Il forum dei Drow, dei Vampiri e delle creature dell'oscurità
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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 13:17 
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chi l'avrebbe mai detto, son d'accordo con Xyatha :roll: :roll: :roll: :shock: :shock: :shock: :shock:

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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 15:37 
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Muzedon ha scritto:
L'Occulto ha scritto:
Bah secondo me chi convive è uno che non ama veramente il partner!!!!


Non ho bisogno nè di un prete nè di un sindaco per promettere amore alla donna che amo. :roll:

Se poi qualcuno la pensa diversamente è libero di sposarsi, ma non vedo perchè chi non vuole farlo non debba avere, a parità di condizione, parità di diritti. ;)


No i diritti li devono avere solo chi si sposa veramente ed è unito da un legame!!!Secondo me!!!


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 15:40 
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quindi tu farai sesso solo per procreare e mai per piacere, non userai mai delle precauzioni e sempre solo all'interno di un matrimonio credo :roll: .......

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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 15:44 
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L'Occulto ha scritto:
No i diritti li devono avere solo chi si sposa veramente ed è unito da un legame!!!Secondo me!!!


Secondo me invece chi si sposa non deve avere nessun diritto perche' e' un vigliacco. :roll:


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 17:45 
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Iscritto il: mar mar 06, 2007 19:19
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Xyatha ha scritto:
L'Occulto ha scritto:
No i diritti li devono avere solo chi si sposa veramente ed è unito da un legame!!!Secondo me!!!


Secondo me invece chi si sposa non deve avere nessun diritto perche' e' un vigliacco. :roll:


ma che dici!!! Non riconosci il matrimonio!!!! E dici che chi invece ci crede è un vigliacco!!!! i Vigliacchi sono I Pacsisti e i conviventi abbiate le cosiddette palle per fare il giuramento sacro del matrimonio e di vivere insieme paure angosce e gioie della vita, e non fate che l'amore sia solo fautore di godimento!!!E che il vostro partner non sia un coinquilino soltanto nella vostra vita!!!!


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 17:46 
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L'Occulto ha scritto:
Xyatha ha scritto:
L'Occulto ha scritto:
No i diritti li devono avere solo chi si sposa veramente ed è unito da un legame!!!Secondo me!!!


Secondo me invece chi si sposa non deve avere nessun diritto perche' e' un vigliacco. :roll:


ma che dici!!! Non riconosci il matrimonio!!!! E dici che chi invece ci crede è un vigliacco!!!! i Vigliacchi sono I Pacsisti e i conviventi abbiate le cosiddette palle per fare il giuramento sacro del matrimonio e di vivere insieme paure angosce e gioie della vita, e non fate che l'amore sia solo fautore di godimento!!!E che il vostro partner non sia un coinquilino soltanto nella vostra vita!!!!

Oddio :arrazzaearrisu:

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Iscritto il: mar mar 06, 2007 19:19
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Khelden Tahl ha scritto:
L'Occulto ha scritto:
Xyatha ha scritto:
L'Occulto ha scritto:
No i diritti li devono avere solo chi si sposa veramente ed è unito da un legame!!!Secondo me!!!


Secondo me invece chi si sposa non deve avere nessun diritto perche' e' un vigliacco. :roll:


ma che dici!!! Non riconosci il matrimonio!!!! E dici che chi invece ci crede è un vigliacco!!!! i Vigliacchi sono I Pacsisti e i conviventi abbiate le cosiddette palle per fare il giuramento sacro del matrimonio e di vivere insieme paure angosce e gioie della vita, e non fate che l'amore sia solo fautore di godimento!!!E che il vostro partner non sia un coinquilino soltanto nella vostra vita!!!!

Oddio :arrazzaearrisu:


perche' ridi???


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 17:48 
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L'Occulto ha scritto:
ma che dici!!! Non riconosci il matrimonio!!!! E dici che chi invece ci crede è un vigliacco!!!! i Vigliacchi sono I Pacsisti e i conviventi abbiate le cosiddette palle per fare il giuramento sacro del matrimonio e di vivere insieme paure angosce e gioie della vita, e non fate che l'amore sia solo fautore di godimento!!!E che il vostro partner non sia un coinquilino soltanto nella vostra vita!!!!


