Questa monografia è da un pezzo che volevo farla, ma l’ho sempre rimandata… I Bauhaus sono un gruppo che conosco da relativamente poco tempo, ma si sono subito attestati come uno dei miei preferiti. Ringrazio infinitamente il
Maestro Proca per avermeli introdotti, se mai leggerà queste pagine.
Comunque, signori, preparatevi: si entra nelle viscere del dark!
BAUHAUS
I Bauhaus possono essere considerati i padri fondatori del goth rock, con il loro stile di rock post-punk cupo, autoritario e minimalista, guidato da accordi di chitarra frastagliati e sintetizzatori freddi e distanti. Durante la loro breve carriera, la band ha esplorato tutte le variazioni delle loro tenebrose idee musicali, aggiungendo elementi di glam rock, rock elettronico sperimentale, funk ed heavy metal. Anche se le carriere soliste intraprese dai membri della band dopo lo scioglimento non sono mai esplose, hanno mantenuto vivo il culto dei Bauhaus fino agli anni 90, per un’intera decade dopo lo split.
La band si formò nel 1978 a Northampton, Inghilterra. Il chitarrista/cantante
Daniel Ash, il bassista/cantante
David J (ovvero David Jay Haskins) ed il batterista
Kevin Haskins avevano già suonato insieme nel trio chiamato
Craze prima di formare i Bauhaus con il cantante
Peter Murphy. Originariamente la band si chiamava
Bauhaus 1919 in riferimento al movimento tedesco; dal 1979 hanno eliminato “1919” dal loro nome.
Nell’agosto 1979, il gruppo pubblicò il loro singolo d’esordio
Bela Lugosi’s Dead sotto la piccola etichetta indipendente Small Wander Records. Tuttavia non fece clamore nelle classifiche pop, ma divenne
de facto il manifesto del goth rock, rimanendo nelle classifiche indipendenti inglesi per anni. Tre mesi dopo il gruppo firmò per la sussidiaria Beggar’s Banquet. Il secondo singolo del gruppo,
Dark Entries venne pubblicato nel gennaio del 1980 (che dire? È stata la colonna sonora della mia nascita! Quando si dice un destino segnato
ndrose). Dopo il loro primo tour europeo, i Bauhaus pubblicarono il loro terzo singolo,
Terror Couple Kill Colonel, nell’estate dello stesso anno, che divenne una hit nelle classifiche indipendenti.
Dopo il primo tour americano a settembre, il gruppo pubblicò una versione di
Telegram Sam dei
T. Rex. A ottobre uscì il loro primo album,
In the Flat Field, che raggiunse la vetta delle classifiche indipendenti e la posizione 72 di quella pop. Il successo dell’album li portò alle prime hits nella classifica pop: sia
Kick in the Eye che
The Passion of Lovers entrarono nella UK Top 60 nel 1981. Ad ottobre pubblicarono il loro secondo album,
Mask, che rivelò una direzione musicale più ambiziosa; la nuova rotta, che comprendeva elementi di metal e di suoni elettronici, rese la musica più accessibile, senza abbandonare il suo cuore oscuro. Mask fu un successo commerciale, raggiungendo la trentesima posizione nelle classifiche inglesi.

Nel marzo 1982 i Bauhaus pubblicarono l’EP
Searching for Satori, che raggiunse la posizione 45 nelle classifiche inglesi; questo venne seguito nella stessa estate da un altro singolo di successo,
Spirit. A fine anno il gruppo raggiunse la posizione numero 15 con la loro versione di
Ziggy Stardust di
David Bowie. Il successo del singolo spinse il loro terzo album,
The Sky’s Gone Out, alla quarta posizione nelle classifiche degli album.
Murphy si ammalò di polmonite all’inizio del 1983 e ciò gli impedì di partecipare alle registrazioni del quarto album dei Bauhaus,
Burning from Inside. Di conseguenza, l’album fu particolarmente influenzato dai contributi di Ash e J, i quali inseguivano direzioni più personali e d’atmosfera. Dopo che Murphy si riprese, la band partì per un tour in Giappone, poi ritornarono in UK per promuovere la pubblicazione estiva di Burning from Inside. L’album fu un’altra hit, raggiungendo la posizione numero 13, ma a luglio i Bauhaus si sciolsero.

Dopo lo split dei Bauhaus, Murphy formò i
Deli’s Car con
Mick Karn dei
Japan, poi perseguì una carriera solista. Ash continuò con i
Tones on Tail, un progetto a cui diede vita nel 1981; anche Kevin Haskins si unì a questa band dopo lo scioglimento dei Bauhaus. J fece qualche album da solista, poi si unì per un po’ ai
Jazz Butcher. Ash, Haskins e J formarono i
Love and Rockets nel 1985 dopo che la proposta di riunire i Bauhaus fallì, perché Peter Murphy non era interessato al progetto. Più di dieci anni dopo, tuttavia, con le carriere dei Love and Rockets e di Peter Murphy ad un punto morto, i Bauhaus si riunirono per alcuni concerti a Los Angeles, registrando il tutto esaurito nel tour del 1998; il doppio cd
Gotham documenta la performance del gruppo dopo la reunion all’Hammerstein Ballroom di New York.
Testo di: Stephen Thomas Erlewine,
All Music GuideLibera traduzione di: rose
Ho inserito questa biografia perché la trovo utile per farsi un’idea sulla storia della band e soprattutto sul clamore che hanno fatto in soli 4 anni di vita.
Ovvio… siamo sempre in ambito underground… La musica dei Bauhaus non mi sembra affatto facile ed ammetto che il loro successo mi sorprende alquanto. Il loro dark non ha niente in comune coi
The Cure (molto più melodico e pulito) e nemmeno con quello dei
Joy Division (che si avvicina più al punk in certi momenti).
I Bauhaus sono cattivi, ossessivi, rumorosi, a volte paranoici e soprattutto sporchi, ma sempre raffinati. La loro dimensione di dark è molto più malata di quella proposta dai The Cure e meno autodistruttiva dei Joy Division.
Tra l’altro, nella loro musica, si sente molto l’influenza di Brian Eno, padre ideologico e spirituale della cosiddetta New Wave (vedi prontuario generi e correnti). Inoltre, data l’evocatività, molti loro brani sono stati utilizzati nelle colonne sonore dei film horror o thriller.

Per quanto riguarda i loro album, ho ben poco da aggiungere: posso al massimo dire che
In the Flat Field è il più cattivo e grezzo, ma anche il più malato ed autentico. Pezzi come
God in an Alcove e
Stigmata Martyr penso siano stati uno shock in quei tempi, dato che presentano sonorità che sembrano estreme oggi, a 25 anni di distanza.
Il mio preferito, comunque, rimane
The Sky’s Gone Out, soprattutto per il terzetto di canzoni denominato
The Three Shadows, dove i suoni ed i ritmi si lasciano, si riprendono e si richiamano lungo i tre pezzi.

Un nero vessillo per chi ama l’oscurità.
Dedico l’articolo a
Miss Selfdistruct!