Questa discussione incomincia a perplimermi
Cercando di fare ordine:

@Ravenard: i 10 milioni e rotti a cui mi riferivo sono i votanti del PdL, non della Lega, in particolare quell'80% che ha dato preferenza al candidato Silvio Berlusconi ad una tornata elettorale valida per il parlamento europeo ignorando (o ben sapendo) che il loro candidato prescelto non siederà MAI su un seggio europeo.
Cosa per altro non limitata né al suddetto personaggio, né alla suddetta lista.

@ Muzedon: ho detto che non mi pare strano che ad oggi, nel nord, votino Lega, non che lo ritengo un bene.
A mio modo di vedere, la Lega è un gruppo che esprime paure per molti versi infondate, per altri inutili, per altri ancora legittime. Ad esse reagisce rozzamente (eh va beh ), violentemente (mi piace molto meno), dispoticamente dove guadagna potere.

@ Azrael: ....

Mi dispiace di far parte degli astensionisti, ma da qua non si può votare (l'ambasciata se ne frega delle elezioni, e non ho nemmeno la tessera)...
Che tristezza vedere quei 10.804.136, e sopratutto quei 3.126.876, non si può mandare nel Parlamento Europeo coloro che del razzismo e intolleranza sono bandiera.
Più sto qua, e più vedo in declino il mio Paese.

anche io faccio parte degli astensionisti mio malgrado...teoricamente sarebbe dovuto arrivare il materiale elettorale tramite posta, ma (credo abbastanza ovviamente) non è giunto. La trafila che avrei dovuto fare per votare mi richiedeva del tempo di cui purtroppo non disponevo.
Il fatto che anche l'ultima volta non siano arrivate a parecchi italiani all'estero i materiali di votazioni, mi dà da pensare...in fondo furono gli italiani all'estero che diedero i voti maggiormente oppositivi (le tv europee -esclusa quella italiana- danno informazioni maggiori e non di parte delle elezioni generalmente). E questa volta è stato 'sventato' il rischio

Senza contare l'assurdità della possibilità di voto (seppur con mille difficoltà) degli italiani all'estero, ma dell'impossibilità di voto degli italiani in Italia.

Per una persona che lavora fuori sede, diventa impossibile sostenere le spese del viaggio (soprattutto se si deve prendere aereo/nave) con rimborsi irrisori da parte dello Stato.
E nel 2009 è impensabile che non esista una scheda elettorale elettronica (basterebbe il codice fiscale come tessera) che permetta di votare in un qualsiasi seggio sul suolo italiano.

Che arretratezza.

Non capisco perché sia assurdo...Per carità, ora io sono una dei pochi cittadini italiani che pur vivendo all'estero ha continui contatti con l'Italia, quindi alla fine so come sta andando l'Italia e cosa succede.
Sono del parere che gli italiani all'estero abbiano una visione più oggettiva rispetto agli italiani stessi, in fondo hanno più possibilità -rispetto agli italiani stessi- di informarsi grazie a più fonti che recano una diversa visione della realtà politica-economico-sociale.

Ho detto che è assurdo il fatto che gli italiani all'estero possano votare, mentre gli italiani fuori sede no.
Non intendevo dire che è assurdo di per sè il voto all'estero.

Se poi vogliamo discuterne, potranno avere anche una visione più oggettiva, ma pagano le tasse e godono dei servizi di un altro stato, quindi effettivamente hanno diritto di voto su qualcosa che non li riguarda minimamente, se non a livello affettivo.

Esatto.

Al contrario di persone che, pur lavorando sul suolo italiano da anni, versando regolari contributi e partecipando in tutto e per tutto alla vita economica locale, sono esclusi dalla vita politica.

Vi linko questo post, molto interessante, dal blog di Aldo Giannuli.

...Per chi non lo sapesse ( ) è uno storico contemporaneo, personalmente lo ritengo uno dei migliori. Dateci un'occhiata.

Ottimo articolo, che aiuta a capire meglio i numeri elettorali ed il loro significato.
L'unica cosa che mi lascia basito è l'eccessiva importanza che viene dato a quel -2% di Berlusconi. Insomma, ha perso due punti percentuali, ma rimane la prima forza a 15 punti di distacco dal primo avversario. Davvero quei due punti sono così importanti?

Sinceramente sembra la celebrazione di una vittoria di Pirro.

Mi sembra che le motivazioni della "sconfitta" di Berlusconi siano ben spiegate. Non stanno tanto nei numeri in sé ma nella sconfitta psicologica del premier, che puntava ad uno sfondamento che non c'è stato.
Mi sembra che si usino toni molto equilibrati e ben poco celebrativi, in fin dei conti, considerando che valuta anche che quei voti persi dal PdL con l'astensionismo potrebbero tornare alle prossime elezioni.

Si, non criticavo i toni di Giannulli (che non sono affatto celebrativi) ma la certezza (o speranza, chissà) di molti giornalisti e politici sul fatto che Berlusconi avrà un contraccolpo psicologico per non avere avuto il plebiscito.
Stiamo parlando di numeri, e per me al momento sono quelli che contano. Andando ad elezioni oggi, avrebbe comunque la stragrande maggioranza dei seggi, con l'opposizione ridotta al minimo (lo dimostrano sia le europee che le amministrative).

Secondo me, c'è poco da fare. Queste elezioni hanno confermato quanto sapevamo, e cercare di "limitare i danni emotivi" dell'elettorato di sinistra raccontandoci che Berlusconi ha vinto di brutto - ma non quanto lui sperava - è sintomo di una sinistra piccola piccola (e di giornalismo altrettanto piccolo in cerca della notizia ad effetto piuttosto che dell'informazione nuda e cruda).