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 Oggetto del messaggio: Università Italiana
MessaggioInviato: mer ott 08, 2008 18:46 
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Prima un po' di informazione

In base alla L. 133/2008 di conversione del D.L. recante "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" sono stati approvati gli ulteriori tagli all'università nonchè ex art. 16 della predetta legge la possibilità di trasformare le Università Pubbliche in fondazioni di diritto privato, oltre alla definizione del cosìddetto "turnover" x il corpo docente e i ricercatori

In Italia attualmente la situazione è abbastanza infiammata, varie università hanno visto l'occupazione di Rettorati (da ultimo, notizia fresca, quello di Pisa) e la minaccia del corpo docenti di bloccare gli esami e le lauree

Cercando sui siti dei principali quotidiani italiani (repubblica e corriere della sera) nessun aggiornamento nelle "ultim'ore" in tal senso (dio ringrazi la nostra uniformemente desolante informazione)

Cmq riporto l'unico articolo in tal senso trovato, tra foto di studentesse gnocche e servizi emo nella sez. "università & cultura" della Repubblica

SCUOLA & GIOVANI
Docenti e presidi hannio lanciato una raccolta di firme contro i tagli del governo
Da Asor Rosa a Bevilacqua, da Curi a Vattimo: "Ricerca a rischio e in mano ai privati"
Dagli atenei l'appello ai rettori "Bloccare l'anno accademico"
di VALENTINA CONTE

Bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico. In tutte le università italiane. Per difendere la ricerca e la qualità dell'insegnamento e fermare i tagli alle risorse già scarse decisi dalla legge 133, l'ex decreto Brunetta. L'appello c'è, e si apre all'adesione dei docenti italiani. Scritto da Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma, ha già raccolto firme eccellenti: Asor Rosa, Vattimo, Curi. Tante si vanno aggiungendo anche con la sottoscrizione online.

I professori chiedono ai loro rettori di "raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede". Contro le misure previste dalla nuova legge che di fatto cambiano in peggio il volto degli atenei: "Sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese".

"Il provvedimento del governo accompagna l'università alla catastrofe - dice Bevilacqua - con una riduzione del 20% del turn over e permettendo la trasformazione degli atenei in fondazioni. Un suicidio". In pratica, ogni cinque docenti pensionati ne entrerà solo uno nuovo. E con la maggioranza semplice, il rettore potrà deliberare il passaggio da università pubblica a ente privato.
"Un Paese senza ricerca e in mano ai privati dove va? - prosegue Bevilacqua - Un disastro per tutti. Gli ordinari entrano a sessant'anni. Assurdo. I nostri giovani migliori fuggono via. I dottorandi zampettano tra articoletti e ricerchine, senza prospettive perché senza ricambio. In attesa di concorsi e soprattutto di grandi progetti". A preoccupare è il fiato corto, quel "vivere nel breve periodo ossessivo e distruttivo che non porta da nessuna parte". E quell'idea, dannosa, di privatizzare l'istruzione, "con l'ateneo classista, chiuso ed esclusivo, e piegato alle piccole utilità di privati poco interessati alla ricerca vera"

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: gio ott 09, 2008 10:17 
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Sulla scia di queste "novità"...
mi permetto di contribuire allegando un brano tratto da un discorso pronunciato da Piero Calamandrei(*) nel 1950.
Può essere interessante da leggere e magari qualcuno di voi ha anche voglia di commentarlo alla luce della propria esperienza e dell'attuale situazione di scuola e università.

(*)
Spoiler: Visualizza


Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l'11 febbraio 1950.

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi.
Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.


(Pubblicato sulla rivista “Scuola democratica”, 20 marzo 1950).


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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: gio ott 09, 2008 12:55 
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Schifo! Istruzione (e aggiungerei Sanità) sono ambiti dove non si dovrebbe tagliare le spese, perché sono investimenti per il futuro di chiunque. :evil:

A meno che non sia un bluff per far sbrigare gli studenti fuori corso spaventandoli XD , ma ne dubito :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: gio ott 09, 2008 20:24 
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all'istruzione sono stati tagliati svariati euri non lo scopriamo certo ora e anche gli atenei ne avrano a soffrire per questo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: ven ott 10, 2008 12:42 
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Il punto é che ogni anno sembrano essere sempre più grossi. E questo potrebbe essere il colpo più grosso portato finora all'università :(

