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 Oggetto del messaggio: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: ven giu 26, 2009 22:33 
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Questa vuole essere una discussione - delicata, ma mi piace la discussione borderline - su temi potenzialmente flammosi, in quanto toccheremo l'irrazionale che alberga dentro ognuno di noi, in maniera più o meno spiccata.

Diciamo che il "La" per questo topic me l'ha fornito Shey con queste righe.

Sheyraen ha scritto:
Devi ammettere che quando scrivi su FB che speri che non ci sia la tempesta di video di quel "pistillone" non sei carino nei confronti di chi lo ha amato davvero.
Tu mi conosci e sai che detesto anche io le ipocrisie e le santificazioni, ma non mi piace nemmeno eccedere dal lato opposto.
Era un grande. E' morto. Rispetto chi lo amava molto e lo piange, come chi lo amava solo un pochino e lo stima per la sua musica e per quello che ha dato alla musica.
Tutto qui.


Posso dire che rispetto il suo punto di vista, forse qualche anno fa l'avrei anche condiviso. :sisi: Ora forse sono troppo cinico perchè la mia mente non viaggi in un'altra direzione. :)
Cercherò di lanciare degli spunti di riflessione in maniera più soft possibile, per quanto siano abbastanza hard come concetti. :P

Sia chiaro, non è una risposta a Shey, ma una riflessione a voce alta. :wink:

Innanzitutto, partiamo dal presupposto della percezione personale.

Io non ho mai amato Jackson, così come non ho mai amato Mussolini, Elvis, Craxi (morti) e così come non amo Ratzinger, Berlusconi e Bertinotti.
Questo però non mi ha mai dato problemi a postare barzellette su Mussolini, Elvis e Craxi nonostante siano morti e qualcuno li ami (o li abbia amati). Lo stesso vale per i vivi: Ratzinger (o Wojtila ancora di più prima di lui) è amato da milioni di persone, idem Berlusconi. Bertinotti l'ho messo solo per par condicio :asd: ma non lo ama nessuno a parte la sua famiglia. :D
Ora, se dovessi prestare attenzione al fatto che qualcuno è cresciuto nel mito di Elvis o Mussolini, oppure (per rimanete in tema musicale) di Jim Morrison o Kurt Cobain (personalmente adoro ancora la musica dei Nirvana), non dovrei scherzare su nessuno. :nono:

Se questa ipotesi - come infatti credo - risulta essere falsa, allora la discriminante la farebbe la "vicinanza" con la data della dipartita. Questo basta a rendere meno accettabile la dissacrazione di un mito?

Lascio aperta questa parentesi e passo per un attimo oltre: perchè davvero mi lascia di stucco - in un adulto - appunto l'avere dei miti per cui vivere, amare, soffrire.

La cultura del mito, della patria e dell'eroe

Lo ammetto candidamente: non rientra nel mio modo di vivere le cose.
Ho tanti "idoli" (musica, sport, letteratura) eppure credo di riuscire a vivere anche senza di loro. Così come vivo senza quei miti che sono già morti, certo ripensandoli con un po' di malinconia, ma con i dovuti limiti.

Non mi affeziono troppo ad un "personaggio" che come dite voi, non conosco come "persona". Posso essere affezionato a Maradona (il mio calciatore preferito in assoluto) così come sono affezionato a Drizzt. Quando moriranno sarò dispiaciuto, ma sono personaggi, non persone che conosco davvero. La loro morte non cambierà la mia vita, se non impercettibilmente (è piuttosto semplice riempire quel vuoto con qualcosa di nuovo).
Diverso è il discorso per le "persone". Se conosci una persona, se arricchisce la tua vita davvero standoti vicino, parlandoti, insegnandoti qualcosa... allora si, la piango. Ma non pretendo che tutto il mondo la pianga con me, e condivida il mio dispiacere.

Mentre pare (e dico pare) che ci sia un'eccessiva cultura dell'icona. Che Guevara, Lady Diana, Jim Morrison, JFK, Marilyn Monroe.
Si difende a spada tratta l'icona (spesso senza conoscerla a fondo) senza conoscere la persona dietro l'icona.

