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 Oggetto del messaggio: Uzbekistan
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Sabato 14/05/2005 - 12:30

SCONTRI UZBEKISTAN, IL PRESIDENTE KARIMOV ACCUSA ISLAMICI DI AKROMIA

ANDIJAN - Le sparatorie sono riprese stamattina ad Andijan, la citta' dell'Uzbekistan dove una sanguinosa insurrezione di matrice islamica, istigata dalla poverta' dilagante, e' in corso dalla notte tra giovedi' e venerdi'.
Tra duecento e trecento persone avrebbero gia' perso la vita nella sanguinosa insurrezione di matrice islamica che divampa nella quarta citta' dell'Uzbekistan.
Lo hanno indicato alcuni testimoni oculari.
''Venerdi' sera le truppe governative - racconta Saidgiakon Zainabitdinov, rappresentante di Appelazia, un'organizzazione che difende i diritti civili in Uzbekistan - hanno aperto il fuoco sui civili e centinaia di persone sono morte. All'alba i cadaveri sono stati portati via su quattro camion e un autobus. Tutti i veicoli erano pieni di corpi''.

Anche altri testimoni oculari interrogati dai pochi giornalisti presenti in citta' parlano di almeno duecento persone uccise, in buona parte attorno e dentro il palazzo dell'amministrazione regionale dove ieri pomeriggio le truppe sono entrate per stanare un gruppo di insorti che vi si era asserragliato assieme ad una decina di militari presi in ostaggio.

Gli scontri - ai quali ieri hanno partecipato migliaia di persone scese in piazza per chiedere le dimissioni di Karimov e anche ''lavoro, giustizia e democrazia''- sono ripresi stamattina in diverse aree della citta' dopo una notte trascorsa apparentemente nella calma. Almeno tremila persone hanno inscenato una nuova manifestazione di protesta contro il regime, al grido: ''Abbasso il presidente Karimov che fa sparare sul suo popolo!''. Negozi, scuole e mercati sono chiusi.

Da parte loro le autorita' uzbeke insistono sul fatto che l'ordine regna ad Andijan e hanno smentito di aver ordinato ai giornalisti che lavorano per i media stranieri di andarsene immediatamente dalla citta'.

La situazione appare confusa, con il regime del dittatoriale presidente Islam Karimov che cerca di dare una versione estremamente rassicurante degli eventi malgrado le notizie allarmanti in arrivo da fonti indipendenti.
Karimov ha detto oggi che nei moti di Andijan sono morte una trentina di persone tra cui almeno nove soldati e dieci insorti. ''Gli estremisti - ha sostenuto il presidente uzbeko - istupidiscono i giovani con le idee di un unico califfato islamico. Ancora prima dei disordini sapevamo i nomi degli organizzatori di questa corrente. Ma non li abbiamo toccati fino a quando non hanno violato la legge''.

Il ministero degli Interni uzbeko sostiene che le forze dell'ordine hanno il pieno controllo della citta' e che a dispetto delle sporadiche sparatorie ''tutti gli estremisti sono stati sloggiati da Andijan''. L'attendibilita' di queste informazioni sara' difficilmente verificabile perche' le autorita' hanno stamattina espulso dalla citta' i pochi giornalisti che lavorano per i media stranieri (''Avete 30 minuti per andarvene, non possiamo garantire per la vostra sicurezza'').
Karimov e' intanto ritornato a Tashkent, la capitale, dopo aver trascorso tutta la giornata di ieri ad Andijan dove ''ha dato direttive concrete alle organizzazioni e ai dipartimenti competenti per eliminare la crisi''.

Nel timore che la crisi sfoci in un immane bagno di sangue oltre seicento uzbeki abitanti la zona di Andijan si sono rifugiati stamattina in Kirghizistan. Altri tremilacinquecento uzbeki premono alla stessa frontiera, con l'obiettivo di raggiungere la citta' kirghiza di Osh.

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Ultima modifica di VanLucavik il dom mag 15, 2005 05:03, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: dom mag 15, 2005 04:59 
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Sabato 14/05/2005 - 17:24

Uzbekistan, morti in disordini potrebbero essere 500

TASHKENT (Reuters) - Circa 500 persone potrebbero essere state uccise quando le truppe uzbeke hanno aperto il fuoco su migliaia di dimostranti e combattutto con i ribelli nella città di Andizhan. Lo riferisce un operatore umanitario locale oggi.

"Il numero dei morti da entrambe le parti potrebbe raggiungere quota 500", ha detto il capo del gruppo per i diritti umani uzbeko Appeal a Reuters, citando testimoni.

