampato in faccia.
Finalmente ci si ricorda della vecchia sei corde, ed il trio americano sforna una serie di pezzi in rapida successione dal sapore puramente rock ‘n’roll! È ormai magia ed il rapporto gruppo-pubblico sembra quello di chi si conosce da una vita: durante la performance il cantante scende dal palco per passeggiare tra la gente, si brinda tutti insieme tra un pezzo e l’altro, ci si scambia battute…
Molte canzoni tratte dal loro esordio nel 2001 (
High Society) e un po’ di meno dal loro ultimo lavoro (
Hocus-Pocus). Sicuramente il momento più divertente è stato quando John, con una faccia solenne, ha dichiarato di voler dedicare una canzone al presidente Bush: un’ondata di “BUUUUUUUUUUU” si è sollevata dal pubblico anconetano, poi John, con un sorrisetto strafottente, ha enunciato il nome della canzone in questione (
Natural Disaster)!
Insomma, il concerto vola ed alla fine Toko si mette a chiacchierare con noi vicino al banchetto del merchandising… Ma la serata è ancora lunga: c’è tempo per un’altra birra e ascoltare altra musica sputata dalla console del Thermos!
Per gli amanti del rock ‘n’ roll newyorkese (v.
The White Stripes,
Yeah Yeah Yeahs…) è una band culto!