La coscienza (e la soglia) del dolore

Quando vedo persone che vanno in pellegrinaggio ai funerali delle celebrità, o delle persone intervistate che piangono per la morte di una pop star, mi chiedo se sono io insensibile e cinico, o se siano gli altri poco avvezzi ai veri lutti.
Mi chiedo (maliziosamente, lo ammetto) se per queste persone (fortuna loro) abbiano al massimo seppellito il loro cane.

Penso - sempre in maniera cinica e limitata al mio punto di vista - che sia impossibile, per le persone che hanno conosciuto la sofferenza derivante da una perdita reale, non confrontare tutto il resto con il vero lutto.
Anche se immagino che per qualcuno quello possa essere vero lutto. Ma secondo voi è paragonabile? :grat:

(Vabbè, ho visto persone piangere per giorni per un cagnolino investito, dormire in macchina col cadavere :shock: come veglia funebre, e funerale con seppellimento nel cortile di casa!!! :look: Io ho amato i miei gatti come penso poche persone hanno amato un animale, sia chiaro che considero un animale più importante di moltissimi esseri umani, se mi ci affeziono)


La coscienza teoria del relativismo

Quindi in conclusione, si tratta di reazioni "relative".
Qualcuno trova normale reagire in maniera (per me) esagerata, qualcuno trova normale toccare argomenti (per altri) tabù, come la morte.
Per me la morte è una cosa naturale e non provo sgomento a scherzare anche sulla mia (litigo sempre con mia madre che è - a mio dire - superstiziosa e non vuole che si scherzi su certe cose, per paura che succedano), altri no.

Ovviamente evito di scherzarci se qualcuno mi chiede di smettere. :sisi:

Però, ad esempio, c'è gente con cui ho discusso che investe di proposito i gatti (specie se neri), e se ne vanta su facebook e dintorni. Immaginerete che mi dia fastidio da morire. XD
Eppure ero dalla parte dello Zoo di 105 quando fu sollevato un polverone per una loro puntata in cui dicevano cazzate sull'argomento. Erano chiaramente stupidaggini, l'intento non serio era chiaro, e ho ritenuto che le associazioni animaliste fossero esagerate. :)


Forse sono io troppo "permissivo" per le cose eticamente accettabili.
Però cito delle persone che l'etica la spernacchiano ogni giorno. I BastardiDentro.

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Chapeau. :)

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Siamo simili in molti modi, tu ed io. C'è qualcosa di oscuro in noi. Oscurità, dolore, morte. Irradiano da noi. Se mai amerai una donna, Rand, lasciala e permettile di trovare un altro uomo. Sarà il più bel regalo che potrai farle.
Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: ven giu 26, 2009 23:43 
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Cita:
La coscienza (e la soglia) del dolore

Quando vedo persone che vanno in pellegrinaggio ai funerali delle celebrità, o delle persone intervistate che piangono per la morte di una pop star, mi chiedo se sono io insensibile e cinico, o se siano gli altri poco avvezzi ai veri lutti.
Mi chiedo (maliziosamente, lo ammetto) se per queste persone (fortuna loro) abbiano al massimo seppellito il loro cane.

Penso - sempre in maniera cinica e limitata al mio punto di vista - che sia impossibile, per le persone che hanno conosciuto la sofferenza derivante da una perdita reale, non confrontare tutto il resto con il vero lutto.
Anche se immagino che per qualcuno quello possa essere vero lutto. Ma secondo voi è paragonabile?


Non ho altro da aggiungere.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 02:47 
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Posso essere molto dispiaciuto per la morte di qualcuno che stimo anche senza conoscere. Posso averlo dentro al mio cuore, nonostante abbia avuto dei lutti in famiglia, come ogni persona con una famiglia in realtà, e abbia visto morire tanti animali.

In particolare non mi strapperò i capelli per Michael Jackson, però posso capire chi vorrà farlo.

Personalmente non discuto i sentimenti altrui, siano questi contrastanti o deprecabili, o meglio, sul momento posso rimanere infastidito o perdere proprio le staffe, ma a mente lucida mi rendo conto che i sentimenti ed i pensieri del prossimo sono esclusivamente del prossimo stesso e quindi non ho nessun diritto di metter bocca. Di conseguenza io rivendico il diritto di piangere la morte di chicchessia, di augurarla a chicchessia o di giocare sul mio funerale o su qualsiasi altra cosa mia. Se mi viene fatta una richiesta garbata di smetterla, faccio in modo che il mio pensiero non infastidisca il prossimo, ma non per questo lo cambio ovviamente.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 11:04 
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Che poi cosa dovrebbe dire Gigi D'Alessio! XD
Su facebook ci sono più gruppi contro di lui che contro chiunque altro (forse solo Berlusca lo sconfigge).

