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John Sebastian Bach
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Oggetto del messaggio: Panteon (dedicato agli dei degli anni 80) Inviato: mar mag 16, 2006 09:58 |
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Iscritto il: mar dic 21, 2004 19:08 Messaggi: 161 Località: Palermo
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MIKE MATIJEVIC (STEELHEART)
Nasce a Zagabria in Croazia nel 1964 e fu considerato subito una specie di "bambino prodigio" tanto che già all'età di 15 anni era già in America per partecipare ad un album e dopo questa partecipazione il manager di quella band (i "The Mission") gli chiese se voleva suonare in alcuni club con loro.
All'età di 23 anni dopo diverse partecipazioni prende forma il suo progetti più importante gli "Steelheart" che all'album d'esordio vendono un milione di copie mondiali. Decisero di incidere un secondo album ma durante un concerto Mike nella foga provò ad arrampicarsi su delle luci che non essendo fissate bene gli caddero in testa provocandogli la frattura del naso, della mascella e dello zigomo oltre a 28 punti di sutura sulla testa. Lui però ebbe la forza di rialzarsi ed uscire dal palco.
L'incidente fu gravissimo perchè lui fisicamente si riprese ma dimenticò diverse parti della sua vita non capendo perchè pur interrogando molti dottori. Gli "Steelheart" erano finiti. Dopo 3 anni un neuro-chirurgo gli disse che aveva una TBI (praticamente una danno traumatico al cervello che gli causa ciò).
Dopo 2 anni di terapie specializzate si riprese definitivamente trovandosi però senza soldi, casa e senza famigli ma aveva recuperato se stesso. Finalmente però riuscì a tornare a cantare come diceva lui e unendosi nel '95 ad altri musicisti suoi vecchi amici pubblicarono nel '97 un album chiamato "Wait" a cui seguì un tour asiatico che andò molto bene. L'album però non arrivò mai in Europa e in America. In seguito Mike registrò anche 8 canzoni come colonna sonora per il film “We All Die Young”. Da non dimenticare che Mike ha anche avviato una compagnia di registrazione chiamata StillHard Records.
Speed/Power anni '80
HELSTAR
(Molto strano che non siano mai stati menzionati in questo forum)
Echi fantasy e fantascientifici percorrono la musica e i testi di questo quintetto statunitense caratterizzato da un logo comprendente un pentacolo. Autori di un thrash progressivo e melodico dai buoni risultati, gli Helstar raggiungono con Nosferatu (1989), prodotto dal celebre Bill Metoyer, la vetta delle proprie capacita' espressive, Quasi una metal opera dedicata al celebre vampiro protagonista del libro di Bram Stoker, Nosferatu riporta, tra i ringraziamenti in copertina, anche quello allo scrittore irlandese per avere inventato l'immortale personaggio. Ma la lista delle fonti di ispirazione del gruppo non si esaurisce certo con lui; ringraziamenti speciali, anzi infernali, vanno anche a Stephen qualche volta morto e' meglio King,Clive hellbound Barker e Anne Rice, la creatrice dell'incarnazione moderna de vecchio mito, ovvero il vampiro Lestat. Queste citazioni dimostrano il grande amore dei componenti del gruppo per l'orrore letterario e anche fumettistico (si cita, infatti, anche Blood of Dracula, il celebre fumetto della Marvel). Annunciata da un'immagine di copertina che si richiama fortemente al Nosferatu di Murnau, ritratto in primo piano in atteggiamento minaccioso, l'opera si dipana attraverso capitoli come l'introduttiva Rhapsody in Black, le furiose Baptized in Blood, To Sleep Perchance to Scream, Harker's Tale (Mass of Death), per arrivare alla conclusione di The Curse Has Passed Away.
