Il Papa: «L'Università è laica e autonoma»
Diffuso dal Vaticano il testo del discorso che Benedetto XVI avrebbe pronunciato alla Sapienza


CITTA' DEL VATICANO - Esce con un giorno di anticipo il discorso che il Papa avrebbe pronunciato giovedì mattina all’Università «La Sapienza», in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Visita che il Vaticano ha cancellato in seguito alle polemiche e alle manifestazioni nel mondo accademico e politico. La sala stampa della Santa Sede ha deciso di diffondere l’intervento del Pontefice 24 ore prima del tempo per «motivi organizzativi».

«ATENEO LAICO» - Un'università come «La Sapienza» è un'istituzione «laica», libera da autorità «politiche e d ecclesiastiche». E, come tale, deve assoggettarsi solo «all'autorità della verità», si legge tra l'altro nel testo del discorso. «Certo - sottolinea il Pontefice -, la Sapienza era un tempo l'università del Papa, ma oggi è un'università laica con quell'autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università, la quale deve essere legata esclusivamente all'autorità della verità». «Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche - osserva ancora Benedetto XVI - l'università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un'istituzione del genere». «Il Papa - dice ancora Joseph Ratzinger - non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà, ma è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio»

■ Il testo integrale dell'intervento di Benedetto XVI

«RAGIONE E FEDE»- Il pontefice nella sua «allocuzione» affronta anche il tema del rapporto tra ragione e fede. La ragione, esorta Ratzingher, non diventi sorda al messaggio della fede cristiana, altrimenti «inaridisce» come un albero che non ha più acqua. «Il pericolo del mondo occidentale - osserva Benedetto XVI - è oggi che l'uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità». E ciò significa «allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all'attrattiva dell'utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo». Dal punto di vista «della struttura dell'università», ciò significa che «esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande». Secondo Benedetto XVI, «se però la ragione - sollecita della sua presunta purezza - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola».

GLI ERRORI DELLA CHIESA - Il Papa, nella sua prolusione, ammette che le «autorità ecclesiali» hanno talvolta sbagliato nel corso della storia. «Ma allo stesso tempo - avverte - è vero che la storia dei santi, la storia dell'umanesimo cresciuto sulla base della fede cristiana dimostra la verità di questa fede nel suo nucleo essenziale, rendendola con ciò anche un'istanza per la ragione pubblica». «Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono», riconosce Benedetto XVI; tuttavia, ciò non deve provocare chiusure «davanti a ciò che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all'umanità come indicazione di cammino».

«UOMO A RISCHIO DISUMANITA'» - «Il cammino dell'uomo - dice ancora il Papa - non può mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanitá non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale!». Il Papa sottolinea come «nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che nell'universitá sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalitá della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l'uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso. In questo sviluppo si è aperta all'umanitá non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignitá dell'uomo, e di questo possiamo solo essere grati».



Detto tutto ciò, da studente dell'Università la Sapienza vorrei dire che secondo me, la decisione dei professori di scrivere al rettore per non far venire il papa era giustissima, tuttavia gli studenti se ne sono approfittati e hanno strumentalizzato la protesta. Oggi ho sentito un notiziario in cui intervistavano uno dei professori che avevano firmato la lettera da inviare al rettore, e questo diceva che loro si sono dichiarati disposti al confronto, mentre la chiesa, rifiutandosi di venire ha dimostrato che loro non sono aperti al confronto...ha detto anche che il papa non può pretendere che dovunque vada abbia il 100% dei consensi

beh, credo che sarebbe stato interessante ascoltare le parole del Papa, ma a mio modo di vedere vigliaccamente, non si è presentato. In questo caso si è vista la differenza dell'attuale papa col suo predecessore, che se non ricordo male si presentò e si prese anche un po di fischi. Credo anche che il rettore abbia sbagliato ad invitare una così alta carica mondiale, senza pensare alle conseguenze, d'altronde non possiamo vedere il Papa solo come un capo di syato, ma forse qualcosa di più......

Secondo me il dialogo con una controparte è possibile unicamente quando c'è del rispetto reciproco, in questa situazione non c'è stato.
Avevate una grande possibilità, poter discutere con il Papa su temi importanti, un occasione di dimostrare al mondo intero che l'italia non è fatta solo di spazzatura, di politi corrotti, di camorra ecc ecc, , grazie di cuore ragazzi, avete trasofmrato un semplice incontro in qualcosa di più grande con l'effetto di ridicolizzare ancora una volta un Italia moribonda.

Mettere in difficoltà il Papa su tematiche delicate come la religione non aveva prezzo, qualunque cosa fosse successa.

E' in questo punto che si osserva, con chiarezza, come la supposta apertura del papa alla laicità non sia altro che un bluff, un gioco di parole in cui molti cascheranno e che molti di più sbandiereranno e manipoleranno.

Il papa definisce l'università un'istituzione legata solo alla ricerca della verità, e infine in conclusione della seconda citazione identifica la verità con Dio.
Non è nulla di sorprendente, ed è coerente con i dogmi cristiani.
Tuttavia appare confermato come nella dottrina cristiana non ci sia spazio per l'apertura, e quindi inevitabilemnte essa sia in netto contrato con la funzione dell'università e con la laicità in generale.