Quanti anni hai?
Sei un fake? :shock:

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 17:49 
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Muzedon ha scritto:
L'Occulto ha scritto:
ma che dici!!! Non riconosci il matrimonio!!!! E dici che chi invece ci crede è un vigliacco!!!! i Vigliacchi sono I Pacsisti e i conviventi abbiate le cosiddette palle per fare il giuramento sacro del matrimonio e di vivere insieme paure angosce e gioie della vita, e non fate che l'amore sia solo fautore di godimento!!!E che il vostro partner non sia un coinquilino soltanto nella vostra vita!!!!


Quanti anni hai?
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Nessun Fake


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 18:02 
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L'Occulto ha scritto:
ma che dici!!! Non riconosci il matrimonio!!!! E dici che chi invece ci crede è un vigliacco!!!! i Vigliacchi sono I Pacsisti e i conviventi abbiate le cosiddette palle per fare il giuramento sacro del matrimonio e di vivere insieme paure angosce e gioie della vita, e non fate che l'amore sia solo fautore di godimento!!!E che il vostro partner non sia un coinquilino soltanto nella vostra vita!!!!


E perche' dovrei farlo, visto che IO non ho bisogno di andare a legarmi con delle catene per amare qualcuno?

Tu hai bisogno di sentirti vincolato per rimanere con una persona? Io no.
Io affermo ogni giorno che ci sto insieme la mia volonta' di amarla, proprio perche' non avendo vincoli potrei scapparmene - e non lo faccio.
Ergo.
Tu hai bisogno di metterti le catene, e io no.
Tu sei un vigliacco e io sono libera.
Ed amo liberamente e senza costrizioni. Tu pensa.

Poi se tu vuoi sposarti sono problemi tuoi, quindi, perche' mai dovrebbe riguardarti quello che io scelgo di fare? Chi ti ha detto che il tuo modo di fare e' migliore del mio?

(la cosa divertente in tutto cio' e' che la mia frase era deliberatamente provocatoria...ma come si puo' resistere quando te le servono cosi' su un piatto d'argento? :roll: )


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 18:27 
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Località: I Nove Inferi di Baator
Occulto, ti invito ad auto-moderarti per quanto riguarda alcuni giudizi che esprimi fin troppo a cuor leggero e con fin troppa generalizzazione.
Anche se devo ammettere che non hai dimostrato (ancora?) quella dose di inciviltà tale da richiedere un intervento dei mod, hai delle idee non propriamente moderate in merito, quindi continua pure ad esprimerle ma senza scadere nel ridicolo. :wink:

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15 03 2010 - Crolla un'istituzione di Valm Neira
Azrael The Dark rimuove la sua firma sovradimensionata.

La conoscenza è potere, il potere corrompe.
Studia.


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 20:53 
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In realtà l'occulto è Adancaver mascherato :rotol: :sisi: :ahsisi: :asd:
Vabbè, tu credi in determnati valori io ed altri come me no.
Io sono credo il più liberale di tutti, lascio a tutti la facoltà di fare tutto quello che vogliono fintanto che ciò non daneggia altri e questa credo sia la miglior filosofia possibile.
Ora io non so ne la tua età, ne altro di te, ma io che credo di essere più grandicello di te vedo le cose in un'altra ottica.
Io ho 32 anni, convivo da 1 anno e amo la mia ragazza moltissimo.
E' probabile che fra 1 anno o due ci sposeremo (non gliel'ho ancora chiesto veramente...), ma nel frattempo io continuerò ad amarla lo stesso.
Se comunque i PACS o i DICO ti danno tanto fastidio, perché non inizi a manifestare contro i parlamentari ed i senatori ed i giornalisti che li hanno fin dal 1990 - 1997

http://www.indicius.it/Politica/pacs.htm

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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 22:17 
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Eh-ehm...tornando seri (non posso flammare per sempre).