Formazione:James Rivera: v / Larry Barragan: ch / André Corbin: ch / Jerry Abarca: bs, tast / Frank Ferreira: bt Discografia: Burning Star (MFN), 1984; Remnants of War (Combat), 1986; A Distant Thunder (Metal Blade), 1988; Nosferatu (Metal Blade), 1989; Multiples Of Black (Massacre), 1995; Twas The Night Of A Helish X-Mas (Metal Blade), 2000 ; The James Rivera Legacy, 2001[/i]
T.N.T (di Tony Harnell)
Che anno il 1987! Ogni mese c'era un'uscita degna di nota e degna di essere acquistata. Una tra esse è stata sicuramente l'entrata in scena (dopo il metallico Knights of new thunder di 3 anni prima -nda-) dei nordici TnT che hanno saputo (solo per poco) imporsi anche nel mercato americano insieme ai gruppi più fortunati, come Europe e Scorpions. Un cult imperdibile, trasformato in cd dall'abile voce di Tony Harnell, dalle veloci dita di Ronnie LeTekro (designato come best guitar man dell'anno da quasi tutte le riviste del settore -nda-), dal basso di Morty Black e dalle abili percussioni di Diesel Dahl, poi allontanatosi dalla band. 11 pezzi di cui tre strumentali, trattengono il meglio che i TnT siano riusciti a scrivere in quasi 17 anni di storia. Tell No Tales rappresenta, a detta di tutti, "IL" disco dei TnT. "Everyone's a star", "10.000 Lovers", "Listen to your heart" e "As far asthe eye can see" sono state tutte menzionate sia in riviste che in programmi radiofonici. Insomma un successone sorretto anche dalla ballad elettrica "Child's play" e dal lento (uno dei più belli della storia del rock-nda-) "Northern lights", che hanno decretato il plausibile successo di questa band, creandone quasi un mito per molti, surclassando magari bands più famose. Peccato per la loro evoluzione, finita nel 1999 con un album dedito ad un rock moderno distante anni luce dai capolavori "Tell no tales" ed "Intuition" del 1989. Tony Harnell è ormai preso con i WestWorld mentre LeTekro si è dato alla produzione di alcune bands. C'è ancora qualcuno che spera ad una loro reunion?O meglio, ad un loro ritorno al vecchio sound? Credo sia ormai una speranza vana. Rifatevi le orecchie con i loro album e lasciatevi andare...quei tempi non torneranno più...
CONTINUA...
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rose
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Oggetto del messaggio: Inviato: mar mag 16, 2006 10:45 |
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Iscritto il: sab mar 27, 2004 18:27 Messaggi: 3267 Località: Ancona
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BENTORNATO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
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John Sebastian Bach
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Oggetto del messaggio: Inviato: mer mag 17, 2006 12:39 |
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Iscritto il: mar dic 21, 2004 19:08 Messaggi: 161 Località: Palermo
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Grazie Rose, esperto e competente come al solito (di sicuro più aggiornato ed "aperto" del sottoscritto), complimenti per il nuovo ruolo di Comandante della sezione musica ottenuto, a parer mio, grazie alle battaglie (volgarmente sfoghi) che porti avanti.
"Io sono in pausa forzata, dato che l'eccessiva follia mi ha portato a lesionarmi un piede, cosi da aver più tempo da dedicare alle manie nostalgiche verso le musiche che troppo presto le nuove generazioni hanno mandato nel dimenticatoio"
Conto di svelare in futuro una sorpresa che riguarda i thy majestie!
STRYPER
All'inizio del 1987, gli Stryper, nella classifica americana del rock erano al sesto posto. Questo significa che le potenzialità e l'energia non mancavano di certo. Inutili dunque le derisioni di alcuni metallari dell'epoca nel prendere in giro il WhiteMetal e i cristianissimi Stryper per il loro lancio di bibbie sul pubblico. Loro hanno saputo creare un genere, un look ed uno spettacolo senza precedenti, quindi tanto di cappello a questi rockettari del Signore. Credo che ogni rocker dovrebbe possedere una copia di questo album, decretato anche da loro stessi, come il migliore della loro carriera. Il metal classico e le barocche linee di chitarre fuse tra class rock e pomp aor hanno lasciato una delle più profonde impronte nel panorama Hard Rock del decennio ottanta. Pezzi come la melodica ma energetica "calling on you" o come la trascinante "Free" segnano due chicche sorrette da cori e riff indimenticabili, per non parlare delle lente "Honestly" e "All of me", dichiaratamente dedicate al Signore e fantasticamente eseguite con particolare attenzione alle melodie vocali inseguite dai suoni delle tastiere, pressanti e presenti in entrambi le tracks. Suoni rocciosi, batteria dirompente, voce acuta spacca-orecchie e "testi sacri" per 10 canzoni meritevoli di ascolto ed attenzione. Un cult che ognuno dovrebbe custodire gelosamente nella propria collezione...in caso contrario andrete "to hell with the devil"!