Ecco il cordoglio dei veri fans di M.J. :D

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 12:34 
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1.581 membri contro i 1.259.512 fan del gruppo principale.

Chiaramente si tratta di percentuali schiaccianti. :ahsisi:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 15:30 
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Si tratta di dati non coerenti e non confrontabili (dato che nel mondo nessuno conosce Gigi D'Alessio e in ogni caso non ha alcuna relazione con M.J.) :-|

Era semplicemente un esempio di 1500 persone italiane che hanno espresso in un certo modo un concetto. Che c'entrano i fan internazionali di M.J.? E' ovvio che sono molti di più.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 15:50 
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Se di questo si tratta, dovresti sostituire

" Ecco il cordoglio dei veri fans di M.J. :D "

con

" Ecco un esempio di 1500 persone italiane che hanno espresso in un certo modo loro cordoglio. "


pr0tip:
se nel mondo nessuno conosce Gigi d'Alessio un perché può pure esserci. :asd:

pr0tip 2:
e questo discorso cosa vorrebbe dire? Che se nel mondo tutti i fan di Michael Jackson conoscessero Gigi d'Alessio, tutti si iscriverebbero a quel gruppo? Fail to connect data, prova con un input diverso.

pr0tip 3:
il mio post serviva solo a contestare la tua affermazione che i "veri fan di Michael Jackson" sono quelli che hai citato, quando è ovvio che si tratta di una parte infinitesimale (per i motivi più disparati) di fan, che non abbiamo nessun presupposto per definire "hardcore" o "sfegatati" o comunque più appassionati di altri. Addirittura, potrebbero non essere affatto fan di Jackson, ma semplicemente essere detrattori del napoletano.
Essendo ovvio che la stragrande maggioranza dei fan di Michael Jackson neanche conosce lontanamente Gigi d'Alessio, la tua affermazione sui "veri fan" è un pochino campata per aria.

Per fare un esempio, se 2 animalisti si mettessero ad ammazzare vecchiette e io dicessi: "Questi sono i veri animalisti!", magari quelli che non si sentono rappresentati dalla ridicolmente sparuta minoranza di imbecilli potrebbero aversene un po' a male. Stesso discorso qui, mi pare.

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 16:55 
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[Off Topic]

Forse ti sfugge il fatto che la faccina :D a fine frase, indichi il tono scherzoso dell'affermazione appena enunciata. Si chiamano "battute", in italiano.
O forse non ti è sfuggita l'evidenza, e vuoi fare polemica sul nulla, fingendo di pensare che io davvero abbia scritto quella frase dandole l'intepretazione machiavellica che hai enunciato. XD

Passo oltre il scarso attestato di stima :lol: e riassumo tutto con una serie di reminder utili. :sisi:

Tip 0: le emoticon si usano per un motivo, e non per fare colore.

Tip 1: prendiamo due frasi identiche, una frase senza emoticon, e una con emoticon... queste possono assumere significati opposti

Tip 2: ogni emoticon ha un significato diverso, quindi :D è diverso da :pha: e da :ahsisi:


Suvvia, non è difficile, dò ripetizioni di emoticon a 10€/ora per chi fosse interessato! :jollone:


[/Off Topic]

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Il tutto è divertente perché si voleva fare il culo a capanna a Khelden perché scrive troppi :asd: .

E' anche divertente perché pure io ho usato un'emoticon, :ahsisi:, che chiaramente però non ha inflessioni di "scherzosità". Altro che 10 €, ti pago 50 € se mi fai ripassare tutto il programma.

Guarda... Mi tiro fuori dal discorso usando l'ultima, il cui significato non sarà sicuramente frainteso.

:avv:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: sab giu 27, 2009 17:15 
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Messaggi: 34449
Località: Valm Neira
Azrael The Dark ha scritto:
Altro che 10 €, ti pago 50 € se mi fai ripassare tutto il programma.


