Dopo ore di angoscia, si è conclusa la vicenda dell'asilo di Reggio Calabria, dove un 32enne ha tenuto a lungo in ostaggio una decina di bimbi e una maestra. Mentre era in corso la trattiva, alcuni poliziotti sono entrati nell'asilo da un ingresso laterale ed hanno bloccato l'uomo, Cristian Familiari, portandolo all'esterno. Il sequestratore, armato di taglierino, si era barricato all'interno dell'istituto. Gli ostaggi stanno tutti bene.



Alle origini del gesto ci sarebbero problemi economici dopo la chiusura di due attività commerciali. Secondo quanto riferito dagli investigatori l'uomo non è sposato e non ha figli, come aveva fatto credere in un primo momento. Nella fase finale della trattativa i poliziotti hanno fatto irruzione nell'asilo, entrando da una porta laterale, ed hanno bloccato Familiari e caricandolo a bordo di una automobile. Dopo pochi minuti l'automobile si è allontanata e l'uomo è giunto negli uffici della squadra mobile.

La bimba: "Non ci ha fatto niente"
''Non ci ha fatto niente, non ci ha fatto male''. Sono queste alcune delle frasi pronunciate da una delle bambine tenute in ostaggio nell'asilo a Reggio da Familiari, subito dopo la conclusione del sequestro. La bambina è stata affidata ai genitori che si sono allontanati frettolosamente dalla zona dell'asilo. La maestra, visibilmente agitata, è salita a bordo di una ambulanza ed è stata accompagna nell'ospedale di Reggio Calabria.

Ore d'angoscia davanti all'asilo
La polizia aveva sorvegliando tutti gli accessi dell'asilo "Il girotondo": l'ingresso principale e la porta sul retro. Durante le trattativa, non c'è stata nessuna richiesta di denaro da parte dell'uomo come era sembrato in un primo momento. Lo ha puntualizzato il questore della città, Santi Giuffré. Sul posto erano giunti anche il padre e il fratello dell'uomo. Alcuni genitori dei piccoli ospiti della struttura del rione Ferrovieri della città dello stretto avevano tentato di avvicinarsi, fra urla e pianti, alla scuola materna. A stento la polizia era riuscita a contenerli.

Un altro caso.
Mi dispiace più per l'uomo che per gli ostaggi in questo caso.

nessun rispetto per chi usa i bambini, si merita solo il mio disprezzo

Beh, in effetti proprio dei bambini doveva andare a prendere...Partiamo dal presupposto che sia sbagliato anche prendere in ostaggio qualcuno chiunque esso sia, uomo, donna, bambino, anziano ecc ma se proprio vuoi ottenere qualcosa, minaccia di buttarti di sotto, così al massimo ti fai male solo tu...

come non quotarti.....

Non tutti sono così forti da mantenere la coscienza quando si soffre intensamente e con i modelli di comportamento e gli spettacoli attuali mi stupirei del contrario.
Da ciò che possiamo sapere, non provo rancore nei confronti di quell'uomo.

Io non riesco a non provare rancore per una persona che se la prende con i bambini, per grave che possa essere il suo problema, non puoi prendertela con delle anime innocenti...

non è una questione di rancore, è propio disprezzo il mio, non posso provare altro per chi usa gli esseri più innocenti per i propi scopi......

Anche se non fossero stati bambini sarebbe stato comunque molto grave: non si può tirare in mezzo nei tuoi casini persone che non c'entrano nulla!

E' così facile parlare con il senno.
Non la prendete come un'accusa diretta a voi, ma ci sono cose che vanno al di là della piena coscienza delle persone e credo che voi ne siate a conoscenza.
Quella che è in discussione nella prassi del crimine è la scala di valori di quell'uomo...un uomo la cui scala è stata distrorta.
Non penso ai lapsus perchè una parte della propria coscienza rimane sempre presente, penso più che altro ad una decisione reale data dalla pura disperazione.
Non ci sono state vittime e i bambini non sono stati maltrattati, credo che adesso sia il caso di prestargli aiuto.
Dopo aver scontato la sua pena o, meglio, durante.

Da quello che ho sentito sembra che lui abbia fatto quest'azione per via di una causa persa in merito ad alcune questioni edilizie che non è andata bene...Comunque c'è anche da dire che nelle situazioni bisogna trovarcisi. Capisco che una persona, spinta dalla disperazione possa compiere azioni avventate, anch'io nel mio piccolo quando sono arrabbiato spesso agisco senza pensare, poi però quando ci ragiono sopra dico "ma che cavolo ho fatto?"

E' vero che nelle situazioni bisogna trovarcisi, ma si può usare come discorso per capire, non per giustificare: a quel punto chiunque commetta un reato, a prescindere da esso, bisogna coccolarlo e tutto... dopo esserci calati nei panni dell'uomo, mettiamoci anche in quelli dei suoi ostaggi...

... e con questo non voglio dire che meriti la morte, sia ben chiaro!

Nessuno merita la morte, ma una punizione commisurata al suo reato