FEMME FATALE
Gli americani F.F. sono bravi, belli e incazzatelli. Le vocals sono lasciate al talento della bella e sensuale Lorraine Lewis che sembra un mix tra la leader delle VIXEN e la brava LEE AARON. La band al completo conta cinque personaggi di cui tra questi si nasconde il fratello di Lorraine, Rick Rael. Interessante proposta da parte dell'allora promiscua e luccicante MCA Records che tenta l'asso della bellona di turno, incalzando un discreto successo di vendite facendo così realizzare qualche tempo dopo il seguito. Il rock americano è insito nelle loro ossa e la voce grezza di Lorraine (che ricorda anche un pò Doro Pesch) dà ai pezzi un'insolita scia di attrazione e potenza che ci accompagnerà per tutte le loro canzoni. Prodotti da Jim Faraci (un nome, una garanzia) i F.F. si muovono su territori sonori molto vicini alle VIXEN dando, a volte, qualche spruzzata di MOTLEY CRUE (come nella bella "My baby's gun") e POISON che non guastano mai. Se siete amanti delle melodie aperte con cori sinuosi, chitarre prepotenti e voce femminile sugli scudi, allora non potete non comprare un loro dischetto...poi già solo le foto di Lorraine in copertina, per esempio sdraiata a pancia in giù con un lecca lecca sulle labbra varrebbe l'acquisto... hey, se conoscete una ragazza come lei, presentatemela!!
SWEDISH EROTICA
Chi conosce gli Swedish Erotica? Almeno tutti noi veri rockers, ne conosciamo almeno il nome e, per chi è stato più attento negli acquisti, ne conoscerà anche la loro effettiva "grandezza" musicale. Sconosciuti all'epoca ma divenuti col tempo un cult da avere, questi S.E. ci danno dentro con un rockaccio da arena infarcito di melodie alla BonJovi, con testi e cori trascinanti. Già dall'opener si capisce a cosa andiamo incontro: "Rock 'n' Roll city", apre le danze dandoci in pasto melodie tipiche di Slippery When Wet. Anche il secondo brano ci fionda direttamente nell'epoca d'oro degli eighties con il titolo "Love on the line"...un classico! Cadenzata invece la song "We're wild, young and free", titolo piuttosto in voga a quei tempi, che ci porta lentamente al chorus che vi farà venire i brividi!Il posto alla classica ballad acustica lo lasciamo a "Hollywood dreams" che non regala certo emozionanti novità ma letteralmente al passo coi tempi che furono. Matt Leven (poi con Treat e Malmsteen e oggi con i DogFace -nda-)riporta la sua struggente voce nel pezzo seventies "Love hunger", seguita dalla suadente e potente "Love or leave me", un classico senza tempo anche questo. Le sorprese non mancano con "Downtown" sempre tra BonJovi e Europe e "She drives me crazy" che inizia con un urlo spaccatimpani del dotato Matt. Il class rock giunge in veste prepotente con "Loaded Gun", una miscela esplosiva tra Stryper e Dokken, eseguita con egemonica melodia e stupefacente semplicità. Non può mancare in ogni band che si rispetti una canzone dal passo blues e anche con gli S.E. si ripercorre il filone con "Rip it off", dando poi spazio a "Break the walls", unico spazio un pò cupo che sembra uscire da qualche disco dei Dokken come ultima canzone che saluta i pochi fans di allora quasi dando un malinconico arrivederci che arrivera ben sei anni più tardi con un cambiamento di line-up e, purtroppo anche di sonorità.
CONTINUA...
PS:Benvenga qualcuno che volesse scrivere qualcosa sui DOKKEN, io non ci riesco, è più forte di me!