Ci sarebbero da dire molte cose, ma partiamo dai Laici:
Nella famosa lettera i 67 firmatari scrivevano che il capo di una religione come quella cattolica non sarebbe stato troppo sensato o logico che parlasse all'Inaugurazione dell'anno accademico, ma non gli è certo stato impedito di andare.
Se siamo in democrazia, bisogna rispettare anche la volontà di quei 67 di dissentire no?
Detto ciò io credo che il papa dovesse andare o rifiutare immediatamente.
Dire però come ho sentito in questi giorni che gli hanno chiuso la bocca è dire una balla colossale considerato quanti sono i suoi passaggi radiotelevisivi.
Sulla chiesa, sapete bene come la penso un insieme di falsità, mezze verità e sciocchezze (mia personalissima opinione certo) e dal mio punto di vista, uno che scrive che Galileo fu condannato giustamente (un certo teologo tedesco allora cardinale e oggi papa) non dovrebbe neanche avvicinarsi ad un luogo di studio.
Una persona che crede e professa che il mondo e l'intero universo so siano creati con uno schiocco di dita non può inaugurare un anno accademico per quanto possa parlare liberamente in altre occasioni.
Sarebbe come dire "alla messa di natale il prete lascerà la parola a Rita Levi di Montalcini che ci spiegherà le sue verità"
Credo che nessun fedele vorrebbe sentirla dire:
"gurdate la verità è che l'universo si è creato dal Big Bang e noi deriviamo dalle scimmie, non dal fango mischiato con la saliva di un qualche essere"
Credo che giustamente e ripeto giustamente ben pochi fedeli sarebbero felici di sentire tali parole durante la messa di natale...

apprezzo e mi sento di condividere le parole di Rok "rahab" riportate

sembra che il rettore dell'università di Firenze voglia invitare il Papa...... che faccio mi iscrivo all'università?

Quotone.

Sono d'accordo con Skaan nel dire che tuttavia, uno che dice che il processo a Galileo è stata una cosa giusta,
sia obiettivamente fuori luogo in un posto come l'università...La cosa che mi fa specie è che il papa, prima di essere papa,
è anche una persona acculturata, un filosofo...un demagogo...

Fra l'altro alcune sue idee matematiche a detta di molti non sono niente male.
il suo problema è il cercare di difendere ad oltranza anche quando sbaglia un'istituzione che essendo fatta da uomini ha commesso e commetterà errori.
Probabilmente da studioso lui saprà benissimo che Galileo aveva ragione, ma da Uomo di fede non può dire che la Chiesa ha sbagliato essendo quest'ultima infallibile per dogma.

beh, a differenza sua Giovanni Paolo II ha invece riconosciuto sia l'errore delle crociate, che quello del processo a Galileo, ma era tutta un'altra persona rispetto a Ratziger

Illuminante...

In questa situazione condivido l'opinione di Massimo Cacciari: cretini.

Potremmo stare a disquisire ore ed ore su quanto sia opportuno che il Papa apra l'anno accademico di un'università laica: avrei solide argomentazioni, a partire da frati medievali chiamati "amanuensi" fino al fatto che l'università stessa fu fondata da Bonifacio VIII nel 1303, guarda caso pontefice. Credetemi, rispetto l'opinione di chi dice "è inopportuno" (anche se non la condivido), ma son pronto ad argomentare la mia.
Detto questo, sarebbe inutile.
Diritto di dissentire per tutti, è ovvio, ma dire "Lui secondo me (il che implica un'opinione, eh) non può venire e parlare" non rende il pensiero intelligente. Pure io potrei allora dire "Secondo me l'Olocausto è stato giusto." Sarebbe comunque idiota.
Voltaire si sta rivoltando nella tomba.

Non disprezzo tanto i professori quanto gli studenti.
Il Papa non viene più? La manifestazione si fa uguale, "la famo contro un altro".
Ridicoli.

Secondo me questo sta a sottolineare il fatto che il problema non era il papa...poteva anche venire...kofi annan...gli studenti, avrebbero manifestato comunque...io lo trovo solo un modo per dire "Ehi voi, noi ci siamo!" tutto qua...

Vaticano e studenti fanno a gara, comunque, eh...
Ora è partita la campagna (cretina o ridicola?) "Hanno impedito al Papa di parlare" e "Hanno imbavagliato il Papa". Ma quando mai?

E' il Vaticano ad aver ritirato la partecipazione, nessuno ha impedito nulla a nessuno. Perchè non c'erano i presupposti per un'accoglienza decorosa (io la chiamerei piuttosto "un comizio senza contradditorio") ma da qui a dire che una manifestazione, da sempre simbolo di democrazia, sia un atto squadrista e incivile... beh... direi che è una stupidaggine da antologia.
Direi che se Martin Luther King avesse avuto paura delle manifestazioni contro i neri, in America i neri siederebbero ancora in fondo ai bus. Il Vaticano ha torto marcio in questo caso, punto e basta. Ma proprio su tutta la linea.

E a proposito di cretini, Azrael: è più da cretini manifestare contro il Papa a prescindere, o dire queste cose alla Radio?

http://it.youtube.com/watch?v=Va533YjJ84I

Ma per favore...


Mentre ecco un filmato amatoriale degli studenti.

http://it.youtube.com/watch?v=U6hfyz4LuIY

Le motivazioni degli studenti mi sembrano molto più ragionate (ovviamente, contestabili, come TUTTE le idee).
E su una cosa hanno ragione "Con il Vaticano non c'è dialogo", ma la colpa è del Vaticano che scappa. Il Vaticano non ama essere contraddetto.

Che poi i ragazzi non abbiano voglia di andare a lezione è una verità che non mi devono ricordare i giornali, sono stato studente anche io, dalle elementari alla laurea.