Per quella cifra c'è la Montereale compresa nel prezzo. :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: lun giu 29, 2009 13:05 
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Località: Altopiano di Leng
Se ho capito bene il tema del topic...

Se muore un mio idolo me ne dispiaccio anche senza conoscerlo di persona, magari soprattutto perché non potrà più produrre ciò che mi piace e me lo ha fatto eleggere a idolo.
M.J. ha smesso di essere un mio idolo da molto, ma ha cantato brani che mi sono piaciuti molto e forse é la persona che ero tanti anni fa che più si dispiace per la sua morte :roll:

Il che non mi ha impedito, anni fa, di ridacchiare con questa cattivissima immagine

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cosa che non farò forse più per parecchio tempo, visto che é morto e che il tempo ancora non lo ha reso così ultraterreno e staccato dal mondo, nella mia testa, da ridacchiare su di lui come un "concetto" lontano da me anni luce.

Al momento, sento ua vaga necessità di rispettare i morti, per quanto la loro vita presentasse delel ombre

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"[...]vedete dei marinai che stanno scaricando delle tasse..."
-Grande Pacho 'M Hell-


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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: lun giu 29, 2009 15:47 
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Le figure che nell'immaginario delle persone divengono miti, finiscono sempre per assumere quell'aura di 'divinità', di 'superiorità', di apprezzabilità, che le porta ad osannarle, ad amarle, a rispettarle, a provare un affetto al di sopra dell'ordinario e della quotidianità.
Questo perché l'uomo ha bisogno dei miti, ha bisogno di persone che diventino dei punti fissi di riferimento vivi, visibili e concreti.
Il fatto che oggi si osanni in tal maniera M.Jackson, così come accade per tutti i grandi della musica che lasciano un segno nella storia musicale e che con la loro immagine hanno saputo 'ammaliare' migliaia di persone, mi pare abbastanza normale.
Effettivamente pare esagerato, pare quasi oltre l'umana misura e la ragione che ci caratterizza; però penso che sia più una sorta di estrema devozione che porta le persone a disperarsi, rammaricarsi, piangere anche per la perdita di un mito.

E questa, è la mia analisi ^^

Quello che penso...non so se sono io ad essere strana, ma non mi dispererei così XD posso provare ammirazione per un certo personaggio, pubblico in questo caso, ma non mi metterei certo a piangere o divinizzarlo o chissà cos'altro.
Posso provare un lieve dispiacere per il fatto che sia scomparsa un'immagine di persona che ha comunque svolto un carattere di tipo trainante nella mia vita, ma nulla di più.
In fondo per me, un mito quando è mito, diventa immortale fin da subito...quindi che viva o meno alla fin fine è quello che io incarno in quell'immagine a portarmi avanti, non la persona in sé, che in fondo non conoscerò mai realmente ^^
Questa ovviamente è la mia personalissima idea, eh :goccia:

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"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: mar giu 30, 2009 11:39 
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come dice il caro vecchio Neil Gaiman, "Death: Il grande momento della tua vita"

alla fine è solo un evento che porta alla conclusione (?) un percorso più o meno lungo.
Io la vedo più assimilabile allo sbucciarsi un ginocchio come un mandarino che a qualcosa di tragico e insormontabile. Quel che la rende paurosa è il "seguito" ignoto, ma infondo, io amo le belle sorprese :)

quel che veramente dovrebbe far paura ad un fan di un noto personaggio secondo me, è il vederlo invecchiare e decadere, vedi Margaret Thatcher che ora è affetta d'halzaimer e si piscia nelle mutande quando in passato ha fatto piasciare nelle mutande tanti e tanti uomini ricchi e non.

Mi fa impressione rivedere i Pink Floyd da così:

Immagine

a così:

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insomma è il decadimento, soprattuto mentale che secondo m dovrebbe arrecare tristezza ad una persona nel vederlo in qualcuno che ha condizionato la sua vita con quello che ha fatto, da un CD ad una riforma morale.

Poi è ovvio che quandoq ualcuno muore, non è che va santificato all'istante, va apprezzato e criticato per quel che ha fatto. Tornando ai Pink ad esempio, Roger Waters è stato un grande promotore del gruppo, ma anche un grandissimo figlio di buona donna, rompendo gli zebedei con il suo carattere autoritario e mettendosi molto spesso in contrapposizione con il chitarrista Gilmour.