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Aragorn
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Oggetto del messaggio: Inviato: mer mag 17, 2006 22:40 |
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Iscritto il: mer feb 11, 2004 12:18 Messaggi: 1468 Località: GONDOR
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Uelà!! Ciao JSB!! E' un piacere rivederti bazzicare in queste lande remote!! 
_________________ People killin', people dyin' Children hurt and you hear them cryin' Can you practice what you preach And would you turn the other cheek Father, Father, Father help us Send some guidance from above 'Cause people got me, got me questionin' Where is the love
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John Sebastian Bach
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 18, 2006 13:19 |
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Iscritto il: mar dic 21, 2004 19:08 Messaggi: 161 Località: Palermo
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Un saluto a te, Aragorn figlio di Aratorn ed erede di Isildur (c'è scritto cosi anche nel tuo libretto universitario vero?), immagino che al contrario del trapassato jsb, tu continui a "bazzicare" il forum con costanza.
"Se non ricordo male, un'antica diatriba aveva coinvolto le nostre meningi senza approdo a conclusione alcuna; da par mio, son sempre convinto sull'esistenza del <bello assoluto> (motivo ricorrente nelle mie critiche musicali). La soluzione dello screzio potrebbe avere un senso se tu(rivolto a tutti) un giorno mi potessi spiegare il puro significato della locuzione: "sezione aurea"
EXCITER
Il prototipo del "thrash-metal" e` quello dei canadesi Exciter, attivi dalla fine degli anni '70: nel 1983 con l'album Heavy Metal Maniac (Shrapnel) Dan Beehler (batteria e canto), Allan Johnson (basso) e John Ricci (chitarra) definirono un nuovo standard di heavymetal ipercinetico e assordante, che si avvaleva di mitragliate all'impazzata, pulsazioni da martello pneumatico e contorsioni epilettiche, assimilando tanto gli scatti rabbiosi quanto il melodismo epico del punk (The Holocaust), sfruttando al massimo le potenzialita` eversive del boogie (Under Attack) e del rock and roll (Cry Of The Banshees), e infine ammorbidendo il tutto con visioni fanta-horror (Iron Dogs e Blackwitch) a passo di Black Sabbath. Il trio non riuscira` piu` a ripetere quell'exploit: se il successivo Violence And Force (Megaforce) conserva ancora lo stesso impeto e la stessa compattezza, ma risente gia` di una caduta di ispirazione in fase compositiva, gli album che seguiranno (con rimaneggiamenti della formazione) tenteranno invano di trovare un compromesso fra rigore ideologico e vendibilita`.
BON JOVI
Shibuya Public Hall, Tokyo, 28 aprile 1985 rappresenta a mio giudizio uno dei miei bootleg preferiti per quello che riguarda la band del New Jersey, grazie ad una buona registrazione, ad una grafica curata e all’ottima performance del gruppo. Era uscito da poco “7800° FN” ed ecco così spuntare la travolgente “Tokyo Road”, l’ottantiana “Only Lonely”, lo slow “Silent Night” e l’hit “Shot Throught The Heart”. Tra un’assolo di batteria e di chitarra la band esalta il pubblico con i brani del primo album come “Breakout”, “Get Ready” e la nota “Runaway”. Tutte le undici tracce superano abbondantemente i cinque minuti, pensate che in “In And Out Of Love” grazie a uno stupendo solo di chitarra di Richie Sambora, la songs dura adirittura 10’51”! Lavoro imperdibile, che ci fa rimpiangere l’attuale rincoglionimento del combo del New Jersey.