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: dom ott 19, 2008 11:02 
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Vi assicuro che se continuiamo cos' molti atenei dovranno chiudere. Esempio molto calzante di un ateneo vicino a dove sto io e in un posto abbastanza noto...
l'ateneo di firenze. E' già stato detto apertamente che se questi tagli non vengono fermati l'ateneo di firenze sarà costretto a chiudere. E così molte altre università, e probabilmente anche molti licei.
Nascono per questo un sacco di proteste, e i ministri cosa dicono?
La gelmini dice che non capisce cosa non vada nella sua riforma e perchè la gente protesti.
Napolitano dice che non si può rispondere solo di no.
Ma se TUTTI rispondono di no, non vorrà dire che qualcosa non va? Ma non importa se qualcosa non va, tanto quello che non va per noi va a favore per loro...
Se le università pubbliche chiudono si comincierà ad avere un'istruzione che si potranno permettere solo i più ricchi... e l'italia, che fin'ora aveva un istruzione ottima su molti punti, avrà un'istruzione decisamente pessima. Detto questo, la gente vorrà comunque studiare e trovarsi un lavoro che sia migliore di quello che puoi avere con la licenza media... e dove si va a studiare? all'estero.
Risultato: le scuole pubbliche muoiono e in italia studia solo chi ha soldi da spendere per pagarsi le università private, chi non ha soldi per studiare in una scuola privata va all'estero e studia e cerca lavoro li (dove viene sicuramente trattato male, perchè come in italia vengono trattati male gli immigrati, all'estero capita la stessa cosa), in italia diminuiscono gli italiani e aumentano gli immmigrati (infatti si accolgono tutti, non si ributtano fuori a calci i clandestini, come si dovrebbe) e l'italia diventa un paese multi-etnico.
Secondo me qui si va a finire... e non mi piace per niente, perchè per quanto io probabilmente frequenterò un'università che NON chiudera quasi sicuramente nei prossimi tre anni (faccio quinta liceo ora, per capirsi) c'è gente che in questo modo perde la possibilità di costruirsi un futuro... e dirò che non sono nemmeno sicuro che non chiuderà l'università che voglio frequentare io... Con una legge del genere si comincia a temere per il proprio futuro, perchè se vanno così le cose l'italia diventa, citando un libro e un film piuttosto famosi, un paese per vecchi...

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Questo è MasterMind.
Aiuta MM a conquistare il mondo, copialo nella tua firma.

Sarafan: "surrender now, fiend, and we can promise you an easy death"
Kain: "i can promise you the same... but it
would be a lie..."

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: dom ott 19, 2008 20:28 
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Harakiri generale della classe politica, ecco un provvedimento che approverei :-|

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: lun ott 20, 2008 14:23 
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No, tutti i politici sono una risorsa importante, e in materia di riciclaggio e ottimizzazione energetica bisognerebbe pigliarli e spedirli in blocco al più vicino termovalorizzatore!

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: lun ott 20, 2008 15:20 
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sigh... altri fondi alla ricerca tagliati. in teoria un nuovo ricercatore ogni 5 pensionamenti... alla faccia del ricambio generazionale!
senza considerare che un prof. di ruolo resta finché può, perché con l'anzianità aumenta lo stipendio e diminuiscono gli impegni, restando solo la didattica. un ricercatore fa invece didattica, ricerca, seminari, conferenze, aggiornamenti ecc ecc e prende un terzo dello stipendio

mi sa che farò concorso come netturbino :sad:


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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: lun ott 20, 2008 17:31 
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approposito di questo discorso:
io sono appena diventato matricola dell'università "la sapienza" nel ramo di psicologia. Neanche inizio il corso che già mi ritrovo che un professore/ricercatore ,non accettando la situazione, ha lasciato la cattedra(quindi non posso fare l'esame). Gli altri non fanno lezione. Si minaccia il blocco dell'anno accademico( in soldoni vuol dire che chiunque sia iscritto all'ateneo che fa questa protesta, è sono la maggioranza, perde l'anno, quindi perde anche 2 anni di possibile borsa di studio[se non addirittura rischia di non poterla più prendere] e paga comunque le tasse per l'anno perso).
Senza contare che chi è al terzo anno si è ritrovato con la tesi di laurea anticipata di 3 mesi ed il preavviso di anticipo giunto al massimo qualche settimana fa.
Poichè mi ritrovo coinvolto, però , posso passarvi le informazioni sugli effetti di questa riforma( entrata in vigore ad agosto con la procedura rapida, ovvero hanno saltato 2 organi di controllo legislativo a piè pari) per rendervi coscienti di ciò che sta avvenendo.
RICORDATE , LA RIFORMA COLPISCE INDISCRIMINATAMENTE ANCHE ELEMENTARI, MEDIE E SUPERIORI

Cita:
DL 112 = Scomparsa dell’Università Pubblica
Una cronistoria
- Il 25 giugno 2008, su proposta del Ministro del Tesoro On. Tremonti, il
Consiglio dei Ministri approva (all’unanimità, Ministro dell’Università
On. Gelmini compresa!) il Decreto Legge n. 112 (DL 112) concernente:
Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione
tributaria
-Gli atenei di tutta italia esprimono forti critiche sul DL 112 in merito alle
-sue conseguenze sulle attività di didattica e di ricerca.
-Il 6 agosto 2008, il Parlamento approva in via definitiva il DL 112
-Il decreto viene pubblicato Il 21 agosto 2008 e diventa legge (133)

Elementi critici del DL 112:
1) Taglio dei finanziamenti pubblici all’Università (FFO)
2) Riduzione del turn-over del personale
3) Università come Fondazioni?
4) Sospensione delle Scuole di Specializzazione (SSIS) per la
formazione degli insegnanti.