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ebbbene si ho tolto la mia firma storica :sese:
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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: mar giu 30, 2009 12:17 
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 Oggetto del messaggio: Re: Sul rispetto, sulla morale e sulla morte
MessaggioInviato: mer lug 01, 2009 11:31 
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Cita:
La coscienza (e la soglia) del dolore

Quando vedo persone che vanno in pellegrinaggio ai funerali delle celebrità, o delle persone intervistate che piangono per la morte di una pop star, mi chiedo se sono io insensibile e cinico, o se siano gli altri poco avvezzi ai veri lutti.
Mi chiedo (maliziosamente, lo ammetto) se per queste persone (fortuna loro) abbiano al massimo seppellito il loro cane.

Penso - sempre in maniera cinica e limitata al mio punto di vista - che sia impossibile, per le persone che hanno conosciuto la sofferenza derivante da una perdita reale, non confrontare tutto il resto con il vero lutto.
Anche se immagino che per qualcuno quello possa essere vero lutto. Ma secondo voi è paragonabile?


No. Ma non ci vedo nulla di sbagliato.

Cita:
Ora, se dovessi prestare attenzione al fatto che qualcuno è cresciuto nel mito di Elvis o Mussolini, oppure (per rimanete in tema musicale) di Jim Morrison o Kurt Cobain (personalmente adoro ancora la musica dei Nirvana), non dovrei scherzare su nessuno. :nono:

Se questa ipotesi - come infatti credo - risulta essere falsa, allora la discriminante la farebbe la "vicinanza" con la data della dipartita. Questo basta a rendere meno accettabile la dissacrazione di un mito?


Salti di palo in frasca Muz. Potrebbe in effetti, così come potrebbe essere il numero e l'identità degli ammiratori o tutto insieme.
La dissacrazione risulta sempre offensiva agli occhi di un ammiratore, te la limitano o impediscono solo i termini della decenza.

Cita:
La cultura del mito, della patria e dell'eroe

Lo ammetto candidamente: non rientra nel mio modo di vivere le cose.
Ho tanti "idoli" (musica, sport, letteratura) eppure credo di riuscire a vivere anche senza di loro. Così come vivo senza quei miti che sono già morti, certo ripensandoli con un po' di malinconia, ma con i dovuti limiti.

Non mi affeziono troppo ad un "personaggio" che come dite voi, non conosco come "persona". Posso essere affezionato a Maradona (il mio calciatore preferito in assoluto) così come sono affezionato a Drizzt. Quando moriranno sarò dispiaciuto, ma sono personaggi, non persone che conosco davvero. La loro morte non cambierà la mia vita, se non impercettibilmente (è piuttosto semplice riempire quel vuoto con qualcosa di nuovo).
Diverso è il discorso per le "persone". Se conosci una persona, se arricchisce la tua vita davvero standoti vicino, parlandoti, insegnandoti qualcosa... allora si, la piango. Ma non pretendo che tutto il mondo la pianga con me, e condivida il mio dispiacere.

Mentre pare (e dico pare) che ci sia un'eccessiva cultura dell'icona. Che Guevara, Lady Diana, Jim Morrison, JFK, Marilyn Monroe.
Si difende a spada tratta l'icona (spesso senza conoscerla a fondo) senza conoscere la persona dietro l'icona.


Nemmeno questo penso che sia condannabile, io lo ritengo un errore, ma non impongo agli altri il mio modo di vedere le cose.
Piuttosto sono triste se mi guardo intorno e non c'è nulla degno della mia stima, nulla che io possa giudicare candidamente e positivamente per alcuni aspetti.
Non so se sono patologico, ma non ho mai avuto un mito o un eroe nemmeno da bambino. Mi dispiace o mi arrabbio solo quando gli idoli sono palesemente negativi.

Cita:
Forse sono io troppo "permissivo" per le cose eticamente accettabili.


Penso piuttosto che tu abbia poche pretese e riguardano esclusivamente ciò che hanno a che fare direttamente con te.



Trovo di pessimo gusto questo filone di battutacce sul Michael Jackson.
Per la serie "rivalutazione post mortem" mi stò procacciando i suoi lavori.

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