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John Sebastian Bach
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 25, 2006 11:19 |
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Iscritto il: mar dic 21, 2004 19:08 Messaggi: 161 Località: Palermo
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SHOK PARIS (imperdibile)
Appare piuttosto complicato risalire alle motivazioni che hanno portato una band come Shok Paris a non esser mai stata presa seriamente in considerazione da un' etichetta discografica di peso; se per un giovane gruppo che nel 1984 si trovò a pubblicare il proprio Lp d' esordio ("Go For The Throat") nel più totale anonimato, il non aver avuto particolari pretese fu un comportamento tutto sommato naturale, non ho mai capito come un disco della caratura di "Steel and Starlight", nel 1987, non sia riuscito ad ottenere neanche un briciolo di notorietà tra i rockers di tutto mondo! Il fatto è che il secondo album del mitico quintetto originario dell' Ohio contiene sicuramente alcune tra le più clamorose canzoni che la scena US Heavy Metal abbia mai partorito, e brucia non poco constatare che all' epoca in pochi se ne resero conto; pensate che anche all' interno di una rivista come Metal Shock, la quale era solita offrire un' intervista completa anche ad acts misconosciuti, Shok Paris trovò il proprio piccolo angolo di gloria unicamente tra le pagine della rubrica "Going Underground" (Luglio 1988)! "Compriamo ancora molti dischi, siamo tutto sommato dei veri fans"… in sede di intervista il talentuoso vocalist Vic Hix (una delle ugole più fragorose che mi sia mai capitato di ascoltare!), dimostrando di essere un personaggio umile e modesto, non mancò di osannare l' operato dei vari Judas Priest, Iron Maiden, Black Sabbath e Loudness, ma contemporaneamente colse al volo l' occasione per ribadire che il motto dello "Shok Parigino" altro non era che "Melody with balls", un aforisma a mio giudizio piuttosto azzeccato. Peculiarità assoluta del sound dei cinque americani erano gli splendidi riff chitarristici tracciati dalle Flyin' V di Ken Erb (solista) ed Eric Marderwald (ritmico), spettacolari sia nei frangenti più incendiari come "On Your Feet", "Exhibit A" e "Hot On Your Wheels" (galoppante!), sia in songs più calibrate come l' epica Title Track (contenente uno dei refrain più esagerati di tutti i tempi!) o l' emozionante "Castle Walls", pirotecnica all' inverosimile! L' opener "Go Down Fighting" vanta probabilmente uno dei più mirabili arrembaggi a sei corde che la storia dell' Heavy Rock abbia mai potuto ostentare, ed è forse il brano che più di ogni altro ha permesso a Shok Paris di entrare di diritto nella storia della nostra musica prediletta. Il loro pezzo che tuttavia ho sempre preferito, e che consiglio a tutti voi di recuperare, è comunque "The Heat and the Fire" (tratta dal terzo ed ultimo Lp "Concrete Killers", pubblicato nel 1989 dalla solita etichetta I.R.S.), un tour de force in cavalcata particolarmente adatto per duellare ad armi pari con i più rinomati classici dei vari Dio, Iron Maiden e Judas Priest! Gli Shok Paris sono una band estinta da un bel po' di anni, tuttavia se mai vi capitasse di imbattervi in un cd con sopra riportato il logo "Aftershok", non lasciatevelo sfuggire: trattasi infatti del nuovo progetto Hard 'n' Heavy (all' ennesima potenza!) messo in piedi dall' instancabile Vic Hix.
L'HAIR METAL (negli anni ottanta)
Elenco di gruppi hair metal
Bon Jovi Cinderella David Lee Roth Band Def Leppard Dokken Europe Extreme Faster Pussycat Girlschool Great White Guns N' Roses Hollywood Rose Kiss (negli anni Ottanta) LA Guns Lee Aaron Lita Ford Loudness Madam X Mötley Crüe Mr. Big Nitro Phantom Blue Poison Quiet Riot Ratt Sammy Hagar Saxon Scorpions Skid Row Steelheart Stryper TNT Van Halen Vixen W.A.S.P. Whitesnake
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John Sebastian Bach
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 25, 2006 11:53 |
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Iscritto il: mar dic 21, 2004 19:08 Messaggi: 161 Località: Palermo
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METAL QUEEN
LEE AARON
Karen Lynn Greening, donna di belle speranze nata in Ontario nel 1962, deve la sua fortuna al THE LEE AARON PROJECT BAND dove lei suonava le tastiere e si divertiva nel supportare il singer con i suoi cori (si parla del periodo 1980/82 – nda). Il destino ha voluto che la sua bellezza, la sua professionalità e la sua perspicacia la portassero invece come lead singer del gruppo. Sfortunata, se vogliamo, ha dovuto poi mantenere questo nomignolo anche nel futuro nonostante non fosse né suo né di sua proprietà. Dopo scazzi&mazzi tra compagnie discografiche, cause vinte e buone partecipazioni a MTV e MuchMusic (Canada/nda) la nostra bella rockettara Karen/Aaron ha proseguito in una brillante carriera discografica nel mondo dell’Hard Rock e del PompAoR giungendo a premi e a tutte le Top40 del mondo. Grunge, matrimoni in crisi e difficoltà economiche, han fatto il resto.