1) Taglio dei finanziamenti pubblici all’Università (FFO)
FFO (Fondo Funzionamento Ordinario): finanziamento ministeriale
del sistema universitario
Tagli del FFO nel DL 112: 63,5 milioni di euro per il 2009
190 milioni di euro per il 2010
316 milioni di euro per il 2011
417 milioni di euro per il 2012
455 milioni di euro per il 2013
Si tratta in totale di quasi 1500 milioni di euro di riduzione in cinque anni,
Una media di 300 milioni di euro per anno. Si passa dalla riduzione
dell’ordine dell’uno per cento nel 2009 ad una riduzione del 7,8 per cento
fra il 2012 e il 2013 !!!!!
Tutto questo applicato ad un sistema sottofinanziato. Come appare dallo
schema seguente :
Dal confronto con gli altri paesi avanzati (dati OCSE) emerge infatti la
necessità di un aumento, e non di una diminuzione, del
finanziamento pubblico (ma anche privato) al sistema Università!
DL 112 = Scomparsa dell’Università Pubblica
Dati OCSE
1) Spesa annuale per studente:
USA: 24370$, Inghilterra: 13506$, Germania: 12446$
Francia: 10995$, Media OCSE: 11512$, Italia: 8026$
2) Spesa pubblica annuale per studente:
USA: 8400$, Inghilterra: 9400$, Germania: 10200$
Francia: 9300$, Media OCSE: 8400$, Italia: 5400$
Conseguenze del taglio FFO:
i) riduzione dei servizi agli studenti
ii) riduzione delle infrastrutture (aule, laboratori, biblioteche)
iii) peggioramento della qualità della didattica
iv) riduzione delle attività di ricerca
con un peggioramento globale della qualità delle nostre Università ed
ulteriore perdita di competitività rispetto alle Università straniere.
Assisteremo, oltre che alla cosiddetta “fuga dei cervelli”, anche alla fuga
degli studenti universitari?
L’uso ottimale delle risorse necessita 1) la valutazione del sistema
universitario (ma l’istituzione dell’agenzia di valutazione è stata appena
bloccata) e 2) la ripartizione del FFO sulla base dell’efficienza di
Ciascuna Università (invece della attuale distribuzione “a pioggia”).
2) Riduzione del turn-over del personale
Il DL 112 fissa un limite massimo di
i) 1 su 10 per il 2009 ii) 1 su 5 per il 2010 ed il 2011 iii) 1 su 2 per il 2012
di nuove assunzioni rispetto al numero di pensionamenti. Il limite sul turn-over
si applica a ciascuna Università prescindendo dalla efficienza nell’uso delle
risorse (e del rispetto del limite del 90% per la spesa di stipendi del personale)
Implicazione a medio termine a legislazione costante:
dimezzamento del numero di docenti!
E’ realmente necessario ridurre il numero di docenti e soprattutto, è funzionale
all’obiettivo di far divenire l’Europa “una società della conoscenza ” ?

Dati OCSE sul rapporto (numero studenti / numero docenti):
USA: 15.1 Germania: 12.4 Francia: 17.0 Inghilterra: 16.4
Media OCSE: 15.3 Italia: 20.4
Il confronto con gli altri paesi industrializzati suggerisce che il numero di
docenti universitari dovrebbe aumentare invece che diminuire!

Quale scenario futuro con un dimezzamento del numero di docenti?
-Situazione attuale: un docente/ricercatore dedica in media metà del tempo
alla didattica e metà del tempo alla ricerca
-Assumendo un numero stazionario di studenti: se il numero di
docenti/ricercatori si dimezza, allora ciascun docente/ricercatore dovrà
raddoppiare il tempo dedicato alla didattica per preservare le attuali
attività formative
-Situazione futura: il docente/ricercatore dovrà dedicare tutto il suo tempo
all’insegnamento e non potrà svolgere l’attività di ricerca.