Non ho alcuna intenzione di sposarmi in futuro.
Non con il matrimonio religioso, per due motivi:
-non sono cattolica, ne' cristiana
-sono credente, e proprio per questo non mi sposero' mai. Io sono il tipo di persona che raramente promette, perche' se prometto piuttosto ci lascio un rene ma la promessa la mantengo. Io prometto solo cose che sono ragionevolmente certa di poter mantenere.
E no, io non mi sento di promettere dinanzi a Dio; dinanzi alla persona che amo; dinanzi a me stessa, che lo amero' per tutta la vita. E non perche' non VOGLIA, ma perche' umanamente non lo SO: io non so cosa capitera' di qua a due mesi...come posso sapere come saro' io tra vent'anni? Come sara' lui?
La promessa e' "ti amero' per sempre" ed e' una promessa che non faro' mai, perche' mai saro' sicura di poterla rispettare davvero.
Ed amare non e' "rimanere con la stessa persona". Sposato si, certo, potresti rimanere finito l'amore, per abitudine, perche' ci sono i figli, per convenienza...
Non e' matrimonio e non e' amore. Matrimonio e' la promessa di amare qualcuno per sempre dinanzi a Dio: ed e' una promessa che secondo me nessuno, sano di mente, puo' essere certo di mantenere.
Ed io non rompo le promesse, perche' non ne faccio che non potrei mantenere.

Non mi sposero' nemmeno col matrimonio civile, per una serie di motivi legali sopra riportati. Non mi piace la legge del matrimonio civile: non ho alcuna intenzione di sottopormici.

Io sono libera e voglio rimanere libera: e se amo, il mio amore e' una cosa che dono ogni giorno, e che nessuno mi vincola a donare. Non promesse, non leggi. Il mio amore e' un dono, fatto da una persona libera: non un obbligo o una convenzione.


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MessaggioInviato: sab mar 10, 2007 23:54 
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Standing ovation. :clap:

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MessaggioInviato: dom mar 11, 2007 11:49 
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Un articolo BELLISSIMO. Da leggere fino alla fine. :)


La Chiesa di Pascal
che piace a noi laici

di EUGENIO SCALFARI

LA QUESTIONE è diventata talmente chiara che la stessa Chiesa italiana ha smesso di negarne l'esistenza: esiste uno scontro aperto tra la Conferenza episcopale (cioè il maggior organo pastorale e politico dei cattolici) e lo Stato italiano, la rappresentanza parlamentare, i vari partiti e associazioni democratiche.

Due concezioni si contrastano, due culture ciascuna delle quali deve moltissimo all'altra, si contrappongono e non soltanto sui modi per raggiungere un obiettivo comune, ma sulle finalità stesse che vengono proposte. Gli ultimi due papi scavalcando a piedi pari gran parte delle conclusioni e dello spirito del Vaticano II e di fatto cancellando i due pontificati precedenti, quello di Giovanni XXIII e quello di Paolo VI, hanno fatto dell'accusa di liberalismo e di relativismo un tema centrale e l'hanno usato sistematicamente per sconfessare di fatto l'intero valore della modernità, dal Rinascimento alla libera ricerca, dalla scienza sperimentale allo stoicismo di Montaigne, al "Discorso sul metodo" di Cartesio, all'"Etica" di Spinoza, all'Illuminismo, alla "Critica della ragion pura" di Kant e infine ai più recenti svolgimenti del pensiero filosofico derivanti da Schopenhauer e da Nietzsche e agli esiti scientifici di Freud, di Einstein e della fisica quantistica.

Tutto questo immenso deposito di pensiero e di sapere è impregnato di relativismo nelle sue diverse varianti metodiche conoscitive ed etiche e tutto, preso nel suo insieme, si è proposto di spodestare la metafisica dal vertice del pensiero filosofico dove si era insediata a partire da Platone. Se dunque Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, pur dotati di diversa portanza e di diverso linguaggio, hanno deciso di eleggere come nemico numero uno della cattolicità il relativismo e l'Illuminismo e lo hanno ripetuto in gran parte delle loro pubbliche allocuzioni e delle più solenni encicliche; e se Ratzinger appena insediato sulla cattedra petrina, nella sua prolusione all'università di Ratisbona ebbe nei confronti del fondamentalismo islamico accenti addirittura meno severi di quelli riservati al pensiero moderno dell'Occidente, non è purtroppo lontano dal vero parlare oggi d'uno scontro in atto tra cattolicesimo e modernità. La Chiesa lo nega tenacemente.

E come potrebbe ammetterlo, visto che la sua missione è quella di stare tra la gente, ascoltarne i dolori e le richieste, darle un progetto di sicurezza e di salvezza senza mai separarsi dai diversi e dai peccatori? La Chiesa tiene ben ferma questa sua missione perché essa costituisce il fondamento del messaggio evangelico e della predicazione del Cristo e dei suoi apostoli. Ma la contraddice tutte le volte in cui fa passare questa missione in seconda fila di fronte ad altre incombenze che ritiene più urgenti per l'affermazione del suo potere.