Sparita dal music-biz e presente a singhiozzo in varie manifestazioni canore canadesi con alcuni albums rilasciati nella metà degli anni novanta passati in completa sordina, ritorna a sorpresa in alcuni night-club jazz di Toronto e Vancouver dove viene pagata a peso d’oro per la sua capacità espressiva e per la validità della band che l’accompagna (The Swinging Barflies), riportando in auge un Jazz coadiuvato da un Rhythm&Blues anni cinquanta. La scelta di rendere disponibile un cd con queste performances diviene obbligatoria per le continue richieste di serate in giro per il Canada. Mentre tenta di ripercorrere le sue vecchie strade rockettare in alcuni piccoli Festivals del Nord America, incide per la gloria e per il denaro sonante anche l'album Slick Chick che, ahimè, fa dimenticare tutto quello che di buono Lee Aaron aveva fatto nel passato.
Certo, vivere con la propria voce non è mai stato facile e non la giudico per la scelta fatta anche perché ha sempre mantenuto un ottimo rapporto coi fans e con tutta la marmaglia che l’ha aiutata negli anni addietro ma almeno so che l’unica contenta, oltre alla sua bancaria di fiducia, c’è pure la madre che aveva sempre rifiutato l’aggregamento al filone hard&heavy della giovane Lee. Insomma, qualcuno contento c’è e se ci aggiungiamo il pubblico dei Jazz Clubs canadesi (che ignorano il passato di questa affascinante signora e pure mamma…/nda) possiamo solo tirare un sospiro di sollievo alla notizia che un futuro contratto per un disco AoR dovrebbe esserci a momenti… beh… intanto gustatevi Lee Aaron in veste Frank Sinatra al femminile. ......superba!
RUNAWAYS
Nel 1975 Kim Fowley mise insieme le Runaways, un quartetto di ragazze adolescenti (Joan Jett aveva 15 anni, Lita Ford ne aveva 16) e del tutto incompetenti, invento` il loro look erotico e le loro sceneggiate decadenti (alla Alice Cooper) e scrisse per loro canzoni sul sesso a suon di heavy-metal di facile presa. Jett divenne progressivamente la vera anima del gruppo attraverso Runaways (Mercury, 1976), che contiene Cherry Bomb ("hello daddy hello mom/ I'm your cherry bomb/ hello world I'm your wild girl"), e Queens Of Noise (1977), forse il migliore.
Joan Jett era l'autrice di quasi tutto il materiale, che si ispirava in gran parte al blues-rock (Born To Be Bad, 1977), al rock and roll (Blackmail, 1976), alla psichedelia beat (l'epico ritornello di I Love Playing With Fire, 1977), al boogie woogie (You Drive Me Wild, 1977), insomma alla musica del passato. La cantante, Cherrie Currie, aveva nei polmoni i singhiozzi rochi di Janis Joplin, e la chitarra solista di Lita Ford imitava gli assoli lambiccati di Jimmy Page, ma a trascinare era soprattutto la sezione ritmica, forte della chitarra di Jett. Dopo un mediocre terzo album di pop-metal, Waitin' For The Night (1978), nel quale Jett conquistava nettamente lo scettro e il microfono (Wasted, Waiting For The Night), e l'ancor peggiore And Now (1979), il complesso venne dilaniato da lotte intestine.
Resa celebre ancor ventenne da uno degli show piu` "hot" di Los Angeles, ma anche afflitta da polmonite e disturbi cardiaci, Joan Jett ebbe poi grosse difficolta` a trovare una casa discografica. Sorprende quindi che i suoi primi album, a partire da Joan Jett (Blackheart, 1980), siano i piu` dinamitardi e passionali della storia dell'heavy metal, con terrificanti bordate vocali e chitarristiche. Bad Reputation, da Bad Reputation (Boardwalk, 1981), e I Love Rock And Roll (la cover di un vecchio hit degli Arrows che divenne il maggior successo dell'heavy metal), da I Love Rock And Roll (Boardwalk, 1982), sono brani di hard-rock "anthemico" e viscerale. In essi Jett si agita nei panni della ragazza orgogliosamente ribelle, devota alla vita selvaggia e frustrata nei suoi bisogni affettivi, e tutto sommato vulnerabile.