Conseguenze
- Abbassamento generale della qualità della didattica
-Lo studente non potrà interagire con il mondo della ricerca e della
produzione di nuove conoscenze
-Impossibilità di svolgimento di tesi sperimentali causa l’assenza di
laboratori di ricerca
-Non si potranno formare nuovi ricercatori: le scuole di dottorato
spariranno in assenza di attività di ricerca
Sparizione delle Università pubbliche come sedi dello sviluppo delle nuove
Conoscenze. Gli Atenei si trasformeranno in super-Licei

3) Università come Fondazioni?
Il DL 112 introduce la facoltà per l’Università pubbliche di trasformarsi in
Fondazioni in grado di raccogliere finanziamenti privati.
Implicazioni:
1) La natura pubblica delle Università verrà annullata
2) Dividerà gli Atenei in Fondazioni di classe A e di classe B in funzione
della capacità economica della regione di appartenenza.
3) Il sistema del “diritto allo studio” verrà cancellato e non sarà più
assicurata la possibilità di studi universitari ai “meritevoli anche se in
condizioni disagiate” (Art. 34 della Costituzione)
4) Sparirà la differenza rispetto alle Università private, ad esempio per
le tasse universitarie:
(alla Bocconi ammontano attualmente da 4300 a 9650 euro/anno)

5) Sospensione delle Scuole di Specializzazione (SSIS) per la
formazione degli insegnanti.
-Provvedimento dettato solamente dalla volontà di “far cassa”,
prescindendo dalla necessità di formare gli insegnanti.


a voi il giudizio

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: mer ott 22, 2008 15:40 
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Cita:
Quale scenario futuro con un dimezzamento del numero di docenti?
-Situazione attuale: un docente/ricercatore dedica in media metà del tempo
alla didattica e metà del tempo alla ricerca
-Assumendo un numero stazionario di studenti: se il numero di
docenti/ricercatori si dimezza, allora ciascun docente/ricercatore dovrà
raddoppiare il tempo dedicato alla didattica per preservare le attuali
attività formative
-Situazione futura: il docente/ricercatore dovrà dedicare tutto il suo tempo
all’insegnamento e non potrà svolgere l’attività di ricerca.



il ricercatore potra' rifiutarsi di fare docenza (per contratto!)

domani se riesco posto la facciata del palazzo dove lavoro.... cosi', tanto per farvi vedere come l'hanno presa qui a torino presso le facolta' scientifiche...


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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: mer ott 22, 2008 16:42 
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e poi si chiedono perché i ricercatori fuggono all'estero... paghe migliori e più opportunità. purtroppo per fare questo lavoro c'è bisogno anche di uno straccio di serenità, altrimenti è meglio fare qualcos'altro invece che scervellarsi per pubblicare qualcosa di innovativo


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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: gio ott 23, 2008 13:46 
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Cita:
domani se riesco posto la facciata del palazzo dove lavoro.... cosi', tanto per farvi vedere come l'hanno presa qui a torino presso le facolta' scientifiche...

Sembra che al Politecnico sia tutto tranquillo.

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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: gio ott 23, 2008 18:02 
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^^ credo che al poli sia tutto tranquillo... perche' non e' universita'... da un punto di vista quantomeno giuridico ed economico-finanziario ^_^
se non s baglio troppo infatti sono due enti che non sono assoggettati proprio alla stessa normativa. pero' potrei sbagliare. (almeno... lo spero per il poli ihihhi).

^^ cmq, tant'e'.
gli striscioni a lutto li hanno appesi i professori, gli studenti hanno appeso poi il resto, fuori e dentro facolta'.


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 Oggetto del messaggio: Re: Università Italiana
MessaggioInviato: ven ott 24, 2008 14:30 
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Onestamente sono un pò indeciso su cosa pensare su tutta sta storia.
Per informarmi un pò ho seguito i notiziari ed i dibattiti che hanno fatto( ho visto quelli di tutte le reti per essere sicuro che non ci fosse manipolazione politica per entrambe gli schieramenti) e da quanto ho capito sembra che il fatto sia stato gonfiato e/o mal interpretato.
Il fatto è che i tagli finanziari ci sono, però non si è capito bene come vengono effettuati:
il governo dice che i tagli,ad esempio, nelle università saranno rappresentati dall'eliminazione di quegli atenei/corsi che risultano (per iscrizione e possibilità di lavoro futuro) inproduttive con la chiusura degli stessi o la fusione con atenei di simile indirizzo, mentre gli scioperanti dicono che il taglio colpisce a pioggia(ovvero senza una discriminante che indirizzi il colpo).
Questo è solo un esempio del casino che ormai si è creato e questa contrapposizione vige su ogni punto del problema.
Ad essere onesti ,sta scioperanti e governo, nella lettura e comprensione degli effetti dei decreti, tendo (se non c'è un fatto che ne smentisce la credibilità) a credere di più nella spiegazioen governativa(se non altro sapranno di più di noi di politica).
Però c'è anche da dire che la presenza anche di professori e rettori universitari (compresi quelli di alcune facoltà che, a credere nella spiegazione del governo, non dovrebbero essere toccati, anzi riceverne prettamente benefici) mi fa sorgere dei dubbi.
Qualcuno ci sta capendo qualcosa di più?

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