In realtà nella Chiesa cattolica ci sono due anime. Una è quella dell'Evangelo, dell'amore, della misericordia, della povertà; l'altra è quello del potere, della politica, dell'"imperium". La prima spesso è perseguitata, sofferente e tuttavia portatrice di salvezza nel regno futuro delle Beatitudini; la seconda si sente forte e fonte unica e legittima d'investitura: investitura di verità e insieme di potere terreno.

Nella Chiesa cattolica questa divisione tra le due anime è stata particolarmente visibile per la struttura stessa della sua organizzazione centrata su un unico personaggio che la rappresenta interamente per il fatto stesso di rappresentare il Cristo incarnato e portare con ciò la presenza del Redentore. Nelle altre chiese cristiane questa unità di comando non esiste e neppure esiste nelle altre religioni monoteistiche: nell'Islam e nell'ebraismo. Probabilmente questa duplicità del cattolicesimo questa sua doppia anima riunificata in una persona è stato uno degli elementi che ne ha esaltato la dinamica e la capacità di comprendere e di aderire ai mutamenti della società.

Per capire a fondo le persone, individui e comunità, bisogna avere l'attitudine e l'attrezzatura psicologica per commerciare anche con gli interessi oltre che con i principi le convinzioni e i dogmi. La Chiesa cattolica è stata la sola ad avere questa vocazione e i frutti positivi ne sono stati copiosi per lei e per le popolazioni che ne hanno seguito il messaggio e gli incitamenti.

Ma non è certo un caso se in anni più recenti la sua influenza si è ristretta nel mondo occidentale ed è diventata assai più ampia in Africa e in America Latina. Questo movimento di sgonfiamento e rigonfiamento ha proceduto di pari passo con la secolarizzazione della società moderna l'affermarsi del concetto di laicità nelle nazioni dell'Europa e del nord America. La vocazione missionaria nel senso più ampio del termine della Chiesa cattolica ha finalmente sfondato in quei paesi ancora immersi nella povertà e in mitologie tribali che la Chiesa ha avuto la capacità di trasferire nel messaggio cristiano come del resto già aveva fatto nel momento della evangelizzazione dei popoli germanici alla caduta dell'Impero Romano.

* * * *

Il nemico è insomma il relativismo, la rivendicazione dell'autonomia di ciascuno, la ricerca sperimentale della verità che non esclude neppure l'inesistenza di un'unica verità assoluta. E di conseguenza l'abbandono della trascendenza, antico rifugio contro l'insicurezza del vivere e ultima istanza del giudizio finale tra buoni e cattivi, tra bene e male.

Il pensiero laico è stato lungamente silente su questa diabolizzazione cui la Chiesa l'ha sottoposto. Parlo del pensiero laico e non di quello anticlericale che ne rappresenta una caricatura.

Il pensiero laico non ha mai escluso (e come potrebbe?) il mistero, l'Increato, la necessità di dare un senso al nostro vivere. Si è sempre posto con estrema serietà i problemi della vita e della morte. Non ha mai confuso il complesso delle sue idee e delle sue convinzioni con la secolarizzazione consumista che è fenomeno diverso e per molti aspetti deteriore. Per di più il pensiero laico, anzi il mondo laico, non ha una struttura di potere, non ha associazioni proprie che lo rappresentino, non parla "ex cathedra". Predica libertà, democrazia, tolleranza. Perciò non ha alcuna responsabilità nello scontro che si è determinato con la Chiesa se non per il fatto di opporsi alle pretese ecclesiastiche di voler imporre ad una comunità dove convivono pacificamente cattolici, laici e fedeli di altre religioni, istituti che vietino l'esercizio e il riconoscimento dei diritti. Diritti di minoranze, certo, e proprio per questo ancor più sacri e degni di riconoscimento e tutela.