Allo straordinario successo iniziale contribui` la vena bubblegum del suo manager, Kenny Laguna, gia` invischiato nelle vicende di Tommy James, Archies, e Ohio Express. I "teen anthem" di Jett sono dei cadenzati mid-tempo che il suo roco, vibrante ruggito marchia a fuoco con un ritornello-slogan. Jett fu forse la prima grande rocker femminile, la prima a far fruttare la tradizione di ribelli provocanti e femministe che va da Wanda Jackson alle riot grrrls.
Album (1983), Glorious Results of a Misspent Youth (1984), che contiene I Got No Answers, I Love You Love Me Love e I Need Someone (e forse rimane il suo capolavoro), Good Music (Epic, 1986), con il rap-rock di Black Leather e Good Music, erano ancora album decorosi, ma Up Your Alley (Epic, 1988), e l'orrenda raccolta di covers, The Hit List (Epic, 1990), tornata alla ribalta nel 1988 (I Hate Myself For Loving You, Little Liar), ridimensionarono il personaggio.
LITA FORD
L'omonimo album di quella che indubbiamente ha rappresentato l'icona del metal al femminile, senza disdegnare il lato sexy della faccenda, usciva nel 1988 a distanza di quattro anni dall'ultimo LP, quel "Dancin' On The Edge" che non riuscì a confermare quanto di buono era contenuto nel debut "Out For Blood", dell'anno precedente. Il rilancio avvenne ad opera di Mike Chapman, già produttore di Blondie e Knack, e grazie all'intervento di pezzi grossi come Sharon Osbourne (che girò al progetto Lita Ford il chitarrista Steve Fister, prelevato da un'audizione per il marito Ozzy), interessati da bravi manager all'immagine di sex symbol del metal che Lita si era costruita. La Ford fu così affiancata da artisti del calibro di Myron Grombacher (batterista di Pat Benatar) e David Ezrin (già al lavoro con Alice Cooper e Hanoi Rocks). Il suo ex boyfriend Nikki Sixx (Motley Crue) scrisse con lei uno dei brani più riusciti dell'album, "Falling In And Out Of Love", mentre Lemmy dei Motorhead appare nei credit della composizione di un altro classico, "Can't Catch Me". Infine, Ozzy Osbourne in persona duetta con Lita nella spettacolare "Close My Eyes Forever".
Eppure l'ipotesi della costruzione a tavolino di questo album non intacca minimamente lo spessore artistico della Metal Queen per eccellenza, autrice di brani memorabili come "Kiss Me Deadly" o il singolone da top ten "Back To The Cave", che raggiunsero il mainstream anche per il carattere addolcito del song-writing, ma sicuramente il merito più grande va all'istrionismo innato di questa artista. Se è vero che rispetto al debut di cinque anni prima si virò verso un hard rock più classico, abbandonando le ruvidità più metalliche, è anche vero che l'interpretazione del genere da parte della "femme fatale" non perse in alcun modo lo smalto della "metal lady", capace ancora di graffiare, ma anche di ammaliare, come fa nella sua parte di "Close My Eyes Forever", dove la sentirete addirittura ammansire un estasiato Ozzy, cui la veste del "piacione" calzò sempre a pennello...
Volendo dirla tutta, il lavoro di "costruzione" del personaggio e della musica da parte di Sharon Osbourne e Mike Chapman non portò ai risultati che la Ford avrebbe meritato: un disco d'oro e una nomination ai Grammy Awards, vista la preparazione, il prodotto finito, ma soprattutto la materia prima, mi sembrano relativamente scarni. Fortunatamente chi apprezza la musica, restando in termini gastronomici, con il "contorno" si pulisce solo la bocca...