Poco prima il presidente Islam Karimov aveva detto che dieci militari erano rimasti uccisi negli scontri e un numero sdi kolto superiore erano le vittime fra i ribelli.

Non è stato rilasciato alcun bilancio ufficiale sinora sul numero dei morti.

I giornalisti che ieri avevano visto molti cadaveri per le strade hanno lasciato il paese oggi dopo un allarme sulla loro incolumità.

Karimov ha detto oggi che nessun ordine di sparare sulla folla di 3.000 manifestanti ad Andizhan è stato dato ed ha accusato delle violenze Hizb ut-Tahrir, un gruppo islamico fuori legge.

Testimoni hanno riferito di dozzine di cadaveri nella piazza dove da ieri si è riunita una folla che ha preso possesso di un edificio statale, dopo che alcuni ribelli hanno liberato dei loro compagni dal carcere.

KARIMOV: NON HO DATO ORDINE DI SPARARE

"So che volete sapere chi ha dato l'ordine di sparare....Nessuno ha ordinato (ai soldati) di sparargli", ha detto Karimov, visibilmente arrabbiato, durante una conferenza stampa.

Karimov ha collegato la rivolta di Andizhan alle violente proteste e al colpo di stato nel vicino Kyrgyzstan nei mesi scorsi, iniziate con le manifestazioni contro il risultato delle elezioni a Osh, appena al di là del confine con Andizhan.

Senza fare parola delle vittime tra i civili, il presidente ha detto che 10 poliziotti e soldati sono stati uccisi e 100 feriti durante le violenze che sono iniziate quando i ribelli hanno liberato dal carcere alcuni compagni, accusati di estremismo religioso e poi hanno preso il possesso di un edificio del governo.

Testimoni a Andizhan hanno detto che dozzine di persone sono morte quando i soldati uzbeki hanno sparato su una folla di tremila persone riunitasi intorno all'edificio occupato dai ribelli e in molti chiedevano le dimissioni di Karimov.

La situazione a Andizhan ora è calma, ma alcuni ribelli sono fuggiti, ha detto Karimov, al potere dal 1989.

Il leader uzbeko, che difende la sua linea dura contro i dissidenti musulmani dicendo che combatte contro le militanza islamica, ha detto di credere che i ribelli di Andizhan appartengano a Hizb ut-Tahrir, un gruppo anti-uzbeko che si dice non violento.

"Fino ad ora so che c'erano parti di un gruppo chiamato Hizb ut-Tahrir", ha detto Karimov durante la conferenza stampa di tre ore. "Il loro obiettivo...è unire i musulmani e creare un califfato musulmano governato dalla Sharia ed estromettere la nostra costituzione e le nostre autorità regionali".

"Sperano che il caos che hanno visto in Kyrgyzstan possa aiutarli", ha detto. "Ma la situazione in Uzbekistan è diversa e gli obiettivi della nostra gente sono diversi dalla miseria dei kyrgyzi".

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Domenica 15/05/2005 - 11:59

Uzbekistan: Torna La Calma Nell'Est, Tensioni Al Confine Con Kirghizistan

Tashkent, 15 mag. - (Adnkronos/Dpa) - E tornata la calma ad Adizhan, città dellUzbekistan orientale teatro nei giorni scorsi di violenti scontri tra manifestanti e polizia, costati la vita a centinaia di persone, 500 secondo fonti umanitarie. Il rischio di violenze sembra però ora spostarsi verso i confini con il Kirghizistan, dove si stanno dirigendo migliaia di profughi in fuga dagli scontri. A Karassu, città al confine dove si sono registrati ieri tumulti, la polizia è riuscita a ripristinare lordine, come precisa lagenzia russa Ria-Novosti, citando fonti locali.
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Di (Abi/Zn/Adnkronos)

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MessaggioInviato: lun mag 16, 2005 18:18 
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Lunedì 16/05/2005 - 17:55

Uzbekistan: Appello Segretario Usa Per Riforme Politiche

(Asca-Afp) - Shannon (Irlanda) - Il segretario di Stato Usa Condoleeza Rice ha fatto appello all'Uzbekistan affinche' vengano intraprese quelle riforme politiche che possano spegnere l'ondata di proteste che ha provocato la conseguente sanguinosa reazione delle forze militari. La Rice ha detto che i funzionari statunitensi stanno ancora cercando di capire cosa sia veramente successo ad Andijan, citta' dell'est dell'Uzbekistan, dove centinaia di persone sarebbero morte in seguito agli scontri con le forze governative.
(Piu' Europa).

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