Ieri si è svolta a Roma una manifestazione in favore del progetto di legge sulle convivenze di fatto, sia eterosessuali sia omosessuali sia affettive tra amici e parenti lontani. Come tutte le proposte, anche queste possono essere migliorate ma non certo abolite. Questa sarebbe infatti una prevaricazione contro una minoranza del tutto inaccettabile per ogni democratico responsabile. Proprio per questo il documento dei sessanta parlamentari cattolici della Margherita in difesa della propria autonomia rispetto alle ingiunzioni dei Vescovi sul voto per le convivenze di fatto ha rappresentato un evento positivo e - senza esagerazione - storico. Non accadeva da mezzo secolo che il laicato cattolico politicamente impegnato prendesse una posizione di questo genere. L'episodio di De Gasperi, quando bocciò la lista clerico-fascista nelle elezioni comunali di Roma, proposta da Sturzo e caldeggiata da papa Pacelli, fu un atto di grande importanza che aveva però come autore un presidente del Consiglio capo e fondatore della Dc. Nel caso dei "sessanta" si è trattato di deputati e senatori per lo più sconosciuti e tuttavia fieri dell'autonomia del loro rango costituzionale e del loro impegno politico.

Gli avversari dei patti sulle convivenze di fatto cercano di dimostrare che quei diritti sono in gran parte già riconosciuti dal codice civile e che quindi una legge in proposito è del tutto inutile. Se la si vuole, la si vuole per dare riconoscimento pubblico a quei diritti e a quelle coppie. L'obiezione è in parte inesistente e in parte sbagliata. Inesistente perché la quasi totalità dei diritti in questione deve essere affermata "erga omnes" cioè nei confronti dei terzi, senza di che quel diritto è di fatto inesistente. Sbagliata perché il riconoscimento pubblico di una situazione è un atto fondamentale che attiene alla dignità delle persone ed alla loro riconoscibilità.

* * * *

Qualche giorno fa si è svolto nel salotto televisivo di Giuliano Ferrara un dibattito di spessore su questo tema. L'ho seguito con interesse; ho apprezzato la prudenza e anche il garbo con il quale ha sostenuto le ragioni della Chiesa il cardinale Barragan, le efficaci stimolazioni del conduttore il quale, per antica vocazione, vorrebbe che i suoi invitati preferiti facessero a pezzi gli avversari e che il suo manicheismo fosse fatto proprio da tutti i partecipanti non concependo lui, nella vita pubblica, altra modalità per regolare i conti tra opposte convinzioni, interessi, poteri. Ma ho soprattutto apprezzato l'intervento finale di Rosy Bindi, coautrice con il ministro Barbara Pollastrini del disegno di legge sulle convivenze di fatto ormai da tempo presentato in Parlamento.
Sul tema specifico si era già detto tutto e del resto esiste un testo legislativo che non abbisogna di ulteriori spiegazioni. Di che cosa dunque doveva parlare la Bindi a chiusura di quel dibattito? Ha parlato di cristianesimo. Ha detto tre cose che mi hanno molto colpito e che voglio qui riportare con la massima chiarezza così come mi sono arrivate.

Vorrei che la religione si occupasse soprattutto di Dio e di Cristo.

Vorrei una Chiesa pastorale che non solo vivesse tra la gente ma tra i diversi, tra quelli che non la pensano come noi, che noi consideriamo peccatori, ma che sono pur sempre uomini e donne come noi. In loro dobbiamo percepire esaltare aiutare la scintilla divina che anch'essi possiedono al pari di noi. Che cos'altro il Cristo ci esorta a fare? Ma è questo che stiamo facendo?

Tanti uccelli si posano la notte sui rami degli alberi e ne ripartono al mattino. A volte ritornano, altre volte non più. Ma l'albero che li ha ospitati ha comunque dato e ricevuto da ciascuno di essi qualche cosa, qualche insegnamento e comunque la presenza di una vita.

Non so se questa conclusione d'un dibattito che si annunciava ed è stato polemico sia piaciuta al suo turgido conduttore. A me, laico non credente, è piaciuta molto. A me piace la Chiesa di Francesco e anche quella di Agostino, quella di Bernardo, quella di Duns Scoto. Mi piace quella di Pascal e quella di Maritain. Mi piace quella del cardinale Martini. Mentirei se dicessi che mi piace quella di Camillo Ruini. Politicamente sarebbe forse stato un papa migliore di Ratzinger. Ma la Chiesa ha bisogno di un politico sulla sedia di Pietro?

Se è questo di cui ha bisogno, allora è perduta.

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