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trystan
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 25, 2006 13:50 |
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Iscritto il: ven giu 24, 2005 21:52 Messaggi: 804 Località: underdark(roma)
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non hai menzionato i manowar...
guarda questo video e spera nella redenzione.
http://video.google.com/videoplay?docid ... &q=manOwar
hail to england,into glory ride e sign of the hammer,gia con uno di questi tre sarebbero entrati a pieno titolo nel valhalla dell'heavy power,hanno impresso il loro marchio di sangue e acciaio nell'anima di metallari in tutto il mondo,hanno creato l'epic metal;sono i migliori,ora e sempre
_________________ del senno di poi son piene le fosse.
il loro dio non salva,non aiuta,non protegge e spesso la loro fede è una maschera sotto cui si cela il peggio dell'animo umano
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Ryld Ghaun
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 25, 2006 15:08 |
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Iscritto il: ven mar 04, 2005 20:33 Messaggi: 5273 Località: Abisso, (RM)
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Trystan non mi ripetere di nuovo che i Manowar hanno fatto il metal ti prego...
_________________
Let the spam rollin'
Muzedon ha scritto: Quando Ryld si impegna, vale molto di più di un "+1". Kenshi Kizaki ha scritto: Sarà,ma Ryld c'ha più classe,fa ride,ho notato che non dice nemmeno parolacce,spamma nei sogni di tutti noi.... Skaan Natsaclanee ha scritto:Più che altri voterei Ryld come Super Spammone VanLukavic ha scritto:complimenti sinistro;) Khelden Thal ha provato a scrivere:Se l'eroina è una pasticca io non dico cazzate! Draugnim ha scritto:ti prego maestro insegnami la tua arte!
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John Sebastian Bach
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 25, 2006 15:39 |
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Iscritto il: mar dic 21, 2004 19:08 Messaggi: 161 Località: Palermo
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Ringrazio trystan per aver impropriamente menzionato gli indesiderati manowar, i quali nulla hanno a che vedere con il senso del mio post. Motivo la mia indignazione, mal parlando del decantato celebroleso batterista della band (di cui non vale la pena scrivere il nome), mal giudicando da par mio la voce semibaritonale del "Pavarotti palestrato del <power metal>" del quale ricordo con senso di rigurgito la versione di nessun dorma all'ormai, ahimè, da me rinnegato gods of metal, e null'altro voler aggiungere all'inspiegabile fama di cui oggi (forse per coerenza dimostrata negli anni), e ribadisco oggi (poichè sono altri i grandi nomi degli anni 80) la band risulta godere (al pari della decadenza nella scena musicale odierna).
Mi è stato detto di sperare nella redenzione!
Rispondo mai!
Che io sia maledetto per l'eternità se in un giorno passato mi sia definito fratello metallaro nel senso comune che adesso si attribuisce al termine.
Ps: credevo di aver spiegato il senso del post, non farà del male a nessuno ribadirlo: Come da oggetto questo è il Panteon degli dei con la d minuscola, o anke minori perchè forse troppo presto dimenticati o allontanati dalla nostra realtà dal festival di Sanremo e company; questo non è nè il tempio di Giove nè il tempio di Venere. Ci sono sezioni a posta per idolatrare i singoli artisti che per importanza, concedetemi discutibile, potrebbero meritar vanagloria da chicchessia.
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Sarien
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Oggetto del messaggio: Inviato: gio mag 25, 2006 22:32 |
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Iscritto il: gio mar 18, 2004 16:30 Messaggi: 582 Località: Dargaard Keep
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^^ Pace amore e Metallo fratelli, non scannatevi per colpa dei manowar ^^
Piuttosto dato che questo post suscita sempre piu interesse da parte mia ti chiedo se hai voglia di recensire bands metal italiane dei primi tempi, tipo Vanadium, Strana Officina ecc ecc... magari anche i deathss vecchi (con paul chain o al massimo fino a heavy demons, quando suonavano..!)... è un genere misconosciuto quello dei nostri compatrioti, per cause superiori a noi, come case discografiche infami (Vanadium) incidenti d'auto (Strana Officina), che secondo me merita molto di essere approfondito!
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PERCHE', STE?!
Ha Det Stefano, R . I . P . (08-09-1988 / 22-11-2004)
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